Giacomo Ballabio premiato al termine della prima tappa della Flèche du Sud © Flèche du Sud
Mondo Continental

Ballabio, storia di un emigrante

Il brianzolo ha corso quasi sempre fuori dall'Italia nel corso della sua carriera. Focus sulle corse della settimana e sulla Baloise-Trek Lions, formazione ciclocrossistica vincente anche su strada

24.05.2023 22:30

Sedicesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Sakarya, Flèche du Sud, Joe Martin Stage Race, GP Gorenjska, l'emigrante del pedale Giacomo Ballabio e la Baloise-Trek Lions, dal ciclocross alle vittorie alla Flèche du Sud.

Le corse della settimana

Tour of Sakarya

Martin Laas festeggia la vittoria del Tour of Sakarya © Astana Qazaqstan

In Turchia è andato in scena il Tour of Sakarya, corsa a tappe di quattro giorni, che ha esordito nel calendario UCI lo scorso anno. Al via si sono schierate otto Continental, quattro selezioni nazionali e una formazione dilettantistica iraniana, per un totale di quattordici squadre.

La gara si è aperta con un cronoprologo di 4 km, che ha visto il successo della squadra di casa, la Sakarya BB, con Aleksandr Bereznyak. La formazione turca aveva ingaggiato il ventunenne proprio in previsione del Tour de Sakarya e la mossa si è subito rivelata vincente. Alle spalle del corridore russo, staccati di 5”, hanno concluso la loro prova Lucas De Rossi (China Glory) e Daniil Marukhin (Vino SKO).

La prima tappa, nonostante un percorso di soli 119 chilometri, si è rivelata piuttosto selettiva e solo venticinque uomini si sono giocati il successo. A spuntarla è stato Saeid Safarzadeh (Arvich Bike Center), che è riuscito a sorprendere il gruppo e a tagliare il traguardo in solitaria. Gli inseguitori sono arrivati a 3”, con Lyu Xianjing (China Glory), bravo a conquistare il secondo posto davanti a Martin Laas (Astana Development). Bereznyak ha conservato la maglia di leader.

La seconda frazione, molto semplice, si è conclusa con una volata di gruppo, che ha visto la vittoria dell’unico professionista in gara, Martin Laas. L’estone dell’Astana, in questa corsa aggregato alla formazione Development, ha superato Yacine Hamza (Nazionale Algeria) e Lyu Xianjing. Bereznyak ha chiuso al quarto posto, ma, a causa degli abbuoni, ha dovuto cedere il primato in classifica a Laas.

Anche l’ultima tappa è stata decisa da uno sprint: ad imporsi è stato Lyu Xianjing, che ha conquistato così il quarto successo UCI in carriera, rompendo un digiuno di tre anni e mezzo. Alle sue spalle si sono piazzati il capoclassifica Martin Laas e l’ex leader Aleksandr Bereznyak.

La graduatoria generale ha visto sul podio gli stessi corridori che hanno terminato l’ultima tappa nelle prime tre posizioni, seppur in ordine diverso. Martin Laas è tornato a vincere una corsa a tappe ad otto anni dall’ultima volta (aveva vinto il Tour of Estonia nel 2015), superando di 2” Lyu Xianjing e di 6” Aleksandr Bereznyak. La China Glory si è aggiudicata la classifica a squadre, grazie alla presenza di ben quattro corridori in top ten.

Il ciclismo internazionale dovrebbe tornare in Turchia il 10 giugno per la Kırıkkale Road Race, corsa a tappe di due giorni di cui al momento si sa molto poco.

Flèche du Sud

Pim Ronhaar vince la Flèche du Sud © Baloise-Trek Lions

In settimana si è disputata la settantaduesima edizione della Flèche du Sud, corsa a tappe lussemburghese di cinque giorni. Ventuno squadre si sono presentate ai nastri di partenza: quattordici Continental, quattro formazioni dilettantistiche e i tre Pro Teams di ciclocross.

La gara si è aperta con un prologo di 3200 metri a Esch-sur-Alzette, seconda città del paese. La prova era caratterizzata da uno strappo di 400 metri al 14% nel corso del primo chilometro. Pim Ronhaar (Baloise-Trek Lions) ha fatto segnare il miglior tempo, con 1” di margine su Lucas Grolier e 3” su Antoine Huby, entrambi della Vendée U.

La prima tappa prevedeva un circuito intorno al comune di Rumelange, con cinque passaggi sulla Côte du Langengrund. Nonostante l’ultimo passaggio in cima alla salita fosse situato a soli 7 km dal traguardo, nessuno è riuscito ad evitare lo sprint di gruppo: ad imporsi è stato Giacomo Ballabio (Global6), tornato alla vittoria UCI dopo cinque anni. Alle sue spalle si sono piazzati Mārtiņš Pluto (ABLOC) e Timo De Jong (VolkerWessels).

La seconda frazione era la più impegnativa, con quattro passaggi sulla linea d’arrivo, situata in cima ad una salita di oltre 3 km. Il successo è andato a Mathias Bregnhøj (Leopard TOGT), una delle grandi rivelazioni del panorama Continental 2023. A 2” dal danese è arrivato un drappello di nove uomini, regolato da Jaka Primožič (Hrinkow Advarics). Pim Ronhaar ha terminato al terzo posto, mantenendo la maglia di leader. Giacomo Ballabio ha tenuto ancora una volta alti i colori italiani, chiudendo in decima posizione, nel gruppo dei migliori.

La terza tappa prevedeva tre passaggi sul Col de l’Europe, uno strappo di poco più di 1 km, con una pendenza molto accentuata. La salita non ha fatto particolare selezione, lasciando una sessantina di uomini davanti nel finale, Ai -5, Lucas Grolier ha deciso di giocarsi il tutto per tutto attaccando. La mossa si è rivelata vincente e il francese ha potuto conquistare la prima vittoria UCI in carriera. A soli 2” dal ventitreenne, Patryk Stosz (Voster ATS) ha regolato Patrick Eddy (Development DSM) e tutto il resto del gruppo, con Giacomo Ballabio ottavo.

L’ultima frazione prevedeva un circuito intorno ad Esch-sur-Alzette ed era la più semplice altimetricamente. Come da pronostico tutto si è deciso in volata e l’ha spuntata Lucas Grolier, che ha bissato così il successo del giorno precedente. Ancora una volta è stato Patryk Stosz il primo dei battuti, mentre terzo si è piazzato il campione lussemburghese Colin Heiderscheid (Leopard TOGT). Giacomo Ballabio, settimo, è stato ancora una volta il migliore degli italiani.

Pim Ronhaar si è aggiudicato la vittoria finale (oltre alla maglia di miglior giovane), succedendo nell’albo d’oro ad altri due ciclocrossisti (Quinten Hermans e Thibau Nys). Antoine Huby (miglior francofono della corsa) e Márton Dina (ATT Investments) hanno accompagnato il neerlandese sul podio, staccati rispettivamente di 3” e 8”. Giacomo Ballabio ha chiuso ottavo a 20” e ha raccolto i frutti di cinque giorni ad altissimo livello, imponendosi nella classifica della combinata. Lucas Grolier si è portato a casa la maglia a punti, Ole Theiler (Lotto-Kern Haus), quella dei GPM, Mauro Brenner (Development DSM) è stato il re degli sprint intermedi e Mats Wenzel (Leopard TOGT) il miglior lussemburghese. Il Team Vorarlberg, infine, ha vinto la classifica a squadre, avendo inserito quattro uomini nei primi venti della generale.

Walmart Joe Martin Stage Race

Riley Sheehan (con le tre maglie vint) e Caleb Classen sul podio della Joe Martin Stage Race © Joe Martin Stage Race / Kai Caddy

Negli Stati Uniti è andata in scena la Joe Martin Stage Race, corsa a tappe di quattro giorni intitolata all’ex direttore della gara. A Fayetteville si sono presentate diciannove squadre: quattro Continental, tredici formazioni dilettantistiche e i due team NCL, Miami Nights e Denver Disruptors. Proprio per queste compagini, all’esordio UCI, c’era grande curiosità: sono state create quest’anno per un circuito nazionale di criterium e il progetto ha convinto diversi corridori dal passato importante a tentare l'avventura a stelle e strisce.

La corsa si è aperta con una tappa dal profilo ondulato, che ha subito fatto capire chi avrebbe lottato per il successo finale: nove uomini hanno fatto la differenza, staccando di 1’ il resto della compagnia. Il campione statunitense Kyle Murphy (L39ION of Los Angeles), sentendosi battuto, ha provato ad anticipare lo sprint, ma la sua azione è stata annullata nei metri finali e a festeggiare è stato quindi Tyler Stites (Project Echelon), già buon protagonista al Tour of Hellas. Alle spalle del venticinquenne si sono piazzati il messicano Eder Frayre (L39ION of Los Angeles) e il sempreverde Óscar Sevilla (Medellin-EPM).

La seconda frazione prevedeva un arrivo su uno strappo di circa 2 km, a cui il gruppo è arrivato sostanzialmente compatto. Sulla salita finale Riley Sheehan (Denver Disruptors) ha lanciato uno sprint risultato irresistibile per tutti i suoi rivali: Bryan Gómez (Miami Nights) e Miguel Ángel López (Medellin-EPM) hanno completato il podio di giornata con 1” di ritardo. Tyler Stites, quinto, ha conservato la leadership della classifica generale.

La terza tappa consisteva in una cronoscalata lunga poco meno di 5 km. Il grande favorito Miguel Ángel López ha fatto segnare il miglior tempo, precedendo di 10” Riley Sheehan e di 25” Kyle Murphy. Tyler Stites si è reso protagonista di un’ottima prova, conclusa al quarto posto con 34” di ritardo, ma ha dovuto cedere le insegne del primato al colombiano.

L’ultima frazione era sulla carta la più semplice: si trattava di un circuito di 2 km da ripetere trenta volte, la cui unica difficoltà consisteva nell’arrivo in leggera pendenza. La corsa è stata molto più combattuta del previsto: Riley Sheehan, secondo in classifica a 6” da López, ha cercato di ribaltare la situazione già prima del traguardo, aggiudicandosi tutti e tre gli sprint intermedi e guadagnando 9” di abbuono. López è riuscito a limitare i danni, conquistando a sua volta 4” di abbuono e conservando 1” di vantaggio. 

Nel finale, però, il colombiano ha forato ed è rimasto tagliato fuori dalla lotta per il successo. I problemi di Superman, comunque, non sono stati decisivi perché Sheehan ha vinto anche la volata finale, raccogliendo altri 10” di abbuono. Alle spalle del corridore dei Denver Disruptors si sono piazzati Bryan Gómez e il belga Simon Daniels (UNC Lotto Max). A causa della foratura, López ha potuto usufruire di una neutralizzazione ed è stato classificato a 7” dal vincitore, salvando così almeno il podio finale.

Riley Sheehan ha regalato ai Denver Disruptors un esordio da sogno nel calendario UCI, aggiudicandosi la classifica generale, quella a punti e quella dei GPM. Nella graduatoria più importante Miguel Ángel López e Tyler Stites hanno completato il podio, staccati rispettivamente di 16” e 49”. Caleb Classen (Kelly Benefit Strategies) ha chiuso sesto a 1’35”, portandosi a casa la maglia di miglior giovane, mentre il Team Medellin-EPM ha vinto la classifica a squadre.

GP Gorenjska

Il podio del GP Gorenjska © Team WSA KTM Graz p/b Leomo

In Slovenia si è disputato il GP Gorenjska, corsa entrata nel calendario UCI nel 2021, che quest’anno ha proposto un percorso decisamente più impegnativo. Rispetto alle corse slovene e croate di inizio stagione, la start list è risultata un po’ scarna: al via, infatti, si sono presentate solo sedici squadre (dieci Continental e sei formazioni dilettantistiche).  

Dopo due edizioni adatte agli uomini veloci, quest’anno l’organizzazione ha deciso di proporre un percorso adatto agli scalatori, piazzando l’arrivo in cima ad una salita di oltre 5 km. L’austriaco Martin Messner (WSA KTM Graz), che dopo il sesto posto al Tour de l’Avenir 2021 non era riuscito a ripetersi ad alto livello, è partito da solo ad inizio salita, ma a 2 km dal traguardo è stato raggiunto dal connazionale Alexander Hajek (Tirol KTM). In seguito Davide De Cassan (Cycling Team Friuli) è riuscito a riportarsi sulla coppia di testa e i tre, tutti ancora a caccia della prima vittoria UCI in carriera, si sono giocati la corsa in volata. 

Allo sprint è stata festa azzurra, con De Cassan che ha superato nettamente Messner e Hajek, regalando alla sua squadra la terza vittoria stagionale. Per il Cycling Team Friuli, che aveva controllato la situazione per permettere al veronese di giocarsi la corsa nelle migliori condizioni, è andato molto bene anche Giovanni Bortoluzzi, quinto a 25”.

Più deludente, invece, la prova dell’altra formazione italiana in gara, la Mg.K Vis-Colors for Peace, che non è andata oltre la ventiduesima posizione del panamense Roberto González, finito a più di 2’ dal trio di testa.

Il Tour of Slovenia, a metà giugno, sarà la prossima corsa in programma nel paese, ma la start list sarà di livello nettamente superiore, con diverse WorldTour attese al via.

Le Continental tra i big

Samuel Leroux con la maglia di leader della Quattro Giorni di Dunkerque © Vélo Club Roubaix/LNC/M.Feuillet

La corsa più importante disputata in settimana (Giro d'Italia a parte) è stata la Quattro Giorni di Dunkerque. Al via erano presenti le quattro formazioni francesi di terza divisione (con l'esclusione della Groupama-FDJ Continental, vista la presenza in gara della squadra WorldTour), ma il miglior corridore Continental è stato Per Strand Hagenes, (Jumbo-Visma Development). Il corridore norvegese, in gara con il ramo WorldTour della squadra, ha vinto la quinta frazione e ha chiuso in nona posizione in classifica. 

Le compagini transalpine non sono mai riuscite ad entrare nella top ten: Pierre Barbier (CIC U Nantes Atlantique) ha ottenuto il miglior risultato parziale (dodicesimo nella prima tappa), mentre Flavien Maurelet (St.Michel-Mavic-Auber 93) è stato il migliore nella generale (ventiquattresimo). Pur non ottenendo risultati di tappa da ricordare, la Roubaix Lille Métropole si è presentata al meglio al nuovo main sponsor Van Rysel: grazie agli abbuoni degli sprint intermedi, infatti, Samuel Leroux ha indossato per un giorno la maglia di leader.

Le due corse disputate in Belgio in settimana hanno dato spazio a sette formazioni di terza divisione: la belga Tarteletto-Isorex, le australiane ARA|Skip Capital e Bridgelane e la francese Groupama-FDJ Continental hanno partecipato ad entrambe le prove, la danese Restaurant Suri-Carl Ras, la canadese XSpeed United e la slovacca Dukla Banska Bystrica hanno corso il Circuit de Charleroi Wallonie, mentre la danese ColoQuick e le neerlandesi BEAT e TDT-Unibet hanno avuto la loro occasione alla Antwerp Port Epic

Il miglior rappresentante del ciclismo Continental è stato Timo Kielich, uomo veloce della Alpecin-Deceuninck Development in prestito al ramo WorldTour della squadra, che ha conquistato il podio in entrambe le corse (3° a Charleroi e 2° ad Anversa). Per quanto riguarda le formazioni di terza divisione in gara, non c'è stata molta gloria al Circuit de Charleroi Wallonie: nessuno ha fatto meglio di Thomas Joseph (Tarteletto-Isorex), ventesimo; meglio è andata all'Antwerp Port Epic, soprattutto grazie al Team ColoQuick, che ha piazzato Nicklas Amdi Pedersen al settimo posto e Mads Andersen all'undicesimo.

Dieci Continental hanno partecipato, nei Paesi Bassi, alla Veenendaal-Veenendaal, dove le otto formazioni di casa (esclusi i vivai di DSM e Jumbo-Visma) sono state raggiunte dalla belga Tarteletto-Isorex e dalla danese Restaurant Suri-Carl Ras. L'esperto Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex) ha raccolto un buon settimo posto, precedendo di poco Jesper Rasch (ABLOC), ottavo, e Martijn Budding (TDT-Unibet), decimo.

Anche la Rund um Köln ha dato spazio a dieci Continental: hanno partecipato sette formazioni tedesche (esclusa la Maloja Pushbikers), la ceca ATT Investments e le danesi Leopard TOGT e Restaurant Suri-Carl Ras. Pierre-Pascal Keup (Lotto-Kern Haus) è stato l'unico rappresentante del ciclismo di terza divisione ad entrare nell'azione decisiva ed è riuscito ad ottenere un buon settimo posto nella volata finale.

In settimana l'UCI ha registrato diverse novità sul proprio sito: dal database sono sparite due formazioni, l'australiana CCACHE x Par Küp e la filippina NSJBI Victoria Sports. Le due squadre non hanno comunicato nulla in merito e si capirà presto se ci sono problemi o se si è trattato di un errore, dato che entrambe dovrebbero gareggiare a breve: i filippini hanno in programma la prossima corsa dopodomani (il GP Beiras e Serra da Estrela), mentre il rientro degli australiani è previsto per il 3 giugno al Tour de Kumano.

Dal sito UCI arrivano anche le notizie di alcuni movimenti di mercato, tra cui spicca il passaggio di Juan Esteban Guerrero ai boliviani della Pío Rico - Alcaldía La Vega. Il colombiano, campione nazionale under 23 nel 2021, ha corso lo scorso anno con la Electro Hiper Europa, raccogliendo qualche discreto risultato. L'altra novità riguarda l'Iraq Cycling Project, che ha ingaggiato il marocchino Aziz Chaqri e il tunisino Ali Nouisri. Chaqri, 31 anni, ha raccolto in carriera qualche buon risultato, ma non disputa corse UCI da più di tre anni; Nouisri, 29 anni, è stato più volte campione nazionale e quest'anno ha disputato lo Sharjah Tour con una formazione dilettantistica.

Il corridore della settimana: Giacomo Ballabio

Giacomo Ballabio (in maglia verde) vince allo sprint la prima tappa della Flèche du Sud © Flèche du Sud

Uno dei grandi protagonisti della recente Flèche du Sud è stato Giacomo Ballabio, ottavo in classifica generale, con una vittoria di tappa e altri tre piazzamenti in top ten all’attivo. Il corridore brianzolo ha, inoltre, conquistato la classifica della combinata della corsa lussemburghese, perdendo la maglia di leader della graduatoria a punti solo all’ultima tappa.

In questa stagione il venticinquenne sembra essere salito di livello ed è riuscito a fare bene in tutte le corse disputate: al Tour de Taiwan ha chiuso al quinto posto in classifica, andando molto vicino al successo nella quarta frazione, e al Tour of Hellas, pur non riuscendo ad essere continuo, è riuscito ad ottenere un buon quarto posto nell’ultima tappa.

Giacomo Ballabio si mise in luce fra gli juniores, partecipando per due volte al Giro delle Fiandre e ottenendo qualche risultato interessante nelle corse italiane. Ottenne la sua vittoria più importante nella categoria in Belgio, una tappa della Aubel-Thimister-La Gleize, in cui superò in volata Mathieu Burgaudeau.

Nel 2017, per l’esordio tra gli under 23, il corridore lombardo scelse di lasciare l’Italia e di accasarsi alla Exploit-Goomah, una formazione dilettantistica svizzera. Nelle corse UCI faticò, ma in quelle dilettantistiche raccolse subito ottimi risultati, con il successo al GP de Wittenheim come perla della stagione.

L’anno successivo rimase in Svizzera, passando, insieme a tre compagni di squadra, alla IAM Excelsior, che in quella stagione ingaggiò anche Gino Mäder. Ballabio continuò la sua crescita, disputando un calendario di livello superiore rispetto all’anno precedente e migliorando anche i risultati. Vinse il GP Crevoisier e una tappa della 4 jours des As-en Provence, prima di centrare il primo successo UCI in carriera: in una tappa dell’Olympia’s Tour attaccò nel finale e riuscì a resistere per un soffio alla rimonta del gruppo.

Nel 2019 la IAM Excelsior fece il salto nel mondo Continental e il corridore brianzolo ebbe la possibilità di esordire nella categoria e di disputare la sua prima corsa .1, Le Samyn. Non riuscì, però, a confermarsi sui livelli della stagione precedente. A fine stagione, inoltre, la formazione svizzera chiuse i battenti, costringendolo a cercarsi un altro team.

Per l’ultima stagione tra gli under 23, Ballabio decise di tornare in Italia, firmando per Iseo-Rime-Carnovali. I suoi propositi di riscatto si scontrarono, però, con lo scoppio della pandemia, che portò all’annullamento di molte corse. Il corridore lombardo non riuscì a centrare grandi risultati, ma si tolse almeno la soddisfazione di portare a termine il Giro d’Italia Giovani, dopo averlo dovuto lasciare quasi subito l’anno precedente, a causa di problemi fisici.

Per la prima stagione da élite lasciò nuovamente l’Italia e si spostò in Francia, per correre con la Charvieu-Chavagneux IC. Nel calendario dilettantistico transalpino riuscì a ritrovarsi: già a febbraio tornò al successo, vincendo la Boucles du Haut Var I. Nel prosieguo della stagione si impose anche in una tappa del Tour de Côte d'Or e centrò altri podi e diversi risultati di spessore.

Nel 2022 ha cambiato nuovamente squadra, scegliendo comunque di rimanere oltralpe. Con la maglia del VC Villefranche Beaujolais, Ballabio si è confermato sugli ottimi livelli dell’anno precedente, faticando, però, a trovare la vittoria: per alzare le braccia al cielo ha dovuto attendere il mese di settembre, quando si è imposto nel Circuit des Deux Ponts.

In questa stagione ha scelto di continuare la sua carriera di emigrante del pedale, firmando con la Global6, compagine neozelandese che gli ha dato la possibilità di tornare nella categoria Continental. Con il suo brillante inizio di stagione, con tanto di ritorno alla vittoria UCI dopo cinque anni di digiuno, ha dimostrato che la fiducia della squadra di James Mitri era decisamente ben riposta.

La stagione di Giacomo Ballabio dovrebbe proseguire con il Tour of Malopolska, corsa a tappe polacca di quattro giorni in programma la prossima settimana.

La squadra della settimana: Baloise-Trek Lions

La Baloise-Trek Lions in testa al gruppo alla Flèche du Sud © Baloise-Trek Lions

Fondata nel 2000 con il nome SpaarSelect, la Baloise-Trek Lions è sempre stata una squadra di ciclocross che ha utilizzato le gare su strada come allenamento in vista della stagione invernale. Nel 2004 la squadra ha cambiato nome in Fidea, si è affiliata all’UCI e dall’anno successivo, con la riforma delle categorie, ha preso la licenza Continental, mantenuta fino al 2020. Nel 2021 il team ha deciso di affiliarsi all'UCI come formazione ciclocrossistica di livello Pro, una nuova nuova categoria creata dall'UCI per permettere alle principali squadre di ciclocross di affrontare anche un calendario su strada di buon livello, evitando di dover prendere anche una licenza Continental.

I primi successi su strada sono arrivati nel 2006, grazie a Zdeněk Štybar, vincitore di una tappa della Volta a Lleida, in Spagna, e di una del Tour des Pyrénées, in Francia. In seguito hanno trovato la vittoria su strada altri grandi specialisti del ciclocross come Kevin Pauwels e Bart Wellens. Nel 2009 Telenet è subentrato a Fidea come main sponsor, ma la filosofia della squadra non è cambiata e negli anni successivi anche Tom Meeusen e Toon Aerts si sono aggiunti alla lista dei ciclocrossisti in grado di vincere su strada, ma sempre in corse minori.

Nel 2018 Quinten Hermans, all’epoca esclusivamente ciclocrossista, è esploso anche su strada, vincendo una tappa ed andando ad un passo dalla vittoria finale del Tour de Wallonie, corsa di categoria HC. Rimasto in squadra anche nella stagione successiva, il belga dominò la Flèche du Sud, conquistando tre tappe e la classifica finale. Proprio con la corsa lussemburghese, la formazione belga ha instaurato un feeling particolare: nei due anni successivi al trionfo di Hermans, la gara fu annullata nell’ottica dell’emergenza covid e la squadra belga non conquistò alcun piazzamento sul podio. 

Per ritrovare il successo, il team ha dovuto attendere proprio il ritorno in calendario della Flèche du Sud, con Thibau Nys che ha vinto una tappa e la classifica finale nel 2022. Dopo quasi un anno senza podi su strada, la Baloise-Trek Lions (nome che ha sostituito Telenet nel 2021) è tornata nuovamente a mietere successi in Lussemburgo, con Pim Ronhaar che si è aggiudicato sia il prologo che la classifica finale dell’edizione 2023.

Attualmente il roster della squadra è composto da otto uomini, due dei quali possono contare su esperienze nel WorldTour. 

Il corridore più esperto è Lars Van Der Haar, che nel biennio 2015-2016 ha vestito la maglia della Giant-Shimano. Il trentunenne vanta in carriera un successo UCI su strada, una tappa dell’Oberösterreichrundfahrt 2014. Nel ciclocross, invece, è da tempo uno dei nomi di spicco, avendo nel palmares una Coppa del Mondo, due titoli europei e diverse medaglie ai Campionati del Mondo.

L’altro uomo con esperienza nel WorldTour è Joris Nieuwenhuis, che ha corso dal 2019 al 2022 con la Sunweb, poi diventata DSM. Su strada non ha mai vinto a livello UCI, ma è stato terzo in una classica importante come la Paris-Tours nel 2020. Nel ciclocross è stato campione del mondo under 23 nel 2017, mentre da élite non ha raccolto grandi risultati perché ha dato la precedenza alla strada. Nell’ultimo inverno, dopo aver cambiato i suoi obiettivi, ha mostrato progressi importanti.

Vincendo il prologo e la classifica finale della Flèche du Sud, Pim Ronhaar è diventato il corridore del team con più vittorie su strada. Sempre nella corsa lussemburghese si era aggiudicato la classifica dei GPM nel 2022. Nel ciclocross il ventunenne è una grande promessa: può vantare un titolo europeo tra gli juniores e un titolo mondiale fra gli under 23. Lo scorso inverno ha disputato anche delle belle gare fra gli élite, ma deve lavorare ancora sulla continuità.

Un altro corridore giovane ed estremamente promettente è David Haverdings: il diciannovenne dovrebbe fare a breve il suo esordio su strada fra i grandi, mentre nel ciclocross ha già lanciato segnali interessanti. Dopo aver dominato la stagione del fuoristrada fra gli juniores nel 2021-2022 (pur rimanendo a secco sia all’Europeo che al Mondiale), lo scorso inverno ha ottenuto risultati bei risultati tra gli under 23 e ha fatto esperienza in qualche gara tra gli élite.

Arriva dal ciclocross anche Ward Huybs, uno dei gregari di Ronhaar nell’ultima Flèche du Sud. Per il momento il ventenne non ha risultati su strada e nel ciclocross non può essere considerato, almeno per il momento, un big. Ha soltanto vent’anni e potrà sicuramente crescere ancora.

Gli altri tre corridori della rosa non sono ciclocrossisti, ma sono stati tesserati per permettere al team di disputare qualche gara professionistica su strada. Nessuno di loro ha risultati in corse internazionali, ma qualche buon piazzamento nelle corse dilettantistiche belghe lo hanno ottenuto tutti e tre. Alla Flèche du Sud hanno corso in appoggio a Ronhaar, sia Daan Mariën, in squadra dal 2020, che la new entry Olivier Godfroid. Dietmar Ledegen, al terzo anno in maglia Baloise, a livello UCI ha corso sempre e solo in Belgio.

Nel ciclocross corrono con la Baloise-Trek Lions anche i corridori della Trek-Segafredo impegnati nel fuoristrada: Thibau Nys tra gli uomini e la coppia composta da Lucinda Brand e Shirin Van Anrooij fra le donne.

Nel prossimo mese il calendario su strada della formazione diretta da Sven Nys diventerà più fitto, con diverse corse belghe in programma: si partirà lunedì con la Ronde van Limburg.

La crisi infinita del ciclismo tedesco
Boucles de la Mayenne 2023 - Analisi del percorso