Ciclocross

Sulla neve il ciclocross apre scenari

14.12.2021 19:32

L'esperimento (in chiave olimpica ma non solo) è riuscito: bell'appuntamento di Coppa del Mondo in Val di Sole, nobilitato dal monologo di Wout Van Aert e dalla sfida Van Empel-Vos


La giornata che avvicinerà il ciclocross alle Olimpiadi invernali. Una nuova pagina per questo nostro amatissimo sport. L'avvenimento che più cambierà la storia prossima della disciplina. Con queste premesse ed un pesantissimo fardello sulle spalle, la Val di Sole si apprestava ad ospitare la nona (su quindici, dopo l'annullamento di Anversa) prova di Coppa del Mondo. Tantissimi i punti di domanda legati a questo vero e proprio esperimento di Vermiglio. Ci si chiedeva, ad esempio, se fosse opportuno spostare il ciclocross su un terreno poco abituale, per usare un eufemismo, come la neve solo per poter entrare ai Giochi, dal 2026 come sport dimostrativo e dal 2030 a tutti gli effetti.

Esame superato a pieni voti sotto molti punti di vista, nonostante alcune complicanze legate al meteo e al calendario. Questo fine settimana di dicembre è da sempre considerato un momento di pausa prima del periodo natalizio e frequentemente viene utilizzato per un richiamo della forma in posti in cui il clima è meno rigido che in Belgio. Inoltre, in questa stagione, era l'unico weekend tra il 14 novembre e il 16 di gennaio non occupato da un back to back, poiché il sabato era in programma l'Ethias Cross di Essen, un appuntamento che la maggior parte degli atleti ha bollato come trascurabile. Erano infatti assenti alla tappa di ieri nomi di altissimo rilievo, su tutti i due campioni del mondo Van der Poel, impegnato in uno stage con la Alpecin in vista della stagione su strada e Brand, alle prese con il training camp che il team di Sven Nys, la Baloise, suole organizzare sempre a metà dicembre. Mancavano per lo stesso motivo altri protagonisti di spicco, quali Van Anrooij, il campione europeo Lars van der Haar e Toon Aerts, tutti appartenenti alla scuderia del campione di Baal. Nonostante queste ed altre assenze nobili, come quella della campionessa neerlandese Ceylin del Carmen Alvarado, il parterre a Vermiglio era tutt'altro che scarno, in particolare grazie alla presenza di Tormans e Pauwels, ma soprattutto di Ineos e Jumbo, rappresentate, rispettivamente, da Pidcock e Vos (al rientro dopo un mese e mezzo di riposo)/Van Aert. Proprio il campione belga, fra l'altro, era l'unico reduce dalla gara di Essen (vinta), ritenuta da tutti troppo difficile da combinare con la tappa italiana, soprattutto prima di un periodo intenso come quello natalizio.

Location isolata e meteo rigido non erano condizioni delle più favorevoli per accogliere un vasto numero di persone. La risposta del pubblico, accorso da molte parti d'Italia e d'Europa, è stata invece largamente positiva, con la presenza di oltre duemila persone sul posto, a creare un clima festoso, come sottolineato anche nelle interviste post-gara dei protagonisti. Presenti a bordo pista molti campioni (alcuni anche iridati) del passato, iniziando dal C.T. della nazionale italiana Daniele Pontoni e passando per Luca Bramati, team manager della Trinx Factory Team, Jan Boven (allenatore di Van Aert), Bart Wellens (Tormans) e Richard Groenendaal (Pauwels). Si è visto anche l'altissimo Tomas Van den Spiegel, CEO di Flanders Classic, società che organizza la CDM e moltissime classiche di primavera, su tutte il Giro delle Fiandre, intento a vigilare sulle corse e godersi l'atmosfera trentina.

Altro punto di domanda riguardava il percorso, che dalle prime immagini, apparse nel corso della scorsa settimana sui social, sembrava un piattone con molte curve e solo una salita tosta succeduta da una contropendenza tecnica. Alla prova dei fatti, al contrario, nonostante il tracciato non fosse molto vario nel suo disegno, tale da permettere al pubblico di vedere più volte per giro i passaggi dei crossisti, sia sotto il profilo altimetrico che sotto quello tecnico si è rivelato decisamente più impegnativo del previsto, con tratti che esaltavano doti tecniche, tratti favorevoli a chi corre forte a piedi ed altri che invece strizzavano l'occhio ai corridori potenti. Sì perché il terreno, che inizialmente si pensava fosse compatto e scorrevole, era molto farinoso e la neve in alcuni tratti simile alla sabbia, con canaline ben scavate e tranelli tecnici dietro ogni curva.

Tutte queste componenti, compresi meteo e pubblico, hanno reso una prova non in linea con i canoni crossistici un vero ciclocross e la speranza è che rimanga in calendario una prova all'anno sulla neve, perché Vermiglio ha dimostrato, grazie ad un'ottima organizzazione, che variazioni sul tema classico sono possibili.

Venendo alla cronaca delle gare (previste solo élite femminile ed élite maschile), la prima è stata indecisa fino all'ultimo, la seconda invece dominata da un fuoriclasse con un solo eguale (che tornerà sabato). Fem van Empel, sfruttando la sua grande velocità, si è portata da subito in testa e ha condotto con grande maestria la corsa fino al terzo giro. Dietro di lei dei problemi meccanici avevano rallentato prima una scatenata Puck Pieterse, nella prima tornata apparsa a proprio agio tra le difficoltà intrinseche del tracciato e poi anche Marianne Vos, la quale aveva dimostrato di esser tornata sui livelli di ottobre. Denise Betsema a inseguire la compagna battistrada per avvicinare in classifica Lucinda Brand, veniva marcata stretta da Maghalie Rochette, entrata definitivamente nel club delle grandi della disciplina, mentre poco più indietro si faceva notare la prima italiana, la solita Eva Lechner, una delle migliori nella guida della bici.

Con una situazione più o meno cristallizzata si è giunti a inizio quarto giro, il penultimo, con Van Empel convinta di star approcciando la tornata finale. Forse anche a causa di questa incomprensione la fortissima e talentuosissima campionessa mondiale U23 ha perso 30” su una scatenata Marianne Vos, imprendibili nei tratti di spinta, a dimostrazione del suo essere campionessa infinita e senza limiti. L'atleta della Jumbo Visma, rientrata agevolmente su Rochette, Lechner e Betsema, in lotta per il terzo gradino del podio, sul finire del quinto round si è riportata, non senza difficoltà, su una stoica Van Empel, molto pulita nella guida ed efficiente nell'esprimere potenza.

A questo punto mancavano solo due curve al traguardo e considerata la bravura in volata dell'iridata U23, a Marianne restava un'unica carta da giocare: il sorpasso prima dell'ultima curva. Detto fatto, il sorpasso avviene, ma Vos prende col manubrio un paletto di legno e cade a terra; van Empel, dopo qualche attimo di indecisione, decide di superarla e centrare così la prima vittoria in carriera in CDM, coronata dall'aver battuto una leggenda come Vos, seconda, ma pronta a dar filo da torcere nelle prossime settimane a Brand e Alvarado. Per il Mondiale di Fayetteville sarà sicuramente da tener d'occhio. Terza Rochette, da cui arriva un'ennesima conferma di crescita. Quarta Eva Lechner che come spesso accade in Italia si esalta. Solo quinta, paga dazio sui tratti a piedi e quelli meno scorrevoli, Betsema (ora a 244 punti, contro i 252 di Brand, ma è probabile che nelle prossime tappe perda ulteriormente). Settima dietro a Clauzel Arzuffi, partita come sempre male, ma risalita con brillantezza fino alla top ten, completata dalla campionessa belga Sanne Cant, mai nel vivo della corsa, dalla sfortunata Pieterse e da un'altra italiana, Persico, che precede di poco Rebecca Gariboldi. Buon tredicesimo posto per Anne Tauber, all'esordio in stagione, lei che è anche biker e pattinatrice.

Gara maschile, come detto, in cui l'esito è stato segnato sin dal secondo giro. Dopo una partenza gagliarda del duo Pauwels Vanthourenhout-Iserbyt, è stato WVA a prendere il comando delle operazioni e piano piano ad accumulare vantaggio su Michael, in grande spolvero grazie alla sua abilità tecnica, ben espressa, ad esempio, nel salto delle tavole, piazzate subito dopo una curva a gomito e molto difficili da affrontare in bici. Con l'avanzare dei minuti perdeva smalto Iserbyt, raggiunto e sorpassato in tromba da Pidcock, partito molto male, ma scioltosi col passare dei giri. Poco più dietro Hermans e sorprendentemente il campione svizzero Kevin Kuhn, altro alfiere della Tormans.

Van Aert continuava il suo dominio fino alla fine, dimostrazione di classe sopraffina, con poche indecisioni tecniche (passo avanti rispetto a Boom). Dietro di lui manteneva saldo il secondo posto Vanthourenhout, avvicinato per un momento dal britannico della Ineos, calato un po' dopo la mezz'ora. Basterà però la brillantezza ritrovata nell'ultimo giro a Pidcock per aggiudicarsi la terza piazza, proprio davanti al leader di CDM Iserbyt (ormai archiviato, a meno di clamorose sorprese, il suo successo nella generale). Quinto per un pelo Hermans, quasi battuto dal giovane Vandeputte, abilissimo nel gestire il mezzo su terreni scivolosi. Ottimo settimo posto per Kevin Kuhn, davanti a Soete (secondo mercoledì a Faè di Oderzo, battuto dal tedesco Marcel Meisen, oggi quattordicesimo), Vandebosch, ormai una costante tra i migliori dieci su qualsiasi terreno e in qualsiasi condizione e Van Kessel. Tredicesimo Meeusen, che in settimana era stato dato da alcuni belgi come possibile sorpresa, il quale ha pagato molto probabilmente l'assenza di un fondo ghiacciato su cui guidare è davvero tosta. Le condizioni del tracciato non permettevano, infatti, di annullare il gap fisico con la tecnica, come dimostrato anche nelle lotte per i primi posti, con Vos e Van Aert che erano nettamente i più potenti nella neve. Solo quindicesimo il primo azzurro, Filippo Fontana, un altro mago nella conduzione del mezzo (anch'egli, tra l'altro, saltava le tavole in bici), appena davanti ai due big del movimento italiano: Gioele Bertolini e Jakob Dorigoni, attesi in futuro su percorsi più adatti alle loro caratteristiche.

Weekend ciclocrossistico che non si è limitato solo a questo splendido esperimento di Vermiglio, ma che prevedeva molte altre prove minori. Come accennato in precedenza, sabato in Belgio si è svolto l'Ethias Cross di Essen, con un fango densissimo che ha costretto per lunghi tratti gli atleti a scendere di bici e correre a piedi. Dominio di Van Aert, seconda posizione lontana quasi due minuti e occupata dal fratello di Toon, Thijs Aerts, abile su tracciati pesanti. Solo terzo Ronhaar, che alla vigilia rappresentava l'unico possibile pericolo per Wout. Quarto e quinto Loockx e Belmans, autori di una prova convincente. Tornava al primo amore anche Gianni Vermeersch, in lotta per il podio fino ai primi due giri, ma costretto poi al ritiro a causa dei lunghissimi tratti in cui correre.

Giornata storica al femminile, con Zoe Backstedt, campionessa europea junior a Vamberg e campionessa del mondo su strada a Lovanio, che diventa la più giovane di sempre ad ottenere una vittoria in Belgio, battendo una rinata Verdonschot, che da tempo non vedevamo su questi livelli e la favorita Anna Kay. Anche la Francia aveva la sua parte, con il back to back di Troyes. Tra le donne podio di sabato uguale a quello di domenica, con il successo della talentuosa Line Burquier (attesa per una grande prestazione a Namur), seguita da Riberolle e dalla campionessa nazionale Fouquenet. Arrivo in volata sabato al maschile, con Loris Rouiller che beffa all'ultima curva Ruegg e Dubau, dopo una gara gestita quasi interamente dal francese. Rivincita domenica, con Dubau che trova l'ottavo acuto stagionale su Ruegg e il rientrante Merlier. In Spagna vittorie per Orts Lloret, in Gran Bretagna per Cameron Mason.

Prossimo fine settimana doppia Coppa del Mondo, il 18 a Rucphen, Paesi Bassi e il 19 a Namur, Belgio, una delle prove più divertenti del calendario. Non ci sarà, oltre a Van Aert (in Spagna con la squadra) nemmeno Van der Poel, alle prese con un infortunio al ginocchio che lo costringe a dar appuntamento a Dendermonde.
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