
Groves non Kaden e vince a Napoli. Prima maxi-caduta al Giro 2025
Il velocista australiano della Alpecin si è imposto al termine di una tappa ricca di emozioni, neutralizzata a 71,5 km dal traguardo per una maxi-caduta. Ritirati Hindley e Hollmann, conseguenze più o meno gravi per tanti altri corridori
Il Giro d'Italia 2025 vi stava annoiando? Beh, la sesta tappa della Corsa Rosa ha offerto un concentrato di emozioni lungo tutti i 227 km da Potenza a Napoli. Di molte di queste, in particolare quelle causate dalla max-caduta innescata da Jai Hindley a una settantina di chilometri dal traguardo, avremmo fatto volentieri a meno, ma che Giro sarebbe senza pericoli e polemiche?
Alla fine, a far festa sono Kaden Groves e la Alpecin-Deuceninck: lo sprinter australiano ha dominato la volata di Napoli, a cui non ha preso parte la maglia rosa Mads Pedersen: tra i coinvolti della succitata caduta, il danese ha preferito non correre altri rischi, potendo giovare della neutralizzazione dei tempi e dei punti per la maglia ciclamino decisa dalla direzione di corsa. Tutto invariato, dunque, in classifica generale alla vigilia del primo arrivo in salita dell'edizione 108, ma le conseguenze di questa frazione sul prosieguo del Giro non saranno affatto banali.
Giro d’Italia 2025, la cronaca della sesta tappa
Prima partenza in salita per la tappa più lunga dell’edizione numero 108 del Giro d’Italia e subito, per la prima volta in questa Corsa Rosa, si sono susseguiti diversi attacchi. Assente al via Alessandro Pinarello, costretto al ritiro a causa della frattura dello scafoide del polso sinistro rimediata dopo la caduta di ieri. Con alcuni velocisti – Moschetti su tutti – già con il collo tirato, si è selezionato un primo drappello di sei uomini, con all’interno anche la maglia azzurra Lorenzo Fortunato, anche oggi a caccia di punti. I sei – oltre a Fortunato, Ries, Turner, Černý, Engelhardt e Tarozzi – hanno raggiunto il minuto di vantaggio sul gruppo, con Lorenzo Germani a bagnomaria nel mezzo per qualche chilometro.
Il 23enne ciociaro della Groupama-FDJ è poi riuscito a rientrare sulla testa della corsa, ma da dietro si è mosso un quintetto di contrattaccanti, comprendente la maglia bianca Mathias Vacek, l’uomo ombra di Roglič, Jan Tratnik, Lucas Hamilton e Joshua Tarling per la Ineos e Davide Formolo. La situazione è diventata troppo pericolosa per le squadre dei velocisti e così, nei chilometri che hanno preceduto il Valico di Monte Carruozzo, la Visma ha preso la testa del gruppo e ha rapidamente chiuso prima sugli inseguitori, poi sul gruppo di testa. Il gruppo, dopo 30 km di corsa, ha finalmente preso fiato e in due hanno provato ad approfittare della situazione per lanciarsi all’attacco: Enzo Paleni (Groupama-FDJ) e Taco van der Hoorn (Intermarché-Wanty).
La nuova coppia al comando ha rapidamente accumulato più di un paio di minuti di vantaggio, che sono diventati addirittura 4’47” al primo sprint intermedio di Muro Lucano. Alle loro spalle, distante più di 2', Fortunato si era lanciato in un impegnativo inseguimento, dapprima in compagnia di Lucas Hamilton, per nulla collaborativo, poi da solo. Sulle non impossibili rampe di Monte Carruozzo, lo scalatore di Castel de’ Britti ha rapidamente recuperato i più di 2’ di ritardo che accusava a Muro Lucano, riportandosi sui due di testa e andando a prendersi i 18 punti del gpm e salendo a 47 punti nella classifica della maglia azzurra.
Fortunato ha percorso la discesa insieme a Paleni e Van der Hoorn, prima di rialzarsi e di farsi riassorbire da un gruppo controllato dalla Visma e dalla Alpecin. Nel frattempo, sul gruppo ha iniziato a piovere e il secondo traguardo volante di giornata, quello di Lioni, si è disputato sotto l'acqua. Davanti Paleni ha pacificamente preceduto Taco, mentre in gruppo la maglia rosa Mads Pedersen ha lanciato una volata lunga; troppo lunga, visto che sia Plowright (25enne oggi) che Kooij lo hanno superato, costringendo il danese ad accontentarsi del secondo punto di giornata guadagnato, dopo quello dello sprint di Muro Lucano.
Tra uno scroscio e l’altro, il vantaggio di Paleni e Van der Hoorn si è assestato intorno ai 2’ fino alla discesa verso Atripalda: preoccupate per l’asfalto scivoloso, le squadre dei big hanno alzato l’andatura per prendere la discesa nelle prime posizioni, portando il vantaggio dei battistrada anche sotto al minuto. Solo una caduta, senza conseguenze, in gruppo: coinvolti Filippo Zana e Lucas Hamilton. Nulla, in confronto a quanto stava per accadere…
Hindley innesca la prima maxi-caduta del Giro 2025
A 71 chilometri e mezzo dal traguardo, nell'abitato di Sperone, su un rettilineo in lieve discesa e con l’asfalto umido, Jai Hindley ha perso il controllo della ruota anteriore della sua bicicletta. L’australiano, vincitore del Giro 2022, ha battuto violentemente sull’asfalto con la parte destra del corpo e con il capo, innescando una maxi-caduta che ha coinvolto diverse decine di corridori. Hindley è rimasto a bordo strada per alcuni minuti, prima di essere caricato in ambulanza e trasportato all’ospedale di Caserta (stando a quanto riportato dalla Rai), dove passerà in osservazione la nottata. Oltre a lui, a riportate le conseguenze peggiori è stato Juri Hollmann: trasportato all’ospedale di Napoli, per il corridore della Alpecin-Deuceninck frattura del radio, oltre alla sospetta frattura del bacino e del femore.
Costretto al ritiro anche Dion Smith, mentre Josef Černý, nonostante un profondo taglio sulla gamba sinistra, ha stoicamente proseguito, dopo essere stato a un passo dal ritiro. Coinvolti tanti altri atleti: la maglia azzurra Fortunato, il vincitore del Giro 2019 Richard Carapaz, il giovane Paul Magnier e ancora Aleotti, Tratnik e Dani Martinez, compagni di squadra di Hindley e Roglič, incolume, Adam Yates e Jay Vaine, Derek Gee e Gerben Thijssen. Primož è stato tra i protagonisti, nei minuti successivi alla caduta, della trattativa tra corridori e direzione di corsa per decidere se e come proseguire la corsa.
Tappa neutralizzata per la classifica generale e per quella a punti
Per consentire i soccorsi ai corridori e ripristinare le condizioni di sicurezza in corsa, in primis la presenza delle ambulanze, la tappa è stata neutralizzata per qualche minuto. Durante questi istanti, si è svolta la “trattativa”, con la mediazione anche di Vincenzo Nibali, per portare la tappa a Napoli. Una trattativa molto semplice, vista la ferma volontà della direzione di corsa di scongiurare altri guai, su un asfalto particolamente scivoloso.

Mauro Vegni e il resto della direzione di corsa hanno deciso per la quasi totale neutralizzazione della frazione, valevole in pratica solo per definire l’ordine di arrivo. Neutralizzati i tempi, neutralizzati gli abbuoni, neutralizzati i punti per la maglia ciclamino, neutralizzato il chilometro Red Bull, nessun tempo massimo limite e ripartenza nei pressi di Nola con la medesima situazione del momento della caduta.
Come ovvia conseguenza della decisione della giuria, tantissimi corridori si sono lasciati sfilare dal gruppo, compresa la maglia rosa Mads Pedersen, coinvolto nella caduta e impossibilitato a lottare per la vittoria di tappa. Il ricongiungimento con Paleni e Van der Hoorn è stato tutt’altro che banale, nonostante il massimo impegno profuso non solo dalla Visma, ma anche dalla Cofidis (per la volata di Fretin) e soprattutto dalla Alpecin di Kaden Groves.
A 3 km dal traguardo un invasore di strada ha messo di nuovo in pericolo il gruppo, per fortuna senza conseguenze. Poche centinaia di metri più tardi il gruppo, assai smagrito per l'assenza di tutti gli uomini di classifica, si è definitivamente riportato sui due attaccanti di giornata. Nemmeno l'ultimo chilometro di questa folle tappa è stato avaro di emozioni: dapprima la Alpecin ha fatto il buco per un proprio corridore, ancora Plowright che ha guadagnato qualche decina di metri sui compagni; fiutato il pericolo, Wout Van Aert si è subito lanciato al suo inseguimento, con Kooij che ha a sua volta mollato la ruota dell'unico compagno di squadra a sua disposizione.
In seconda battuta, Van Aert ha superato a doppia velocità Plowright, inseguito da Mirco Maestri, intento a lanciare la volata a Giovanni Lonardi. Davanti al veronese Matteo Moschetti, che è partito ai 250 metri dal traguardo, sul lato sinistro della sede stradale. Alle sue spalle, Olav Kooij ha provato a infilarsi alle transenne, ma il velocista della Q36.5 non gli ha lasciato spazio, costringendo il Ghepardo di Numansdorp ad alzare bandiera bianca. Sull'altro lato della strada, Kaden Groves è partito come un razzo, superando a doppia velocità il resto del gruppo. Seconda vittoria al Giro d'Italia per l'australiano, al ventesimo hurrà in carriera, il primo in stagione, proprio come il trionfatore del primo sprint di questa Corsa Rosa, Casper van Uden.
Piazza d'onore per Milan Fretin, con Paul Magnier a completare il podio di giornata. Quarto Max Kanter e quinto, primo degli italiani, Lonardi. Zijlaard, Marcellusi, Mozzato, Govekar e Kooij hanno completato la top ten di questa pazza tappa, con Moschetti declassato dalll'ottavo posto dalla giuria. La maglia rosa Mads Pedersen è arrivato sul traguardo con quasi 10' di ritardo, ma ha ovviamente conservato il simbolo del primato in virtù della neutralizzazione. Difficile possa riuscirci anche domani, in occasione del primo arrivo in salita del Giro 2025, quello di Tagliacozzo.