E c'è un capitano che si chiama Caruso
Il mattinale di Francesco Dani - Evenepoel continua a crescere, Ciccone ha definitivamente ribaltato le gerarchie con Nibali, e Damiano non è mai stato così forte. Oggi si sprinta. Forse
Com'è andata ieri
Gli Appennini continuano a regalarci emozioni e chissà che non ce ne regalino ancora tra sabato e giovedì prossimo. Grande selezione fin dallo scollinamento della Forca di Gualdo, con lo strappo di Castelluccio di Norcia e il vento nella Piana che hanno sbriciolato il gruppo sotto il forcing del Team Ineos. Brividi anche grazie al tentativo in discesa nato un po' per caso con Bardet, Ciccone e Bettiol; proprio quest'ultimo lo ha portato via e ne è stato il principale promotore, forse con la speranza di anticipare il gruppo e gestire l'ultima salita per provare a vincere la tappa e magari prendere la maglia rosa. Invece appena ripresi dal gruppo, Bettiol ha mollato, molto probabilmente per uscire definitivamente di classifica e puntare tutto sulla tappa di Montalcino.
Sulla salita finale Gino Mäder conferma le sue qualità e ottiene una stupenda rivincita dopo la clamorosa sconfitta sul Col de la Colmiane alla Parigi-Nizza. Dietro è esplosa la sfida tra i big negli ultimi 3 km, creando distacchi ancora una volta ridotti, ma già più netti e definitivi: sono soprattutto Hindley (2'26" da Bernal) e Bennett (7'02" dal medesimo) ad accusare ritardi importanti. C'è invece rammarico per Foss e Almeida, che hanno decisamente migliorato le rispettive prestazioni emerse a Sestola, dove avevano perso terreno evidentemente non per causa propria: il primo era stato fermato per aspettare Bennett, il secondo aveva accusato la foratura giunta in un pessimo momento.
Vincenzo Nibali permane in un limbo che visto il percorso di avvicinamento a questo Giro è a suo modo positivo: anche oggi limita il distacco a 45", dimostrando sicuramente una buona condizione. Sta ormai diventando sempre più il luogotenente di un pimpantissimo Ciccone, formando con l'abruzzese una coppia di fatto che può essere pericolosissima sia nelle due tappe-trabocchetto in Toscana, sia nella 3a settimana. Il resto dei big è racchiuso in 28" e su questi risulta difficile dare giudizi che rischierebbero di essere affrettati. Chi continua a deludere è Simon Yates, che in questa prima parte di Giro era chiamato ad accumulare vantaggio nei confronti di Bernal. Invece, pur essendo ancora assolutamente in gioco per la vittoria finale, continua ad accusare i cambi di ritmo del colombiano. Chi è sembrato ulteriormente in crescita è stato Evenepoel, che sta dimostrando in questi giorni incredibili progressi anche da un punto di vista tattico e gestionale. Per lui rimane la gigantesca incognita del recupero, visto che non ha mai corso un GT.
E infine un commovente Caruso, forse mai forte quanto quest'anno, che arriva a ridosso dei primi ed è al momento il miglior italiano in classifica generale. Attenzione, perché come si è ben visto al Tour dell'anno scorso, non è un corridore che si fa spaventare dalle 3 settimane. Non solo: considerando quanto sono andati forte in queste prime due tappe di montagna, c'è da aspettarsi un finale di Giro pieno di ribaltamenti e con i minuti che volano ad ogni tappa. Tutto è ancora da scrivere.
Come andrà oggi
Rispettando l'ordine di alternanza tra tappe semplici ed impegnative, tocca di nuovo ad una tappa per velocisti. Il percorso è però sicuramente più nervoso delle due precedenti occasioni. Il tratto centrale della tappa odierna si svolge nell'entroterra abruzzese, con una serie di salite relativamente semplici, tra cui il GPM verso Chieti (4.7 km al 5.9%; max 12%); tra il km 35 e il km 115 si sommano quasi 1500 metri di dislivello.
Il percorso diventa decisamente più semplice fino a ridosso del traguardo, che invece è posto al termine di un finale decisamente insidioso: un breve (circa 200 metri) strappo in doppia cifra (max 12%) che termina a soli 1500 metri dall'arrivo scombussolerà non poco l'organizzazione della volata. Come se non bastasse in vetta si affronteranno numerose curve in rapida successione prima del rettilineo finale, nuovamente in lieve ascesa. Un finale di difficile interpretazione che favorisce gli sprinter meno puri e non esclude un colpo di mano. Insomma, sarà un'altra volata caotica.