Lorenzo Milesi, prima maglia rossa della Vuelta a España 2023 © DSM-Firmenich
Professionisti

Un raggio di luce nel buio: Lorenzo Milesi

Cronosquadre d'apertura abbastanza lisergica alla Vuelta a España: piove, da un certo punto in poi non si vede nulla, vince la DSM-Firmenich e il primo a tagliare il traguardo (e a vestirsi di rosso) è proprio il giovane italiano

26.08.2023 22:17

Che spettacolo la Vuelta, ragazzi. Che spettacolo le cronosquadre d'apertura della Vuelta, in particolare. Una volta partirono da una spiaggia di Marbella ma c'era troppa sabbia sul percorso: ma va', che sorpresa: il percorso stesso era una passerella da spiaggia!… per cui gli organizzatori neutralizzarono i tempi per la classifica. Era il 2015. In seguito abbiamo assistito a cronosquadre che prendevano il via in scenari particolarmente arditi, l'Arena di Nîmes (2017), le Saline di Torrevieja (2019), la Cattedrale di Burgos (2021), tutto molto pittoresco, va detto.

Il rischio di questa (più che legittima e a tratti anche apprezzabile) politica dell'astonishing tipica dei vueltaroli (anche quelli d'importazione, lèggasi i francesi di ASO che dal 2014 comandano la baracca) è che a volte, se tutto non gira a puntino, si va incontro a figuracce epocali. Quella del 2015 l'abbiamo citata. Ma quella di oggi? Barcellona, una delle città più deliziose del mondo, partenza dalla spiaggia (è un tema ricorrente), orario più serale che preserale. E va bene che da quelle parti si vive abbastanza shiftati in avanti come orari, e anzi questa è una delle cose belle della Spagna, ma se si deve pedalare al buio la cosa diventa un tantinello critica.

Anche perché lo scherzone dietro l'angolo era quello firmato da Giove Pluvio: lo sappiamo tutti che in caso di cielo plumbeo la visibilità si riduce drasticamente. Ragionevolezza avrebbe voluto che, viste le condizioni meteo, gli organizzatori anticipassero un po' la prova: anche mezz'ora avrebbe permesso di salvare il salvabile ed evitare che le ultime squadre gareggiassero nell'oscurità.

Così non è andata, sicché ci siamo beccati le contumelie di Remco (no, se le son beccate loro a dire la verità!) che non si capacitava di come qualcuno avesse potuto decidere di farli correre al buio. Non è neanche questione di sicurezza, il tema sarebbe talmente scontato che nemmeno lo vogliamo affrontare; ma in epoca di immagini a tutto campo, gli amici di Unipublic (il braccio iberico di ASO) ci hanno ammannito una diretta in cui da un certo momento in avanti non si vedeva nulla.

Non che prima si fosse visto granché: fora Ganna? Boh! Fora Vingegaard? Chi l'ha notato? Cade questo, cade quello? Nessun frame a illuminare lo spettatore destinato a restare ignaro della gran parte dei dettagli della tappa. Produzione televisiva bocciata su tutta la linea. Vediamo se - come farà il meteo - migliora nei prossimi giorni.

Lorenzo Milesi, nascita di un gioiellino

Detto del vaudeville organizzativo, possiamo rilassarci e celebrare la maglia rossa di giornata, Lorenzo Milesi. La gran parte del pubblico anche ciclofilo non lo conosce ancora, bella forza, è un cucciolotto di 21 anni che quest'anno è alla prima stagione da professionista ma che le cose migliori, fino a ora, ha continuato a farle nella galassia under 23 (a cui appartiene): nel senso che poche settimane fa da Glasgow si è portato a casa il titolo mondiale a cronometro di categoria, seguito da una prestazione bellissima e coraggiosa anche nella prova in linea, chiusa al quinto posto.

Un anno fa di questi tempi ben si comportava al Tour de l'Avenir (vinse l'ultima tappa il 28 agosto), oggi si trova in cima al ciclismo, capoclassifica del grande giro in corso. Prima vittoria da professionista, l'ha definita lui stesso, anche se non individuale. Ha beneficiato del fatto che la sua DSM-Firmenich abbia gareggiato molto presto, per seconda, quando la visibilità era ancora ottimale e soprattutto praticamente non pioveva ancora. Il caso, o la fortuna se vogliamo chiamarla così, ogni tanto ci mette la coda. No, diciamola meglio: il caso ci mette sempre la coda; a volte nei fatti (o a favore) di qualcun altro, a volte per noialtri.

Ora, non è che di colpo Lorenzo Milesi - nato a San Giovanni Bianco a 30 km da Bergamo - cambierà orizzonte rispetto a quello per cui è stato arruolato in questa Vuelta: farà il gregario per Romain Bardet, o per Alberto Dainese, a seconda se si tratterà di lavorare in salita o per una volata. Ma nel frattempo imparerà tante cose. In fondo è il suo primo grande giro. A proposito: quante volte sarà successo che un corridore all'esordio in un GT si sia vestito subito da leader? Non tante, immaginiamo. Prima o poi tireremo fuori l'apposita statistica. Così, su due piedi, vengono in mente personaggini come Ganna o Cancellara: per dire il livello.

Vuelta a España 2023, la cronaca della prima tappa

Prima tappa della Vuelta a España 2023, la cronosquadre di Barcellona misurava 14.8 km e ha avuto la sventura di essere quasi dall'inizio baciata dalla pioggia che ha reso scivolose le strade e molto complicata la gestione dell'equilibrio (proprio nel senso dello stare in piedi) dei corridori. Partenza dalla spiaggia, arrivo dalle parti della zona olimpica, poche curve ma pericolose.

La Caja Rural-Seguros RGA è stata la prima a partire e non è andata malaccio rispetto ai ventesimi posti a cui è solitamente abituata in queste prove (l'avremmo ritrovata 16esima alla fine); subito dopo è toccato alla DSM-Firmenich, e il 17'30" stampato alla fine avrebbe portato tanta gioia al team nerazzurro. Subito dopo la pioggia ha cominciato a essere a tratti torrenziale, mettendo in seria difficoltà un po' tutti i corridori, diversi dei quali, cadendo, hanno saggiato la scivolosità di strade che non vedevano acqua da mesi e mesi.

Una specie di roulette russa in cui molti hanno scelto coscienziosamente di non rischiare granché, altri hanno tirato un po' di più la corda, un paio di nomi grossissimi si son ritrovati con una gomma forata, lasciando in ambasce INEOS Grenadiers (Filippo Ganna) e Jumbo-Visma (Jonas Vingegaard). Se Pippo è stato abbandonato a se stesso, il Re Pescatore non poteva ovviamente esserlo, sicché per aspettarlo i gialloneri hanno sottoperformato dal punto di vista cronometrico.

La prova contro il tempo (in tutti i sensi: contro il tempo cronometrico e contro quello atmosferico…) si è accesa nel finale, con la Movistar che ci ha dato stradentro andando a insidiare la DSM e uscendo sconfitta per questione di centesimi (55), e la Soudal-Quick Step che pure ha provato a fare la voce grossa, dovendosi accontentare - dopo aver chiuso a 6" dai vincitori - che la facesse il solo Remco Evenepoel, che ha urlato come una furia contro gli organizzatori un attimo dopo aver tagliato il traguardo.

Rispetto al poco che abbiamo potuto apprezzare dalle immagini, resta l'ordine d'arrivo, quello sì incontrovertibile: DSM e Movistar stesso tempo, EF Education-EasyPost, Soudal e Groupama-FDJ a 6", Bahrain-Victorious a 10", Astana Qazaqstan a 17", INEOS a 20"; la Jumbo, 11esima, ha chiuso a 32". La UAE Emirates, pure molto prudente, solo 14esima a 37".

In classifica Lorenzo Milesi è davanti a tutti seppur con lo stesso tempo di altri 10, compresi il suo compagno Romain Bardet e un contentissimo Enric Mas (Movistar); a 6" Remco, a 10" Mikel Landa e Antonio Tiberi (Bahrain), a 20" gli INEOS Geraint Thomas, Thymen Arensman ed Egan Bernal, a 28" Aleksandr Vlasov (Bora-Hansgrohe), a 32" gli Jumbo e quindi Vingegaard e Primoz Roglic, a 37" gli UAE e quindi Juan Ayuso e João Almeida. Altri nomi che ora magari stiamo sottovalutando (e per questo non li citiamo) verranno fuori a Vuelta a España 2023 in corso, magari già dalla seconda tappa, domani, da Mataró a Barcellona, 181.8 km col muro del Montjuic a un passo dall'arrivo.

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