Tadej Pogačar fa il vuoto a Vallter 2000 ©Volta a Catalunya
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Pogačar va già a 2000 e fa il vuoto nel gelo di Vallter

Lo sloveno domina sul primo arrivo in salita della Volta a Catalunya, in una tappa segnata dal maltempo. Landa e Vlasov a quasi un minuto e mezzo, poi tutti gli altri

19.03.2024 15:36

Tadej Pogačar fa quello che vuole nella seconda tappa della Volta a Catalunya e vince per netto distacco con un attacco negli ultimi sei chilometri di fila: quando parte gli avversari non lo possono vedere, e questa volta nemmeno gli spettatori da casa. A causa del maltempo che si è abbattuto sulla corsa in prossimità della salita finale di Vallter 2000 ci sono state pochissime immagini dell'azione del fenomeno sloveno, che per la prima volta quest'anno ci ricorda di essere anche uno scalatore più che discreto, oltre a poter arrivare terzo in volata ristretta alla Milano-Sanremo.

Quella di oggi è la sua seconda vittoria per netto distacco in queste prime uscite stagionali dopo quella delle Strade Bianche, arrivata in uno scenario e contro una tipologia di avversari decisamente differente. Dal gruppo alle sue spalle sono emersi molto bene Mikel Landa e Aleksandr Vlasov, dando ottimi indicazioni sul loro stato di forma, a differenza di altri scalatori molto quotati presenti al via e che per vari motivi non sono ancora al top della condizione, come Sepp Kuss (dodicesimo a 2'03") o Simon Yates (a 2'27"), o come Cian Uijtdebroeks (a 2'45") e Geraint Thomas (a 3'30"), che insieme a Pogačar saranno al via del Giro d'Italia. Quel che è certo è che da qui in avanti alla Volta a Catalunya si correrà per il secondo posto.

Selfie post-vittoria per Pogačar ©Volta a Catalunya
Selfie post-vittoria per Pogačar ©Volta a Catalunya

Volta a Catalunya 2024, la cronaca della seconda tappa

In fuga ci sono Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Kevin Colleoni (Intermarché-Wanty), Samuel Fernández (Caja Rural Seguros-SGA), Álex Jaime (Equipo Kern Pharma), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi) e Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH). Il loro vantaggio si stabilizza rapidamente oltre i sei minuti, mentre alle loro spalle, a diretta televisiva non ancora iniziata, un piccolo allarme per chi stava seguendo la diretta testuale: Pogačar esce dal gruppo ai -165 insieme al compagno Domen Novak, salvo poi rientrare nei ranghi qualche chilometro. Non si trattava di una tattica spregiudicata, ma a quanto pare solo del bisogno di un toilet break di emergenza.

Da quel momento in avanti la UAE Emirates si rimette a controllare l'andatura in gruppo, pur avendo già perso Jay Vine, non ripartito questa mattina. Dopo oltre centoventi chilometri quasi totalmente pianeggianti, i fuggitivi arrivano sul Coll de Coubet (9.6 km al 5.2%) con un vantaggio di poco superiore ai tre minuti. Il gruppo di testa si seleziona sulla spinta del giovane Fernández, che si porta dietro solo Janssens e passa per primo in cima alla salita, portandosi virtualmente in testa alla classifica scalatori, in attesa di Vallter 2000.

Dietro non c'è molto da segnalare in salita, ma in discesa il gruppo si fraziona ancora sulla spinta degli UAE, con Pogačar che allunga in prima persona e fa il vuoto per qualche curva, prima di essere raggiunto da un gruppetto con i compagni Marc Soler e Pavel Sivakov e poi dal resto del plotone. Andarsene nel lungo tratto di falsopiano che precede la salita finale sarebbe stato fin troppo coraggioso, ma Tadej dimostra ancora una volta di essere venuto a questa corsa per provare qualcosa di molto fuori dagli schemi, divertirsi e divertire il pubblico.

Con l'avvicinarsi della salita davanti rimane da solo Janssens, mentre aumenta notevolmente l'intensità della pioggia, che rende ancora più duro l'arrivo a 2100 metri di altitudine. La UAE rimane ovviamente la squadra faro della corsa già dai primi metri di salita, anche senza forzare da subito l'andatura. Le avverse condizioni meteo impediscono di avere immagini molte immagini della salita conclusiva, ma ci sono ben pochi dubbi su quello che stava per accadere.

L'attacco di Pogačar

Dopo aver ripreso Janssens e fatto lavorare i suoi, Pogačar lancia il suo attacco decisivo a 5.4 chilometri dalla cima, e fa subito il vuoto alle sue spalle, anche se purtroppo ci saranno pochissime immagini della sua cavalcata. Alle sue spalle si corre per il secondo posto, con João Almeida che a quel punto ha spazio per fare classifica parallela insieme agli inseguitori del suo illustre compagno di squadra. Con lui ci sono Mikel Landa (Soudal Quick-Step), Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe), Cian Uijtdebroeks (Team Visma Lease a Bike), Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Chris Harper (Jayco AlUla) e Harold Tejada (Astana Qazaqstan), che dopo meno di due chilometri dall'attacco di Pogačar pagano già quaranta secondi.

Tejada è il primo a subire le accelerazioni e perdere le ruote, ma anche Uijtdebroeks si stacca quasi subito e al traguardo pagherà quasi tre minuti, mentre Sepp Kuss non è riuscito a seguire subito e alla fine farà meglio del compagno di squadra, ma in generale il Team Visma LAB non esce bene dal primo arrivo in salita della settimana. I tre più brillanti nel secondo gruppo sono Landa, Vlasov e Martinez, che prova a forzare per distanziare gli altri tre rimasti. Bernal riesce a chiudere il buco portandosi dietro Almeida e Harper, ma poco dopo è Landa a rinforzare l'andatura, guadagnando qualche secondo insieme a Vlasov. 

Il basco si mostra subito il più brillante in quella che già una lotta per il podio, e alla lunga riesce anche a fiaccare Vlasov e dargli un secondo di gap nel finale. Un minuto e ventitré secondi prima, fortunatamente ripreso dalle telecamere fisse nelle ultime centinaia di metri della sua cavalcata, era arrivato Tadej Pogačar, che mette subito una serissima ipoteca su una delle corse di una settimana che deve ancora aggiungere alla sua bacheca. Domani a Port Ainé (18.4 km al 6.7%, 1967 metri di altitudine) potrà arrivare la replica, sperando in condizioni meteo più clementi per il fisico dei corridori e per poterli vedere in azione.

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