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Tra i tre litiganti, chi sarà a godere?

25.05.2019 20:08

Nibali e Roglic si marcano anche verso Courmayer e ora Carapaz rientra prepotentemente in lotta per vincere il Giro d'Italia


Il Giro d'Italia 2019 si sta trasformando sempre di più in una tesa ed incerta partita a scacchi, in cui l'impressione è che le strategie tattiche e la guerra di nervi continuino ad avere un'importanza maggiore rispetto a quelli che sono i reali rapporti di forza tra gli atleti: oggi nella quattordicesima tappa abbiamo assistito ad una nuova mossa che ha dato un volto nuovo alla classifica generale ed ha reso le cose ancora più complicate se si vuole analizzate quello che può essere il prosieguo della corsa rosa.

Il nuovo leader del Giro adesso è l'ecuadoriano Richard Carapaz che ha 7" di vantaggio su Primoz Roglic, 1'47" su Vincenzo Nibali, 2'10" su Rafal Majka e 2'50" su Mikel Landa. Ma per quello che si è visto e si è potuto intuire dal traguardo di Courmayeur, adesso la lotta per la vittoria finale sembrerebbe essere ristretta solamente ai primi tre: a Majka sembra mancare qualcosa, Landa ha di nuovo trovato in casa il prima rivale, Mollema e Polanc sembrano destinati a crollare, Zakarin lo ha fatto oggi mentre López e Yates hanno un ritardo che ormai sembra incolmabile. Ed allora proviamo ad entrare nei dettagli di questa sfida a tre, provando a valutare le prospettive di Carapaz, Roglic e Nibali per le sette tappe che ancora restano in questo Giro d'Italia.

Richard Carapaz: se fosse lui il favorito?
Alla vigilia del Giro d'Italia nessuno avrebbe pronosticato lo scalatore ecuadoriano Richard Carapaz in maglia rosa sul traguardo di Courmayeur e per di più già con due vittorie di tappa l'attivo: nonostante fosse reduce dal quarto posto in classifica dell'anno scorso, il corridore della Movistar godeva di molto meno considerazione rispetto agli altri big, ma adesso che lo troviamo al comando della classifica nessuno può più permettersi di sottovalutarlo. Già con le prime due cronometro e con la vittoria di Frascati, Carapaz sembrava aver ribaltato le gerarchie interne alla squadra ma in questi ultimi due giorni il quasi 26enne (compirà gli anni mercoledì prossimo) ecuadoriano che viene dai 3000 metri della provincia di Carchi ha fatto pensare a tanti che sia lui il corridore più forte in salita di questo Giro d'Italia.

Carapaz è la punta di diamante di una piccola generazione di talenti prodotti dall'Ecuador negli ultimi anni, e ci sono tanti motivi per cui potrebbe legittimamente sognare in grande: sulle grandi salite, lo abbiamo detto, sembra essere quello con la condizione fisica migliore almeno finché Roglic e Nibali non scopriranno tutte le loro carte, in più ha al suo fianco quella che probabilmente si sta rivelando la squadra più forte e compatta di questo Giro con lo stesso Mikel Landa che ora potrebbe essere costretto al ruolo di gregario di lusso. E poi c'è l'aspetto psicologico che vede Carapaz con il morale a mille e nei prossimi giorni potrebbe davvero volare sulle alti dell'entusiasmo: di contro, invece, c'è la mancanza di esperienza a gestire una situazione simile ed il fatto che comunque dovrà per forza guadagnare qualcosa su Primoz Roglic per stare tranquillo prima della cronometro di Verona.

Primoz Roglic: un genio o una condizione non ottimale?
Non è facile capire cosa stia passando nella testa di Primoz Roglic in questo momento: lo sloveno della Jumbo-Visma continua con il suo atteggiamento abbastanza passivo e soprattutto continua a regalare minuti e secondi ad altri uomini di classifica. Dopo aver indossato la maglia rosa al termine della cronometro inaugurale di Bologna, Primoz Roglic se ne è disfatto alla prima occasione possibile per non dover far lavorare troppo una squadra che, con l'assenza di Gesink ed il ritiro di De Plus, sembra abbatanza debole per sostenere le ambizioni di un corridore di alta classifica: dopo essere andato a chiudere in prima persona sulla fuga sulla prima salita, anche oggi negli ultimi chilometri, Roglic ha dato l'impressione di voler evitare il primato in classifica e di non essere affatto dispiaciuto che adesso la responsabilità di gestione della corsa ricada sulla Movistar.

Ma la domanda è, perché tutto questo? Una lettura "ottimistica", dal punto di vista dello sloveno, è che si senta forte ma che finora abbia voluto risparmiare il più energie possibili per non fare la stessa fine di Simon Yates nel 2018: anche valutando lo stato della squadra, l'obiettivo potrebbe essere quello di puntare a vincere il Giro d'Italia con un'unico colpo deciso nella terza settimana per non dare troppe responsabilità ai compagni e la possibilità comunque di sfruttare la cronometro di Verona come carta d'emergenza; dovesse riuscire, sarebbe una tattica geniale. La seconda opzione è che Roglic non sia effettivamente molto brillante in questi giorni (sospetto di crampi oggi nel finale) e che quindi stia sperando che siano gli altri a togliergli le castagne dal fuoco in attesa di giorni migliori: in fondo a Primoz anche un piazzamento sul podio finale non sarebbe un risultato negativo se si considera che questo è solo il suo secondo grande giro in carriera corso per la classifica. E se così sarà, potrebbe anche portarsi qualcuno con sé nella tomba.

Vincenzo Nibali: la situazione più complessa
Chi di sicuro non può uscire soddisfatto dalla tappa di Courmayeur è Vincenzo Nibali che adesso si trova in terza posizione e nelle prossime tappe dovrà fare i conti non solo con Primoz Roglic, ma anche con Richard Carapaz che sembra un cliente davvero scomodo in montagna. La situazione di classifica non è certo ideale per lo Squalo dello Stretto, ma anche da terzo posto si può vedere il bicchiere mezzo pieno: la lotta per la vittoria allargata ad un uomo in più cambierà per forza il gioco delle marcature, Roglic non potrà più permettersi di stare incollato solo a Nibali e questo darà sicuramente un po' più di libertà di movimento al corridore della Bahrain-Merida, anche se sarà sempre il più temuto dagli avversari per i suoi trascorsi gloriosi.

Vincenzo Nibali comunque sta bene, ha recuperato 4" oggi, ha una squadra che pur non essendo stellare ha dimostrato di saper correre bene per dargli supporto nelle fasi decisive, ieri con Domenico Pozzovivo e oggi con un grande Damiano Caruso, ma soprattutto adesso si entra nel terreno più adatto a lui: la terza settimana è dove può realmente fare la differenza grazie alle sue doti di fondo e resistenza che hanno pochi eguali nel gruppo; se Nibali su questo è una garanzia, di certo al momento non si può dire lo stesso di Roglic o Carapaz. E magari senza bisogno di aspettare la prossima settimana con il Mortirolo (purtroppo senza Gavia) ed il Manghen: già la lunga tappa di domani sulle strade del Giro di Lombardia potrebbe offrire a Nibali il terreno per iniziare a recuperare un po' di tempo e mettere così tanta paura ai suoi avversari.
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