Professionisti

Andersen raddoppia la favola Tour 2020

18.09.2020 17:33

Søren Kragh centra un altro successo partendo da una fuga di classicomani accesasi nel finale della terz'ultima tappa della Boucle. Decimo Trentin. Domani resa dei conti a La Planche


Tra le squadre protagoniste del Tour 2020, tra una Jumbo e una Ineos, ricorderemo a lungo anche il Team Sunweb, formazione totalmente ribaltata dall'addio di Tom Dumoulin, ma che ha presentato in questa Grande Boucle una batteria di ragazzi che hanno regalato spettacolo tra fughe e tappe intermedie. Se Marc Hirschi è stato uno dei nomi nuovi più scintillanti in queste tre settimane di corsa, Søren Kragh Andersen ha dimostrato di essere il più letale tra i cacciatori di giornata. Il danese si era già imposto sabato scorso, e oggi ha ripetuto l'impresa con un capolavoro di tempismo e tenuta, anticipando un drappello di fortissimi uomini da classiche nel finale di una tappa del tutto interlocutoria ai fini della classifica.

E dopo l'anticipo, SKA ha tenuto a distanza per 15 chilometri quel po po di avversari, da Sagan a Van Avermaet, da Bennett a Trentin, da Stuyven a Naesen. Sembrava una Parigi-Tours (gara che in effetti Andersen ha vinto due anni fa), e invece era una frazione apparentemente quieta alla vigilia della grande crono/cronoscalata che domani assegnerà ogni maglia prima della passerella parigina. Un Tour che sta per andare in archivio, ma che non manca di regalarci altri bei numeri da parte di corridori davvero intriganti.

 

La cronaca della tappa
Non partiti Jonathan Castroviejo (Ineos-Grenadier) e Michael Gogl (NTT), dopo pochi chilometri ha dovuto abbandonare pure Lukas Pöstlberger (Bora-Hansgrohe), punto in bocca da una vespa e vittima di uno shock anafilattico (per fortuna niente complicazioni poi per lui). La fuga a lunga gittata della 19esima tappa del Tour de France 2020, da Bourg-en-Bresse a Champagnole (166 km) è stata un one-man-show, con Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step) avvantaggiatosi nel vento al km 4. Dylan Van Baarle (Ineos), Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits), Cyril Barthe (B&B Hotels-Vital Concept), Geoffrey Soupe (Total Direct Énergie) e Max Walscheid (NTT) si sono messi all'inseguimento del francese, ma con scarsi esiti, e uno dopo l'altro si sono rialzati o sono stati ripresi dal gruppo tirato dalla Bora. Un gruppo su cui Cavagna da solo ha raggiunto un vantaggio di 3' al km 45. Da lì in avanti Rémi ha tentato di gestirsi difendendo quel margine, ma l'uno contro tutti avrebbe portato a un esito difficilmente evitabile: l'annullamento dell'azione dell'uomo solo.

Un annullamento che è stato preceduto, a 50 km dalla fine, da sommovimenti in gruppo, con corridori usciti al contrattacco: una fase di venti chilometri di anarchia totale ha portato a un gruppettone al comando formato da 12 unità: l'attivissimo Greg Van Avermaet con Matteo Trentin (CCC), Sam Bennett e Dries Devenyns (Deceuninck), Peter Sagan (Bora), Oliver Naesen (AG2R La Mondiale) Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Søren Kragh Andersen e Nikias Arndt (Sunweb), Luke Rowe (Ineos), Jack Bauer e Luka Mezgec (Mitchelton-Scott). Sulle rampette della zona i 12 hanno guadagnato due minuti e mezzo sul gruppo, mentre in mezzo son rimasti intercalati Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation), Edvald Boasson Hagen (NTT) e Bryan Coquard (B&B).

In gruppo si annotava una caduta di Rigoberto Urán (EF), Pavel Sivakov (Ineos) e Romain Sicard (Total), e diversi problemi per Caleb Ewan (Lotto Soudal) a tenere le ruote degli altri sulle salitelle. Ad ogni buon conto, proprio i compagni dell'australiano si sono incaricati di guidare l'inseguimento agli attaccanti: almeno fino al momento in cui hanno capito che i buoi erano scappati dal recinto, e ai -20 non hanno tirato i remi in barca (con plateale e divertente gesticolare di Thomas De Gendt). Ciao a tutti, giocatevela voi lì davanti.

 

Un finale a tutto Kragh Andersen
Naturalmente tra i 12 al comando non è che tutti stessero lì ad aspettare di farsi fiocinare in volata da Bennett, per cui a un certo punto sono partite le grandi manovre anticipatorie. In realtà un'unica grande manovra: ai -15 Kragh Andersen è scattato con decisione (dopo un tentativo di Trentin bloccato da Sagan) e ha chiuso ipso facto la faccenda. Il danese ha subito preso bei secondi, dietro non si è mai trovato un accordo per inseguirlo, ci hanno provato estemporaneamente Rowe, o Bauer, ma ormai la frittatina era fatta, e l'omonimo del favolista ha potuto ben presto iniziare ad assaporare il secondo successo di tappa al Tour 2020 dopo quello di sabato scorso a Lione.

Un successo che è arrivato con 53" su Mezgec, Stuyven, Van Avermaet, Naesen e Arndt, con Rowe cronometrato a 59", Bennett-Sagan-Trentin a 1'02", Bauer a 1'07" e Devenyns a 1'15". Il gruppo ha chiuso il proprio impegno a 7'38" dal vincitore. In classifica cambia nulla, Primoz Roglic (Jumbo-Visma) è sempre primo con 57" su Tadej Pogacar (UAE Emirates), 1'27" su Miguel Ángel López (Astana), 3'06" su Richie Porte (Trek), 3'28" su Mikel Landa (Bahrain-McLaren), 4'19" su Enric Mas (Movistar), 5'55" su Adam Yates (Mitchelton), 6'05" su Rigoberto Urán, 7'24" su Tom Dumoulin (Jumbo), 12'12" su Alejandro Valverde (Movistar) e 12'31" su Damiano Caruso (Bahrain).

Domani i tante volte annunciati 36.2 km da Lure a La Planche des Belles Filles. Gli ultimi sei in salita, molto duri. A girare, oltre le gambe dei corridori del Tour, le lancette del cronometro che sanciranno vincitori e vinti, in maniera definitiva. Un sabato pomeriggio da vivere fino all'ultimo centimetro, fino all'ultimo spasimo.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!