
Tadej Pogačar dominante a Hautacam. Tour de France stravolto sui Pirenei
Il campione del mondo vince con oltre due minuti su Vingegaard, su cui ora ha 3'31" in classifica. Lipowitz ottimo terzo, Evenepoel soffre ma si difende
Il Tour de France arriva sui Pirenei, Tadej Pogačar domina una tappa di montagna e indossa la maglia gialla. Poche ore prima, un ragazzo di 19 anni muore in seguito a una caduta in discesa al Giro della Valle d'Aosta, motivo per cui la cronoscalata di oggi è stata annullata. Due eventi che fanno parte della normalità del ciclismo di questi anni.
Il Tour de France non si è fermato, nessuno si aspettava che lo facesse. Forse si può arrivare a pensare che un tappone pirenaico sia già un modo per onorare la memoria di un ragazzo che si definiva ossessionato dal ciclismo come Samuele Privitera. Il problema è che è tutto il mondo del ciclismo sembra non avere intenzione di fermarsi e agire sul suo problema più grande. Anche se prima o poi succederà di nuovo, a un altro ragazzo o un’altra ragazza, come già accaduto fin troppe volte negli ultimi anni senza che ci fosse nessun passo avanti deciso sulla sicurezza.
Il Tour de France rimane sempre il centro dell’attenzione, e se avete aperto questo articolo è perché siete interessati alla cronaca della dodicesima tappa e di quello che è successo Hautacam, anche in una giornata in cui il ciclismo si dimostra profondamente ingiusto e inaccettabile. Finché ci sarà ancora interesse per i suoi protagonisti, forse questo sport potrà ancora salvarsi. Ma non lo farà di certo mandando avanti l'ingranaggio senza pensarci, dopo un breve saluto a chi non c’è più.
Tour de France 2025, la cronaca della dodicesima tappa
Senza salite subito dopo la partenza da Auch, servono tanti passisti di livello per portare via una fuga numerosa. Dopo una ventina di chilometri, un gruppo di oltre cinquanta corridori riesce ad avvantaggiarsi, con alcune squadre molto ben rappresentate. Tra queste spicca la INEOS Grenadiers, con Carlos Rodríguez all'attacco insieme a Tobias Foss, Thymen Arensman, Connor Swift e Axel Laurance.
Lo spagnolo è a 5'44" dalla maglia gialla, il più pericoloso tra gli uomini che puntano a risalire la classifica. In fuga con lo stesso intento anche Guillaume Martin (Groupama-FDJ), Ben O'Connor (Team Jayco AlUla), Emanuel Buchmann (Cofidis) e Mattias Skjelmose (Lidl-Trek). Tra gli scalatori interessati alla tappa ci sono Michael Storer (Tudor Pro Cycling), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Harold Tejada (XDS-Astana Team), Steff Cras (Team TotalEnergies), Einer Rubio e Pablo Castrillo (Movistar) e la maglia a pois Lenny Martinez insieme a Santiago Buitrago (Bahrain Victorious). Rappresentate anche UAE Team Emirates-XRG e Team Visma Lease a Bike con Tim Wellens e Tiesj Benoot, mentre Mathieu van der Poel va ancora all'attacco per lo sprint intermedio.
Dietro comunque non tutte le squadre sono favorevoli a questa situazione inattesa, e Uno-X Mobility e EF Education-EasyPost danno una mano alla UAE a non far decollare il vantaggio. Il distacco rimane sempre sotto i due minuti fino all'intermedio di Bénéjacq, dove Laurenz Rex (Intermarché-Wanty) batte Van der Poel e gli toglie un po' di punti per favorire Biniam Girmay. Ai piedi del Col du Sulour (11.8 km al 7.6%), i cinquanta fuggitivi hanno solamente 1'55".
Il vantaggio riaumenta leggermente sulla spinta di Tudor e soprattutto INEOS, con il ritmo di Axel Laurance che mette in difficoltà anche Lenny Martinez, Martin e O'Connor. Dietro fin da inizio salita ha preso in mano la situazione la Visma, prima con Victor Campenaerts e poi con Benoot staccato dalla fuga. Già a 54 dall'arrivo e ben prima dello scollinamento, Remco Evenepoel si stacca dal gruppo maglia gialla, scortato da Ilan Van Wilder per cercare di risalire.
Anche Ben Healy inizia a perdere contatto, ma con la maglia gialla si staccano anche Simon Yates e Matteo Jorgenson, togliendo alla Visma la possibilità di giocare sui numeri. L'andatura cala e i compagni di Vingegaard possono rientrare, mentre Pogačar ha ancora Adam Yates e Jhonatan Narváez con lui. Kévin Vauquelin (Arkéa B&B Hotels) è l'altro componente della top ten a staccarsi prima dello scollinamento, riuscendo comunque a rientrare in discesa.
Davanti Skjelmose attacca per primo, con Rodríguez in grossa difficoltà dopo il lavoro dei compagni. Woods riparte per prendere i punti al gpm, ma Armirail riesce a riprendere e staccare entrambi in discesa. Il francese approccia il Col des Bordères con 20" sul danese e il canadese, su cui rientrano anche Rubio e Storer. Il gruppo dei migliori è a poco più di due minuti, con Simon Yates che continua a tirare e Jorgenson ancora non brillante. Finito un gemello tocca all'altra, mentre UAE ritrova anche Wellens staccato dalla fuga.
Il ritmo cale e anche Evenepoel riesce a rientrare dopo una lunga rincorsa, mentre il gruppetto di Skjelmose viene ripreso in discesa. Armirail rimane solo al comando con due minuti di vantaggio, gap con cui arriva ai piedi di Hautacam. Gli uomini di classifica arrivano quindi tutti insieme alla salita finale, con quattro minuti di vantaggio su Healy, andato in crisi anche per il gran caldo.

Tadej Pogačar padrone dei Pirenei
Con Jorgenson e Yates subito distanziati, Wellens e Narváez terremotano il gruppo fin dalle primissime rampe di Hautacam. L'accelerazione dell'ecuadoriano stacca tutti tranne Vingegaard, che però non ha nessuna possibilità di rispondere all'attacco di Pogačar a 11 chilometri dalla vetta.
Il campione del mondo prende dieci secondi sullo scatto e poi continua ad aumentare, e ben presto il suo unico rivale danese diventa il record di Bjarne Riis (non superato). Vingegaard ha già un minuto ai -6, e nel finale è il tempo da recuperare sul leader che il margine sul terzo. Nella lotta per il podio il più brillante è Florian Lipowitz, che dopo una serie di scatti riesce a distanziare Tobias Halland Johannesen (Uno-X Mobility), il compagno Primož Roglič (Red Bull-BORA-hansgrohe) e per ultimo Oscar Onley (Team Picnic PostNL), andandosene da solo a 3.5 chilometri dal traguardo.
Pogačar arriva in solitaria con due minuti e dieci secondi, si prende la rivincita su questa salita dopo la sconfitta del 2022 e la maglia gialla, con un gap astronomico sul secondo. Lipowitz chiude a soli tredici secondi da Vingegaard, mentre Johannesen e Onley sprintano per il quarto posto a tre minuti esatti. Vauquelin chiude in crescendo e arriva a 3'33", appena davanti a Evenepoel, a sua volta ripresosi nel finale. Andamento opposto invece per Roglič, nono a oltre quattro minuti e passato anche da Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale). Jorgenson arriva a 10'25" e abbandona la lotta per il podio, Healy prende quasi quattordici minuti.
La cronoscalata di domani a Peyragudes sarà un ulteriore test dei valori in salita, ma è a dir poco improbabile che riservi sorprese in chiave maglia gialla. Pogačar ci arriva con 3'31" su Vingegaard, 4'45" su Evenepoel, che mantiene il podio virtuale. Lipowitz, Vauquelin e Onley sono tutti entro il minuto e mezzo dalla maglia bianca, in una lotta che avrà ancora qualcosa da dire.