La carovana tra le strade del Nord © Le Tour de France via Facebook
Cicloturismo

Non solo pavé: cicloturismo nel Nord della Francia sulle strade della Grand Départ

Tra campagne vallonate, villaggi di confine e la maestosità del Mare del Nord, pedalando alla scoperta dei luoghi attraversati dalla grande partenza del Tour 2025

07.07.2025 11:20

Quando si parla di Dipartimento del Nord, la regione francese al confine con il Belgio, un appassionato di ciclismo pensa ad una cosa sola: il pavé della Parigi-Roubaix. Ma in occasione della Grand Départ del Tour de France 2025, gli occhi del mondo hanno potuto scoprire un volto diverso di questa regione. Un territorio di ampie campagne, villaggi silenziosi e coste battute dal vento, dove il cicloturismo sta progressivamente crescendo grazie a un reticolo sempre più fitto di voie vertes, villaggi sperduti, birrifici artigianali e un paesaggio lontano dallo stress del traffico urbano delle grandi città.

Lille: un luogo ideale da dove partire per diverse escursioni

Centro nevralgico della regione e città di partenza della prima tappa del Tour 2025, Lille è un punto di riferimento culturale e cicloturistico per l’intera area. Con il suo ricco patrimonio architettonico che unisce lo stile fiammingo e l’eleganza francese, il centro storico della città si presta a essere esplorato in bici, tra piazze barocche, musei, mercatini e il fascino della Vieille Bourse. Gli itinerari ciclabili urbani sono numerosi e ben segnalati, anche se si tratta di una grande città il cui traffico non si configura come il miglior alleato della bicicletta. In ogni caso, da Lille si può facilmente pedalare verso la campagna circostante, seguendo percorsi che si innestano su vie verdi regionali. Nel cuore della città, non mancano luoghi ideali per la pausa: dai bar di quartiere alle taverne che propongono birre locali e tapas alla méridionale, perfetti per rigenerarsi dopo le lunghe pedalate. 

Tra campagne, canali e villaggi fiamminghi

Basta lasciare la città per trovarsi immersi in un paesaggio rurale ordinato e silenzioso. I canali navigabili accompagnano chi sceglie l’itinerario della Véloroute du Nord, mentre più a ovest si snoda la Voie Verte de l’Avesnois, un percorso ciclabile di oltre 30 km su fondo asfaltato, ideale anche per famiglie. Il paesaggio è un alternarsi di campi coltivati, foreste e piccoli borghi con nomi che ricordano più le Fiandre che la Francia: Steenvoorde, Bailleul, Wormhout. Dal punto di vista altimetrico, la campagna del Nord è generalmente vallonata, mai del tutto pianeggiante, con un continuo sali e scendi che in alcune occasioni culmina in strappi molto esigenti.

La zona mineraria lungo la foresta di  Arenberg© Umberto Bettarini
La zona mineraria lungo la foresta di  Arenberg© Umberto Bettarini

Verso nord: Dunkerque e il richiamo del Mare del Nord

Spingendosi ancora più a nord, si può raggiungere Dunkerque, città portuale e storica affacciata sul Mare del Nord, oltre che città di arrivo della terza tappa del tour de France. Meta insolita ma affascinante per i cicloturisti, offre un mix di paesaggi marittimi, natura selvaggia e memoria storica. Lungo la digue de Malo-les-Bains, il lungomare ciclabile, si può pedalare accanto alle dune e alla spiaggia resa celebre dall’evacuazione del 1940. Da qui partono anche itinerari che si intrecciano con la EuroVelo 4, la Ciclovia della Costa Atlantica, che collega la Normandia alla Bretagna passando proprio per le Fiandre francesi. E tra una pedalata e l’altra, non mancano le occasioni per gustare cozze e frites, magari con vista mare, o sorseggiare una birra ambrata prodotta localmente.

Il Mare del Nord © Umberto Bettarini
Il Mare del Nord © Umberto Bettarini

Per chi non vuole perdersi il fascino di pedalare sulle pietre

Per chi va in bici, pedalare tra le pietre resta comunque un’esperienza da provare almeno una volta nella vita. La città di partenza della terza tappa, Valenciennes, è forse il luogo migliore da cui pianificare un itinerario nel cuore dell’Inferno del Nord, in quanto è posta a circa metà del percorso che copre tutti i settori della Parigi Roubaix. Da questa città, infatti, è possibile partire per un giro ad anello di 244 km comprendente tutti i tratti di pavé: un tracciato che po' essere ridotto a 190 km se una volta giunti a Roubaix si opta per un rientro in treno. Tuttavia, per chi vuole affrontare questa sfida con più calma, è anche possibile suddividere il proprio itinerario su due giornate, percorrendo nella prima tappa la parte di percorso che si snoda a sud di Valenciennes, prendendo così confidenza con le pietre, per poi spostarsi a nord il giorno successivo e affrontare i settori più iconici e giungere nel velodromo di Roubaix. In ogni caso, data la distanza, è consigliabile affrontare questo itinerario tra maggio e luglio sfruttando le giornate più lunghe e un clima generalmente meno piovoso.

La pioggia tra i settori di pavé © Umberto Bettarini
La pioggia tra i settori di pavé © Umberto Bettarini

La brutalità del vento del Nord

Come abbiamo potuto osservare nel corso della prima tappa, con i ventagli che hanno spaccato il gruppo e inflitto pesanti distacchi tra gli uomini di classifica, il vento del Nord è una forza che condiziona pesantemente l’andare in bicicletta. A queste latitudini, quando c’è vento, diventa impossibile stimare con precisione il tempo di percorrenza di un’escursione. Può succedere di pedalare in discesa a meno di 20 km/h oppure, all’opposto, di volare a 40 orari in falsopiano senza neppure accorgersene. È un elemento capriccioso, che mette alla prova tanto la forza quanto la testa. Il consiglio, per chi affronta questi percorsi, è chiaro: non combattere il vento, ma assecondarlo. Cercare di contrastarlo aumentando il ritmo rischia solo di bruciare energie preziose. Meglio adottare una cadenza costante, ignorando la velocità reale, e ragionare a lungo termine. Perché qui, è spesso il vento – più ancora delle pendenze – a decidere la cronotabella della giornata.

Un paesaggio rurale, pochi servizi: il fascino spartano del Nord

Se è vero che il Dipartimento del Nord sta compiendo importanti passi avanti sul fronte del cicloturismo, è altrettanto vero che i servizi dedicati ai viaggiatori in bicicletta sono ancora ben lontani dal livello delle vicine Fiandre. Appena si lascia la cintura urbana di Lille, di Roubaix o di Valenciennes, ci si ritrova immersi in un paesaggio agricolo esteso e spesso deserto, punteggiato da fattorie isolate, campi infiniti e piccoli borghi. In certi tratti si può pedalare per decine di chilometri senza incontrare un bar, una fontanella, o un punto di ristoro. Proprio per questo motivo è importante partire con tutto l’occorrente a bordo: camere d’aria, leve, attrezzi multiuso e, se possibile, anche qualche pezzo di ricambio di base. I negozi di biciclette, infatti, sono rari e difficili da trovare al di fuori dei centri maggiori, e il rischio di restare a piedi per un piccolo guasto è concreto. Un discorso che vale in generale, ma ancor più per chi desidera affrontare – magari per la prima volta – le pietre della Parigi-Roubaix.

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Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica