
Sylvan Adams: "Non correremo mai senza il nome Israel. I manifestanti sono terroristi"
Il numero uno della Israel Premier-Tech ha smentito le voci in merito ad un possibile cambio di denominazione, muovendo anche pesanti accuse
Prosegue senza sosta l'affaire Israel Premier-Tech. Nella giornata di giovedì 4 settembre abbiamo riportato un'indiscrezione di ‘Le Soir', secondo la quale a partire dal 2026 la squadra in questione, che per scelta editoriale abbiamo deciso di rinominare Free Palestine, avrebbe rimosso la dicitura ‘Israel’. Nelle ultime ore, però, il patron Sylvan Adams ci ha tenuto a smentire questa ipotesi, in una lunga intervista concessa ai microfoni di ‘Sports Channel’, portale israeliano: “Fake news. Non correremo mai senza il nome Israel”.
Sylvan Adams: “Mai visto nulla di simile in una gara ciclistica”
La sua analisi è partita da quanto accaduto nei Paesi Baschi: “Abbiamo avuto due giorni estremamente difficili nei Paesi Baschi. La regione è nota per essere una roccaforte di attivisti di estrema sinistra e separatisti che amano protestare. Non sono nostri amici, questo è certo. Vi ricordo che negli anni ‘60 e ’70, l'ETA (Euskadi Ta Askatasuna, n.d.r.) basca operava e si alleava con l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, n.d.r.). Non siamo rimasti sorpresi da questa accoglienza ostile, eppure non ho mai visto nulla di simile in una gara ciclistica. Un numero enorme e sproporzionato di bandiere e cartelli per la Palestina e contro lo stato di Israele e un'enorme dose di odio”.
Sylvan Adams: “I manifestanti sono dei terroristi”
Poi spiega la sua scelta di salire in ammiraglia: “Con una mossa insolita ho deciso di sedermi per la prima volta in ammiraglia per monitorare l'accaduto e prendere una decisione in un caso estremo. Per me era importante essere lì per i corridori, alcuni dei quali si sentono minacciati. Hanno versato vernice sulla nostra auto e alla fine della tappa avete visto i rivoltosi spingere le transenne e cercare di entrare in strada. La decisione di neutralizzare gli ultimi 3 km è stata giusta, non era sicuro per i corridori. La polizia ha cercato di fare del suo meglio, secondo me. Definisco questo come un gruppo di terroristi, perché sono persone violente. Alla fine hanno distrutto tutte le moto. I baschi hanno i migliori tifosi del mondo ed è un peccato che sia finita così”.

Sylvan Adams: “Sostegno schiacciante da Lappartient”
Sulle parole di Kiko Garcia, si è espresso così: “Anche l'amministratore delegato di ASO, Jan Le Monner, ha chiesto di rimuovere la squadra dalla corsa, ma ho detto loro che non l'avrei fatto. Se rinunciamo, non è solo la fine della nostra squadra, ma di tutte le altre. Un domani manifesteranno contro le squadre del Bahrein, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Astana. Non c'è fine ai boicottaggi. Ho detto loro che si sbagliavano e che avevamo il diritto di restare. Ho ricevuto anche un sostegno schiacciante dal presidente dell'UCI, David Lappartient”.
Sylvan Adams: “La cosa migliore è mettere a tacere i detrattori”
Infine una chiosa sul trattamento ricevuto altrove in Spagna: “C'erano persone in Spagna che erano disgustate dall'intera faccenda e abbiamo ricevuto un grande sostegno lungo il percorso. Molte persone ci hanno incoraggiato. Alla fine siamo una squadra sportiva e vogliamo competere e vincere. Vogliamo continuare a far crescere i giovani corridori che formiamo all'Israel Cycling Academy ed è quello che continueremo a fare. Dico sempre che la cosa migliore che si possa fare è vincere e mettere a tacere i detrattori, e credo che potremo riuscirci nella tappa finale a Madrid, con Ethan Vernon”.
