Pista

Bisognerà ribattezzarla ELIAminazione

14.08.2022 22:34

Viviani centra un'impresa senza precedenti: vince l'Eliminazione all'Europeo su pista di Monaco poche ore dopo aver disputato la prova su strada. Grande argento di Silvia Zanardi nella Corsa a punti dominata da Lotte Kopecky


La storia che raccontiamo stasera non ha probabilmente precedenti nel ciclismo. Ci mettiamo il probabilmente perché non abbiamo precisa contezza di quel che poteva succedere nella notte dei tempi, ma se almeno in decenni più recenti qualcuno avesse vinto un titolo internazionale in pista nello stesso giorno in cui aveva partecipato a una gara di pari livello su strada, se ne parlerebbe, insomma non è propriamente una cosa che possa avere troppi eguali. Comunque, prima assoluta o meno, quell'impresa l'ha centrata oggi Elia Viviani a Monaco di Baviera. Potendo contare sull'unità di luogo e di tempo degli Europei di ciclismo, il veronese si è regalato questa chicca che potrà raccontare - insieme a diverse altre di una carriera sempre più rilevante - ai nipotini.

Sono stati giorni pieni di colpi di scena, questi di Elia: dapprima era in programma che oggi facesse solo l'Eliminazione in pista. Poi le cattive condizioni di Giacomo Nizzolo hanno spinto il ct della strada Daniele Bennati a schierarlo al posto del milanese, ragion per cui dalla pista hanno annunciato che la gara di Viviani l'avrebbe fatta Michele Scartezzini. Infine oggi, dopo la gara vinta da Fabio Jakobsen e in cui il velocista della INEOS Grenadiers si è piazzato al settimo posto, la decisione improvvisa di doppiare l'impegno: "massì, quest'Eliminazione me la faccio lo stesso", e via al velodromo a sfoggiare la maglia iridata di specialità (che poi - e l'ha più o meno ammesso - era il vero motivo dell'ansia di esserci: sfoggiarla appunto, praticamente nell'unica occasione in cui gli era possibile farlo quest'anno).

Beh, la storia non finisce con la partecipazione ovviamente (altrimenti non ne staremmo parlando così tanto, no?), ma con un trionfo, perché Elia quell'Eliminazione non solo l'ha fatta ma l'ha pure vinta, unificando (come i vecchi campioni della boxe) i titoli europeo, mondiale e olimpico della specialità. Ora qualcuno più attento dirà che ai Giochi l'Eliminazione non dà titoli né medaglie, e infatti. Ma c'è, all'interno dell'Omnium, e si dà il caso che lo scorso anno a Tokyo Viviani abbia proprio vinto la gara in questione, nell'ambito del suo bronzo nella prova multipla. In pratica il campione nato a Isola della Scala domina in lungo e in largo la scena, e a questo punto non vediamo l'ora di vederlo a Parigi ai prossimi mondiali di ottobre, impegnato a prolungare la clamorosa striscia vincente.

Oggi Elia ha vinto con un'autorità senza pari. Basso profilo in avvio, persistenza nelle zone di retroguardia del gruppo che via via si sfoltiva di contendenti. Poi a metà gara l'azzurro ha risalito la china, fino ad andare a prendere con decisione la testa dopo l'eliminazione del britannico William Tidball. A quel punto erano rimasti in quattro a contendersi i tre posti sul podio, ma l'azione dell'italiano ha subito fatto fuori l'olandese Yoeri Havik. A questo punto il tedesco Theo Reinhardt, avversario principale della serata, ha allungato provando a sorprendere gli altri due. Jules Hesters, belga, più che venir sorpreso è rimasto a secco (di energie), per cui ha alzato subito bandiera bianca accontentandosi del bronzo.

Viviani invece ha risposto presente, è salito sulla parabolica, sempre in seconda posizione, e alla fine del penultimo giro ha scartato improvvisamente all'interno, cogliendo impreparato Reinhardt. Quando il tedesco si è messo realmente a inseguire, Elia aveva già venti metri di vantaggio e auguri a riprenderlo. Ha vinto in maniera, netta, precisa, totale, e gli avversari hanno solo potuto congratularsi con lui, che intanto toccava il cielo con un dito e si predisponeva a 36 ore di riposo assoluto prima della Madison in cui tornerà in scena martedì in chiusura di rassegna. Ma se anche l'Europeo di Viviani finisse qui, il bilancio sarebbe già più che eccellente.

Poco prima dell'impresa di Elia avevamo assistito a una bellissima Corsa a punti di Silvia Zanardi, in lizza per una medaglia anche se la gara aveva in Lotte Kopecky una favorita difficilmente avvicinabile. E in effetti la belga, gambona post grandi giri (ha disputato sia il Giro che il Tour), ha fatto corsa a parte, ha conquistato tre volte il giro e con tutti gli altri punti presi ai vari sprint è arrivata all'invidiabile quota 85. Le altre invece: la francese Victoire Berteau è partita subito all'attacco con l'austriaca Kathrin Schweinberger e la spagnola Ziortza Isasi; alle loro spalle la britannica Neah Evans si è mossa in solitaria, ha poi raggiunto e superato le tre, è rimasta a lungo da sola senza riuscire a prendere il giro e alla fine ha dovuto subire il contropiede proprio di Kopecky, che si è involata a conquistare la prima caccia ai -89 (sui 125 giri totali).

Intanto anche Zanardi cominciava a farsi vedere, prima accennando un contropiede su Evans, poi iniziando a fare punti in volata. In totale sarebbe andata a segno in ben 11 sprint su 12, vincendone due e alla lunga superando, grazie a questa persistenza, la francese. C'era ancora Evans da "togliere di mezzo", e l'obiettivo è stato raggiunto con una caccia di lusso, condotta a partire dai -40 da Silvia insieme a Kopecky, Berteau e la danese Julie Leth, in pratica tutte le più forti tranne proprio Neah. Il giro è stato guadagnato ai -29, e con esso s'è chiusa la partita per il podio. In  ogni caso Lotte, giacché straripava, s'è presa sola soletta un altro giro con un blitz dai -17 ai -12.

Gli ultimi due sprint non hanno cambiato alcunché, sicché alle spalle di Kopecky si sono classificate Zanardi con 53 punti, Berteau con 47, Leth con 30 e Evans con 25. Per Silvia è la seconda medaglia continentale nella specialità (fu già argento nel 2020), a cui si aggiungono i podi nell'Inseguimento a squadre (2021 e 2022); e considerando che non ha che 22 anni, il ct Marco Villa può ben dire di avere con lei un'altra certezza in squadra, una di quelle che poi ti portano risultati per un decennio buono.

A parte le due prove di gruppo che abbiamo abbondantemente descritto, la giornata era consacrata agli sprint. Il titolo della Velocità maschile è stato conquistato dal francese Sébastien Vigier, che in finale ha piegato il britannico Jack Carlin alla bella dopo aver perso la prima manche; c'è da dire che quest'ultimo era parecchio ammaccato in seguito a una caduta in semifinale: qui, opposto all'altro francese Rayan Helal, era andato pesantemente giù e per quest'incidente l'avversario era stato pure relegato (era uscito fuori corsia dove non poteva farlo, ostacolando così indebitamente Carlin, che in effetti s'è toccato con la bici altrui). Helal si è poi preso il bronzo davanti all'altro britannico Hamish Turnbull con un secco 2-0. Di tutto il torneo, una delle cose più belle è stata il confronto fianco a fianco tra i due responsabili, francese e inglese, ovvero Grégory Baugé e Jason Kenny, ancora al centro della pista mondiale dopo una vita passata a sfidarsi in mille volate.

Grandi personaggi di un recente passato, come per esempio Kristina Vogel, presente oggi a Monaco per partecipare alle cerimonie di premiazione: e citando questa grande campionessa incappata qualche anno fa in un incidente (proprio in pista, in allenamento) che l'ha lasciata sulla sedia a rotelle, non possiamo che parlare di Velocità femminile: il torneo, partito stamattina, è arrivato ai quarti. Domani in semifinale si ritroveranno di fronte Mathilde Gros e Lea Sophie Friedrich da una parte ed Emma Hinze e Laurine Van Riessen dall'altra: una francese, due tedesche, un'olandese. Ma in gara c'erano pure le italiane: Miriam Vece, 11esima in qualifica, è stata eliminata agli ottavi dall'olandese Hetty Van der Wouw, mentre Elena Bissolati non ha superato i sedicesimi contro la ceca Veronika Jabornikova.

Le finali domani (dalle 17.25 in avanti) saranno incastonate in un programma a tutto Omnium: si disputeranno entrambe le prove multiple, sia quella maschile che quella femminile, a partire dalle 13.30 e fino all'ora dell'aperitivo (alle 18.10 la Corsa a punti decisiva tra le donne, alle 18.45 quella degli uomini). Simone Consonni e Rachele Barbieri saranno le carte giocate dal ct Marco Villa. Matteo Bianchi e Davide Boscaro saranno invece impegnati nell'unica altra gara della giornata, il Chilometro da fermo: qualifiche alle 13, eventuale finale alle 16.40. Il medagliere, a due giorni dalla fine della rassegna, vede la Germania dominare la scena con 5 ori e 3 argenti davanti alla Francia (3 ori, 1 argento, 3 bronzi) e al Belgio (2-1-1). L'Italia (1-3-3) è al momento quarta e precede Olanda (1-1-3), Norvegia e Portogallo (1-0-0), Gran Bretagna (0-3-2), Danimarca e Ucraina (0-1-0) e Polonia (0-0-2).
Notizia di esempio
Attenti a come Leknessund si alza la mattina
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!