Ciclocross

Van der Haar, il momento di grazia continua

15.11.2021 21:27

A Tabor in Coppa del Mondo il Campione Europeo batte Iserbyt e Hermans, top ten per Bertolini e Dorigoni; Lucinda Brand detta ancora legge tra le donne. Ethias Cross, vittorie per Sweeck e Kay


Altro weekend altro giro. Altro giro altro cross. Sabato tocca all'Ethias Cross di Leuven, domenica alla Coppa del Mondo di Tabor. Back to back proibitivo e infatti la startlist della gara belga è povera di tutti i grandi protagonisti della stagione. Il percorso è simile a quello degli anni scorsi, con alcuni passaggi artificiali e i muretti nel bosco, bagnati dall'acqua caduta durante la settimana. Spiccano le presenze al femminile di Kay, Verdonschot e delle veterane Van Loy e Sels. Il primo posto della piccola inglese Kay non viene mai messo in discussione e così la rappresentante della Starcasino può gioire per il primo successo stagionale, ottenuto battendo Van Loy (47") e Verdonschot (1'13"). Solo sesta quella Maud Kaptheijns che 4 stagioni orsono fu onnipresente negli ordini d'arrivo dei cross più importanti.

Al maschile qualità più elevata, grazie soprattutto a Laurens Sweeck, il quale sta lasciando da parte le classifiche delle challenge, a eccezione del Superprestige, per concentrarsi sui successi parziali. Al suo fianco prendono il via anche il campione spagnolo Felipe Orts Lloret e l'intero Team Deschacht (Soete, Baestaens, Meeusen e Loockx). L'equilibrio non dura molto e nel corso del terzo giro su un totale di otto previsti Sweeck saluta i compagni d'avventura e s'invola verso il successo in solitaria. Dietro di lui Meeusen e Orts sono i più in palla e fanno corsa di coppia fino all'ultima tornata, nella quale il navigato belga (17" il distacco finale) stacca il più giovane spagnolo (27"). Per entrambi un risultato preziosissimo, visto che Tom non saliva sul podio di un cross di primaria importanza da quasi due anni (Zilvermeercross 2019) e Felipe non era mai salito in carriera sul palco di premiazioni di una gara belga. Solo quarto Daan Soete, il quale sta perdendo smalto con l'inoltrarsi della stagione. Quinto il campione tedesco Marcel Meisen, alla ricerca del rinnovo con Alpecin, sesto Wyseure, settimo Belmans, già messosi in mostra ad Ardooie. Parziale delusione anche per Lander Loockx, ottavo.

L'indomani è il turno del sesto round di CDM, prima tappa per le categorie juniores, femminili e maschili, e per gli U23 maschili (le donne corrono tra le élite), le quali avranno un calendario ridotto e composto da sole cinque tappe: oltre a Tabor, Namur, Dendermonde, Flamanville e Hoogerheide. Il tracciato di Tabor, un classico del calendario crossistico, non è esigente né altimetricamente, presenti solo un paio di strappetti dopo le scalinate a piedi e le tavole, né per il fondo, considerata l'assenza di fango e ghiaccio. I primi a prendere il via sono gli U19. Colpo di scena nel primo giro: Dockx, campione europeo, ha un problema ed è subito fuori corsa. Sono quindi i britannici Askey e Smith a controllare l'andamento di corsa, ben marcati dal primo anno belga Yordi Corsus e dal favorito Haverdings. Proprio quest'ultimo riesce nel finale ad avere il guizzo vincente, conquistando la sesta vittoria su otto cross disputati in stagione. Secondo Smith e terzo Corsus. Il primo azzurro è il bronzo europeo Luca Paletti, che chiude settimo.

Al femminile Backstedt, campionessa del mondo a Lovanio a fine settembre e campionessa europea sul Vamberg, fa valere le sue doti di stradista per staccare la rivale Leonie Bentveld, più a proprio agio quando può farsi trainare dalle élite. Ottimo terzo posto per Federica Venturelli (una primo anno) che fa ben sperare per il prosieguo di stagione e, perché no, per il 2022-2023.

Molta meno selezione tra gli uomini U23 e infatti fino a pochi minuti dalla fine sono in testa a giocarsi il successo ben 8 atleti: Ronhaar (campione del mondo), Kamp (campione europeo), Ferdinande, Mason, Hendrikx, Rouiller, Verstrynge e Michels. Ognuno tenta di prendere il largo, senza mai riuscirci. Mason, il quale forse avrebbe preferito un circuito meno veloce e più duro, rimane intrappolato nella mischia orange, arrivando terzo. Il successo è appannaggio di Hendrikx, fulminato il favorito Kamp. In top ten, oltre ai sopraccitati, anche Witse Meeussen e Thibau Nys. Undicesimo Toneatti e addirittura tredicesimo Niels Vandeputte, a testimonianza del livello elevatissimo della categoria. Vandeputte, va ricordato, nel finale della scorsa stagione riuscì a salire sul podio di una gara élite a Bruxelles (X2O), dietro Aerts ed Hermans.

Si giungeva con queste premesse alle due gare regine. Donna da battere Lucinda Brand, in condizioni di grazia dall'Europeo, proprio come nel 2020. L'iridata non si tira indietro e va subito a fare il forcing, ben marcata da Pieterse, leader della generale U23, Vas, Worst, Van Anrooij, Franck, Betsema e Lechner. Un po' indietro Ceylin del Carmen Alvarado, rallentata dagli ingorghi e rimasta a ruota di Van Empel. Passaggio davanti ai box e primo avvicendamento in testa, con la giovanissima Pieterse che scavalca Brand, in modo tale da poter guadagnare margine sulle tavole, in quanto unica crossista in grado di saltarle in bici. Tuttavia la campionessa del mondo è veloce a piedi e rapida a risalire in sella, non facendosi scappare Puck. Gruppo compatto al primo passaggio sul traguardo, rientrate anche Van Empel e Alvarado. Pieterse prende di petto anche il secondo giro, marcata stretta da altri due giovani fenomeni: Blanka Kata Vas, vincitrice dell'ultima tappa disputata a Overijse e Shirin Van Anrooij. Prima della scalinata Brand opera il sorpasso su tutte tre, andando al comando e forzando ulteriormente il ritmo. In quest'occasione si nota una superiorità, non netta, di Lucinda, Puck e Blanka. Worst sui lunghi rettilinei non è inferiore a nessuno e infatti chiude il gap sulle tre battistrada, con Alvarado a ruota.

Dopo due giri si è definito un drappello di sette, dal quale uscirà la vincitrice. Vas in apertura di tornata si porta davanti, ma una scatenata Pieterse vuole nuovamente prendere dalla prima posizione le tavole, per scavare un solco più ampio e la supera. Nulla di fatto perché l'ungherese si fa trovare pronta e con lei anche Brand, Worst e Alvarado. In questa circostanza paga qualcosa Betsema. A metà gara sono ancora tutte insieme ed è qui che probabilmente si decide la corsa. Mentre Vas e Pieterse tirano a tutta per marcare la differenza, Lucinda rimane in fondo al gruppetto senza sprecare più energie. Puck se ne accorge e dopo le tavole, superate agilmente, attacca con decisione, staccando tutte e tentando quindi il colpo in solitaria, che nasconde dei rischi: se da dietro rientrano, infatti, è probabile che qualcuna abbia riservato le energie per l'ultimo, decisivo, giro.

A due terzi di gara Pieterse conta su 8" di margine, non pochi in un tracciato così scorrevole. Betsema dà fondo a tutte le sue forze e in metà tornata riprende la connazionale, la quale non si arrende e ritenta l'allungo in salita dopo gli ostacoli, venendo prontamente stoppata dalla stessa Denise. A un giro dalla fine questa la situazione di corsa e la panoramica di energie rimaste: sette in testa. Pieterse la prima, nettamente quella che ha speso maggiormente, ma anche la più grintosa. Poi Vas, mai oltre la terza posizione e sempre al centro della scena. Terza componente Betsema, appena profusasi in uno sforzo non da poco. E ancora Worst e Alvarado, sempre a inseguire e sempre sulle ruote, con conseguenti vantaggi e svantaggi. Infine la coppia Baloise Van Anrooij-Brand. La prima in difficoltà sin dalla terza tornata si stacca e si riattacca di continuo al gruppo, mentre la seconda, vecchia volpe, sono quindici minuti che sta recuperando dagli sforzi della prima mezz'ora.

È proprio lei che con un attacco abbastanza scontato si porta in prima posizione ad inizio giro, alzando la velocità. Prima Betsema e poi Pieterse tentano di risponderle, ma invano. Worst prova con un tentativo al limite del possibile di riavvicinare la campionessa del mondo, che gestisce con maestria il vantaggio, coronando una prova gestita magistralmente a livello tattico. Dalla volata per il secondo posto esce vincitrice la protagonista di giornata, Puck Pieterse (a 3"). Terza Annemarie Worst (3"), che conferma di essersi ritrovata dopo il periodo nero vissuto nell'ultimo anno. Quarta piazza per Alvarado su un tracciato non favorevole, in crescita rispetto alle ultime uscite. Quinta e sesta le due che hanno buttato al vento troppo presto le energie che possedevano, vale a dire Betsema (9") e Vas (19"). Van Anrooij, Van Empel, Van der Heijden e un'ottima Rochette concludono la top ten. Discreta prova per le italiane, tredicesima Lechner, quindicesima Arzuffi, sedicesima Realini, le altre oltre il trentesimo posto. Brand rafforza il primato nella generale (187 punti) su Betsema (168), ormai l'unica rivale rimasta all'iridata.

Giornata che si conclude come sempre con la prova élite maschile, dove i due piccoli Iserbyt e Van der Haar partono con i favori del pronostico. Se dopo la prova di Niel si era detto di un parziale cambiamento nel comportamento di Eli, apparso meno spavaldo del solito, Tabor rappresenta il ritorno alla normalità. Il leader di Coppa parte senza indugi, conducendo sin dal via. Dietro di lui tutti gli altri big, iniziando con la coppia Tormans Hermans-Van Kessel. Addirittura ottavo Jakob Dorigoni, alle prese con Adams e David van der Poel nella lotta per il posizionamento, molto importante in un cross così veloce. In fondo al gruppo Gioele Bertolini, rimasto intruppato in partenza.

Tra i big gli unici a non fare le tavole in bici sono Van der Haar, Hermans, memori dei loro consueti errori, e Van Kessel. Prima Aerts e poi lo stesso Hermans (veloce in volata e dunque avvantaggiato in caso di arrivo a gruppo compatto) vanno in testa per cercare un po' di selezione, che arriva solamente nel corso del terzo giro, grazie al forcing di LVDH. A fine tornata quattro davanti: il campione europeo, Vanthourenhout, Aerts ed Hermans. Poco più indietro Iserbyt, fino a questo momento in modalità risparmio e Van Kessel. Ancora qualche secondo in là Sweeck e Baestaens. Rientrano tutti nel quarto giro. Incoveniente per Hermans, vittima di una foratura.

Superata metà gara Vanthourenhout, rimasto sempre in seconda-terza posizione, prova l'allungo, staccando Corné van Kessel. Toon Aerts si produce in uno sforzo molto intenso per andare a chiudere e viene seguito come un'ombra da Iserbyt e Van der Haar, il quale si fa notare per l'estrema semplicità con cui ricuce sui tre battistrada. A tre tornate dal termine tutti nuovamente insieme. Dopo un timido tentativo di Sweeck è Iserbyt che senza paura dà una sgasata che rimane sulle gambe di quasi tutti. Quasi, perché Van der Haar risponde presente e ancora una volta rientra in scioltezza.

Gruppo frammentato a 2 giri dalla fine, davanti Eli e Lars, poi Quinten e ancor più indietro Toon e Michael. LVDH continua a menare di ritmo, staccando irrimediabilmente Vanthourenhout e Aerts, ma mettendo alle strette anche Hermans ed un Iserbyt non del tutto ritrovato dopo la debacle europea. Non c'è spazio per capovolgimenti di fronte, troppo superiore Van der Haar che torna alla vittoria in CDM dopo ben 4 anni e mezzo. Iserbyt (11") ed Hermans (15") completano il podio. Seguono Aerts (29"), Vanthourenhout (41"), Sweeck (1'02"), Van Kessel (1'05") e Baestaens (1'05"). Prova storica per l'Italia, che piazza due crossisti in top ten, dando dimostrazione di essere un movimento in crescita. Bertolini è nono dopo una rimonta clamorosa, che lascia adito a rimorsi, visto che con una partenza migliore sarebbe potuto rimanere quasi sicuramente con il primo gruppo. Decimo Dorigoni che sconfigge nella sua personalissima sfida David van der Poel, in ripresa dopo un pessimo inizio di stagione.

Allunga ancora Iserbyt nella generale, che ora lo vede al comando con 205 punti, contro i 154 di LVDH, i 153 di Hermans e i 151 di Aerts e Vanthourenhout. Prossimi appuntamenti sabato con il Superprestige a Merksplas e domenica con la Coppa del Mondo a Koksijde, una delle tappe più coinvolgenti del panorama.
Notizia di esempio
Da Yates a Armstrong: la maratona affascina i ciclisti, ma Lanfranchi è il migliore