Un'immagine promozionale di Peter Sagan al Giro d'Italia © Giro d'Italia
Lo Stendino di Gambino

L'uomo che anteponeva lo spettacolo alla vittoria

Peter Sagan ha annunciato che lascerà il ciclismo su strada. In uno sport ad ingresso gratuito, lo slovacco è stato colui per il quale sarebbe sempre valso pagare il prezzo del biglietto

31.01.2023 21:04

Non è stata una settimana felice per il ciclismo. È continuata, con Umberto Inselvini, storico massaggiatore dell'Astana, ed Enzo Cainero, l'inventore dello Zoncolan, la scia di perdite che da qualche mese colpisce il mondo delle due ruote. Sul fronte dell'attività élite hanno tenuto banco due ragazzi del 1990. Il primo, Nairo Quintana, ha smentito la notizia del suo ritiro; il secondo, Peter Sagan, lo ha, invece, annunciato, cogliendo in contropiede gli addetti ai lavori. Lasciando la sfinge colombiana al proprio destino, dovesse ritirarsi potrà sempre concentrarsi sul suo ruolo di testimonial della Giostra di Foligno che porta il suo nome, veniamo al fuoriclasse slovacco, che ha dimostrato per l'ennesima, e forse non ultima, volta d'essere campione non solo in bici.

Laddove la discussione può essere infinita su quale campione del terzo millennio sia stato superiore a quale altro, in generale o in una corsa specifica, il dibattito su chi sia stato il ciclista più spettacolare degli ultimi 20 anni, dovrebbe portare ad una risposta unanime: Peter Sagan. Il campione slovacco si fece conoscere a livello internazionale conquistando la medaglia d'argento a livello junior, pochi giorni dopo il suo diciottesimo compleanno, nei mondiali di ciclocross 2008 corsi sul circuito de Le Bandie a Spresiano.

Passato professionista nel 2010, nelle fila delle Dukla Trenčín Merida, ha collezionato a tutt'oggi, nell'arco di 13 stagioni, la bellezza di 123 vittorie. Primo ed unico nella storia a conquistare tre maglie iridate consecutive tra i professionisti, Sagan con indosso l'arcobaleno ha vinto il Giro delle Fiandre 2016 e la Parigi-Roubaix 2018, oltre a dilapidare, nel 2017, a favore del polacco Michael Kwiatkowski una Milano-Sanremo condotta interamente all'attacco, impresa peraltro già riuscitagli quattro anni prima a favore del tedesco Gerald Ciolek. Le sue sette maglie verdi al Tour de France, oscurando le sei di Erik Zabel, paiono un record destinato, se non in eterno, a durare almeno fino al 22° secolo.

Ridurre, però, ai numeri la carriera di questo personaggio significherebbe deprezzarne l'altissimo valore in quanto Peter è stato metaforicamente, in uno sport ad ingresso gratuito, colui per il quale sarebbe sempre valso pagare il prezzo del biglietto. Questo perché il campione di Zilina non ha mai speculato per ottenere la vittoria anzi, in più d'una occasione, ha buttato il successo alle ortiche pur di far divertire il pubblico.

In questo funge da ottimo esempio il suo rapporto decisamente tardivo con il Giro d'Italia. Sagan ha partecipato solo due volte alla corsa rosa, prendendo il via nelle due edizioni corse nello spazio di sette mesi ad ottobre 2020 e maggio 2021. Al di là dei divertentissimi spot televisivi promozionali, memorabile quello in cui vestito da chef impediva ad un avventore di mettere il parmigiano sulla pasta con il tonno, la sua presenza in corsa ha infiammato positivamente le edizioni più provate dal Covid.

Seppur in fase calante, è nella corsa rosa che il campione slovacco ha dato luogo alla sua più grande impresa dopo il compimento dei 30 anni. Resosi conto, nel 2020, di non poter competere con lo sprinter francese Arnaud Démare per la conquista della maglia ciclamino, Peter trasformò la decima tappa, lungo i 177 chilometri tutti in terra d'Abruzzo  da Lanciano a Tortoreto, in una autentica piccola classica. All'attacco sin dalla partenza, dopo aver portato via una fuga, non si accontentò di vincere in volata, come avrebbe facilmente potuto, ma volle arrivare solitario al traguardo, ponendo così regalmente il suo sigillo sulla frazione. Sette mesi dopo, oggettivamente privo di concorrenza, conquistò la tanto agognata maglia ciclamino, condita con la vittoria sul traguardo umbro di Foligno.

Leggendo queste brevi note si comprenderà che chi scrive è, da un lato, pieno di gratitudine per quanto ricevuto da questo estroverso campione; al contempo, non nutre aspettative per il 2023. Certo vederlo primeggiare in Via Roma non avrebbe prezzo ma temo che anche lui sappia che quel treno è ormai andato perso. Dopodiché, sono sicuro che in qualunque altro campo si cimenterà nella vita, Peter Sagan sarà non solo vincente ma anche spettacolare nei suoi trionfi.

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