Zdenek Stybar impegnato con la maglia del Team Jayco-Alula
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Zdenek Stybar verso il ritiro: "Al 99,9% tra una settimana chiuderò la carriera"

Il ceco, dopo un'odissea di problemi che l'hanno ostacolato negli ultimi tre anni, non ha trovato un contratto per la stagione 2024. Dopo aver smesso con la strada gli rimarrà un ultimo obiettivo: il Mondiale di Tabor nel ciclocross

14.10.2023 18:09

La sua fortuna ciclistica era nata nel ciclocross -un po' come quella dei due che da lui hanno preso il testimone (seppur con altre aspettative e migliori risultati), cioè Mathieu van der Poel e Wout van Aert - alla fine del primo decennio del ventunesimo secolo, quando sui campi di gara infangati delle Fiandre Zdenek Stybar sfidava campioni del calibro di Sven Nys e Niels Albert, ma anche di un altro grande crossista poi passato alla strada con molti rammarichi successivi: Lars Boom. Un'era che per il cross non era forse prolifica quanto quella attuale, ma comunque ricca di diversi talenti pronti a giocarsi le prove più importanti del circuito internazionale. Un'era che ormai appartiene al passato, ma a cui il ceco probabilmente ripenserà nei prossimi mesi, quando sarà nuovamente la disciplina invernale delle due ruote a chiudere il cerchio della sua carriera, con il Mondiale casalingo in quel di Tabor, obiettivo che Stybar ha già messo nel mirino da un paio d'anni (il primo dei suoi tre allori lo conquistò proprio lì nel 2010), a fare da cornice all'ultima competizione dell'alfiere della Jayco-Alula.

Lui che metterà probabilmente fine alla propria carriera su strada tra una settimana in quel di Hong-Kong, al termine di una competizione importante per gli sponsor. Una decisione complicata e sofferta che lo stesso ciclista ha rivelato ai microfoni di Sporza durante il Gree-Tour of Guangxi attualmente in corso: “Sarà (quella di Hong-Kong, ndr), al 99,9% la mia ultima corsa da professionista. Mi piacerebbe poi fare più gare nel ciclocross, ma la mia carriera su strada finirà lì. Volevo continuare a correre, soprattutto fino alla Roubaix, ma nessuno mi ha offerto un contratto”. “Sono stato operato a maggio per risolvere un problema all'arteria iliaca, poi ho lavorato sodo quattro mesi per tornare ad un alto livello (raggiunto nella prima corsa in Norvegia a dirla tutta, ndr) - ha continuato il ceco - ma in una delle mie prime gare ho contratto il Covid. Le mie condizioni quindi sono state così pessime che non ho nemmeno potuto lottare per un nuovo contratto".

Mi sto godendo gli ultimi giorni su una bici da corsa, quando non ho potuto andarci per alcune settimane ho capito che sono dipendente da questo sport. Non ho ancora piani concreti per il futuro, ma qualche progetto interessante sì”. Infine una riflessione su ciò che lo aspetta quest'inverno: “Ora mi fermerò un po', dopodiché ricomincerò ad allenarmi, spero di essere nuovamente competitivo nel periodo di Natale”. Come detto, la testa è già a Tabor 2024.

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