
Kaden Groves: "Oggi ho dimostrato di saper vincere al Tour de France"
Le parole dei protagonisti della ventesima tappa della Grande Boucle: felicità e stanchezza la fanno da padrone a un giorno da Parigi
Vittoria inaspettata per Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck): il velocista australiano alza le braccia in solitaria nella ventesima tappa del Tour de France 2025, beffando i compagni di fuga con un'azione di 16km.
Kaden Groves: “C'è tantissima pressione al Tour”
"Sono molto emozionato per questa vittoria al Tour de France. Siamo venuti qui con piani del tutto differenti con Jasper Philipsen e Mathieu van der Poel, ma alla fine ho avuto la mia opportunità. Oggi avevo una grande gamba e ho spinto, soffrendo fino alla fine: la ricompensa è stata una vittoria al Tour. La squadra mi ha dato via libera negli ultimi giorni, soprattutto oggi: non sapevamo se saremmo andati per la tappa oggi o avremmo atteso domani. Ma quando piove io mi esalto, soprattutto col freddo. È la mia prima vittoria in solitaria, è veramente incredibile.
Non è proprio un sogno di quando ero bambino, perché ho iniziato a corre in bici piuttosto tardi. C'è così tanta pressione al Tour… Avendo vinto tappe al Giro d'Italia e alla Vuelta a Espana, rimaneva il dubbio se potessi o meno riuscire a vincere al Tour. Ora l'ho dimostrato.
Ho cercato di giocare bene le mie carte, muovendomi con i primi, che è stata una cosa molto difficile. Quando ero in fuga poi c'è stata selezione: sapevo Jorgenson e Wellens sarebbero stati a guardarsi, quindi ho cercato di distanziarmi da loro e poi dopo la caduta Van den Broek ha provato ad avvantaggiarsi: sono rientrato e lui e Jake Stewart si sono guardati. Sono riuscito ad avere un vantaggio a 16km dall'arrivo: sono andato a tutta fino agli ultimi 200m.
Prima di pensare a domani mi godrò questa vittoria: faremo festa con la squadra stasera e poi mi godrò gli Champs-Élysées".

Jordan Jegat: “Velasco mi ha insultato”
"Possiamo farci un applauso, non è vero? Sono andato a cercarmela, con una parola che non dirò in televisione. Ovviamente, sono emozionato, e rimane solo domani. Se me lo merito? Sì, non lo so, tutti si battono lungo il cammino. È un orgoglio e sono felice di poter dare questo decimo posto alla squadra.
Velasco mi ha insultato in tutti modi all’arrivo. Non parlo italiano, ma ho capito molto bene ciò che mi ha detto. Si parla molto dei cartellini gialli nel ciclismo: oggi ne avrebbe meritato uno. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, è nel mio diritto voler essere nella fuga, e non vedo perché debba insultarmi in questo modo. Quindi lo trovo davvero un peccato, mi ha deluso".
Pascal Eenkhoorn: “Sono tre settimane che corriamo senza sosta”
“Sono tre settimane che corriamo senza sosta: abbiamo continuato ad andare e andare… Poi penso che la Jayco stesse tirando perché c'era un uomo di classifica in fuga con noi, non so, abbiamo solo continuato a correre. È stata dura, con il meteo che cambiava continuamente. Penso che siamo tutti davvero stanchi e non vediamo l'ora di arrivare a Parigi. La caduta di Grégoire e Romeo nel finale è stata cruciale: avevano dimostrato di essere i più forti in salita, la gara sarebbe cambiata molto se non fossero finiti a terra. È parte della corsa. Sono comunque contento del terzo posto, non ero abbastanza forte da vincere oggi. Ho dato tutto. Il mio ultimo attacco è arrivato nel momento giusto”.
Christoph Roodhooft: “Oggi Groves ha dimostrato la sua forza”
"Non era questo il piano che avevamo stamattina: speravamo che Xandro Meurisse e Kaden Groves fossero in una buona fuga, per vedere cosa sarebbe successo. Alla fine è riuscito a entrare in fuga solo Kaden: ci siamo resi conto di come stava andando e lui era forte, è riuscito a rimanere calmo e a non cadere e alla fine è arrivato in solitaria al traguardo. È uno sprinter fantastico, ma penso che oggi abbia dimostrato di essere prima di tutto un corridore forte che vince anche le volate.
Dobbiamo essere onesti: dopo il ritiro di Philipsen e Van der Poel a volte ci siamo ritrovati persi, non sapevamo esattamente cosa stessimo facendo qui. Ma abbiamo cercato di tenere il morale alto e alla fine siamo riusciti a fare quello per cui siamo venuti, vincendo un tappa con un altro leader".
Mauro Schmid: “Non era destino”
“Non è stata la giornata ideale: avrei voluto essere in fuga, ma poi ho perso il controllo. Poi non so cosa sia successo, probabilmente ho forato e già prima della curva ho sentito che la ruota vibrava: ma era già troppo tardi e sono scivolato. Poi abbiamo provato a combattere per tenere la top10, ma non ne avevo più per aiutare Ben O'Connor. Ci sarebbe piaciuto tenere la top10 e abbiamo lottato, ma penso che possiamo comunque essere fieri della vittoria di tappa di Ben. Oggi non era destino. Sento un po' di dolore, ma starò meglio".