
Tour of Holland, annullata la 4ª tappa per la presenza di auto sul percorso
La corsa è stata interrotta dopo una trentina di chilometri. Gli organizzatori: «Le ultime due frazioni si svolgeranno in completa sicurezza»
Un attacco alla sicurezza dei corridori, un brutto colpo d'immagine per gli organizzatori: la 4ª tappa del rinato Tour of Holland (Sittard-Watersley) è stata cancellata dopo una trentina di chilometri per la presenza di numerose automobili sul percorso di gara.
Stop alla terzultima tappa del Giro d'Olanda
L'indisponibilità delle forze di polizia olandesi per la concomitanza con il vertice della NATO ha obbligato i vertici del Tour of Holland a reclutare un gruppo di circa 200 volontari per presidiare gli incroci e i punti più delicati del percorso. Tuttavia, questo dispositivo di sicurezza (di per sé insufficiente per assicurare l'incolumità dell'intera carovana) ha ben presto palesato i suoi limiti. E solo il caso ha voluto che nessuno sia stato investito dalle auto in transito. Fatto sta che i corridori hanno deciso di non proseguire la tappa, in programma sulle strade del Limburgo olandese. A quel punto, la cancellazione è stata inevitabile.
Gli organizzatori hanno motivato l'annullamento della tappa in una breve e imbarazzata nota stampa: «La corsa ha regolarmente preso il via dal Tom Dumoulin Park, ma dopo circa un'ora gli atleti hanno deciso di fermarsi per motivi di sicurezza. L'organizzazione condivide la decisione dei corridori e delle squadre e ha pertanto deciso di interrompere la tappa prevista per oggi». Che gli organizzatori abbiano approvato la decisione dei corridori senza sollevare alcuna riserva dà francamente da pensare: possibile che la direzione di corsa non fosse al corrente dei pericoli dovuti all'indisponibilità delle staffette di polizia? Di più: com'è possibile sfidare la sorte, pur sapendo da mesi che le forze dell'ordine avrebbero disertato la maggior parte delle corse olandesi - incluso il Tour of Holland - perché impegnate nel vertice de L'Aja? Qualcuno potrebbe osservare che l'incontro tra i capi di Stato e i primi ministri dei paesi del Patto Atlantico si è svolto all'inizio dell'estate, dunque sarebbe stato possibile mobilitare uomini e mezzi in tempo utile. Tuttavia, altri organizzatori olandesi - seppure a malincuore - avevano deciso preventivamente di saltare un turno e di farsi trovare pronti per il 2026, quando torneranno in calendario quelle manifestazioni (come la Ster van Zwolle, la Ronde van Overijssel, la Veenendaal-Veenendaal e lo ZLM Tour) che sono state cancellate per l'indisponibilità di uomini e mezzi delle forze dell'ordine.
Dal canto suo, il patron del Tour of Holland, Thijs Rondhuis, ha giustificato al portale specializzato Wielerflits la cancellazione della tappa con «l'assenza di 25 addetti al controllo del traffico». Di conseguenza, la neutralizzazione «è stata a dir poco caotica. Fin dal km 0, noi avevamo adottato tutte le misure necessarie per ovviare a questo problema. Tuttavia, molti utenti della strada hanno ignorato i nostri inviti a fermarsi, tant'è vero che alcuni di essi - pur avendo in un primo tempo accostato - hanno poi ripreso a guidare. Questa è la classica linea rossa che viene superata in mancanza della polizia». Dopo aver spiegato che l'assenza della gendarmeria potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di tutte le gare del calendario olandese, Rondhuis ha assicurato che le ultime due tappe si disputeranno regolarmente: «Sabato e domenica la situazione sarà completamente diversa: avevamo già stretto un accordo con le autorità delle altre province, che hanno garantito il rispetto dei protocolli di sicurezza. Del resto, la tappa di sabato prevede soltanto un tratto in linea di 23 chilometri prima di affrontare il circuito intorno al VAM-Berg, mentre l'ultima frazione si svolgerà interamente nell'abitato di Arnhem».
Il precedente all'Étoile de Bèsseges
La stagione 2025 si era aperta con un episodio molto simile nel corso della 2ª tappa dell'Étoile de Bessèges, quando i corridori incrociarono un'auto in uscita da una strada laterale. A seguito di questo episodio, 8 squadre - capeggiate dalle World Tour - decisero di abbandonare per protesta la corsa francese, nei fatti portata a termine soltanto dalle formazioni di casa. Inoltre, l'Unione ciclistica internazionale aveva manifestato a caldo l'intenzione di commissariare il comitato organizzatore.

