La volata tra Van der Poel e Van Aert al Giro delle Fiandre 2020 © Getty Images
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Come ti vinco il Giro delle Fiandre: le ultime cinque vittorie

Ripercorriamo insieme le ultime cinque edizioni della Ronde, dall'arrivo in solitaria di Niki Terpstra nel 2018 al duello fra Tadej Pogacar e Mathieu van der Poel nel 2022: ecco come si vince la Ronde

Per gli appassionati delle due ruote il mese di aprile rappresenta da anni il culmine della campagna del nord. Ogni anno il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, salvo alcune eccezioni, si sono sempre spartite le prime due domeniche del mese chiamando a raccolta gli appassionati di mezzo mondo. La Ronde è tra le due quella che meglio rappresenta la fine di un ciclo che ogni anno si ripete: nelle Fiandre si disputano le principali corse di preparazione del nord, dalla Omloop Het Nieuwsblad alla Dwars door Vlaanderen passando per la E3 Saxo Classic e la Gent-Wevelgem.

In vista di un'edizione 2023 che si preannuncia a dir poco scoppiettante, vediamo insieme come è stata vinta questa corsa negli ultimi cinque anni: dalla cavalcata trionfale di Niki Terpstra al tempismo da campione di Alberto Bettiol, passando per i due successi di un perfetto Mathieu van der Poel intervallati da un super Kasper Asgreen.

2018: Terpstra, emblema di una grande Quick-Step

La corsa fu contraddistinta da un attacco negli ultimi 60 chilometri di alcune seconde linee di livello, tra cui Sebastain Langeveld, Dylan van Baarle e soprattutto un rampante e giovanissimo Mads Pedersen. Questi tre corridori rimasero al comando con un vantaggio abbastanza importante sul gruppo principale, che a 45 chilometri dall'arrivo poteva contare ancora diverse unità. A rompere gli indugi fu proprio Niki Terpstra che mise in fila indiana il gruppo sul Kruisberg, terzultimo muro di giornata. Questo attacco durò una manciata di metri e allo scollinamento il neerlandese fu ripreso. In una fase di studio Vincenzo Nibali, recente vincitore della Milano-Sanremo e in forma a dir poco smagliante, allungò sul falsopiano tra Kruisberg e Oude Kwaremont. Sulla sua ruota si fiondò proprio Terpstra, che riuscì a sorprendere gli avversari in un tratto all'apparenza interlocutorio.

Terpstra cercò di dare linfa all'azione di Nibali, che nel frattempo cominciava ad apparire leggermente provato e dopo poche centinaia di metri non riuscì più a tenere la ruota dello scatenato neerlandese. Alle loro spalle nessuno fu capace di prendere le redini del gruppo, con la Quick-Step impegnata a rompere i cambi per lasciare spazio al proprio capitano. Da quel momento fino al traguardo Terpstra diede sfogo a tutta la sua potenza senza voltarsi più: sull'Oude Kwaremont, riprese i tre battistrada, li staccò e sul Paterberg, nonostante qualche difficoltà, riuscì a resistere al rientro di un Pedersen sorprendente, andando a vincere l'edizione 102 della Ronde.

Terpstra esulta sul traguardo di Oudenaarde © Getty Images

Grazie a questo successo Terpstra riuscì a conquistare entrambe le classiche monumento del nord, dopo il successo alla Parigi-Roubaix di quattro anni prima. Sul podio finirono proprio Mads Pedersen, unico a resistere al rientro del gruppo e capace di ottenere il suo primo e finora unico podio in una monumento a soli 22 anni, e Philippe Gilbert, a completare una campagna fiamminga tra le più prolifiche nella storia della Quick-Step.

2019: un cinico Bettiol riporta in alto l'Italia

A dodici anni dal trionfo di Ballan, il tricolore tornò sul gradino più alto del podio al Giro delle Fiandre grazie ad Alberto Bettiol. Alla sua sesta stagione nel World Tour, il toscano era ancora a caccia della prima vittoria in carriera tra i professionisti. La mattina del 7 aprile 2019 il suo palmarès poteva contare un 2° posto alla Bretagne Classic 2016 e un'altra piazza d'onore poche settimane prima nella cronometro conclusiva della Tirreno-Adriatico, alle spalle del solo Victor Campenaerts.

Ad animare una corsa caratterizzata da un controllo totale tra i big ci pensò Mathieu van der Poel, alla sua prima monumento in carriera. A 60 chilometri dall'arrivo in neerlandese forò e nel tentativo di chiamare l'ammiraglia cadde, restando a terra per un minuto scarso prima di riprendere la bici e dare vita a una grande rimonta tra i muri fiamminghi. Van der Poel raggiunse la coda del gruppo nel giro di qualche chilometro, mentre davanti Kasper Asgreen e Dylan van Baarle diedero vita alla prima, vera azione da parte dei favoriti. Il loro attacco fu ricucito in vista del penultimo muro, l'Oude Kwaremont, dove gli uomini in rosa della EF presero le redini del gruppo. A 18 chilometri dall'arrivo uno scalpitante Bettiol riuscì ad allungare, sorprendendo in primis Greg Van Avermaet - che in quel momento guidava il gruppo - e via via tutti gli altri, sorprendentemente sulle ginocchia dopo l'attacco del toscano. Sul Paterberg il vantaggio di Bettiol non calò, anzi aumentò, e ciò gli permise di tagliare il traguardo in solitaria per conquistare la sua prima vittoria da professionista. Sul podio giunsero il già citato Asgreen, evaso nel finale, e Alexander Kristoff.

L'attacco decisivo di Bettiol per conquistare la Ronde © Getty Images

2020: Van der Poel prevale nel duello più atteso

Un'edizione anomala: la Ronde 104 si disputò ad ottobre a causa della pandemia di Covid-19 e senza pubblico ad incitare i corridori sulla strada. Ad animare la corsa ci pensarono Mathieu van der Poel e Wout Van Aert, in uno dei loro primi di tanti duelli su strada. I due crossisti partivano con i favori del pronostico insieme a Julian Alaphilippe, capace di conquistare la maglia iridata tre settimane prima a Imola e intenzionato a mettersi in mostra anche sul pavè, supportato da Kasper Asgreen e Yves Lampaert.

A portare via l'attacco buono negli ultimi 50 chilometri fu proprio Alaphilippe, che attaccò sul Koppenberg e diede poi un'altra botta nel settore di Steenbeekdries. Sulla sua ruota non mancava un prontissimo Van der Poel e alla coppia di testa si unì presto anche Van Aert, non impeccabile sui muri precedenti ma capace di sfruttare le sue enormi doti in pianura per chiudere il distacco. Il terzetto era pronto per giocarsi la corsa, ma a 35 chilometri dall'arrivo Alaphilippe urtò una moto dell'organizzazione ferma a bordo strada, evitata per miracolo dai due compagni d'attacco, e finì rovinosamente a terra, fratturandosi una mano e uscendo di scena nel peggiore dei modi dalla sua prima Ronde.

Van Aert e Van der Poel evitano la moto, Alaphilippe no: la sua Ronde finisce qui

A questo punto Van der Poel e Van Aert, con un vantaggio rassicurante sul gruppo, proseguirono di comune accordo fino al traguardo giocandosi la corsa in volata. A lanciare lo sprint ai 200 metri fu Van der Poel, che con una notevole progressione riuscì a tenere dietro il belga, andando a scrivere il proprio nome nell'albo d'oro a 34 anni di distanza dalla vittoria del padre Adrie. Il 3° posto fu ancora una volta di Alexander Kristoff, bravo a regolare il gruppo inseguitore allo sprint.

2021: Van der Poel ci riprova, Asgreen dice no

Nel 2021 tutto sembrava pronto per un'altra sfida a due tra Van der Poel e Van Aert; con un Alaphilippe fortemente ridimensionato dalla caduta dell'edizione precedente, un Davide Ballerini ancora alle prime armi sul pavè e gli storici gregari che cominciavano a perdere qualche colpo, in casa Deceuninck-Quick Step era importante trovare un nuovo leader per le pietre. La scelta ricadde sull'ambizioso Kasper Asgreen. Il danese, già 2° nel 2019, condusse una campagna del nord più che discreta dominando la E3 Classic corsa che conquistò al termine di una giornata all'attacco.

Anche in questa edizione la corsa si accese a 50 chilometri dall'arrivo, con i primi attacchi che videro protagonisti Alaphilippe e Stefan Bissegger, presto raggiunti da un drappello di altri sette atleti con all'interno, oltre a Van der Poel, Asgreen e Van Aert, anche Thomas Pidcock. La corsa esplose nei pressi dell'Oude Kruisberg grazie al forcing di Van der Poel che scremò il gruppo ulteriormente spianando la strada a un attacco di Asgreen a 27 chilometri dall'arrivo. Solo Van der Poel e Van Aert riuscirono a seguire il danese, dirigendosi verso il dittico Oude Kwaremont e Paterberg per giocarsi la corsa. Sul Paterberg, Asgreen forzò ancora una volta il ritmo, portandosi dietro Van der Poel e lasciando sul posto Van Aert.

Asgreen e Van der Poel si involano verso il traguardo © Getty Images

La corsa si risolse anche in questo caso con una volata a due: Van der Poel lanciò lo sprint da favorito in prima posizione, ma Asgreen si dimostrò in giornata di grazia e ribaltò il pronostico a 50 metri dall'arrivo, quando un fiacco Van der Poel smise di pedalare abidcando in favore del danese, che mise la ciliegina sulla torta dopo una giornata da assoluto protagonista. Il 3° gradino del podio fu occupato da Greg Van Avermaet.

2022: Tadej perfetto fino all'arrivo, Van der Poel esulta ancora

L'edizione più recente è stata la prima a cui Tadej Pogacar ha preso parte. Lo sloveno aveva iniziato il 2022 da dominatore vincendo UAE Tour e Tirreno-Adriatico e animando la Milano-Sanremo, chiusa poi al 5° posto. L'assalto alla Ronde fu preceduto da un 10° posto alla Dwars door Vlaanderen, al suo primo approccio sul pavè tra i professionisti. Al Giro delle Fiandre, un po' come Alaphilippe due anni prima, lo sloveno giunse come outsider principale, approfittando anche dell'assenza del malato Wout Van Aert e di un Mathieu van der Poel rientrato alle corse appena due settimane prima alla Milano-Sanremo.

A 44 chilometri dal termine si capì chi sarebbero stati i protagonisti della Ronde 106. Ai piedi del Koppenberg due atleti potevano vantare una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo principale: Fred Wright e Dylan van Baarle. Alle loro spalle Pogacar cominciò a fare la differenza, come se il pavè lo conoscesse da una vita, attaccando e portandosi dietro solo Van der Poel. I due ripresero in un batter d'occhio Wright e Van Baarle e furono raggiunti da un sorprendente Valentin Madouas, lanciato allo scoperto dalla sua Groupama-FDJ. Sull'Oude Kwaremont, quando mancavano 17 chilometri all'arrivo, Pogacar forzò ancora restando da solo al comando con Van der Poel. Lo sloveno sparò la sua ultima cartuccia sul Paterberg, facendo tremare il rivale in maglia Alpecin che però non si scompose e ricucì i pochi metri persi prima dello scollinamento.

Ancora una coppia al comando dopo il Paterberg, ancora una volata a due? Più o meno.

Van der Poel precede Van Baarle, Madouas e un furioso Pogacar a Oudenaarde © Getty Images

In vista dell'ultimo chilometro Van der Poel salì in prima posizione per abbassare il più possibile la velocità di punta prima della volata e favorire così le proprie caratteristiche. Dietro alla coppia di testa erano rimasti Madouas e Van Baarle, che collaborarano riuscendo a rifarsi sotto a 250 metri dall'arrivo. A quel punto Van der Poel lanciò la volata, mentre Pogacar fu riassorbito dal lanciatissimo duo rientrante e non trovò più lo spazio per far valere il proprio sprint, chiudendo clamorosamente ai piedi del podio. Van der Poel potè così esultare ancora, conquistando la corsa per la seconda volta in carriera davanti a Van Baarle e Madouas.

2023…

L'edizione 2023 della Ronde vede tre favoriti principali: Tadej Pogacar, Wout Van Aert e Mathieu van der Poel. Con un sacco di possibili outsider pronti a far saltare il banco, anche questa edizione del Giro delle Fiandre si preannuncia stellare.

Criterium du Dauphiné 2023 - Analisi del percorso
Vi siete accorti che il movimento britannico sta implodendo?
Amedeo Onnis
Se sorrido mentre parli, probabilmente stai parlando di ciclismo. Tifoso sfegatato di tutti i corridori dal nome bizzarro, sono tra quelli che attendono la stagione di ciclocross più di quella su strada.