Ally Wollaston vince a Campbelltown © Tour Down Under
Donne Élite

È partito un altro Down Under: la prima festa è per Ally Wollaston

Katia Ragusa in fuga, il sogno di Matilda Raynolds, poi lo sprint della neozelandese davanti a Georgia Baker e a Sofia Bertizzolo. Nelle dieci anche Francesca Barale e Soraya Paladin

12.01.2024 07:00

Si è aperta con una volata la stagione internazionale del ciclismo femminile su strada, e nel caldo dell'Australia del Sud la prima tappa del Tour Down Under 2024 ha visto la vittoria di Ally Wollaston, conseguentemente prima leader della gara. 23 anni appena compiuti, una carriera fin qui piuttosto equamente divisa tra strada e pista (appena nel 2023 è stata vicecampionessa del mondo nell'Inseguimento a squadre), la neozelandese nativa di Auckland è stata la migliore sul rettilineo che tirava leggermente all'insù a concludere la Hahndorf-Campbelltown di 93.9 km, frazione d'apertura del TDU, giunto all'ottava edizione nella sua versione femminile.

La neocampionessa australiana su strada, Ruby Roseman-Gannon (Liv AlUla Jayco), ha vinto il traguardo volante con abbuoni di Echunga, dopo 12 km di tappa, e immediatamente la sua connazionale Matilda Raynolds (Bridgelane) ha innescato la fuga buona, con Katia Ragusa (Human Powered Health) e India Grangier (Coop-Repsol) a darle credito e man forte. Poco dopo è uscita dal gruppo anche la ritardataria Kate Richardson (Lifeplus Wahoo), che si è sciroppata quasi 25 km di inseguimento solitario prima di chiudere sulle battistrada, che intanto erano volate a più di 3' di margine sul gruppo.

Richardson aveva quasi acciuffato le fuggitive una prima volta a un passo dal Gpm di Hawthorn, ai -65, ma poi la volata per il traguardo di “montagna” (vinto da Ragusa) l'ha ricacciata indietro per un'altra decina di chilometri. L'italiana della compagnia ha vinto sia lo sprint intermedio di Woodside ai -44, sia il secondo Gpm, Kenton Valley (altro terza caegoria) ai -36, quindi sulla successiva discesa ancora Raynolds ha allungato, concedendosi altri 25 km di fuga solitaria, mentre le sue ex compagne d'azione si disperdevano via via alle sue spalle (Katia bloccata peraltro da un guaio meccanico ai -27).

Matilda Raynolds che girava il mondo in cerca di contratto

Matilda Raynolds

Nel frattempo che il gruppo la riavvicinava, forse Matilda Raynolds pensava insistentemente al sogno che da diversi anni coltiva: trovare un ingaggio in Europa per correre ad alti livelli tutto l'anno. Ex triatleta che lavora per un'azienda di abbigliamento, la 36enne del New South Wales sta investendo tempo, energie e risorse per provarci davvero: lo scorso anno si è concessa una trasferta negli Stati Uniti e una in Olanda per disputare gare più competitive rispetto a quelle che trova in patria.

In particolare (lo riportava CyclingNews) aveva trovato uno spazietto in un club fiammingo (Keukens Redant) che le avrebbe permesso di partecipare al Giro del Belgio (su cui lei puntava in quanto dotato di riprese tv che le avrebbero permesso di farsi vedere da tutti). Purtroppo per Matilda, la corsa è stata annullata all'ultimo, e lei, con le pive nel sacco ma comunque senza perdersi di spirito ("Vengo da un paesino con un solo pub del Nuovo Galles del Sud, le esperienze che sto vivendo grazie al ciclismo vanno già molto oltre quello che mi immaginavo per la mia vita"), è tornata a casa (abita in Nuova Zelanda).

Ora, consapevole di non avere forse troppe chance ancora per coronare il suo sogno di professionismo, usa la più prestigiosa corsa oceanica per riprovarci: chissà che non trovi un passaggio che la porti dal piccolo Team Bridgelane a un sodalizio europeo. Il suo viaggio dell'anima continua, anche se quello solitario del corpo verso Campbelltown si è interrotto a 10 km dalla fine, quando il gruppo le è ripiombato addosso cominciando a focalizzare la volata conclusiva.

La vittoria di Ally Wollaston a Campbelltown

Un paio di cadute a punteggiare gli ultimi chilometri, l'ultima ai -7 ha coinvolto Mari Hole Mohr (Coop) e Nina Buijsman (FDJ-Suez), poi Lidl-Trek e Liv AlUla Jayco in particolare hanno lavorato per preparare lo sprint. Roseman-Gannon ha impostato una volata lunghissima (sacrificandosi forse per la compagna Georgia Baker, o forse presumendo di avere più gamba di quanta in realtà non ne avesse), ma è stata risucchiata ai 150 metri, quando sono uscite forte la stessa Baker e Ally Wollaston (AG Insurance-Soudal), nettamente più veloce di tutte, con Sofia Bertizzolo (UAE) che cervava varchi alle transenne sulla sinistra.

Si sono piazzate così nell'ordine, e una accanto all'altra, Wollaston, Baker e Bertizzolo. Per Ally sesta vittoria da élite, prima nel Women's World Tour (anche se la più “visibile” resta il titolo nazionale 2023, che le ha lasciato in eredità la maglia di campionessa neozelandese che tuttora sfoggia con orgoglio e che proverà a rinnovare tra un mese).

Nelle dieci anche le altre italiane Francesca Barale (dsm-firmenich PostNL), sesta, e Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), nona, e due delle favorite della corsa, ovvero Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ), ottava, e Amanda Spratt (Lidl), decima. In classifica, dietro alle prime tre di giornata, è su anche Ragusa, grazie all'abbuono del traguardo volante, quinta a 7".

Domani il Tour Down Under 2024 sarà già al giro di boa, con la seconda e penultima tappa, da Glenelg a Stirling attraverso 104.2 km accidentati e con un altro traguardo che tira all'insù, ma decisamente più di oggi. Sarà comunque volata, ma molto più sfilacciata rispetto a quella di Campbelltown.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!