Giro d'Italia, chi si giocherà la maglia rosa?
Passiamo in rassegna i big che si daranno battaglia da Budapest a Verona: Carapaz per il bis, Yates ed Almeida ci sono sempre, incognita Dumoulin
Sono esattamente 25 i giorni che ci separano dal via del 105esimo Giro d’Italia. Come noto, infatti, la Corsa Rosa prenderà il via il 6 maggio da Budapest per poi risalire lo stivale dalla Sicilia, per giungere infine domenica 29 maggio all’interno dell’Arena di Verona. Nonostante qualche squadra stia ancora delineando i propri nomi, conosciamo già tutti (o quasi) i nomi dei big per la classifica generale, da chi vorrà ottenere un buon piazzamento in top10 a chi, invece punterà a salire sul gradino più alto del podio. Manca, come ben noto il dominatore assoluto delle corse a tappe (e non solo) degli ultimi tempi: parliamo ovviamente di Tadej Pogacar, così come assenti sono l’altro sloveno Primoz Roglic ed Egan Bernal, campione in carica. Tolte queste tre, pesanti, assenze, la corsa rosa potrà comunque su un parterre di livello molto alto, caratterizzato da una grande quantità di contendenti e dall’assenza di un grade favorito in grado, sulla carta, di monopolizzare interamente la gara.
Passiamo dunque in rassegna, ordinati in ordine alfabetico delle squadre di appartenenza, i nomi più altisonanti al via, tenendo ben presente che comunque eventuali sorprese, specialmente tra i corridori giovani ed in crescita, sono all’ordine del giorno.
MIGUEL ÁNGEL LÓPEZ-VINCENZO NIBALI: Il percorso del Giro 2022 si adatta ottimamente alle caratteristiche del colombiano, quasi sempre tra i migliori quando la strada sale. La sua discontinuità nel corso degli ultimi anni e talvolta anche nell’arco delle tre settimane pone però un’incognita sulla sua candidatura al podio di Verona. Il suo ultimo podio in un grande giro risale al 2018, anno in cui concluse in terza posizione sia Giro che Vuelta. Ma se dovesse trovare la giusta condizione per tutta la durata della corsa rosa sarebbe sicuramente un cliente molto scomodo. Per ovvie ragioni anagrafiche, Nibali non può più essere considerato uno dei grandi favoriti per il podio. Ricordare il suo palmarès sarebbe semplicemente superfluo. Di certo però non possiamo non menzionare un campione della sua classe tra i pretendenti ad una buona posizione in classifica generale. La sua preparazione sta procedendo un po’ a rilento anche a causa del Covid, staremo a vedere con che gambe lo Squalo sarà al via dall’Ungheria. In Astana anche, da non sottovalutare, lo spagnolo David De La Cruz.
MIKEL LANDA-PELLO BILBAO: La coppia basca della Bahrain-Victorious promette battaglia. Mikel ha sempre dimostrato di meritare i gradi di capitano quando si trovava relegato a seconda punta, ma ha poi regolarmente deluso (e avuto molta sfortuna) quando effettivamente ha agito da capitano. Il suo storico in carriera vede così solo un podio al Giro ottenuto nel lontano 2015, seguito da una serie di altri piazzamenti e buone prestazioni grazie ai quali è ormai solito ritrovarsi nel ruolo di mina vagante alla partenza dei vari grandi giri. Il recente terzo posto alla Tirreno-Adriatico testimonia però che Landa è ancora sul pezzo e spera di ripetersi nel mese di maggio per inseguire, ancora una volta, il podio finale, che visto il percorso sembra alla sua portata. Pello è invece un uomo che ha fatto della costanza la sua arma migliore. Il suo primo piazzamento importante in una grande corsa a tappe è il sesto posto del Giro 2018, a cui è seguito un quinto nel 2020. Formalmente il leader designato è Landa, con Bilbao nel ruolo che ben conosce di preziosissimo ultimo uomo, ma visti i suoi miglioramenti e la condizione eccellente con cui sta affrontando questo 2022 lo candidano seriamente nel novero dei contendenti per la top10.
EMANUEL BUCHMANN-WILCO KELDERMAN-JAI HINDLEY: Tridente di tutto rispetto per la Bora-Hansgrohe. Per i primi due, il discorso potrebbe essere molto simile. Si tratta di corridori regolari, più scalatore Buchmann e più cronoman Kelderman, che in passato hanno sfruttato la propria regolarità nell’arco delle tre settimane per ottenere buoni risultati, come il quarto posto di Buchmann al Tour 2019 o il podio di Kelderman al Giro 2020. Per Jai Hindley la situazione è invece abbastanza differente. L’australiano, dopo l’exploit del secondo posto al Giro 2020 ha vissuto un 2021 decisamente anonimo. Per quanto visto fin qui nel 2022 sembra invece che Jai stia tornando a livelli molto buoni, con il quinto posto alla Tirreno-Adriatico che lo testimonia. Stabilire ora chi sarà il leader vero e proprio nella forte squadra tedesca (che può contare anche sull’ottimo Lennard Kämna) è molto difficile, e sarà probabilmente la strada a dare le risposte cercate. Chissà se si andrà a delineare un unico capitano o per loro il Giro proseguirà con più punte: tre uomini per un podio.
GUILLAUME MARTIN: Il regolare scalatore francese della Cofidis arriva al giro puntando addirittura ad un posto tra i primi cinque, verosimilmente invece una top10 è più alla sua portata. Arriva al debutto alla Corsa Rosa in buona condizione e con numerosi piazzamenti ottenuti in questo 2022: buoni piazzamenti a cui proverà a dar seguito mettendosi in mostra sulle salite.
HUGH CARTHY: Lo scalatore britannico, sorprendente terzo alla Vuelta 2020 ha un po’ deluso le aspettative nell’ultima edizione della corsa rosa, concludendo in ottava posizione. Come molti di questa lista si tratta comunque di uno scalatore puro, che potrebbe anche sfruttare il poco controllo nei suoi confronti per guadagnare tempo in classifica. Nella sua squadra, la EF, ci sarà probabilmente anche Esteban Chaves, secondo nel 2016 ma poi mai più competitivo per un piazzamento di spicco nei grandi giri.
RICHARD CARAPAZ: Per molti il favorito numero uno per la vittoria finale. L’ecuadoriano ha già sollevato il “trofeo senza fine” nel 2019 ed ha avuto modo di confermarsi ad altissimi livelli nelle ultime due stagioni, concludendo in seconda posizione alla Vuelta 2020 e al terzo posto al Tour 2021. Il campione olimpico di Tokyo ha scelto, smentendo le voci più pessimiste, di lasciare invariato il proprio programma per la stagione, nonostante il grave infortunio di Egan Bernal. L’obiettivo è solo uno: la vittoria finale. Per ottenerlo la Ineos-Grenadiers ha messo a sua disposizione una corazzata composta, tra gli altri, da Richie Porte.
TAO GEOGHEGAN HART: Merita una sezione a parte il vincitore del Giro 2020. Il britannico della Ineos, arrivato contro ogni pronostico a conquistare l’edizione di due anni fa non ha più saputo trovare conferme su palcoscenici importanti, con un conseguente calo drastico del suo status. Occorre dire però che molto spesso è stato impegnato nello scortare i propri capitani, potendosi ritagliare poche occasioni di libertà, in cui comunque non ha entusiasmato. Ma il corridore, con i suoi 27 anni ha ancora molto tempo per dimostrare il proprio valore. Inevitabilmente partirà un passo indietro (o forse anche due) nelle gerarchie di squadra, ma se dovesse trovarsi in buona condizione potrebbe essere una validissima soluzione tattica per la propria squadra, che potrebbe così trovarsi con due punte.
TOM DUMOULIN: Dopo tre anni e tante vicissitudini, che sembravano addirittura allontanarlo dal ciclismo pedalato torna anche Tom. Le sue condizioni non sembrano tuttavia essere quelle degli anni migliori, nonostante sprazzi di assoluto talento si vedano ancora specialmente nelle cronometro, la sua prima specialità. È quindi molta la curiosità attorno a lui per capire dove il vincitore del Giro 2018 potrà posizionarsi in classifica generale. In caso di flop, che al momento non è da escludere, la sua Jumbo-Visma ha deciso di affiancargli come co-capitano il giovane norvegese Tobias Foss.
FAUSTO MASNADA: Il bergamasco della Quick-Step proverà a dare seguito al secondo posto al Lombardia con un buon piazzamento in classifica generale. Bissare la top10 ottenuta nel 2020 sarebbe per lui un buon risultato, in alternativa potrebbe decidere di puntare ai successi parziali. In squadra c'è curiosità per i progressi del giovane Mauri Vansevenant, alla prima esperienza in un grande giro.
SIMON YATES: Se Carapaz è il favorito numero uno, lui è il numero due. Il britannico della BikeExchange ha tutta la squadra a propria disposizione e, non sazio dal podio dello scorso anno, è intenzionato a vendicare definitivamente la grande delusione del Giro 2018, dove dominò per 18 tappe per poi crollare. Dopo la Vuelta 2018, il folletto di Bury punta al Giro 2022 per vincerlo, ed il secondo posto alla recente Parigi-Nizza testimonia una già buona condizione. Il suo marchio di fabbrica è la corsa all’attacco, e sulle grandi montagne tutti si aspetteranno molto da lui.
ROMAIN BARDET: La presenza del francese della DSM non è ancora certa, anche se probabile. Dopo qualche stagione in calo il suo passaggio dalla Ag2r al team olandese sembra avergli fatto bene, con il trentunenne protagonista di un 2021 solido e caratterizzato dal settimo posto in un Giro vissuto in crescendo. Se effettivamente sarà della partita c’è da aspettarsi un’interpretazione di gara simile a quella della passata stagione: senza paura di andare all’attacco per migliorare il piazzamento dell’anno scorso.
GIULIO CICCONE: L’abruzzese della Trek-Segafredo avrà un’altra opportunità come capitano. Il suo obiettivo è infatti quello di raccogliere il miglior piazzamento disponibile, nella sua carriera infatti manca ancora una top10 in una grande corsa a tappe. Dopo aver dato per anni la sensazione di poter competere anche con i migliori in salita Giulio vuole ora concretizzare tutte le buone prestazione con un risultato tangibile. Il suo inizio di stagione è stato incoraggiante e ci auguriamo tutti di trovarlo tra i protagonisti, in ogni caso, la Trek schiererà al via anche l’esperto neerlandese Bauke Mollema, più volte piazzato, ma che non dovrebbe covare ambizioni di classifica.
JOÃO ALMEIDA: Ci si aspetta molto dal portoghese della UAE, che finalmente quest’anno sarà leader unico nella propria nuova formazione. Dopo un quarto posto nel 2020 e un sesto nel 2021 João punta molto in alto, quantomeno ad un posto sul podio di Verona. La sua sfida più grande sarà non incappare in giornate negative nell’arco delle tre settimane, che vista l’abbondanza di contendenti potrebbero risultare fatali. Il terzo posto al Catalunya testimonia però che il 23enne sarà un osso duro per chiunque, considerando anche le sue abilità a cronometro.