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Lotto e Intermarché-Wanty verso la fusione: trattative in corso per unire le due squadre belghe

I due team belgi stanno lavorando a un accordo per creare una sola squadra WorldTour: ancora incertezza su nome, staff e licenze

Secondo Sporza, sta prendendo forma un’ipotesi clamorosa: due storiche squadre belghe, Lotto e Intermarché-Wanty, hanno avviato trattative concrete per unirsi in vista del 2026. Entrambe le formazioni sono alle prese con difficoltà economiche e la mancanza di sponsor principali, e vedono nella fusione la strada più solida per restare competitive ai massimi livelli.

Perché questa fusione?

Il team Lotto, che quest’anno festeggia 40 anni, è da tempo alla ricerca di risorse extra dopo l’uscita di Dstny a fine 2024. La Nationale Loterij ha coperto parzialmente il vuoto aumentando il suo contributo, ma solo in via temporanea. Secondo quanto riportato da HLN, il co-sponsor Caps ha colmato la lacuna alla partenza del Tour per appena 100.000 euro: “peanuts (noccioline)”, scrive il quotidiano.

Anche Intermarché-Wanty, nonostante la solidità tecnica e la presenza stabile nel WorldTour, soffre di un budget ridotto e non ha ancora chiuso rinnovi né mosso sul mercato. Il risultato? Alcuni corridori, come Francesco Busatto, sono già pronti a partire, probabilmente in direzione Alpecin-Deceuninck. In Lotto hanno già abbandonato la squadra Alec Segaert (Bahrain-Victorious) e Brent Van Moer (Q36.5). Altri corridori, come Arjen Livyns, stanno valutando la possibilità di un ritiro.

Sempre secondo HLN, nei giorni scorsi la Nationale Loterij e Intermarché hanno firmato una dichiarazione di intenti per la fusione. Resta da definire se la nuova struttura correrà con la licenza WorldTour di Intermarché o con quella ProTeam di Lotto (che comunque è in procinto di essere promossa), ma l’obiettivo è chiaro: nel 2026 rimarrà una sola delle due squadre belghe in WorldTour. Il Belgio, che oggi conta quattro grandi squadre WorldTour/ProTeam, potrebbe scendere a tre.

I nodi ancora aperti

Molti aspetti restano da chiarire: quale sarà il nome della nuova squadra? Chi sarà il CEO? (Per HLN, Jean-François Bourlart, attuale boss di Intermarché, dovrebbe essere il leader del progetto, mentre Stephane Heulot potrebbe restare fuori.) Quale staff tecnico resterà? (In dubbio il futuro di Aike Visbeek, oggi in Intermarché.) Quale sarà il fornitore di biciclette? (Orbea sembra in pole, sostituendo Cube.) Che fine faranno le squadre femminili e giovanili?

Biniam Girmay dopo il traguardo del Grand Prix Cycliste de Québec © Intermarché-Wanty
Biniam Girmay, atleta di punta della Intermarché-Wanty, dopo il traguardo del Grand Prix Cycliste de Québec © Intermarché-Wanty

Nel frattempo, sia Lotto sia Intermarché hanno già sotto contratto circa 20 corridori ciascuna per il 2026: almeno dieci resteranno senza posto. Non sorprende che il mercato si sia improvvisamente animato: Biniam Girmay è stato accostato ad Astana, mentre Dries De Bondt (obiettivo Lotto) ora sembra anch'egli vicino proprio ad Astana.

La presentazione ufficiale del progetto potrebbe arrivare lunedì, durante la seconda giornata di riposo del Tour

Arnaud De Lie ©Domestique___ via X
Arnaud De Lie, atleta di punta della Lotto ©Domestique___ via X

"Ci saranno forse corridori che ne faranno le spese. È molto triste, ma è la legge della domanda e dell’offerta"

“Si lavora a questa intesa, non è una voce, ci si sta muovendo concretamente verso questo accordo: l’obiettivo è che le due squadre si fondano”, ha spiegato José De Cauwer, direttore sportivo della Lotto, durante la diretta televisiva del Tour.

“C’è ancora moltissimo da chiarire, dai marchi delle bici alla sede logistica della squadra… Ma entrambe hanno problemi economici e hanno bisogno di fondi per essere sostenibili e all’altezza del WorldTour. Si sono trovate e ora approfondiranno i dettagli. Ci saranno forse corridori che ne faranno le spese. È molto triste, ma è la legge della domanda e dell’offerta.”

Per De Cauwer, il taglio di un team belga è necessario “Sì, ma oggi per stare nel gruppo bisogna soddisfare requisiti enormi, molto più che in passato. L’organizzazione è un impegno gigantesco, costa quasi più della squadra stessa.

Non lo definirei uno choc. Certo, qualche corridore potrebbe essere penalizzato, ed è spiacevole, ma purtroppo funziona così. Fare ciclismo costa, e i soldi bisogna trovarli in un modo o nell’altro. Questo può andare a scapito di qualcuno, ma è inevitabile.”

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