La planimetria del Mondiale scozzese con il focus sul circuito finale cittadino di Glasgow
Professionisti

Tutti guardano il Belgio in un Mondiale zeppo di brevi strappi e curve

Domani si terrà la prova regina dei "Supermondiali" di Glasgow su un tracciato molto nervoso. Evenepoel difende l'iride, Van der Poel e Pogacar provano a sorprendere l'armata fiamminga. Orari e dove vederla

05.08.2023 17:07

In questo strano Mondiale d'agosto, o Supermondiale, come lo chiamano UCI e organizzazione, la prova in linea su strada maschile in linea non è il culmine di un climax ascendente iniziato la domenica precedente, bensì lo spannung della rassegna iridata, un'emozione fortissima preceduta solamente da un paio di prove giovanili e non dalla classica accoppiata uomini U23 - donne élite che preparava il terreno alla prova regina.
In ogni caso, dovunque messo, il Mondiale resta sempre il Mondiale, e anche se in tanti lo vedranno dal mare la tensione per questo grande evento si fa sempre più grande con il trascorrere dei giorni. 

Soprattutto perché sarà una corsa lunga, 271.1 chilometri, e incerta, dettata da un percorso tutt'altro che classico e da un meteo che potrebbe riservare delle finestre di pioggia, anche nel finale (rispetto a qualche giorno fa però le previsioni sono migliorate… o peggiorate, dipende dai punti di vista). La partenza avverrà nella capitale Edimburgo; da lì si salirà verso Stirling (senza toccarla), cittadina che ospiterà le prove a cronometro la prossima settimana. La prima settantina di chilometri non presenta difficoltà altimetriche di alcun tipo e di conseguenza sarà deputata alla formazione della fuga e successivamente al naturale rilassamento del gruppo, con le squadre dei favoriti a tirare per tenere a bada i corridori in avanscoperta. Nel segmento in linea, lungo 119.8 chilometro, le uniche due difficoltà sono piazzate nella seconda parte: prima il semplice D818 e poi la vera salita del Mondiale, Crow Road (lunga poco meno di quattro chilometri al 5.4% medio, comunque nulla di invalicabile). Qui potrebbero muoversi le seconde linee delle nazionali sfavorite, ma più probabilmente per l'accensione delle micce dovremo attendere l'entrata nel circuito cittadino di Glasgow

Dieci i giri cittadini previsti da 14.3 chilometri, per un totale di 143 km su e giù per le strade della città scozzese. Qui si deciderà la corsa. Nel dettaglio, sono ben sette gli strappi che caratterizzano la tornata cittadina. Si comincia con St Vincent Street, lungo oltre 500 metri al 5% medio; Gillmorehill è la seconda breve asperità (230 metri al 4%) e precede di poche centinaia di metri University Avenue (250 metri al 6%). A stretto giro di posta seguono Great George Street, di appena 300 metri ma al 7.7%, e Kelvingrove Park (500 metri al 5%). Avvicinandosi al traguardo si incontrano i due strappi con le pendenze più cattive: ai -5.5 Scott Street, una coltellata di 150 metri al 13% medio e punte al 23%, e soprattutto, a un chilometro e mezzo dall'arrivo, Montrose Street, che tanti atleti considerano decisiva. Lunga 200 metri con una pendenza media del 7%, ma una massimo del 15% è l'ultima difficoltà del Mondiale scozzese. Il rettilineo finale è completamente pianeggiante.

Difficile prevedere un punto particolarmente significativo rispetto agli altri su questo tracciato che meriti la totale attenzione del gruppo; ogni metro è potenzialmente decisivo e alla lunga, dopo ben dieci giri, anche delle pendenze banali potrebbero risultare determinanti. Un ulteriore elemento di nota sono le numerose curve disseminate in praticamente tutto il circuito: cruciale rimanere nelle primissime posizioni del plotone, altrimenti sì, il Mondiale rischia di diventare una tortura per le gambe. Da non sottovalutare nemmeno la capacità di guida del mezzo, perché con una difficoltà planimetrica così elevata guadagnare anche solamente un km/h per svolta fa un'enorme differenza. Infine, come già accennato, la pioggia può rendere la corsa ancor più selettiva, rallentando i corridori in curva e costringendoli a prendere le salite con minor velocità e minor slancio.

Mondiali ciclismo 2023 - prova in linea maschile: i favoriti

Per forza di cose, parlando di favoriti e uomini in prima fila per indossare per i prossimi 14 mesi la maglia arcobaleno (Zurigo 2024 tornerà nella normale collocazione di fine settembre), non si può non partire da una nazionale, LA nazionale: il Belgio. Dopo il ritiro di Boonen e l'oro olimpico di Greg Van Avermaet, per quasi un lustro i belgi hanno faticato a trovare spazio nella rassegna iridata, finendo sempre nella posizione dei comprimari, ma dal 2020 in poi sono tornati a recitare la parte del leone. La nuova età dell'oro è culminata con la vittoria di Remco Evenepoel a Wollongong l'anno scorso e in quest'edizione i nove guidati da Sven Vanthourenhout sono agguerriti per riconfermare il titolo. 

Innanzitutto partiamo dal numero, nove. Nove perché, proprio come i campioni continentali (nel caso dell'Europa sarebbe stato Fabio Jakobsen che però ha rinunciato al posto), il campione del mondo uscente ha diritto alla partecipazione automatica e quindi la sua nazionale, schierandolo al via, può convocare un atleta in più. Tre i capitani del Belgio: lo stesso Evenepoel, Wout van Aert e Jasper Philipsen. A supporto una batteria di gregari da far paura. Si inizia con i due Jumbo-Visma Tiesj Benoot e Nathan Van Hooydonck, straordinari in Francia per il leader Vingegaard, e si prosegue con un secondo lupo del Wolfpack, Yves Lampaert, sempre utile in circuiti di questo genere. Anche Victor Campenaerts, super combattivo del Tour de France, sembra essere nelle migliori condizioni per adempiere al proprio compito. Completano la selezione Frederik Frison e Jasper Stuyven, non apparsi al meglio sulle strade della Grande Boucle, ma che potranno ugualmente essere preziosi per i propri capitani.

Difficile immaginare una tattica belga che non coincida con un attacco da lontano di Remco e gli altri in marcatura dietro. Vista però la natura non eccezionalmente selettiva del circuito, potrebbero essere necessari vari tentativi di attacco e una nazionale così forte e numerosa può permettersi di inserire sempre almeno un paio di propri alfieri nei tentativi più interessati. E con il passare dei chilometri si sa quanto Remco ne guadagni in termini di brillantezza sugli altri. Un profilo come il suo, fortissimo sul passo, è quasi impossibile da inseguire per un plotone compatto su un campo di gara come quello di domani. Anche Van Aert, “alleggerito” dal peso di disputare lo sprint, che a meno di cambiamenti in corsa - sempre possibili - sarà il ruolo di Philipsen, potrà cercare di muoversi in prima persona, abbandonando quella tattica difensiva che non gli ha regalato grandi soddisfazioni e imbracciando la gara d'attacco, molto congegnale alle sue caratteristiche. La stessa maglia verde del Tour in realtà ha le doti e la condizione necessarie affinché non debba sempre rimanere coperto in gruppo ad aspettare, ma anzi cercare il momento giusto per evadere dal gruppo e anticipare gli altri favoriti.

Il Belgio sarà chiaramente il faro della corsa e ciò non è necessariamente un vantaggio, considerato che saranno tante le nazionali che tenteranno di sfruttare il lavoro dei fiamminghi per poi coglierli meno compatti nel finale. Difficile trovare un'altra super potenza come quella belga, ma Danimarca e Paesi Bassi, con le loro punte fenomenali, si propongono nel ruolo di principali sfidanti di Remco & co. I secondi possono contare sul singolo più forte del gruppo in una gara del genere, quel Mathieu van der Poel che in primavera ha fallito solamente l'assalto al terzo Fiandre, conquistando però Sanremo e Roubaix. Il fratello, figlio e nipote d'arte è probabilmente l'atleta perfetto per il circuito: fortissimo quando c'è da rilanciare l'azione, abilissimo nella guida della bici, sui brevi strappetti ha la migliore rasoiata di tutti e in volata non parte battuto da nessuno. Ha usato il Tour per preparare l'appuntamento iridato ed è facile immaginarselo in grandissima forma. Al suo fianco non ci sarà una corazzata come quella belga, ma Dylan van Baarle è in grado di portare avanti un attacco dalla media gittata come pochi altri al mondo e Mick van Dijke e Pascal Eenkhoorn possono coprire i tentativi più pericolosi. Infine, Olav Kooij è la carta per l'eventuale, ma abbastanza improbabile, volata finale. Il giovane neerlandese, che ha rinnovato con la Jumbo fino al 2025, è in grado di dire la sua anche in corse altimetricamente frizzanti (la sua prestazione alla Gand-Wevelgem rimane negli occhi dato che andò più forte dello stesso Philipsen) e non è detto che non riesca ad infilarsi in un piccolo drappello negli ultimi chilometri.

Mads Pedersen è invece il fiore all'occhiello della Danimarca. Il campione mondiale di Harrogate ha capacità rare di emergere sulla lunga distanza e in una volata dopo 270 chilometri è probabilmente il più forte al mondo. Dalla sua anche un'occhio tattico straordinario, che gli ha spesso permesso di cogliere il momento più adatto per anticipare o scattare  (Gand 2020 e Fiandre 2023 sono due buoni esempi di ciò). Difficile immaginare però che tutta la squadra corra compatta per lo sprint di Pedersen. Anzi, è probabile che siano proprio loro ad accendere la corsa con una delle fortissime seconde linee di cui possono fregiarsi: Mikkel Bjerg, Magnus Cort Nielsen, Mikkel Honoré (unico di questi non reduce dal Tour), Mattias Skjelmose Jensen e Søren Kragh Andersen. Praticamente un'armata che da sola può determinare l'andamento di tutta la gara. Non bastassero i nomi succitati, c'è anche un certo Kasper Asgreen a disposizione del CT danese. Il portacolori della Soudal è uscito dalla Grande Boucle con una condizione spaziale ed è un altro di quei fondisti che in gare del genere vedono la migliore opportunità per emergere. Quando farà la propria mossa tutti dovranno stare ben attenti.

Tra le nazioni storiche del ciclismo non si è ancora detto delle due latine: Francia e Italia. I transalpini, guidati da Thomas Voeckler, presentano anch'essi una rosa compatta e talentuosa con diverse punte. Alla luce delle recenti difficoltà di Julian Alaphilippe, sulla carta adattissimo al circuito ma in pratica non ancora in grado di replicare le splendide prestazioni del 2019, di Imola e di Lovanio, il capitano dei francesi potrebbe essere Christophe Laporte, il cui scenario ideale sarebbe sprintare per l'oro in un gruppetto molto scarno. Oltre all'ex Cofidis la Francia può muovere dalla media distanza atleti del calibro di Remi Cavagna, Valentin Madouas e Benoît Cosnefroy, sul quale però permangono i dubbi legati al suo Tour decisamente sottotono. Altre carte buone da giocarsi in volata sono Bryan Coquard e Florian Sénéchal.

Mondiali ciclismo 2023 - prova in linea maschile: la nazionale italiana

L'Italia di Daniele Bennati non è tra le favorite, ma con una prova arrembante e coraggiosa può tentare di scombinare le carte delle nazioni più quotate. Uomini come il campione italiano Simone Velasco, Daniel Oss, Lorenzo Rota e Kristain Sbaragli sarebbero sprecati in sola difesa dei capitani e, al contrario, valorizzati pienamente in un drappello partito alla lunga distanza che possa garantire allo stesso tempo un'opportunità per loro di essere davanti nel momento decisivo e ai leader dietro di restare coperti fino al momento cruciale. Sarà compito di Matteo Trentin e soprattutto di Alberto Bettiol e Andrea Bagioli difendere le - poche - chance italiane di medaglia. Matteo si è laureato su queste stesse strade (gran parte del tracciato era identico) campione europeo nel 2018 davanti a Van der Poel e Van Aert, ma difficilmente potrà replicare quella manifestazione della propria classe vincendo questo Mondiale.
Il toscano è apparso in palla sia nell'ultima settimana del Tour che nella classica di San Sebastian ed è uno che si fa sempre trovare pronto nell'appuntamento importante. Per un suo successo l'ideale sarebbe un arrivo in solitaria, dato che allo sprint, anche ristretto, ne ha tanti davanti. Bagioli non ha disputato la Grande Boucle, ma al Tour de Wallonie ha in due occasioni staccato tutti su brevi salitelle (vincendo anche l'ultima tappa), dimostrandosi completamente preparato per la rassegna iridata. Una corsa tirata e selettiva farebbe al suo gioco. La carta per la volata è Filippo Baroncini, dal 2024 alla UAE, campione del mondo under 23 due anni fa in Belgio.

Un grandissimo del ciclismo che però non potrà contare su un'altrettanto grande squadra al proprio servizio è Tadej Pogacar, i cui unici due validi gregari saranno Luka Mezgec e Domen Novak, mentre per gli altri sloveni è difficile immaginare un ruolo importante in supporto al fenomeno di Komenda. Tadej è uscito molto stanco dal Tour, ma in due settimane dovrebbe aver recuperato gli sforzi ed essere quindi brillante al via di Edimburgo. Forse il circuito è un po' troppo semplice per le sue caratteristiche, ma la sua esplosività sugli strappi è inferiore forse solo a quella di Van der Poel, Van Aert e pochi altri. Una cavalcata insieme a Remco sarebbe per entrambi uno scenario apprezzatissimo, ancorché di difficilissima attuazione. In ogni caso, anche in volata, Pogacar non è certo uno che si tira indietro.

Tra gli outsider, occhio ai britannici che con Fred Wright potrebbero rappresentare un contendente fastidioso da tener buono, e agli spagnoli, i quali, pur senza il validissimo Oier Lazkano, infortunatosi al ginocchio poche ore fa, con Alex Aranburu e Iván García Cortina hanno due carte importanti da giocarsi in volate più o meno ristrette (il primo in particolare è diventato molto solido anche in salita). Ben Healy (Irlanda) rappresenta invece la scheggia impazzita che può animare la corsa in ogni istante, facendo saltare con la sua andatura “di testa” i piani degli squadroni, come ci ha insegnato sulle Ardenne e al Giro.

L'Australia invece, pur senza il velocista principale (Caleb Ewan ha rinunciato), possiede ugualmente un paio di carte validissime per una volata e un uomo come Lucas Plapp che se nelle condizioni opportune è un osso duro da rincorrere grazie alle sue eccezionali doti sul passo. I due a cui si faceva riferimento sono il solito Michael Matthews, il quale, però, con il suo cronico attendismo rischia sempre di perdere grosse opportunità, e Kaden Groves, che alla Volta Limburg in primavera ha messo in mostra una resilienza sugli strappi che poche altre ruote veloci possono vantare. Una particolarità: nessuno dei tre ha disputato il Tour; Groves non corre dal Giro di Svizzera, gli altri due stanno collezionando una serie di DNF che non sono affatto di buon auspicio in vista di domani.

Altri nomi buoni per una sorpresa potrebbero essere Marc Hirschi, Mauro Schmid e Stefan Küng, per una Svizzera che seppur con solamente sei alfieri ha le potenzialità per recitare un ruolo di rilievo nel finale, soprattutto con qualche allungo nei momenti giusti. Alexander Kristoff e Rasmus Tiller fanno sperare la Norvegia in caso di gara meno severa del previsto e più chiusa rispetto alle aspettative della vigilia, mentre la Germania punta sul vecchio John Degenkolb, su Nils Politt, anch'egli uscito con una buona gamba del Tour, e su un Nico Denz che se ritrovasse la condizione del Giro d'Italia potrebbe risultare una terza linea che stuzzica la fantasia degli appassionati. 

Infine, moderata attenzione anche verso Derek Gee e Hugo Houle per il Canada, Marco Haller per l'Austria, Corbin Strong per la Nuova Zelanda, Alexey Lutsenko per il Kazakistan, Krists Neilands per la Lettonia, Michal Kwiatkowski per la Polonia, Kevin Geniets per il Lussemburgo e Jonathan Narvaez per l'Ecuador.

Rimane il punto interrogativo vicino al nome di Peter Sagan: lo slovacco avrà la forza per lottare un'ultima volta in un contesto di questo genere o si accontenterà di godersi la passerella di saluto ad una corsa che gli ha regalato le soddisfazioni più grandi della sua carriera.

Mondiali ciclismo 2023 - prova in linea maschile: la startlist completa

Data powered by FirstCycling.com

Mondiali ciclismo 2023 - prova in linea maschile: orari e dove vederla

Lo start della prova in linea verrà dato alle 10.30 ad Edimburgo, l'arrivo è previsto intorno alle 17, dopo quasi sette ore di corsa. La copertura televisiva sarà integrale sia sui canali RAI che su quelli di Discovery. La rete pubblica inizia a trasmettere il Mondiale a partire dalle 10.30 su Rai Sport, per passare alle 14.45 su Rai 2 per seguire le fasi salienti della prova in linea. Sulle piattaforme digitali di Discovery, quindi Discovery Plus, GCN + ed Eurosport Streaming, il collegamento inizierà alle 10.00. Eurosport 1 è il canale deputato alla trasmissione della corsa iridata dalle 10.00 alle 17.30.

Quale sport per le atlete transgender? Il ciclismo risponde così
La Danimarca lancia un'altra stella: Philipsen campione del mondo juniores