Uno screenshot dal video dell'annuncio del rinnovo di Olav Kooij: protagonisti Jonas Vingegaard e Christophe Laporte. (C) Team Jumbo-Visma Twitter
L'Artiglio di Gaviglio

Van Aert-Jumbo, un matrimonio agli sgoccioli?

Se già il suo inserimento nella formazione del Tour, nonostante un figlio in arrivo, era sembrato un’imposizione del team, l’inatteso rinnovo di Kooij riduce ulteriormente lo spazio di Wout all’interno della squadra: e ora che succede?

22.06.2023 21:00

Quello tra Wout Van Aert e la Jumbo-Visma è un matrimonio indissolubile. O almeno, questa è l’impressione che ne abbiamo sempre avuto dall’esterno, tra dichiarazioni d’amore reciproche e gesti eclatanti come la Gent-Wevelgem regalata a Laporte dal fuoriclasse belga, non più tardi di tre mesi fa. Negli ultimi tempi, però, sembrano esserci stati degli scricchiolii, e curiosamente, proprio come talvolta accade anche tra le coppie più innamorate, la miccia potrebbe essere stata l’arrivo di un bambino.

Nello specifico, il secondogenito della famiglia Van Aert, che la moglie Sarah De Bie dovrebbe mettere al mondo a cavallo tra luglio e agosto. Qualora, però, il piccolo nascesse qualche giorno prima del tempo, il lieto evento andrebbe a coincidere con il Tour de France, e papà ha già fatto sapere che in tal caso non ci penserebbe due volte a fare le valigie e raggiungere l’ospedale di Herentals. La cosa ha peraltro fatto storcere il naso a molti tifosi, che hanno accusato Wout di non tenere nella giusta considerazione l’importanza della Grande Boucle ed il lavoro dei compagni di squadra. 

Come se il Tour de France, per quanto importante, dovesse far passare in secondo piano qualsiasi altra cosa. E un figlio non è certo una cosa qualsiasi. È dunque irricevibile l'obiezione di chi afferma che Van Aert, in quanto corridore professionista, non avrebbe dovuto mettere in cantiere un bambino proprio per il mese di luglio. Come se i tempi di una gravidanza si potessero pianificare a questo livello di dettaglio. Addirittura c'è chi ha consigliato a Van Aert, e agli sportivi in generale, di attendere la fine della carriera agonistica per mettere al mondo degli eredi e avere così più tempo da dedicare loro, giudicando ipocrita voler assistere al parto se poi si passa la maggior parte dell’anno lontano dalla famiglia, tra gare e allenamenti. Un pensiero che però non tiene in conto il concetto di qualità del tempo dedicato alla cerchia degli affetti, ma solo della sua quantità, e che ignora la legittima aspirazione a diventare genitori all’età che ciascuno ritiene più opportuna. Senza contare che, magari, al di là del desiderio – anche egoistico, certo – di conoscere subito il bambino, un padre voglia partecipare al parto innanzitutto per assistere la propria compagna, non essendo, il travaglio, esattamente l'esperienza più rilassante che possa capitare a una donna.

In buona sostanza, la scelta è talmente privata e personale che saranno sacrosanti cavoli di Wout e di Sarah, non credete?

C'è, però, un'altra lettura che rende la vicenda meritevole di approfondimento anche per chi, più che al gossip, si interessa al ciclismo. Ed ha a che fare con i rapporti tra il RollingStone di Herentals e, appunto, la sua squadra. Perché l'unica obiezione sensata che possiamo fare, dall'esterno, è rispetto alla scelta di mettere in calendario il Tour sapendo già, con mesi di anticipo, che il lieto evento potrebbe aver luogo proprio a luglio. E dunque, ci chiediamo: siamo sicuri che sia stato Van Aert a voler partecipare alla Grande Boucle ad ogni costo o non sarà stata, piuttosto, un'imposizione del team, mal digerita dal diretto interessato? Se così fosse, certe recenti esternazioni del belga potrebbero essere interpretate sotto un'altra luce. A cominciare da quando, meno di un mese fa, Wout annunciò di volersi concentrare più sulle tappe, comprese quelle di montagna, e meno sulla maglia verde.

Ora, siccome la classifica a punti, lo scorso anno, era venuta anche in conseguenza del gran lavoro fatto per Vingegaard, in virtù del quale il belga aveva fatto la corsa praticamente per tutte le ventuno tappe, ritrovandosi così ogni giorno negli ordini d'arrivo (perfino ad Hautacam!, quando con le sue trenate riuscì addirittura a far staccare definitivamente Pogačar, per poi chiudere la tappa al terzo posto), questa intenzione di disinteressarsene per puntare alle singole frazioni potrebbe indurre a pensare che, nei giorni restanti, quest'anno Van Aert preferisca risparmiarsi, invece di faticare per il proprio capitano. Uno potrebbe anche affermare che è vero il contrario, e cioè che Wout non vuole puntare alla maglia verde proprio per concentrare tutte le energie sulla riconferma in giallo di Vingegaard. Ma siccome il fiammingo ha detto di volere vincere anche in montagna, e aggiunto di puntare ad uscire dalla Grande Boucle più fresco che negli anni passati, in modo da arrivare con la gamba piena al mondiale agostano di Glasgow, il dubbio rimane. Tanto più, a maggior ragione, nel momento in cui ci dice anche di essere pronto a salutare tutti in caso di novità dal reparto maternità dell'ospedale di Herentals.

Della serie: "Cara Jumbo, sono anni che in Francia mi faccio il mazzo tanto per le ambizioni altrui, prima di Roglič e ora di Vingegaard, solo perché me lo chiedete. Quest'anno avevo annunciato già a febbraio che sarei diventato di nuovo papà proprio tra la fine di luglio e i primi di agosto, ma voi mi avete voluto comunque mettere nella lista per il Tour: ok, se insistete ci vado, ma a questo punto mi faccio anche un po' gli affari miei, selezionando le tappe a cui puntare, e pazienza se saranno le stesse che interessano a Jonas, e facendo pure le valigie prima del tempo, se necessario". 

D'altra parte, per quel che vale, anche dall'appena rilasciata serie Netflix "Tour de France Unchained" sono emersi alcuni screzi in merito alla coesistenza tra Van Aert e Vingegaard alla Boucle di un anno fa, con il danese scazzato per non essere stato atteso dal belga nella poi vittoriosa, per quest'ultimo, tappa di Calais, e con il belga effettivamente richiamato ad una maggiore disciplina di squadra dai suoi direttori sportivi, tradottasi – a titolo di esempio – nella rinuncia a qualsiasi ambizione personale nella tappa del pavé. Tutta scena ad uso e consumo degli abbonati alla piattaforma, nel nome dell’Algoritmo? Probabilissimo, perché non c'è niente di più artefatto di un dietro le quinte concepito per la messa in onda televisiva (pensiamo agli streaming dei Cinque Stelle tempi d'oro!), però a pensar male, ogni tanto, ci si azzecca. O no?

E se davvero l'idillio tra Van Aert e la Jumbo fosse solo di facciata, chissà che non si arrivi ad un clamoroso divorzio in sede di ciclomercato! In fondo i calabroni sono fortissimi dappertutto e potrebbero perfino fare a meno di Wout, tanto più con un Christophe Laporte diventato improvvisamente vincente sui suoi stessi terreni. Mentre là fuori ci sono squadre cariche di soldi, ma senza più un campione di primissimo piano tra le proprie fila, vero Dave Brailsford? Oppure c'è l'Emiro di Dubai, che certo ha già Pogačar, Almeida, Ayuso e Adam Yates, ma a cui piace collezionare figurine e che, affiancando Van Aert a Tadej, potrebbe comporre una coppia imbattibile nelle classiche. 

Negli ultimi giorni, poi, un ulteriore elemento si è aggiunto ad alimentare simili speculazioni: la decisione della Jumbo di rinnovare il contratto ad Olav Kooij, giovane e forte velocista classe 2001 che, da mesi, era invece dato in partenza per altri lidi. La permanenza fino al 2025 del possente sprinter olandese, peraltro, è stata annunciata in un breve video apparso sui social che, a sua volta, potrebbe volerci dire anche qualcos’altro: nella scenetta si vedono Jonas Vingegaard e Christophe Laporte intenti a registrare dei videomessaggi di commiato a Kooij, essendo entrambi certi della partenza del compagno alla fine di questa stagione. I due, però, vengono interrotti dal direttore sportivo Merijn Zeeman, che annuncia loro il rinnovo di Olav. Ecco: non soltanto la scelta, di per sé, di prolungare il contratto ad un corridore con le caratteristiche di Kooij, in una squadra vocata prevalentemente ai grandi giri, sembra restringere il campo d’azione di Van Aert all’interno del team. Ma anche il fatto che tra gli uomini scelti per rappresentare la Jumbo nel video, accanto a Vingegaard, ci sia Laporte e non Wout, qualche ulteriore dubbio lo semina. 

Poche settimane e sapremo: sia il nome del nuovo arrivato in casa Van Aert, sia soprattutto cosa avrà deciso di fare, da grande, il papà.

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