Professionisti

L'odore del mare e la doppietta di Jakobsen

21.08.2021 17:52

Secondo successo per Fabio alla Vuelta 2021, bel secondo posto per Alberto Dainese che continua a crescere. Nulla di fatto in classifica, Roglic in rosso aspettando l'Alto de Velefique di domani


Quarta vittoria stagionale per Fabio Jakobsen, seconda alla Vuelta; 50esima per la Deceuninck-Quick Step. I freddi numeri del dominio Wolfpack, che si estende per monti e per mari (oggi si arrivava praticamente in spiaggia...) e che non conosce pause, una squadra che sa fare solo una cosa, vincere, e lo sa fare con tutti gli uomini della sua rosa. In pratica un eden formato ciclismo. Nel tripudio per Jakobsen (che peraltro risupera Philipsen nella classifica a punti), un riflettore lo puntiamo pure su Alberto Dainese, 23enne di Abano Terme che in questa Vuelta si era già piazzato al quarto posto a Molina de Aragón e al terzo ad Albacete. Aspettiamo a questo punto la prossima settimana per vedere se la tendenza proseguirà fino al successo.

L'ottava tappa della Vuelta a España 2021, Santa Pola-La Manga del Mar Menor di 173.7 km, invitava alla pennichella già solo a guardarne l'altimetria. Pennichella per il pubblico a casa ma pure per il gruppo in corsa, e infatti dato subito il via alla fuga del giorno il plotone ha proceduto tranquillo e rilassato. I tre desperados del día, secondo le leggi non scritte della corsa iberica, erano rappresentanti delle solite tre Professional di casa: Ander Okamika (Burgos-BH), Aritz Bagues (Caja Rural-Seguros RGA) e Mikel Iturria (Euskaltel-Euskadi). Hanno avuto un vantaggio massimo di 3'43" al km 30, poi i team dei velocisti hanno messo un uomo a testa a tirare e il margine è stato ridotto progressivamente fino a essere del tutto annullato a 36.4 km dalla fine.

In mezzo, praticamente nulla da segnalare, a parte il quarto posto di Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) su Arnaud Démare (Groupama-FDJ) al traguardo volante di Cartagena ai -69, e il ritiro di Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation).

La fuga è stata ripresa su un'accelerazione improvvisa quanto estemporanea dell'Astana-Premier Tech, che ha voluto saggiare l'attenzione dei big a 38 km dalla fine, approfittando di qualche refolo di vento. A dire il vero il gruppo si è effettivamente spezzato in almeno tre tronconi, nel terzo del quale è rimasto impallinato Giulio Ciccone, che come già in un paio di tappe precedenti ha poi dovuto mettere la Trek-Segafredo a lavorare per ricucire, progetto completato intorno ai -30.

Da lì alla fine è stata solo velocità crescente. Ai 2 km un tentativo di anticipo per Jetse Bol (Burgos), ma si è subito capito che l'olandese non sarebbe andato lontano, e infatti è stato ripreso dopo 500 metri. La Deceuninck-Quick Step ha impostato lo sprint ma il treno del Wolfpack è arrivato un po' svagonato lì davanti, e in particolare è stato Florian Sénéchal a incaricarsi di tenere il gruppo allungato. Alle sue spalle c'era Jacopo Guarnieri ma Démare si era perso nelle retrovie. Quando Sénéchal si è spostato eravamo già ai 100 metri, e da dietro, non dalla ruota del suo compagno, Fabio Jakobsen è riuscito a venire fuori in maniera prepotente al centro della strada, resistendo al tentativo di rimonta di Alberto Dainese: il corridore della DSM, in progressione di risultati, si accontenta per oggi del secondo posto ma può guardare con fiducia ai prossimi appuntamenti veloci.

Terzo posto per Philipsen, quindi troviamo Jordi Meeus (Bora-Hansgrohe), Juan Sebastián Molano (UAE), Itamar Einhorn (Israel), che regala a Israele il miglior risultato di sempre in un grande giro, quindi il citato Démare (settimo), Michael Matthews (BikeExchange), Martin Laas (Bora) e Piet Allegaert (Cofidis, Solutions Crédits); 13esimo posto per Riccardo Minali (Intermarché-Wanty). Nella classifica a punti Philipsen-Jakobsen partivano da 131-130, e oggi l'olandese ripassa avanti, 180 punti contro 164; Dainese è terzo a quota 73, con Démare quarto a 72.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma) è sempre in maglia rossa con 8" su Felix Grossschartner (Bora), 25" su Enric Mas e 36" su Miguel Ángel López (entrambi della Movistar), 38" su Jan Polanc (UAE-Emirates), 41" su Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 57" su Jack Haig (Bahrain-Victorious), 59" su Sepp Kuss (Jumbo), 1'06" su Aleksandr Vlasov (Astana), 1'22" su Adam Yates (Ineos); Ciccone è 11esimo a 1'29", seguito da Mikel Landa (Bahrain) a 1'42", Fabio Aru (Qhubeka NextHash) a 1'47", David De La Cruz (UAE) a 2'14", Louis Meintjes (Intermarché) a 2'19" e Richard Carapaz (Ineos) a 2'48".

Domani si sale di nuovo, la nona tappa è la Puerto Lumbreras-Alto de Velefique di 188 km, con un paio di Gpm minori (Cuatro Vientos, Castro de Filabres) a inframezzare il Collado Venta Luisa (vetta ai -57) e la salita che porta all'arrivo, 13 km di scalata più duri nella prima metà. Sarà un'altra occasione per i rivali di Roglic per provare a mettere in difficoltà lo sloveno: l'ultima della prima metà di Vuelta, prima del riposo di lunedì.
Notizia di esempio
Caruso da sogno, Roglic trova un rivale in Mas
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!