La maglia della Israel-Premier Tech senza la scritta Israel ©Israel-Premier Tech via X
Professionisti

Netanyahu: "La Israel tenga duro". Ma il team toglie il nome dalle maglie

Il premier israeliano ieri aveva esaltato la squadra, che però ha ceduto alle pressioni per la sicurezza dei corridori

Dopo giorni di proteste, polemiche e dichiarazioni, la Israel Premier-Tech ha compiuto un passo inatteso ma significativo alla Vuelta a España 2025. In una mossa che sembra contraddire le recenti affermazioni del suo proprietario, il team ha annunciato che i suoi corridori indosseranno divise prive del nome "Israel" per il resto della competizione.

La decisione arriva dopo un'escalation di proteste pro-Palestina che hanno messo a dura prova la sicurezza della gara. Nelle scorse tappe, i manifestanti prima avevano tentato di bloccare i corridori del team impegnati nella cronosquadre, poi erano entrati in strada al passaggio del gruppo, causando una caduta a Simone Petilli. Mercoledì l'irruenza delle proteste aveva addirittura costretto gli organizzatori a neutralizzare gli ultimi chilometri di una tappa a Bilbao. Anche ieri dei manifestanti avevano costretto la testa della corsa a fermarsi, salvo poi essere spostati di forza dalla Guardia Civil. Le tensioni avevano portato a un vertice tra il CPA, i rappresentanti delle squadre e gli organizzatori, dove si era addirittura ipotizzata l'esclusione della formazione israeliana.

Adams e la smentita di ieri sul cambio di nome

Solo ieri, il patron della squadra, Sylvan Adams, aveva categoricamente smentito le voci di un cambio di denominazione, definendole "fake news". In un'intervista al portale israeliano ‘Sports Channel’, aveva dichiarato con fermezza: “Non correremo mai senza il nome Israel”. Adams aveva inoltre rivolto accuse pesanti ai manifestanti, definendoli "terroristi" a causa delle loro azioni violente. Aveva raccontato di come la vernice fosse stata lanciata sulla macchina della squadra e di come le barriere fossero state spinte contro i ciclisti.

L'elogio di Benjamin Netanyahu

A seguito di ciò, era arrivato ieri il tweet del primo ministro israeliano, che elogiava il team e il suo patron:
“Il primo ministro Benjamin Netanyahu: Ottimo lavoro a Sylvan e alla squadra ciclistica israeliana per non aver ceduto all'odio e alle intimidazioni. Rendete orgoglioso Israele!”.

È bene ricordare che la squadra è di proprietà totalmente privata, sebbene riceva una somma dal ministero del Turismo dello stato ebraico, per quanto poco significativa.

Per la sicurezza dei nostri corridori e dell'intero gruppo

Nonostante la sua posizione intransigente, il team ha optato oggi per un compromesso, con una scelta che definisce come temporanea e legata esclusivamente a questioni di sicurezza. "Nell'interesse di dare priorità alla sicurezza dei nostri corridori e dell'intero gruppo", si legge nella nota ufficiale, "Israel – Premier Tech ha fornito ai corridori una divisa con il monogramma della squadra per il resto della gara". La squadra ha precisato che il nome ufficiale resta invariato e che si tratta di una misura provvisoria. Nel comunicato si ricorda che questa scelta era già stata fatta per i veicoli del team e per l'abbigliamento al di fuori delle competizioni.

Le auto della Israel-Premier Tech senza la scritta Israel ©Future/Chris Marshall-Bell
Le auto della Israel-Premier Tech senza la scritta Israel ©Future/Chris Marshall-Bell
Uno-X sempre più italiana: dopo Tomasi arriva Alessia Vigilia
Al Simac Ladies Tour Zoe Bäckstedt vince la cronometro e Wiebes prenota la generale