
Arriva la conferma: la Israel-PremierTech esclusa dal Lombardia
Dopo le rinunce al Trittico Lombardo, la squadra non prenderà parte nemmeno all’ultima classica monumento della stagione. Dal 2026 cambierà nome
A pochi giorni dal via del Giro di Lombardia 2025, è arrivata la conferma dell’esclusione della Israel–Premier Tech dalla corsa. La squadra non compare nella lista delle iscritte sul sito dell'organizzazione, gestita da RCS Sport, diramata nella mattinata di oggi, chiudendo così diversi giorni di incertezze intorno alla partecipazione del team.
Il team non aveva partecipato a nessuna delle classiche italiane
La squadra israeliana aveva già rinunciato a prendere parte a Gran Piemonte, Tre Valli Varesine e Coppa Bernocchi, dopo le proteste e le difficoltà logistiche incontrate durante le corse italiane di fine stagione. Al Giro dell'Emilia erano stati gli organizzatori a non invitare la squadra, su richiesta formale del comune di Bologna. Sulla partecipazione al Lombardia incombeva un obbligo di regolamento, per cui, in base ai punti UCI ottenuti nella passata stagione, la squadra aveva diritto a essere invitata alle classiche monumento, come alle altre corse Word Tour.
L’esclusione rappresenta l’ultimo episodio di un periodo particolarmente complesso per la formazione diretta da Sylvan Adams, che negli ultimi mesi si è trovata al centro di un ampio dibattito e di numerose contestazioni.

Verso un nuovo inizio nel 2026
Nella giornata di ieri la squadra aveva annunciato un cambio di identità per la prossima stagione.
A partire dal 2026, la formazione non porterà più il nome “Israel” sulle maglie: è infatti previsto un rebranding completo, con l’obiettivo di tornare nel WorldTour sotto una nuova denominazione.
Il fondatore e proprietario Sylvan Adams ha confermato il proprio passo indietro nella gestione diretta del team, per dedicarsi al suo ruolo di presidente del World Jewish Congress.
Dopo le proteste alla Vuelta la situazione si è fatta difficile
Le tensioni attorno alla Israel–Premier Tech erano già emerse in modo evidente durante la scorsa Vuelta a España, dove diverse tappe erano state segnate da manifestazioni filo-palestinesi lungo il percorso e nelle città di arrivo. In alcune occasioni, le proteste avevano costretto gli organizzatori a modificare i tracciati e a limitare gli accessi del pubblico, con conseguenze dirette sulla riuscita dell’evento e sulla sicurezza dei corridori. A quanto si apprende, la presenza del team avrebbe rappresentato una seria difficoltà per gli organizzatori della corsa, con problemi nel reperire strutture disposte a ospitare il team e nel garantire le condizioni di sicurezza necessarie lungo il percorso. Non ci sono comunicati ufficiali dell'organizzazione che chiariscano se la scelta sia venuta da una rinuncia del team o da una richiesta degli organizzatori.