Joris Nieuwenhuis impegnato sul percorso di Vermiglio © UCI Cyclocross
Ciclocross

Joris Nieuwenhuis re dei ghiacci e della neve in Val di Sole

Il neerlandese della Baloise Trek Lions domina la settima tappa di Coppa del Mondo guidando la corsa dal primo all'ultimo metro. Secondo si piazza il funambolo Vandeputte, terzo la sorpresa Wyseure

10.12.2023 16:21

Che fosse la stagione della rinascita (definitiva, si spera) era già abbastanza chiaro; l'unica cosa che mancava per consacrarla come tale era una vittoria in Coppa del Mondo e oggi sulle nevi di Vermiglio in Val di Sole questa è giunta. Joris Nieuwenhuis è il quinto atleta diverso ad aggiudicarsi almeno una tappa di CDM in questo disordinato 2023-2024 (gli altri sono Eli Iserbyt, leader incontrastato della generale, e Pim Ronhaar - con due successi a testa - oltre a Thibau Nys e Lars van der Haar). La vetta della disciplina è infatti occupata da più che i soliti quattro-cinque corridori, almeno finché non torneranno i due più uno in grado di sbaragliare la concorrenza dei crossisti di professione (la vittoria di Wout van Aert ieri è particolarmente indicativa ed esemplificativa di ciò; per Mathieu van der Poel e Tom Pidcock basterà aspettare sabato, quando li vedremo all'opera in quel di Herentals).

La cronaca della gara
Entrare in testa nella prima curva era l'obiettivo di tutti i big presenti in prima fila: a riuscirci è stato solo Joris Nieuwenhuis, seguito da Niels Vandeputte e da tutto il resto del gruppo partente. La coppia targata Benelux ha subito fatto la differenza sugli avversari grazie alla pulizia di guida nelle primissime svolte e contropendenze sulla neve, guadagnando già dopo un paio di minuti un margine non indifferente nei confronti della concorrenza, alle prese con più d'una difficoltà a causa di un terreno inusuale per le gare di ciclocross. Anche i veterani come Laurens Sweeck, Michael Vanthourenhout ed Eli Iserbyt zoppicavano nella loro azione, lasciando scappar via la coppia succitata, decisamente più a proprio agio sulla neve. Nieuwenhuis in particolare ha fatto il vuoto anche su Vandeputte, poiché alla quasi perfezione tecnica ha unito una potenza non nelle corde dell'alfiere della Alpecin, il quale poteva contare esclusivamente sulle proprie eccellenti doti di guida. Al primo passaggio sul traguardo la forbice tra i due era di circa 10", mentre gli altri transitavano a 34" guidati dal solito indomito Iserbyt.

Nella seconda tornata Sweeck ha rimontato diverse posizioni e ha cercato di dare rinnovata linfa all'inseguimento di Nieuwenhuis e Vandeputte, ma al momento della verifica (leggasi secondo transito sulla linea d'arrivo) è risultato gravemente attardato: 52" era il suo ritardo nei confronti della testa della corsa (Niels veleggiava invece a 16" da Joris); 55" invece il passivo di Iserbyt, circa 1'00" per gli altri tre atleti in lotta per il podio, vale a dire Toon Vandebosch, Joran Wyseure e il campione europeo Vanthourenhout.

La risoluzione dei conti per ciò che concerne il podio è giunta nel corso del terzo round, con Wyseure che ha preso in mano l'inseguimento e staccando gli altri si è proposto come favorito per la terza piazza. Vanthourenhout ha tentato di ricucire il gap allungando nei confronti di Iserbyt e Sweeck durante la quarta tornata, ma i distacchi presi in corrispondenza del passaggio sulla linea d'arrivo erano impietosi: Nieuwenhuis in testa con oltre 40" su Vandeputte, più di 1'00" su Wyseure e 1'28" su Vanthourenhout. Iserbyt (che spesso soffre le condizioni di freddo estremo) e Sweeck ancora più indietro.

Negli ultimi tre giri la situazione è rimasta intatta, con i distacchi che si sono ulteriormente dilatati: Nieuwenhuis ha vinto la prova della Val di Sole (e per certi versi il terreno ricordava da lontano quello di Bieles, dove nel 2017 Joris confezionò la più bella impresa della sua carriera dominando il Mondiale U23) con 1'01" su Vandeputte, 1'33" su Wyseure, al primo podio in carriera in Coppa del Mondo, lui che è atleta che capace di esaltarsi quando trova le condizioni più avverse, 2'05" su Vanthourenhout, 2'08" su Iserbyt e 2'09" su Sweeck. Non bene purtroppo la truppa italiana: il migliore azzurro all'arrivo è risultato essere Federico Ceolin, diciottesimo a 5'37" dal vincitore.

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