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Il genio della Lampaert esaudisce un desiderio

22.06.2019 17:46

Il belga trova la prima vittoria stagionale nella crono di Ulrichen al Tour de Suisse. Bernal rischia ma perde poco da Dennis ed ipoteca il successo finale. Si allontana il podio per Pozzovivo


Altro esame superato per Egan Arley Bernal, che si manifesta sempre più come un talento all-around per il quale la polivalenza è pari solo alla sua precocità. In una prova come quella odierna, una cronometro pianeggiante di 19 km, il colombiano avrebbe dovuto soffrire per mantenere il suo vantaggio di 41" in classifica su Rohan Dennis, secondo e campione del mondo a cronometro. Invece Bernal non ha perso neanche metà del suo vantaggio, correndo la prova col piglio del campione e col coltello tra i denti. Se vogliamo muovergli una critica, rischiando pure troppo: il capitano del Team INEOS regala il maggior brivido di giornata con un'assurda derapata su una curva secca a sinistra (avete letto bene, derapata: quello che ha fatto aveva ben poco a che vedere con la bicicletta!), andando più volte in bloccaggio della ruota per non uscire fuori di strada. Se gli si vuole muovere una critica, il punto debole del colombiano è l'eccesso di rischi che si prende quando sale sulla bici: tutta la prova è stata segnata da questa grande intensità, eccessiva considerato l'infortunio fresco e la situazione nella quale il Team INEOS si avvicina al Tour,  e fa la quadra col gran numero di infortuni e cadute cumulate nei primi anni di carriera. Brasilford questo non lo ignorerà, come non ignorerà i fatti positivi: sebbene domani ci sia ancora da svolgere la più dura tappa di montagna, possiamo dare quasi per certa la vittoria finale di Bernal, che a conti fatti sarà il terzo più giovane vincitore del Tour de Suisse, battuto solo da casi altrettanto recenti come Roman Kreuziger e Miguel Angel Lopez. Ma sarà anche il primo a vincere a 22 anni sia Tour de Suisse che Parigi-Nizza.

Lampaert vola sotto i 22', delude ancora Küng
Nonostante i 1350 metri di altitudine, la cronometro di 19.2 km attorno ad Ulrichen, frazione del comune di Obergoms nel distretto di Goms del Canton Vallese, ha un dettaglio altimetrico trascurabile e la prova alle sorgenti del Rodano, smorzata solo dalle strade strette e da lunghe serie di curve e semicurve, si sviluppa ad una media nettamente superiore ai 50 km/h. Una prova ottima non solo per gli specialisti, ma anche per i passisti più abili nel rilanciare l'andatura e gestire al meglio i rapporti. Il primo a far registrare un tempo importante è il neozelandese Tom Scully (EF Education First), il quale conclude in 22'11", valido per il quarto posto finale: dei successivi, quelli che meglio si distinguono sono il pistard Benjamin Thomas (Groupama-FDJ), che conclude in 22'30", seguito subito dopo da Nikias Arndt (Sunweb) che finisce a 22'32".: rispettivamente saranno ottavo e nono. Mentre questi concludono, incalza il belga Yves Lampaert (Deceuninck - Quick Step), a caccia della migliore forma in vista di entrambi i campionati nazionali (non è stato solo campione in linea: nel 2017 batté Campenaerts a cronometro): autore di un tempo stellare all'intermedio, il belga gestisce nella seconda parte concludendo unico tra tutti sotto i 22 minuti, in 21'58" per la precisione. Per il belga è dunque la prima vittoria stagionale, la seconda a cronometro dopo il sopra citato titolo nazionale. Alcuni dei migliori specialisti si susseguono dopo la sua prova, ma nessuno riesce ad agganciarlo: Søren Kragh Andersen (Sunweb) stacca il terzo tempo a 22'08",  l'altro danese, stavolta della Deceuninck, Kasper Asgreen è il più vicino di tutti, secondo a 22'03", riuscendo a recuperare gran parte dei 17" di ritardo che aveva al primo intertempo. Delude molto invece l'idolo di casa Stefan Küng (Groupama - FDJ), imballato e troppo agile per tutta la prova: chiuderà a 22'18", 7° posto con 20" di ritardo da Lampaert.

Dennis legnoso, Trentin finisce nei 10
Chiuse le prove dei passisti più "pesanti", si deve attendere gli uomini di classifica per tornare a registrare tempi di rilievo, con l'eccezione di Patrick  Bevin (CCC Team) che col suo 22'11" si piazza 5° appena dietro Scully. C'è impegno anche da parte di Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), che riesce a concludere con un dignitoso 22'34"  all'interno della top ten. Arrivati a questo punto, l'unico che ha possibilità di battere Lampaert è il campione del mondo Rohan Dennis, vincitore della prova di apertura e in forma smagliante: ma al primo intermedio l'australiano è piuttosto lontano dal belga, 12" per l'esattezza. Dall'altra parte, la testa di Dennis è al confronto con Egan Arley Bernal (Team INEOS), maglia gialla con 41" di vantaggio e non esattamente l'ultimo arrivato a cronometro: difatti il colombiano è il migliore, dopo Dennis, tra gli uomini di classifica e al primo intermedio accusa solo 19" di ritardo. Piglio completamente differente per i due atleti: fiaccato e pesante l'australiano, lineare e sbarazzino il giovane colombiano. Alla fine Dennis chiuderà soltanto sesto, a 22'16", mentre Bernal termina con un lusinghiero 22'36", finendo 11esimo e perdendo solo 18" da Dennis, al quale dunque recupera qualcosa nella seconda parte.

Come cambia la classifica: male Pozzovivo, Konrad consolida il podio
Dennis è ora a 22" di ritardo da Bernal, un vantaggio minimo che però risulta difficile da recuperare considerando le caratteristiche dei due atleti. Degli altri uomini di classifica, il migliore nella prova è il terzo classificato, l'austriaco Patrick Konrad (Bora Hansgrohe), che come nella prova di apertura si comporta molto bene chiudendo 30esimo ad 1'11" da Lampaert: ha ora 1'46" di ritardo da Bernal. I rivali per il podio, gli unici oggi sugli stessi tempi, saranno dunque Tiesj Benoot (Lotto Soudal), ora ad 1'54" in virtù di una prova che lo ha visto 33esimo ad 1'13", e Jan Hirt (Astana Pro Team), 35esimo ad 1'14", ma Konrad appare favorito su questi. Bene anche Enric Mas (Deceuninck- Quick Step), molto meglio che nella crono di apertura e 34esimo ad 1'14", ora sesto a 2'43": uno dei maggiori indiziati per tentare qualcosa di speciale domani. In crescita anche Simon Spilak (Katusha), un po' meglio degli altri col suo 28esimo posto ad 1'08" e ora settimo in classifica a 2'53". Chi le ha prese, e anche di brutto, è Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), autore della peggiore prova tra tutti gli uomini di classifica, arrivando a prendere 2'17" da Lampert: è ora ottavo a 2'56". Finisce fuori dalla top ten anche Fabio Aru (UAE Team Emirates), oggi solo 86esimo a 2'06" e adesso 13esimo a 3'44" da Bernal.
Domani si prospetta una tappa breve solo nella distanza chilometrica, e molto intensa in virtù dei 3 GPM Hors Categorie da affrontare: nei 101 km attorno ad Ulrichen si affronteranno il Nufenenpass, di nuovo il San Gottardo (a seguito di un ridisegno in extremis per via della chiusura di uno dei passi inizialmente previsti), ed il Furkapass con scollinamento a 26 km dal traguardo: tracciato ostico che può invitare solo ad un attacco da lontano, magari sul San Gottardo, per fare la differenza.

 
Notizia di esempio
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