Israel-Premier Tech a rischio esclusione da tutte le classiche italiane di fine stagione ©Jay Perreault via IG
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Israel–Premier Tech rinuncia a Gran Piemonte, Tre Valli, Bernocchi. In forse il Lombardia

Dopo il Giro dell’Emilia, cresce la protesta contro la squadra israeliana: il caso potrebbe arrivare all’UCI per il Lombardia

Nuova ondata di contestazioni in Italia contro la Israel – Premier Tech. Dopo l’esclusione dal Giro dell’Emilia, il team si è trovato al centro di una campagna di pressione per estrometterlo anche da Gran Piemonte, Tre Valli Varesine, Coppa Bernocchi e, soprattutto, Il Lombardia.

Poche ore fa è arrivata la decisione della squadra, ovvero la rinuncia alla partecipazione alle corse 1.Pro a cui era invitata: “Per motivi di sicurezza, il team non correrà Gran Piemonte, Tre Valli Varesine, Coppa Bernocchi" ha annunciato oggi la dirigenza della Israel-PremierTech.

Le proteste

A guidare la mobilitazione è il comitato Da Varese a Gaza, che ha diffuso un comunicato durissimo: “Non è possibile organizzare competizioni sportive ignorando gli eventi internazionali che permettono politiche genocidarie da parte di Israele”. A Varese, durante una manifestazione che ha coinvolto circa duecento persone, è stata lanciata una raccolta firme indirizzata agli organizzatori della SC Binda. Iniziative analoghe si sono svolte anche in altre città lombarde, in particolare a Milano.

I manifestanti sottolineano come l’esclusione dal Giro dell’Emilia rappresenti un precedente concreto, dimostrando che “ritirare l’invito al team è una strada percorribile”. Le autorità locali, tra cui Prefettura e Questura, stanno monitorando la situazione.

La posizione degli organizzatori

Nelle corse di categoria Professional gli organizzatori hanno ampia libertà sugli inviti, e dunque le pressioni potrebbero tradursi in ulteriori esclusioni senza particolari ostacoli regolamentari. Più complessa, invece, la situazione per Il Lombardia: trattandosi di una corsa WorldTour, la Israel–Premier Tech dispone di una wild card automatica in quanto una delle migliori Professional del 2024. Una volta accettato l’invito, l’organizzazione non può procedere unilateralmente a un’esclusione.

I manifestanti filo-palestinesi sul Paseo del Prado durante l'ultima tappa della Vuelta a España 2025 (EFE/Rodrigo Jiménez) Di
I manifestanti filo-palestinesi sul Paseo del Prado durante l'ultima tappa della Vuelta a España 2025 (EFE/Rodrigo Jiménez) Di

UCI e sponsor in bilico

La questione rischia quindi di spostarsi sul piano internazionale. Al momento, l’UCI si attiene alle linee guida del CIO, che non prevedono sanzioni dirette alle squadre sulla base di questioni geopolitiche. Durante la Vuelta a España, i direttori di corsa avevano più volte ribadito che solo la federazione internazionale ha l’autorità per intervenire.

Il clima di contestazione, però, mette a rischio la stabilità stessa della squadra. Secondo indiscrezioni, se la situazione non dovesse trovare una soluzione, lo scenario più probabile sarebbe un rebranding completo: cambio di nome, perdita della licenza israeliana e l’addio di sponsor chiave come Premier Tech e del fornitore di biciclette Factor.

Un caso che si trascina da un mese

La vicenda arriva in un momento di grande esposizione mediatica per le corse italiane di fine stagione. “Gli occhi del mondo saranno puntati sul nostro territorio”, hanno dichiarato i comitati, avvertendo che la scelta è tra “ospitare complici di genocidio” o schierarsi “dalla parte degli oppressi, dell’umanità”.

Con Il Lombardia ormai alle porte, il braccio di ferro tra manifestanti, organizzatori, istituzioni sportive iniziato alla Vuelta a España rischia di trascinarsi fino alla fine della stagione, e di ritrovarsi daccapo all'inizio della prossima, se non si troveranno soluzioni.

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