Vlasov vince sulla Madone d'Utelle ©BELGA images
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Il tempo è da lupi, ma è Vlasov che beffa il Wolfpack

Parigi Nizza: Il russo si invola e vince la settima tappa. Evenepoel secondo, ma non riesce a fare il vuoto. McNulty resta leader per 4"

09.03.2024 16:19

E' appannaggio di Alexander Vlasov l'arrivo in salita della Madone d'Utelle, nella settima tappa della Parigi Nizza 2024, quella che non è stata la frazione regina come nei piani, ma poteva comunque essere il momento per Remco Evenepoel affrontare gli avversari a viso aperto, senza cadere vittima dei giochi tattici, o della sfortuna dovuta alle condizioni meteo che hanno funestato la corsa, e l'hanno probabilmente anche penalizzato nella cronometro a squadre della terza tappa.

Dopo aver pagato per due volte il gioco di rimessa, il Wolfpack ha oggi provato a prendere in mano la corsa per permettere al proprio leader di sferrare l'attacco decisivo sulla salita finale, ma l'azione di Remco è stata meno efficace del previsto, tanto che dopo il suo tentativo, il primo a partire in contropiede ha poi centrato la vittoria. Alexander Vlasov ha infatti coronato la propria azione, godendo anche di un certo disinteresse rispetto agli altri scalatori in GC: per il russo la vittoria non arrivava dalla quinta tappa del Tour de Suisse 2022. McNulty ha cercato di limitare i danni: ora ha solo 4" di vantaggio su Jorgenson, 35" su Skjelmose e 36" su Evenepoel, ma non è detto che il profilo della tappa di domani non si addica di più alle sue caratteristiche permettendogli meglio di difendersi

Parigi-Nizza 2024, la cronaca della settima tappa

La tappa, partita da Nizza, era stata accorciata a soli 104 km per le condizioni metereologiche della salita a Sisteron, che era inizialmente prevista. L'arrivo è stato spostato in vetta alla Madone d'Utelle, salita di 15.3 km con una pendenza media del 5.7%, e passaggi all'8%. 

Non hanno ripreso il via diversi velocisti: Arnaud Démare (Arkéa - B&B Hotels) Dylan Groenewegen (Jayco AlUla) Pascal Ackermann (Free Palestine) Gerben Thijssen (Intermarché- Wanty) e Rick Zabel (Free Palestine), probabilmente non molto disposti a prendere ulteriore freddo, viste le situazioni metereologiche pessime che la sta incontrando, in assenza di obiettivi alla loro portata. 

Dopo sette chilometri hanno preso il largo, Benjamin Thomas (Cofidis), Johan Jacobs (Movistar), Martijn Tusveld (dsm-firmenich PostNL), poi inseguiti da  Brent Van Moer (Lotto Dstny), Gijs Leemreize (dsm-firmenich PostNL) e Sandy Dujardin (TotalEnergies). Ai -85 Tuslveld è stato raggiunto dal primo gruppo inseguitore, dopo una sosta per problemi meccanici, ma dopo altri 10 km sia lui che Dujardin sono stati ripresi dal gruppo dei migliori, stessa sorte poi toccata a Leemreize. 

Sia la INEOS Grenadiers che la Soudal Quick-Step, questi ultimi decisi a portare il capitano Remco Evenepoel sull'ultima salita, hanno collaborato all'inseguimento. Ai -37 Anche Thomas ha ceduto e Jacobs è rimasto solo al comando, senza mai prendere troppo margine. Ai -22  Harold Tejada (Astana Qazaqstan), nono in classifica, è incappato in una foratura, ma ha impiegato molto tempo ed energie a rientrare, pagandole sull'erta finale, che il gruppo affrontava guidato prima da Joshua Tarling (INEOS Grenadiers) e poi da Lous Vervaeke (Soudal Quick-Step), mentre Jacobs, da tempo rimasto solo, conservava circa 25" di vantaggio, venendo poi ripreso nei primi chilometri della salita. Ai -7 Egan Bernal (INEOS Grenadiers), che era sulla ruota di Evenepoel, ha vinto il traguardo volante di Utelle, seguito da Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step) ed Evenepoel: i tre hanno guadagnato rispettivamente 6", 4" e 2". Van Wilder ha poi ripreso in mano le operazioni, preparando l'attacco del proprio capitano.

La corsa sulle rampe della Madone d'Utelle ©sprintcycling
La corsa sulle rampe della Madone d'Utelle ©sprintcycling

Quando ai 4.3 dall'arrivo si è spostato Van Wilder, il campione belga ha provato ad accelerare, seguito subito dal duo statunitense Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike) e Brandon McNulty (UAE Emirates), leader della generale.  A partire in contropiede dopo i -4 è stato Aleksandr Vlasov (BORA-hansgrohe), che in poche centinaia di metri ha preso un vantaggio di circa 8". A questo punto l'unico gregario rimasto nel gruppetto di testa, comprendente Primož Roglič (BORA-hansgrohe), Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious), Luke Plapp (Jayco AlUla), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Evenepoel, Jorgenson e McNulty, era  Wilco Kelderman (Visma | Lease a Bike), che ha cercato di contenere il distacco da Vlasov. Per la Decathlon infatti Felix Gall, ottavo in GC questa mattina non è risuscito a stare con Aurélien Paret-Peintre: domani ripartirà fuori dalla top ten della GC. Anche Egan Bernal ha ceduto intorno ai -2.5, prima che Remco sferrasse il secondo attacco ai -2, senza riuscire nuovamente a fare il vuoto: sulle sue ruote sono rimasti Buitrago, Roglič e Jorgenson, mentre Skjelmose si è riportato sui quattro inseguitori in un momento successivo. Evenepoel si è incaricato in prima persona dell'inseguimento di Vlasov, che ha avuto un vantaggio massimo di 21" quando il belga si è rialzato per prendere fiato per la volata finale. Vlasov ha così tagliato il traguardo con 8" sul gruppo di Evenepoel, secondo, che ha comunque anticipato Roglič, che aveva potuto stare sulle ruote negli ultimi chilometri, avendo il compagno Vlasov in testa alla corsa. Con loro sono arrivati Skjelmose e Jorgenson, quarto e quinto, mentre più indietro si sono piazzati Buitrago (a 13" da Vlasov) e McNulty, che pur perdendo 27" dal russo, ha conservato il primato per 4".

Jorgenson con 4", domani si decide tutto sul Col des Quatre Chemins

La nuova GC vede dunque in testa McNulty seguito dal connazionale Jorgenson a 4", poi da Skjelmose a 35" e da Evenepoel a 36". Domani ultima tappa, 109 chilometri da Nizza a Nizza con il solito profilo altimetrico accattivante: tre côtes di seconda categoria nella prima parte di tappa, prima della Côte de Peille, prima categoria, un passaggio sulla vetta del Col d'Èze (solo 1.6 km l'ascesa vera e propria), e l'ultima asperità, il Col des Quatre Chemins, che ha rimpiazzato la salita integrale del Col d'Èze proposta negli ultimi anni.

 
 

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