La Colnago V4Rs che equipaggia lo UAE Team Emirates © Colnago
L'ABC della bici, la bici dell'ABC

Colnago, da sempre la bici dei Cannibali

Nel camion dei meccanici UAE Team Emirates un 2023 di grandi novità. Intorno al telaio Colnago cambiano tutti i componenti: nulla è stato lasciato al caso nella ricerca del terzo Tour di Tadej Pogačar

29.04.2023 19:45

Le settimane delle classiche del nord sono ormai alle spalle. Lassù si sono scritti magici capitoli di questa rigogliosa primavera del ciclismo. Prima Le pietre, dopo le Ardenne: momenti che valgono una intera stagione. Il pavé, i muri, le côte, il vento laterale, le strade strette ed I percorsi nervosi. Tutto viene studiato, pensato, provato in una lunga fase di avvicinamento alle corse più importanti.

Quale sarà la combinazione migliore, adatta alle condizioni estreme di corsa? Quali rapporti, quale misura di manubrio, quali materiali, quali ruote e quali gomme daranno il miglioramento marginale decisivo? Gli assetti e le soluzioni tecniche che si decidono adesso hanno avuto un lungo preludio di studi approfonditi; valutazioni e decisioni che alcuni grandi team hanno potuto prendere in tema di forniture tecniche da mettere a disposizione degli uomini per il raggiungimento della massima prestazione.

Scelte definite da esperienza sul campo e studi teorici, rivolti al miglioramento dei risultati e non solo determinate da logiche commerciali. L'ambiente gara con le esigenze che ne emergono e le soluzioni adottate in corsa ispirano progetti e materiali nell’assunzione che il complesso bicicletta/ciclista abbia grande rilevanza per la performance.

Le decisioni prese dallo UAE Team Emirates ed annunciate all'inizio dell'anno sembrano percorrere questa strada. L'abbandono della partnership di lunga durata per la fornitura dei gruppi con Campagnolo a favore di una logica diversa con Shimano costituisce uno dei punti del cambiamento.

Per l'anno 2023 il team ha preferito mantenere libertà di scelta ed avere un semplice accordo di fornitura acquistando una quantità significativa di gruppi Shimano Dura-Ace Di2 a 12 velocità per il montaggio dei propri telai Colnago. Mentre la partnership con Campagnolo prevedeva anche l'adozione delle ruote Bora wto ed ultra gli accordi con Shimano lasciano la libertà al team di optare per ruote diverse e altri marchi di componenti per le proprie bici. Con ciò potendo introdurre l'altra
grande novità di questa stagione: la collaborazione con il marchio ENVE per la fornitura e lo sviluppo di ruote ed altre parti in carbonio.

Sia la squadra maschile sia quella femminile (la UAE Team ADQ) del sodalizio degli Emirati Arabi Uniti utilizzano la stessa bicicletta nel 2023:

  • Bici Colnago V4Rs, TT1
  • Gruppo Shimano Shimano Dura-Ace D2
  • Ruote Enve
  • Selle Prologo

Il telaio V4Rs di Colnago, presentato ufficialmente alla fine dello scorso anno, è stato testato in corsa - sotto forma di prototipo - per buona parte del 2022. Il telaio ha l’ambizione di costituire il giusto compromesso tre le esigenze di aerodinamica, rigidità, peso e biomeccanica, ed è concepito per una grande versatilità d’uso (all-round). In grado cioè di essere competitivo su tutti i terreni, dalle classiche del nord ai grandi giri.

Come per tutti i modelli della serie “v” di Colnago si tratta di un monoscocca ad elevata rigidità e con spiccata vocazione aerodinamica. Rispetto alla precedente versione (V3r) è stata ridisegnata tutta la parte anteriore del telaio. L'intervento più rilevante è quello sulla forcella e risponde ad esigenze aerodinamiche e funzionali. Da una parte il design integrato con il nuovo tubo sterzo - adesso con una forma più a clessidra - determina una importante riduzione dei flussi frontali e dall'altra la predisposizione ad ospitare gomme fino a 32 mm fa assumere a tutto il sistema nuove possibilità di utilizzo in assetto gara. Si è inoltre ottenuto un alleggerimento della forcella (375 g) ed insieme una maggiore rigidità di tutto il sistema guida.

I due criteri ispiratori dell'intero progetto - aerodinamica e funzionalità - trovano ancora espressione con introduzione del manubrio monoscocca in fibra CC.01. La ricerca si è orientata verso la massima integrazione nel sistema telaio ottenendo un'ottimizzazione dell'impatto frontale con una riduzione del 16% delle resistenza aerodinamica. È stata mantenuta comunque piena compatibilità con l'utilizzo di soluzioni aftermarket di altri produttori come si è visto con le scelte di Pogačar sia alla Parigi-Nizza sia al Fiandre, corse affrontate con manubrio e attacco non integrati di ENVE.

Altro cambiamento importante riguarda il carro posteriore sempre coerente ai criteri di aerodinamicità e funzionalità. I pendenti sono stati rinforzati ed irrigiditi; presentano un disegno tutto nuovo nell'innesto con il tubo piantone. Il design di questo particolare è concepito per governare le turbolenze aerodinamiche e consentire il passaggio di gomme fino a 32 mm.

Sono state ripensate le geometrie per ottenere maggiori possibilità di regolazione della posizione in sella. Grande attenzione è stata posta alla cosiddetta rigidità dinamica reale, misurata sia in laboratorio sul banco prova sia su strada in condizioni di massimo stress. Ne è risultato un telaio che presenta buona rigidità e guidabilità in tutte le condizioni estreme che si possono affrontare durante le competizioni. Ad aumentare la reattività è stata ridotta la lunghezza dei foderi orizzontali. A detta dei corridori la reattività ottenuta si avverte nettamente. Nelle andature fuori sella si sente una reazione ancora più vivace. La bici accompagna gli scatti e le volate.

L'alleggerimento della forcella ha redistribuito i pesi spostando la parte più pesante della bicicletta nella zona posteriore. Questo si traduce in grande guidabilità, soprattutto in discesa e sulle curve.

Colnago TT1

Sviluppata ancora come prototipo e con il rilevante contributo degli atleti la bici da cronometro che è messa a disposizione del team è la Colnago TT1. Il progetto, totalmente innovativo, è partito da modelli in 3D sviluppati con tecniche di fluidodinamica computazionale (CFD) e successive prove dei prototipi nella galleria del vento del Politecnico di Milano.

La ricerca della migliore resa aerodinamica ha portato al sensibile accorciamento del tubo di sterzo; ne consegue un telaio molto meno voluminoso rispetto alle precedenti esperienze (k One). La posizione corretta dell'atleta, secondo i crismi della moderna biomeccanica, viene trovata attraverso la sovrapposizione di molti spessori sotto i supporti poggiagomiti del sistema di guida. Per ridurre l'impatto frontale del telaio si è inoltre scelto di adottare una forcella a baionetta che presenta un design estremizzato con gli steli molto profondi e piatti ispirato da altre tipologie di utilizzo (forcella a doppia piastra che si trova nei modelli enduro). L'orizzontale è perfettamente parallelo al terreno, tendenza suggerita dai più recenti studi di aerodinamica.

La scelta di optare per l'impianto frenante a disco garantisce una agevole possibilità di passaggio del sistema idraulico all'interno del telaio, con migliori prestazioni in frenata ed una maggiore rigidità complessiva data dall'adozione dei perni passanti alle ruote.

La parte inferiore del triangolo telaio presenta le novità più “rivoluzionarie”. I pendenti posteriori si connettono al tubo piantone molto bassi ed hanno un andamento parallelo al terreno per poi discendere verticalmente a congiungersi con i forellini. Ad integrazione di questa parte si trova un kit borraccia/portaborraccia - ottenuto con stampante 3D - che sembra avere un ruolo chiave nell'aerodinamica dell'intero sistema. Adattandosi perfettamente alla forma del telaio determina l'attenuazione dei flussi d'aria. Una soluzione che forza o comunque porta al limite il regolamento UCI che presenta norme precise in materia di contenitori per l’idratazione dell’atleta. Le carenature non sarebbero ammesse e le borracce devono avere l’unica funzione di consentire l’idratazione dell’atleta. Devono anche essere solidali con un solo “tubo” per volta del telaio. La curiosità è che tutte le condizioni sono rispettate con tolleranze millimetriche.

Merckx e Pogačar, due cannibali

La storia, si sa, è un grande cerchio. Cambiano i nomi e le persone ma viviamo un “eterno ritorno dell'uguale”. No, tranquilli, non scomodiamo Nietzsche, qui parliamo di pedivelle, ruote, telai. Parliamo di uno sport fanciullesco ed epico, doloroso ed eroico. Di epopea e di tecnica. Doveva succedere prima o poi che ritornasse il “Cannibale”. Adesso Tadej, prima Eddy.

Pogačar è un cannibale gentile, con il ciuffo fuori dal casco che come - un tempo - Merckx parte sempre per vincere. Ed adesso come allora accanto al Cannibale c’è una Colnago. Quanto ingenuo appare ora il gioiello arancione preparato da Ernesto con la lima ed il trapano per il record dell’ora di Eddy nel 1972. Alleggerito in tutte le sue parti. Pensate, pesava appena 5,75 kg! Nessun sospetto allora che il “nemico” da battere fosse l’aria che gli girava intorno ma la stessa appassionata tensione al miglioramento; lo stesso convincimento che proprio quel decimo di millimetro messo nel posto giusto avrebbe fatto la differenza. Allora come ora l’intelligenza spesa per quel passo avanti decisivo. Piccolissimo ma tanto faticoso da raggiungere.

Ed in tutti gli anni a venire Ernesto Colnago da Cambiago l’intelligenza, l’abilità ed un po’ di follia ce le ha messe sempre per stare un passo avanti agli altri. Creare nuove tecnologie e progetti sui telai in acciaio con congiunzioni, lavorando in stretta collaborazione con le migliori squadre di ciclismo professionistico al servizio dei più grandi campioni. Sperimentando materiali nuovi e diversi tra cui il titanio e la fibra di carbonio. Il telaio Master, la forcella dritta, i freni a disco, tutte innovazioni controcorrente ma, a loro modo, rivoluzionarie. Tra le tante vittorie di Colnago 18 medaglie d’oro olimpiche, 63 campionati del mondo, 23 grandi giri, 40 classiche monumento. Tadej Pogačar ha vinto entrambe le edizioni 2020 e 2021 del Tour de France in sella a una bici Colnago.

Adesso quel cerchio si è chiuso. La storia è stata raccolta nel museo “La Collezione“ ricavato dalle vecchie officine di Cambiago. L’azienda è stata acquisita dal fondo di Abu Dhabi Chimera Investments Llc, lo stesso che gestisce il team UAE Emirates. Nuove sinergie, nuovi studi, tanta tecnologia. Parte un nuovo ciclo, un nuovo grande cerchio. Con il sospetto che il progresso sia fatto da nani sulle spalle di giganti.

Nuove ruote ENVE

Quella con ENVE sembra essere una collaborazione di lungo periodo con l’intento strategico di unire know-how e mantenere viva ricerca e sviluppo. Dopo un attento periodo di studi sia teorici sia pratici che ha incluso test in galleria del vento e test di utilizzo su strada di diversi marchi leader, il team ha scelto di rivolgersi al marchio americano. La linea SES di ENVE è stata scelta per la sua filosofia di prestazioni che bilancia aerodinamica, resistenza al rotolamento e peso.

"Nel nostro team siamo sempre alla ricerca di modi per innovare e utilizzare il miglior materiale possibile sul mercato. La decisione di scegliere ENVE è arrivata dopo molti test sia su strada che in galleria del vento e siamo giunti alla conclusione che queste ruote erano tra le migliori disponibili. Siamo molto lieti di collaborare con un marchio di qualità come ENVE e non vediamo l'ora di lavorare insieme per molte vittorie negli anni a venire", ha dichiarato Mauro Gianetti, UAE Emirates Principal & CEO.

Le ruote aerodinamiche Smart ENVE System (SES) hanno più di un decennio di sviluppo. Adottare per cerchi da strada alcune tecnologie in uso nel settore mountain bike si è rivelata una scelta visionaria ma vincente che ha fatto di ENVE un marchio leader. La progettazione di un cerchio specifico per gomme tubeless di grande volume con canale interno molto ampio (25 mm) allora poteva apparire come un azzardo ma adesso sembra essere la strada per il futuro. Anche l’adozione della tecnologia hookless nel settore strada è stata ardita.

In sostanza si tratta delle spalle della gola del cerchio che non presentano “uncini” per trattenere la gomma. Da una parte si hanno grossi vantaggi produttivi, risparmi sul peso ed accoppiamenti con le gomme più aerodinamici, dall’altra si sono creati enormi problemi di compatibilità per mancanza di standard uniformi. Problematiche che sembrano superate con l’approdo di questa tecnologia ai vertici mondiali ma il dibattito è aperto e vivace.

Per ottenere la bassa resistenza aerodinamica e le elevate prestazioni di stabilità i cerchi SES presentano forme appositamente ottimizzate per l'anteriore e posteriore. I profili del cerchio anteriore sono più bassi e arrotondati per una maggiore maneggevolezza e stabilità, mentre le ruote posteriori sono più profonde e più appuntite per una migliore riduzione della resistenza aerodinamica e una maggiore rigidità delle ruote stesse.

Viene messa a disposizione del team l’ultima serie premium strada che comprende quattro modelli ciascuno con una profondità e una larghezza adatte a un uso specifico, SES 2.3, SES 3.4, SES 4.5 e SES 6.7. Tutti presentano un design hookless che richiede l’uso di pneumatici tubeless. Nella nuova serie tutti i modelli sono stati alleggeriti grazie ai nuove stratificazioni del carbonio.

Nel corso del primo raduno del team i tecnici ENVE, alla conferenza di presentazione tecnica, hanno illustrato il diagramma dei dati raccolti negli anni sull’efficienza dei vari modelli. È stato dimostrato che il set di ruote SES 4.5 è l’opzione più veloce per quasi tutti i percorsi di gara, a parte le salite più ripide del 15%.

Il profilo aerodinamico del cerchio offre un’ampia efficienza alle alte velocità su terreni pianeggianti e ondulati. Con un ragguardevole peso di 1.450 grammi si può parlare di un set di ruote valido per il 90% dei percorsi.

II team UAE ha confermato con i propri test e nelle gare di inizio stagione questa valutazione. Pogačar ha corso tutta la prima parte di stagione con le SES 4.5. Le ruote sono montate con gomme tubeless Continental GP 5000 S TR. Questo è il modello con cui Continental, abbandonando vecchie convinzioni, è entrata nel mondo del tubeless hookless. Queste gomme hanno già vinto tanto e c’è da credere che il legame con ENVE sarà fecondo per nuovi studi e grandi progressi in questa tecnologia.

La ricerca è in continuo fermento e lo si vede dai grandi progressi che si possono osservare negli ultimi tempi. Anche perché le corse sono come il mare: ti fanno bestemmiare, si placano e giacciono senza resa e ti aspettano per ricominciare (P. Bertoli).

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