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Québec-to-back!

13.09.2019 22:18

Matthews rivince in Canada, Sagan la butta un po' via. Quarto Ulissi


La decima edizione del Grand Prix de Québec, che come di consueto consta di 16 tornate di un circuito di 12.6 km, si è svolta sotto un bel sole estivo che ha caratterizzato la prova nordamericana. La classica fuga che ha caratterizzato il pomeriggio canadese si forma già nel corso del primo giro e vede la presenza di sei unità.

Vanno in avanscoperta il francese Julien Bernard (Trek-Segafredo), lo spagnolo Lluís Más (Movistar Team), l'israeliano Guy Sagiv (Israel Cycling Academy), lo statunitense Gavin Mannion (Rally UHC Cycling) e i canadesi Evan Burtnik e Adam Roberge, ambedue al via con la casacca della nazionale. Il margine massimo loro concesso ha superato quota 7' poco prima del km 45; da qui in poi Bahrain Merida, Bora Hansgrohe, (soprattutto) CCC Team e Team Sunweb si sono incaricate di tenere maggiormente a contatto gli attaccanti.

Dai quali, suo malgrado, ha perso contatto Adam Roberge: il ventiduenne è infatti caduto banalmente in un tratto rettilineo a 127 km dalla conclusione e ha incocciato sull'asfalto con la spalla destra. Il giovane tesserato per la Elevate-KHS è così stato costretto ad un inopinato ritiro, terminando la sua prova in ambulanza. Medesima sorte, una cinquantina di km più tardi, per il connazionale Guillaume Boivin, leader della Israel Cycling Academy.

A 100 km dalla conclusione il margine che separa i cinque battistrada dal plotone ammonta a 5'20", che scende progressivamente nel tratto seguente, toccando quota 4' ai meno 70 km. Poco più tardi tentano di avvantaggiarsi Pieter Serry (Deceuninck-Quick Step) con Charles Étienne Chrétien (Canada), ma non fanno strada, così come i due attacchi seguenti, quello ai meno 58 di Nickolas Zukowsky (Canada) e 1 km più tardi quello di un certo Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), sul quale chiude tutto Remco Evenepoel, oggi in versione gregario. Ai meno 51 è la volta di Daniel Martin (UAE Team Emirates), ma anche in questo caso l'esito è negativo.

Il lavoro della Bahrain Merida con Iván García Cortina e di due elementi del Team Sunweb non conosce distrazioni e i gregari portano sotto il minuto il ritardo dalla fuga a 4 tornate dal termine. Quando manca poco per approcciare il terzultimo giro scatta dalla fuga sulla Côte de Montagne lo spagnolo Mas, sul quale si riporta il solo Mannion. I due viaggiano ai meno 30 km con 25" sugli ex compagni di fuga e 45" sul gruppo non compatto, dato che in discesa una frattura nella seconda parte ha causato la perdita di contatto di una trentina di unità fra cui Cort Nielsen e il già menzionato Evenepoel, che però riescono a riportarsi dentro nel prosieguo della discesa.

Il passo del plotone è deciso e sia i tre a bagnomaria che Mas vengono ripresi nel corso della Côte de Montagne; dura qualche centinaio di metri in più l'avventura di Mannion, che comunque viene riassorbito ai meno 26.5 km. Forte di un'ottantina abbondante di elementi, il gruppo tirato da Sunweb e Ineos inizia gli ultimi 2 giri del circuito quebecois.

Sulla penultima Côte de la Montagne, a 16 km dall'arrivo, scatta Stan Dewulf (Lotto Soudal) inseguito vanamente dal sopra menzionato García Cortina e da Marc Hirschi (Team Sunweb); questo mentre Michael Kwiatkowski (Team Ineos) prosegue nella sua annata scialba e si stacca. Il giovane belga non fa strada e viene ripreso prima di entrare nell'ultimo km del giro, in un gruppo dove si fanno vedere nelle prime posizioni Nibali, Yates, Mas, Cosnefroy e Betancur.

L'ultimo giro da 12.6 km inizia con Chris Lawless (Team Ineos) con 3" sul gruppo, non trovando spazio. In discesa ci prova a 11.2 km dal termine Enric Mas (Deceuninck-Quick Step) ma si rialza 200 metri più tardi; in contropiede tenta la fortuna anche Vincenzo Nibali con Jan Polanc ma Daniel Oss chiude immediatamente. La Bahrain Merida è attiva ancora con García Cortina, ma non c'è nulla da fare.

Più lunga, ma di poco, l'azione di Nathan Earle: l'australiano della Israel Cycling Academy parte ai meno 7.5 km ma ai meno 6 è già tornato nei ranghi. Troppo elevato il ritmo di Cesare Benedetti, interessato a portare la corsa nei binari preferiti da capitan Sagan. Sulla Côte de la Montagne la Deceuninck forza con Dries Devenyns alla cui ruota c'è Julian Alaphilippe: il ritmo si alza e il gruppo si riduce, con Nibali che si rialza dopo il lavoro fatto a favore della squadra.

Devenyns termina il lavoro ai meno 2.1 km e immediatamente parte Julian Alaphilippe sulla Côte de la Potasse: l'incredibile incedere del francese viene pareggiato solo da Peter Sagan, Greg Van Avermaet e, dopo qualche metro, da Diego Ulissi e Jack Haig. Lo slovacco guadagna anche qualche metro prima che Alaphilippe chiuda il buco ventuosi a creare.

I cinque, invece di collaborare, si controllano favorendo il rientro del gruppo a 400 metri dal termine. Lancia la volata sulla sinistra della carreggiata proprio Alaphilippe, con Sagan che sbaglia andando a chiudersi fra la transenna e il rivale francese; chi ne approfitta sul lato opposto è Michael Matthews che parte in tromba, guadagnando la testa ad un'ottantina di metri dalla conclusione non lasciandola più, prendendosi anche il lusso di controllare nel finale.

Vince così per il secondo anno di fila Michael Matthews: l'australiano del Team Sunweb si candida a recitare un ruolo da protagonista al prossimo Mondiale. Il podio è di grandi firme dato che secondo termina un Peter Sagan (Bora Hansgrohe) già in forma notevole mentre terzo è il sempre presente Greg Van Avermaet (CCC Team).

Quarta posizione per un Diego Ulissi (UAE Team Emirates) che convince molto e si candida ad un posto per la nazionale azzurra. Completano la top ten Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Tom Jelte Slagter (Team Dimension Data), Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Timo Roosen (Team Jumbo-Visma), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale). Da segnalare i più che validi piazzamenti di Alberto Bettiol (EF Education First) e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), rispettivamente dodicesimo e tredicesimo.
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