
Ciclisti piagnoni: Kittel se la prende con i paesini e il vento, Quintana gli dà man forte
Giornata elettrizzante ed elettrizzata al Tour, e non possono certo mancare le lamentele di prammatica, quelle che si alzano dal gruppo non appena si verificano condizioni fuori dalla consuetudine. In prima fila (su Twitter) è uno dei corridori più impressionabili, Marcel Kittel (Etixx-Quick Step), il quale si è lamentato del fatto che "la corsa ciclista più grande vuole maggiore sicurezza e manda i suoi corridori nei villaggi più piccoli della Francia del sud, col maestrale che soffia a tutta".
Quella che sembra un'uscita esagerata trova però riscontro in altri corridori. Nairo Quintana (Movistar) si è lamentato con l'Équipe sostenendo di aver vissuto il giorno più pericoloso al Tour: "Con quel vento e passando da certi villaggetti abbiamo rischiato tantissimo. L'organizzazione va in cerca di passaggi complicati per favorire la bagarre". E messaggi di questo tenore sono giunti anche da Marcel Sieberg (Lotto Soudal), Grégory Rast (Trek-Segafredo) e Simon Gerrans (Orica-BikeExchange).
In pratica, ormai neanche una giornata mediamente (e non a livelli insostenibili) ventosa attraverso i percorsi classici del Tour de France è al riparo da critiche. Se questi corridori sognano un ciclismo che si svolge in autostrada e al riparo da qualsiasi variabile ambientale, dimostrano di non aver capito nulla del senso dello sport che essi stessi praticano. Più che compatirli, cosa dovremmo fare?
The biggest bike race wants more safety & sends their riders in the smallest villages in South of France with Mistral being full on...
— Marcel Kittel (@marcelkittel) 13 luglio 2016
Quella che sembra un'uscita esagerata trova però riscontro in altri corridori. Nairo Quintana (Movistar) si è lamentato con l'Équipe sostenendo di aver vissuto il giorno più pericoloso al Tour: "Con quel vento e passando da certi villaggetti abbiamo rischiato tantissimo. L'organizzazione va in cerca di passaggi complicati per favorire la bagarre". E messaggi di questo tenore sono giunti anche da Marcel Sieberg (Lotto Soudal), Grégory Rast (Trek-Segafredo) e Simon Gerrans (Orica-BikeExchange).
In pratica, ormai neanche una giornata mediamente (e non a livelli insostenibili) ventosa attraverso i percorsi classici del Tour de France è al riparo da critiche. Se questi corridori sognano un ciclismo che si svolge in autostrada e al riparo da qualsiasi variabile ambientale, dimostrano di non aver capito nulla del senso dello sport che essi stessi praticano. Più che compatirli, cosa dovremmo fare?