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Il regno di Visconti si estende sul Granducato

18.09.2019 16:42

Giro della Toscana, il capitano della Neri supera Egan Bernal a Pontedera e lancia un messaggio in vista del Mondiale


L'attuale andazzo del ciclismo strizza sempre più l'occhio ai giovani e ai giovanissimi fenomeni, con Van der Poel, Evenepoel, Pogacar e soci sulla bocca di tutti. Nella lista c'è anche, ovviamente, Egan Bernal, che oggi ha ripreso l'attività con l'obiettivo bene a mente de Il Lombardia; la prima prova del colombiano non è stata male, ma nulla ha potuto con uno dei vecchietti più vivaci e in gamba del ciclismo contemporaneo, quel Giovanni Visconti che a sua volta fu un giovane prodigio prima di vivere una carriera più che valida pur senza il grandissimo acuto.

Fuga a cinque, ci sono Zana e Zardini
La quarta edizione del rinato Giro della Toscana sotto l'egida dell'US Pecciolese, che domani ospiterà buona parte dei protagonisti di oggi nella "sua" Coppa Sabatini a Peccioli, non muta il percorso rispetto al recentissimo passato. L'epicentro è Pontedera ma il vero clou è il Monte Serra, affrontato per tre volte dal versante di Calci con l'ultimo scollinamento a 28 km dal termine dei 204.4 km previsti.

Partenza poco dopo le 11.30 e, dopo una serie di tentativi, la fuga di giornata si forma attorno al km 16. La compongono gli azzurri  Filippo Zana (Sangemini Trevigiani) ed Edoardo Zardini (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), il kazako Zhandos Bizhigitov (Astana Pro Team), il francese Alexis Guerin (Delko Marseille Provence) e lo svizzero Simon Pellaud (IAM Excelsior). Vanamente prova ad aggregarsi anche l'israeliano Guy Niv (Israel Cycling Academy) che subito, però, capisce di non poter rientrare e si rialza, aspettando il gruppo che ha lasciato via libera all'azione.

Lavora la Ineos, Pellaud è sul pezzo
Il ritardo sale parecchio, toccando sino quota 6'20" attorno al km 90: per tutta la giornata, se non per brevi intermezzi targati Gazprom-RusVelo, Italia e Neri Sottoli-Selle Italia-KTM, a lavorare è solamente il Team Ineos, di gran lunga la formazione più competitiva sulla carta. Tre, come detto, i passaggi sul Monte Serra: nei primi due giri a scollinare al comando è il kazako Bizhigitov.

Tra i battistrada c'è accordo fatta eccezione per un tentativo in discesa dell'instancabile Pellaud, uno che solo domenica andava a piazzarsi in Francia al Tour du Doubs, per altro cadendo rovinosamente in volata causa rottura del manubrio. Ad un ottantina di km dal termine l'elvetico, prossimo ingaggio della Androni, si muove guadagnando però una quindicina di secondi prima di farsi riassorbire al termine del declivio.

Lo svizzero ci riprova nell'ultimo giro
Il passo del gruppo con Filippo Ganna a fare il grosso del lavoro è assai consistente e a 55 km dalla conclusione, quando si passa sotto l traguardo per approcciare l'ultima tornata, il gap con i cinque di testa ammonta a soli 2'. L'attesa è tutta per l'imbocco dell'ultimo Monte Serra, con le squadre che si impegnano non tanto per far abbassare il ritardo quanto per tenere davanti i rispettivi capitani.

A 37 km dalla conclusione, quando si è ancora in pianura, scatta Simon Pellaud, riagguantato dal solo Zhandos Bizhigitov: Alexis Guerin cerca di riportarsi sotto mentre i due azzurri neppure ci pensano e si rialzano. Chi non sta fermo, come di consueto, è Pellaud che una volta iniziata la salita si sbarazza anche del collega kazako, tentando un difficile assolo, dato che il il plotone approccia l'ascesa con giusto 1' di ritardo.

Si rivede Rosa, fatica Formolo con problemi meccanici
Il ritmo del Team Ineos è deciso e a 34 km di salita allunga Diego Rosa, in una delle ultime uscite nella complicata esperienza con lo squadrone britannico. All'inseguimento si lancia Alexander Vlasov (Gazprom-RusVelo) con Edward Dunbar (Team Ineos) che gli si incolla a ruota in versione stopper; su questo duo si riporta Pierpaolo Ficara (Italia). Nel gruppo lavora la Neri Sottoli che va a riprendere il trio a bagnomaria e non consente a Rosa, che ai meno 31.8 km riprende Pellaud in un tratto di falsopiano, di accumulare un vantaggio sostanzioso.

Simone Velasco termina di lavorare preannunciando un tentativo di Giovanni Visconti: ci prova due volte, il capitano della Neri, ma non fa strada, con un drappello che rimane composto da una ventina di unità. In coda si trova un Davide Formolo che, col suo fiammante tricolore, deve far fronte ad un problema meccanico al cambio che lo costringe ad usare un rapporto durissimo: il veronese si stacca, voltandosi costantemente per attendere l'ammiraglia.

Bernal se ne va con Cherkasov, Ficara e Visconti rientrano
Rosa stacca Pellaud ai meno 30 km ma mezzo km più tardi è la sua volta di venir ripreso e staccato da dietro. E a superarlo non è un corridore qualsiasi dato che è il suo capitano di giornata (e non solo) Egan Bernal: Visconti tenta di tenere il vincitore del Tour ma non ce la fa, diversamente dal bravo russo Nikolay Cherkasov (Gazprom-RusVelo) che dà cambi allo scatenato colombiano. Visconti non vuole certo farsi gabbare tra le strade di casa e una volta entrato nell'ultimo km allunga, portandosi dietro solo Pierpaolo Ficara e Merhawi Kudus (Astana Pro Team).

Allo scollinamento, quindi a 28 km dal termine, Bernal e Cherkasov transitano in quest'ordine con 6" su Ficara e Visconti, 12" su Kudus e gli altri ad inseguire. I due italiani si riportano sulla coppia di testa già nel corso del primo km di discesa; alle loro spalle si forma un drappello ad una ventina di secondi con Kudus, Velasco, Gabburo, Garosio, Carboni, Dunbar, Rosa, Petilli, Florez e Osorio su cui rientra il veloce Vendrame.

Caduta per Carboni e Garosio, davanti guadagnano
Alla fine della discesa, in una curva a destra, Giovanni Carboni imposta male la traiettoria dalla prima posizione; il marchigiano della Bardiani CSF va giù e, dietro di lui, lo imita Andrea Garosio, in una delle poche giornate di libertà con la maglia della Bahrain Merida. Fortunatamente nessuna conseguenza per i due che si rialzano, ma per loro corsa finita. Davanti, intanto, la collaborazione è massimo; dietro, con i due Ineos e i due Neri ovviamente a ruota, solo Petilli per se stesso e soprattutto Florez per Vendrame lavorano, non guadagnando però.

Anzi, perché il quartetto al comando entra negli ultimi 13 km con 35" e l'accordo dietro è sempre più assente: sono sempre solo Florez e Petilli a girare, così il gap tocca 1' al cartello dei meno 10 km. Ci prova ai meno 8 km Alejandro Osorio, ma il vincitore del Giro Under 23 edizione 2018 si arrabbia per la mancata collaborazione al suo tentativo: comunque una buona notizia il rendimento del giovane colombiano, quest'anno fermato da alcuni infortuni che gli hanno impedito di prender parte al Giro dei grandi.

Ficara ci prova ma si stacca, la volata è di Visconti
Sul cavalcavia ai meno 1300 metri che porta la corsa verso il rettilineo d'arrivo cerca di scattare Pierpaolo Ficara; il siciliano decide di giocarsi la sua unica chance qui, ma nessuno viene sorpreso. E conscio di non averne più, l'azzurro si rialza e si stacca, lasciando così ai tre l'onore di succedere a Gianni Moscon nell'albo d'oro. Chi, di fatto, si toglie dalla contesa è Cherkasov, che prende la prima posizione del terzetto senza più lasciarla, fungendo di fatto da apripista per i due.

A lanciare la volata dall'ultima ruota è Egan Bernal: il colombiano rimane in testa fino agli ottanta metri dalla fine, quando Giovanni Visconti lo supera di slancio andando a conquistare un successo meritato e ricco di significati. Innanzitutto per il veloce recupero dal brutto incidente che lo ha coinvolto a inizio luglio in Austria, quindi per aver esultato nella sua Toscana, poi per aver regolato alla Neri Sottoli-Selle Italia-KTM una delle gioie principali dell'ultimo periodo. E l'esperto siciliano avanza la candidatura per un posticino azzurro, lui che negli ultimi anni ha ingoiato almeno un paio di bocconi amari sul tema.

Podio con Bernal e Cherkasov, Ficara è quarto
Chi in Gran Bretagna di sicuro non ci sarà è Egan Bernal, che ha già rinunciato alla chiamata; ma da qui a Il Lombardia il fenomeno di Zipaquirá sarà di sicuro protagonista sulle strade italiane. Come già accaduto sabato alla Agostoni, Nikolay Cherkasov si prende un terzo posto che gli permette di autocandidarsi a futuro capitano della Gazprom-RusVelo nelle corse di una certa difficoltà, ruolo che nel 2020 sarà vacante con la partenza di Vlasov.

Quarto a 13" un Pierpaolo Ficara che ha ripagato la chiamata di Cassani con una corsa coraggiosa. La festa della Neri prosegue con il quinto posto a 50" di Davide Gabburo, giunto subito davanti a Edward Dunbar (Team Ineos) quindi poco dopo la barriera del minuto la volata per il settimo posto conquistata da Andrea Vendrame.
Notizia di esempio
Capolavoro di Krists Neilands, suo il Grand Prix de Wallonie