Giro d'Italia

Il Giro che verrà: il debutto del circo rosa in Bulgaria

Analizziamo a puntate il percorso del prossimo Giro per entrare nel 2026: si parte con la Grande Partenza, più soft di altre, ma comunque non banale

Il 2025 sta per finire e abbiamo deciso di scandire l'avvicinamento al nuovo anno con un analisi a puntate del percorso del prossimo Giro d'Italia, per tuffarci nel 2026. Questa anaperc rateizzata non può che partire da un'analisi approfondita della Grande Partenza dalla Bulgaria. Non si tratta di un avvio particolarmente intenso: è sicuramente una partenza più agevole di quella albanese, per non parlare di Torino 2024, ma non si tratta nemmeno di una di quelle partenze sciape prive di argomenti. Il punto focale è indubbiamente la seconda frazione, essendo molto lunga, molto mossa e con una salita nel finale che potrebbe pure chiamare allo scoperto qualche nome da classifica. Tuttavia anche le altre due tappe sono sì da velocisti, ma lo sono in senso contemporaneo: la prima si svolgerà di fatto tutta sul mare e se ci fosse vento potrebbe risultare un problema; la terza obbligherà i velocisti a resistere su un passo di montagna nella seconda metà di corsa. 

 

Le tappe nel dettagio

venerdì 8 maggio 2025 - 1a tappa: Nesebăr - Burgas (156 km)

Altimetria 1a tappa

Si parte con una frazione in linea, sicuramente per velocisti, ma non poi così scontata. Non sono certo le pur tante, ma semplici, ondulazioni che spezzano il ritmo a dover preoccupare il gruppo, quanto la costante presenza del mare al loro fianco: salvo un breve tratto intorno al lago di Burgas - dove verrà assegnato il primo GPM su uno strappo di circa 1 km al 5% - il tracciato non abbandona mai il litorale, percorrendo anche un lungo tratto andata e ritorno. Sul mare è pure il circuito finale di 11.9 km, che attraversa la città subito dopo il transito dal traguardo, ma riprende il lungomare molto presto. Di solito il karajol, il vento che spira sulle coste bulgare, crea più problemi in inverno, ma chissà che non possa regalare qualche emozione all'avvio di questo Giro. Approfondiamole una per volta, utilizzando anche materiale autoprodotto.

 

sabato 9 maggio 2025 - 2a tappa: Burgas - Veliko Tarnovo (220 km)

Altimetria 2a tappa

La seconda tappa è una classica vera e propria, sia per la tipologia di percorso, sia per la distanza. Non è una frazione tremendamente dura, soprattutto per gli standard attuali del ciclismo, ma nella seconda metà lascia poco respiro, ancor meno di quanto l'altimetria possa far sperare. Dopo 35 km privi di salite, ma induriti da qualche falsopiano cattivo, il percorso è quasi perfettamente pianeggiante per circa 60 km. Una prima quindicina di km in falsopiano anticipano la salita del Byala Pass (7.7 km al 4.6%) che insieme al Vratnik Pass (8 km di falsopiano duro, seguiti da una salita più sensibile di 5.3 km al 5.5%) consentono di valicare le montagne per dirigersi verso le colline intorno a Veliko Tarnovo. Dopo una lunga discesa inizia un tratto di avvicinamento alla salita finale, teoricamente privo di GPM, ma zeppo di salitelle (se ne contano almeno 6) che non sono durissime ma porteranno molti corridori a sfinimento e agevoleranno un po' di selezione naturale ancora prima di entrare nel vivo della corsa. A Lyaskovets, infatti, inizia la dura salita al Monastero dei Santi Pietro e Paolo (3.8 km al 6.9%), dove anche gli uomini di classifica potrebbero stuzzicarsi: dopo 500 pedalabili, inizia il tratto centrale di 2.5 km all'8.7% con punte fino al 13%, che trovandosi negli ultimi 10 km di corsa di una tappa così lunga, può fare molto male; dal monastero altri 800 metri portano allo scollinamento in modo irregolare, offrendo il terreno per contropiedi, o ampliare il margine già conquistato sugli avversari. Da qui è quasi tutta discesa, però veloce con sole due curve, fino a ridosso dell'ultimo km, che invece è di nuovo in salita, con una media intorno al 5%.

Dettaglio salita

 

domenica 10 maggio 2025 - 3a tappa: Plovdid - Sofia (174 km)

Altimetria 3a tappa

La terza tappa torna a sorridere alle ruote veloci, che però avranno da soffrire. Qualunque strada si scelga tra Plovdiv e Sofia, si devono superare le montagne, perciò ecco che la tappa è nettamente spaccata in due, più o meno a ⅔ di lunghezza dal Borovets Pass. I primi 103 km sono, in un certo senso, tutti all'insù. La lenta risalita è pressoché pianeggiante per 50 km, poi si trasforma in un falsopiano sempre più cattivo. I primi tratti di salita arrivano a poco meno di 20 km dalla vetta, ma per una dozzina di km la media non supera il 3%; le pendenze si fanno più stabili negli ultimi 9 km che hanno una media del 5.5%, niente di trascendentale, ma comunque un terreno dove si può cercare di mettere in difficoltà i velocisti più pesanti. Ci sarà comunque terreno per rientrare, visto che il GPM si trova a 71 km dall'arrivo e la discesa termina dopo una decina. In ogni caso la strada è quasi sempre a favore fin sul traguardo, questo significa avere meno tempo di quanto si pensi per poter organizzare l'inseguimento e poi prepararsi alla volata nella capitale.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.