La Free Palestine-Premier Tech fermata dai manifestanti ©Screen di Ciclo 21
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La Israel dopo le proteste alla Vuelta: “Scioccati ma orgogliosi dei nostri corridori”

Durante la cronosquadre della Vuelta 2025 manifestanti pro-Palestina hanno bloccato il team israeliano: ne è seguito un comunicato della squadra, la reazione degli organizzatori e tempi corretti in classifica

La quinta tappa della Vuelta a España 2025 è stata caratterizzata da un episodio di protesta non violenta. Nel corso della cronosquadre di Figueres, la Israel-Premier Tech (il team israeliano che per scelta editoriale chiamiamo Free Palestine-Premier Tech) si è trovata di fronte un gruppo di manifestanti pro-Palestina che hanno improvvisamente bloccato la strada con striscioni, mentre il team procedeva a grande velocità. Nonostante l’intervento immediato della polizia, i corridori sono stati costretti a frenare bruscamente e a districarsi tra gli attivisti, perdendo secondi preziosi ma, fortunatamente, evitando cadute.

Il team ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale ha ribadito di rispettare il diritto alla libertà di espressione e alla protesta pacifica, ma ha condannato fermamente quanto accaduto. “Queste azioni hanno messo in pericolo la sicurezza dei nostri corridori, del personale di gara e degli stessi manifestanti – si legge nella nota –. Continueremo a collaborare con l’organizzazione e con le autorità competenti per garantire che la sicurezza non venga compromessa e che le gare possano svolgersi regolarmente”.

Il direttore sportivo Daryl Impey, visibilmente scosso, ha raccontato la tensione vissuta in corsa: “È stato il primo momento in cui ci siamo resi conto che la situazione ci stava arrivando addosso. Alcuni corridori erano molto provati dopo l’incidente, ma sono orgoglioso di come la squadra abbia reagito e cercato di ritrovarsi”. Impey ha anche ricordato che la formazione è da tempo oggetto di contestazioni: in passato erano già comparsi striscioni e bandiere, ma mai era accaduto un blocco così ravvicinato e pericoloso.

Il comunicato della Free Palestine-Premier Tech
Il comunicato della Free Palestine-Premier Tech dopo le proteste alla Vuelta

Guillén: "Denunceremo i manifestanti"

La reazione degli organizzatori della Vuelta non si è fatta attendere. Il direttore della corsa Javier Guillén ha annunciato che verrà presentata una denuncia formale contro i manifestanti: “Non possiamo permettere ciò che è accaduto. Quando le proteste si traducono in azioni che mettono in pericolo vite umane, non si tratta più di una causa legittima.

Dal punto di vista sportivo, l’incidente ha pesato sui tempi della squadra, che inizialmente era stata classificata al 19º posto con 54 secondi di ritardo dalla UAE vincitrice. Dopo la revisione dei commissari e dell’organizzazione, è stata riconosciuta la natura eccezionale dell’accaduto e la Free Palestine-Premier Tech è stata riammessa in classifica al 14º posto, con un distacco ridotto a 39 secondi, lo stesso di Intermarché-Wanty ed EF Education-EasyPost.

La vicenda si inserisce in un contesto di crescenti pressioni politiche: la mattina stessa, il partito spagnolo Izquierda Unida aveva chiesto l’esclusione della squadra dalla Vuelta, giudicandone la partecipazione “inaccettabile” per via del legame con lo Stato di Israele e con il genocidio in corso a Gaza.

Impey: "Siamo qui per correre"

La squadra, già bersaglio di contestazioni al Giro d’Italia 2025, aveva cercato di limitare i rischi scegliendo una livrea neutra per i mezzi e le divise di allenamento. Ma l’episodio di Figueres rappresenta un salto di livello, che ha toccato direttamente la sicurezza degli atleti. “Alla fine della giornata – ha concluso Impey – siamo una squadra di ciclismo, qui per correre e per provare a vincere come tutti gli altri. I ragazzi lavorano duramente e meritano di essere protetti”.

Il commento del direttore Marco Grassi:

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