Ciclismo Giovanile

Herzog, l'opera prima è già un capolavoro

23.09.2022 09:31

Il tedesco Emil Herzog vince il Mondiale Juniores a Wollongong dopo un bel testa a testa col portoghese António Morgado. A podio anche il belga Vlad van Mechelen, lontana l'Italia: 14esimo posto per Matteo Scalco


Un'emozionante, combattutissima volata a due ha deciso la prova juniores maschile ai Mondiali su strada di Wollongong, Australia. E a vincere è stato un tedesco, Emil Herzog, davanti al portoghese António Morgado, mentre il bronzo è stato conquistato dal belga Vlad van Mechelen che ha regolato un primo gruppetto inseguitore. L'Italia? Poco e male, 14esimo il primo degli azzurri, Matteo Scalco, che poi è stato l'unico più o meno presente nel vivo della corsa negli ultimi 65 km di gara.

Vediamo un po' il dettaglio della corsa: 135.6 km, ovvero 8 giri da circa 17 km ciascuno col Mount Pleasant a fungere da trampolino di metà giro. Pioggia battente a tratti e comunque presente per tutta la mattinata australe, si è partiti male ovvero con una caduta che ha coinvolto diversi corridori tra cui l'italiano Dario Igor Belletta ma anche il fresco campione della crono Joshua Tarling (Gran Bretagna), il fresco vicecampione della medesima Hamish McKenzie (Australia) e altri possibili protagonisti come l'olandese Max van der Meulen. Vari attacchi sin dall'inizio, poi tra il secondo e il terzo giro, a circa 100 km dalla fine, si è formata una fuga di sei con l'estone Romet Pajur, il ceco Pavel Novak, il britannico Zachary Walker, la coppia statunitense Artem Shmidt-Viggo Moore e l'austriaco Benjamin Eckerstorfer che poi si è staccato al quart'ultimo giro.

Un minutino al massimo da amministrare per i primi sui variegati gruppetti che si formavano qua e là alle loro spalle, poi sempre alla quart'ultima tornata, intorno ai -60, si è formato un gruppetto di 7 col ceco Milan Kadlec, il portoghese António Morgado, il francese Paul Magnier, l'estone Frank Aron Ragilo, il norvegese Jorgen Nordhagen e il tedesco Emil Herzog, i quali hanno inglobato Eckerstorfer. Come si può vedere, i protagonisti di giornata erano già qui e tra questi non vi erano azzurri. L'unico presente in un terzo gruppetto era Matteo Scalco, mentre Belletta si è staccato dallo stesso drappello proprio nei frangenti in cui nasceva il contrattacco di Herzog, Morgado e soci.

Ad ogni modo il terzo gruppetto (una quindicina di uomini) ha raggiunto il secondo nel corso del sesto e terz'ultimo giro, ai -45, e poco dopo, sulla salitella di Mount Pleasant ai -42.5, pure i cinque battistrada sono stati ripresi: tutto da rifare, ma con compagini ridottissime (non più di trenta uomini nel gruppo) ed energie già parecchio ridotte. Ad ogni buon conto gli attacchi son continuati, in questa fase è stata la Francia a muoversi parecchio, prima ancora con Magnier ai -42, poi - dopo un breve tentativo di Herzog - con Thibaud Gruel ai -36, quindi lavorando nel gruppetto per inseguire un nuovo attacco di Eckerstorfer, partito ai -35 e arrivato ad avere una ventina di secondi nel penultimo giro, quando però è stato raggiunto ai -30.

Questa tornata è stata quella in cui uno scatenato Morgado ha tentato a più riprese, con allunghi inframezzati da movimenti olandesi (Menno Huising un paio di volte). Alla lunga però il portoghese ha trovato la chiave per evadere, ai -19 scattando sull'ultimo strappetto del circuito. All'ultimo passaggio Morgado è passato con 12" sui primi inseguitori (inutile dire che quel che restava del gruppo era frammentatissimo, e da diversi chilometri Scalco non faceva parte della compagnia).

Il lusitano ha raggiunto un vantaggio massimo di 29" ai -12, poi la Francia si è prodotta in un grande sforzo per ridurre di un terzo il distacco, ma si è dovuta attendere la mossa del singolo per vedere una variazione di spartito. La quale c'è stata quando è partito forte Herzog ai -8.5, su Mount Pleasant; al tedesco si sono accodati Nordhagen e Magnier, ma per poco visto che in discesa i due - che erano evidentemente al limite - sono stati staccati da una nuova sferzata di Herzog.

E qui è partito un appassionante inseguimento, secondo su secondo, con Morgado - che a fine salita aveva ancora 20", che ha perso via via terreno: 15" ai -7, 10" ai -6 (intanto Nordhagen e Magnier venivano ripresi da alcuni avversari, e altri ne sarebbero ancora rientrati), 6" ai -4 quando il portoghese ha cominciato a voltarsi e a pensare di non continuare a metterla sul piano del braccio di ferro. Cosicché, sentendo le energie venir meno, il buon António ha deciso di rialzarsi ai -3, e subito Herzog gli è piombato addosso. I due hanno comunque collaborato sulle prime, poi ai 1600 metri il tedesco ha tentato l'assolo ma Morgado ha reagito bene (la sua pertinacia ci ha ricordato per certi versi il suo illustre connazionale João Almeida).

La coppia è arrivata alla volata ed è stato proprio il lusitano ha lanciare lo sprint, partendo ai 250 metri, lungo ma evidentemente era così che il ragazzo pensava di poter far valere la propria legge. Sulle prime sembrava effettivamente la scelta giusta, o quantomeno quella vincente, ma il testa a testa, davvero bello, ha restituito una realtà diversa da quella sognata da Morgado, perché Herzog ha risposto a tono, ha affiancato l'amico-rivale e alla lunga l'ha superato, vincendo di pochi centimetri e causando una stizzita reazione del battuto, il quale però ha subito recuperato il lume del fairplay, complimentandosi con un mezzo abbraccio col nuovo Campione del Mondo.

Il primo gruppo inseguitore è arrivato a 55" dai primi e la volata per il podio l'ha vinta il belga Vlad van Mechelen davanti a Magnier, Shmidt, Huising, Gruel, Ragilo, Walker e Novak. A 2'22", da solo, è arrivato Scalco, 14esimo; e solo un altro dei cinque azzurri al via ha concluso la prova, Simone Gualdi, 35esimo in un gruppo arrivato a 11'50" dai primi. Non la miglior prestazione per i nostri, ma l'augurio è che le successive gare in linea vadano un po' meglio.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!