Il colpo di reni di Philipsen (sulla sinistra) e di Ewan (a destra) sul traguardo di Nogaro © Tour de France
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Van der Phoelipsen, essere mitologico metà leadout e metà sprinter

Jasper Philipsen vince la quarta tappa del Tour de France in volata sul circuito di Nogaro grazie ad un lavoro eccezionale di Mathieu van der Poel. Tante cadute nel finale, sul podio ancora Ewan e Bauhaus

04.07.2023 18:34

Se ieri il lavoro di Mathieu van der Poel era risultato decisivo ai fini della vittoria di Jasper Philipsen, be', oggi MVDP si è superato e ha tirato fuori il compagno belga da una situazione complicatissima, servendogli per l'ennesima volta la vittoria su un piatto d'argento. Al di là dei meriti di Philipsen, che tappa dopo tappa diventa sempre più il favorito per la vittoria della maglia verde, non rimane che chiedersi quando Van der Poel sfrutterà l'ottima condizione di cui dispone per andare in proprio alla ricerca di un successo parziale.

Oltre al lavoro del figlio e fratello d'arte, il circuito di Nogaro ha regalato purtroppo moltissime cadute, dettate principalmente dalla foga dei ciclisti, più che da una pericolosità estrema del finale. Ogni tanto sarebbe bene che anche gli atleti tenessero a mente che sono loro stessi a le prime vittime e che, quindi, talvolta è meglio tirare i freni e perdere qualche posizione piuttosto che rischiare l'osso del collo proprio e dei colleghi.

Infine una considerazione sul duello attesissimo di questa Grande Boucle: Jonas Vingegaard vs Tadej Pogacar. Ieri e oggi il danese ha speso tantissime energie per rimanere nelle prime posizioni del gruppo e seppur, l'intento fosse proprio quello di evitarsi le cadute, ha rischiato molto più del rivale sloveno, rimasto nella pancia del plotone tutto il giorno attorniato dai compagni, ultimi chilometri compresi. In tal modo la UAE ha risparmiato fatica sia a Tadej che a tutti i gregari, a differenza della Jumbo che invece in questi primi giorni di Tour ha già speso tantissime energie.

La cronaca della quarta tappa del Tour de France 2023

Dopo la prima volata di ieri oggi si replica sul circuito automobilistico di Nogaro, dove il lungo rettilineo finale dovrebbe evitare i problemi generatisi a causa della semicurva in cui Wout van Aert (Jumbo-Visma) è rimasto chiuso da Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) sul traguardo di Bayonne. L'altimetria della frazione numero quattro del Tour de France 2023, lunga 181.8 chilometri dalla partenza di Dax all'arrivo di Nogaro è un vero e proprio biliardo nella pianura francese interrotto solamente dalla Côte de Dému (2 km al 3.5%, quarta categoria) ai -26. Nulla sembra impensierire velocisti e rispettive squadre prima dello sprint. Nemmeno le squadre professional tentano la fuga e quindi il plotone procede con calma per tutti i primi sessanta chilometri, c'è tempo per riprendersi dopo le fatiche dei primi tre giorni e per scambiarsi in tranquillità quattro chiacchiere.

Il dolce far niente viene interrotto ai -120 da un gruppetto di belgi, tra cui Oliver Naesen (AG2R Citroën Team), Van Aert, Victor Campenaerts e Florian Vermeersch (Lotto Dstny), che tentano di portar via un drappello ristretto senza fortuna. Il vento alle spalle e la freschezza giocano un ruolo nel mantenere compatto il plotone che dopo un paio di chilometri a fuoco può tornare a godersi la tranquillità di una vera e propria passeggiata ciclistica.

Arrivando allo sprint intermedio di Notre-Dame des Cyclistes (ai -88.1 km dall'arrivo) gli animi si infuocano: in palio al traguardo volante ci sono i venti punti per la classifica della maglia verde a cui tanti sprinter ambiscono. Il treno migliore è ancora una volta quello della Alpecin, con Jonas Rickaert, Ramon Sinkeldam e Mathieu van der Poel a lanciare un perfetto Jasper Philipsen, il quale fa bottino pieno e si porta virtualmente in testa alla classifica a punti. Alle sue spalle si piazzano Bryan Coquard (Cofidis), Caleb Ewan (Lotto Dstny), Mads Pedersen (Lidl-Trek), Jordi Meeus (BORA-hansgrohe), Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step), Peter Sagan (TotalEnergies), Alexander Kristoff (UNO-X Pro Cycling Team) e Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty). Una top ten regale per uno sprint intermedio, a dimostrazione di quanti siano i velocisti a volersi giocare le proprie carte nella speciale classifica. 

Passato lo sprint il plotone si ricompatta e ai -86, un po' a sorpresa, parte finalmente la fuga di giornata. Ad animarla due francesi di squadre transalpine: Benoît Cosnefroy della AG2R e Anthony Delaplace della Arkéa-Samsic, a cui il gruppo concede al massimo 1'15", in modo da evitare problemi più avanti. Fino al GPM della Côte de Dému in gruppo si alternano in testa i soliti Quinten Hermans (Alpecin), Tim Declercq (Soudal) e Christopher Juul-Jensen (Jayco-Alula), i quali mettono nel mirino i due fuggitivi proprio allo scollinamento della breve difficoltà altimetrica, andando a riassorbirli ai -25. A questo punto si portano in testa al plotone tutti i treni compatti al servizio o degli sprinter o degli uomini di classifica, con il gruppo ad occupare tutta la sede stradale.

Solamente all'interno degli ultimi dieci chilometri inizia la battaglia per tenere le prime posizioni e in particolare la Jumbo è ottima tenendo davanti Jonas Vingegaard grazie al grande lavoro di Dylan van Baarle, Tiesj Benoot e Nathan Van Hooydonck. All'ingresso del circuito ai -3 il gruppo è allungatissimo e i vari treni assai spezzati, in modo che l'organizzazione in vista della volata risulti abbastanza improvvisata. Le forze sono al massimo per tutti dopo una giornata piuttosto tranquilla e quindi i pretendenti alla vittoria hanno la voglia di battagliare per rimanere davanti; questo non può che creare pericoli e infatti tra l'ingresso del circuito e la volata si interpongono ben tre cadute. La prima coinvolge Jacopo Guarnieri (Lotto, per lui clavicola rotta e ritiro) e Jakobsen, che cade per primo dopo un contatto nella pancia del plotone e tira giù anche l'alfiere della squadra belga.

Seconda e terza all'interno dell'ultimo chilometro: prima scivolano Matej Mohoric (Bahrain-Victorious) e Luis León Sánchez (Astana) in uscita dall'ultima curva; poi, dopo aver terminato il lavoro per Kristoff, Soren Wærenskjold (UNO-X) si pianta in mezzo alla strada e toccandosi con il rimontante Axel Zingle (Cofidis) va a finire brutalmente contro le transenne. La preparazione allo sprint nel frattempo prosegue in modo caotico e ci vuole uno straordinario Van der Poel per mettere ordine alla volata: il campione del mondo di ciclocross trova spazio e lancia alla perfezione Philipsen, il quale deve solamente difendersi dalla rimonta di Ewan e di Phil Bauhaus (Bahrain), ancora una volta sul podio parziale, seppur con ordine invertito rispetto a ieri, quando fu il tedesco a piazzarsi secondo. Il duo della Alpecin in questi primi due sprint sembra ingiocabile per tutte le altre squadre. La generale non cambia, Adam Yates (UAE Emirates) mantiene la maglia gialla alla vigilia dei Pirenei.

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Domani la carovana incontrerà infatti già i Pirenei, per la quinta tappa di questo Tour de France 2023. Partenza classica da Pau e arrivo a Laruns dopo 162.7 km e tre gran premi della montagna: Col de Soudet (15.2 km al 7.2%, HC) con scollinamento ai -75, Col d'Ichère (4.2 km al 7%) a una quarantina di chilometri dalla fine e per concludere il temibile Col de Marie Blanque (7.7 km al 8.6%, 3°cat.) a poco meno di venti chilometri dal traguardo. La classifica potrebbe subire qualche sconvolgimento seppure il finale in falsopiano potrebbe scoraggiare gli attacchi in salita.

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