Alexandre Vinokourov © Vino SKO
Mondo Continental

Vinokourov, il ciclismo resta una ragione di vita

Il kazako non è solo il General Manager dell'Astana, ma può contare su una Continental dedicata a lui, la Vino SKO. Focus su Muradjan Khalmuratov, da un decennio uomo simbolo del ciclismo uzbeko

17.05.2023 23:15

Quindicesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain I e II, Tour of Bostonliq I e II, GP Herning, Fyen Rundt, Vuelta a Formosa, South East Asian Games, alcuni Campionati Nazionali, Muradjan Khalmuratov, ancora campione uzbeko a quarantuno anni, e la Vino SKO, Continental dedicata al più grande kazako di sempre.

Le corse della settimana

The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain, The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain II, Tour of Bostonliq I e Tour of Bostonliq II

Il podio del Tour of Bostonliq II © Georgios Bouglas

In settimana si sono disputate ben quattro corse UCI in Uzbekistan. Al via di tutte le gare si sono schierate la Roojai Online Insurance, la Tashkent City, la NSJBI Victoria Sports, le selezioni nazionali di Kazakistan, Azerbaigian e Grecia e alcune selezioni regionali locali. La nazionale del Kuwait ha, invece, partecipato solo alle ultime due gare, mentre la Samarkand (che insieme alla Tashkent City è l’unica Continental uzbeka) non ha partecipato come squadra, ma ha diviso i suoi corridori tra le varie selezioni regionali.

La prima gara è stata il Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain, una cronoscalata di 9.5 km. La gara ha visto il dominio totale dell’unico professionista in gara, Ulugbek Saidov. Il corridore del Team Novo Nordisk, in gara con la selezione regionale di Namangan, ha annichilito la concorrenza e, nonostante il chilometraggio ridotto, ha rifilato ben 2’38 ad Anton Kuzmin (Nazionale Kazakistan) e 2’55” a Behzodek Rakhimbaev (Tashkent City). 

La netta vittoria del ventiseienne ha scatenato molte polemiche: secondo i rivali, infatti, Saidov (e lo stesso vale per il terzo classificato Rakhimbaev) avrebbe beneficiato per buona parte della salita delle spinte del suo direttore sportivo, che era a bordo di un mezzo a motore. L’organizzazione avrebbe chiuso un occhio perché l’Uzbekistan ha bisogno di punti UCI per portare almeno un corridore ai Giochi Olimpici di Parigi del prossimo anno. 

Il giorno successivo si è disputato il Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain II, una corsa in linea di poco più di 170 km che ha visto gli uzbeki tornare nei ranghi, con il solo Muradjan Khalmuratov (Tashkent City), che a quasi quarantuno anni è ancora il corridore locale di maggior spessore, a centrare l’azione decisiva di cinque uomini.

La nazionale greca ha fatto valere la superiorità numerica, conquistando la vittoria con Periklis Ilias, campione del mondo di Mountain Bike Marathon nel 2012. A 4” dal trentaseienne il mongolo Tegsh-bayar Batsaikhan (Roojai Online Insurance) si è preso il secondo posto, regolando in volata Polychronis Tzortzakis (Nazionale Grecia), Daniil Marukhin (Nazionale Kazakistan) e Khalmuratov. Dopo la vittoria del giorno precedente, Ulugbek Saidov ha chiuso quarantunesimo (e penultimo), con quasi sei minuti di ritardo.

Dopo una giornata di riposo è stato il turno del Tour of Bostonliq I, una cronometro di 30 km non troppo impegnativa. Questa volta i risultati sono parsi più credibili e non ci sono state polemiche. Il kazako Daniil Marukhin ha fatto segnare il miglior tempo, precedendo di 23” Tegsh-bayar Batsaikhan. I corridori di casa si sono ben comportati, con il campione nazionale a cronometro Aleksey Fomovskiy, tesserato per la Samarkand, ma in gara con la selezione della regione di Fargona, che è riuscito a salire sul podio con un ritardo di 40” e il sempre presente Muradjan Khalmuratov che ha chiuso quarto a 42”.

La sequenza di gare uzbeke si è conclusa con il Tour of Bostonliq II, una corsa in linea di 130 km su un percorso molto impegnativo. Ilkhan Dostiyev (Nazionale Kazakistan) si è dimostrato il più forte ed è riuscito a conquistare la prima vittoria in carriera, tagliando il traguardo in perfetta solitudine. Il greco Georgios Bouglas (Nazionale Grecia) ha confermato di non essere un semplice velocista ed è andato a prendersi la seconda posizione con 16” di ritardo, davanti al fratello d’arte Daniil Pronskiy (Nazionale Kazakistan), che ha completato il podio con 24” di distacco e a Tegsh-bayar Batsaikhan, che si è reso protagonista di un’altra bella prestazione (quarto a 25”). 

In una giornata difficile per i corridori locali, è stato ancora una volta Muradjan Khalmuratov a salvare la situazione: il corridore della Tashkent City si è confermato su ottimi livelli, al punto che l’ottavo posto ha rappresentato il suo peggior risultato nei quattro giorni di gara.

GP Herning e Fyen Rundt-Tour of Funen

Mathias Norsgaard si aggiudica il GP Herning © GP Herning

Nel weekend, in Danimarca, sono andate in scena due gare: il GP Herning e il Fyen Rundt. Ad Herning si sono schierate al via ventotto squadre: diciannove Continental, una selezione nazionale danese e otto formazioni dilettantistiche. Nel Fyen Rundt c'è stata una sostituzione: una delle formazioni di terza divisione, la Voltas, è stata sostituita dal Team Odense, una compagine dilettantistica; la novità non ha cambiato più di tanto i valori in campo, considerando che nessuno dei corridori della squadra lituana aveva portato a termine la corsa del giorno precedente.

Il GP Herning è una corsa tradizionalmente priva di difficoltà altimetriche, resa impegnativa dai sedici settori di sterrato disseminati lungo il percorso. La gara, molto combattuta sin dalle fasi iniziali, ha vissuto un punto di svolta a circa 100 km dal traguardo, quando la nazionale danese, rimasta tagliata fuori dalla fuga iniziale ha lanciato Julius Johansen e Mathias Norsgaard all’inseguimento del primo gruppo. 

I due sono riusciti a rientrare sulla testa della corsa e il corridore della Movistar ha attaccato ancora a poco più di 60 km dalla conclusione, rimanendo prima con Jeppe Aaskov Pallesen (HRE Mazowsze) e Daniel Stampe (Restaurant Suri-Carl Ras), e poi da solo. Il campione danese a cronometro ha sfruttato al meglio le sue doti di passista e ha coronato una grande azione solitaria con il successo. Alle 1’02” da Norsgaard, Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) ha regolato Michael Valgren (Nazionale Danimarca) nella volata per il secondo posto.

Rispetto al GP Herning, il Fyen Rundt presenta qualche strappetto in più, ma il percorso è complessivamente adatto ai velocisti. La gara è stata caratterizzata da una fuga di tre corridori appartenenti a formazioni dilettantistiche locali: Casper Kaysen (CeramicSpeed Herning), Pelle Køster Mikkelsen (CO:PLAY-Giant Store) e Emil Tønnesen (Give Elementer). I tre hanno raggiunto un vantaggio massimo di 9’30” e sono rimasti davanti per oltre 100 km, prima che Kaysen alzasse bandiera bianca a causa dei crampi. L’azione di Pelle Køster Mikkelsen, che era rimasto da solo al comando, si è esaurita a 32 km dal traguardo e dal gruppo ci sono stati diversi attacchi per scongiurare la volata. 

Il più importante è stato quello sferrato da Rasmus Bøgh Wallin e Simon Bak (ColoQuick) a 8 km dall’arrivo, ma i due sono stati raggiunti all’ultimo chilometro. Quando tutto sembrava pronto per lo sprint finale, il pistard Carl-Frederik Bévort (Uno-X Dare Development) ha guadagnato un piccolo margine sul gruppo ed è riuscito a conservarlo fin sul traguardo. Il diciannovenne ha centrato la prima vittoria UCI in carriera, resistendo alla rimonta di Nicklas Amdi Pedersen (Coloquick). Alexander Salby, corridore della Bingoal WB in gara con la nazionale danese, ha completato il podio, mentre Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) ha tenuto alti i colori azzurri, chiudendo al quinto posto.

Vuelta a Formosa Internacional

Il podio finale della Vuelta a Formosa Internacional © Gremios por el Deporte

In Argentina si è disputata la Vuelta a Formosa Internacional, una corsa a tappe di quattro giorni che non prevedeva alcuna difficoltà altimetrica nel proprio percorso. Al via si sono schierate ventitré squadre: dieci Continental, quattro selezioni nazionali e nove formazioni dilettantistiche. Quattro delle sette compagini argentine di terza divisione non hanno preso parte alla gara.

La prima tappa ha seguito il copione previsto e si è conclusa in volata: sul traguardo di Laguna Blanca Pablo Anchieri (Nazionale Uruguay) ha superato Samuel Quaranta (Nazionale Italia), prendendosi la rivincita dopo essersi arreso al giovane azzurro in due occasioni nel Tour de Catamarca della settimana precedente. In terza posizione si è piazzato il brasiliano Kacio Freitas (SwiftCarbon), specialista delle discipline veloci della pista che dall’anno scorso ha spostato il focus sulla strada.

Anche la seconda frazione ha rispettato i pronostici della vigilia, terminando con uno sprint di gruppo: il più veloce a Herradura è stato Laureano Rosas (Gremios por el Deporte-Cutral Co), che ha preceduto Samuel Quaranta e Pablo Anchieri. Grazie agli abbuoni, il corridore uruguayano ha conservato la maglia di leader.

La terza tappa ha ricalcato le precedenti ed è stata nuovamente una volata di gruppo a decidere tutto: si è imposto ancora una volta Laureano Rosas, che si è così impossessato della maglia di leader. Alle spalle del corridore della Gremios por el Deporte si sono piazzati Lucas Gaday (Rower San Luis) e Cristian Pita (Banco Guayaquil-Ecuador).

La quarta frazione era divisa in due semitappe: al mattino una cronometro di 8 km e nel pomeriggio un’altra occasione per i velocisti. La prova contro il tempo ha premiato Óscar Sevilla (Medellin-EPM), che ha preceduto di 2” il solito Laureano Rosas e di 6” Agustin Del Negro (S.A.T.). La volata del pomeriggio, invece, ha visto la doppietta della nazionale italiana: Davide Boscaro ha conquistato il primo successo UCI in carriera, superando Luca Collinelli e Pablo Anchieri.

Grazie agli abbuoni conquistati nelle volate e ad un’ottima cronometro, Laureano Rosas si è portato a casa il successo finale. Alle sue spalle si sono piazzati Óscar Sevilla, staccato di 18” e Agustin Del Negro, che ha accusato un distacco di 24”. Miguel Ángel López (Medellin-EPM) si è fermato ai piedi del podio, con 28” di ritardo. In chiave azzurra hanno ottenuto buoni piazzamenti sia Niccolò Galli, sesto a 36” e vincitore della maglia di miglior giovane, che Davide Boscaro, decimo a 41”. L’ecuadoriano Cristian Pita ha dominato gli sprint intermedi, grazie ai quali è riuscito anche a soffiare a Rosas la classifica a punti. Come accade quasi sempre nelle corse sudamericane, il Team Medellin-EPM si è aggiudicato la graduatoria a squadre.

South East Asian Games

Nur Amirul Fakhruddin Mazuki vince la prova in linea dei South East Asian Games © Terengganu Polygon / Fiz Said

Nei giorni scorsi a Phnom Penh, in Cambogia, si sono disputati i South East Asian Games, delle piccole Olimpiadi riservate agli atleti dei paesi del Sud-est asiatico, che si svolgono con cadenza biennale.

Nell’edizione 2023 sono state due le prove dedicate al ciclismo su strada maschile: la classica prova in linea e una gara criterium. Non c’è stato spazio per la cronometro individuale, che era stata, invece, disputata nel 2021.

La gara criterium ha premiato l'indonesiano Terry Kusuma (Kelapa), autentica rivelazione dell’ultimo Tour of Thailand, in cui aveva conquistato la classifica a punti e un successo di tappa. Nur Amirul Fakhruddin Mazuki (Terengganu Polygon) ha portato la Malesia alla medaglia d’argento, mentre il filippino Ronald Oranza si è preso la medaglia di bronzo.

Nella prova in linea sette uomini (di sette nazioni diverse) hanno fatto la differenza sul resto della compagnia e si sono giocati la vittoria in volata: a spuntarla è stato Nur Amirul Fakhruddin Mazuki, che ha permesso alla Malesia di confermare il titolo di due anni fa, superando nettamente l’indonesiano Aiman Cahyadi, suo compagno di squadra alla Terengganu Polygon, divenuto il più ostico degli avversari in un questa circostanza. Ronald Oranza ha completato il podio, regalando alle Filippine un altro bronzo dopo quello del criterium.

Campionati Nazionali Uzbekistan, Cipro, El Salvador, Bolivia

Il podio del campionato cipriota a cronometro © Cyprus Cycling Federation

Negli ultimi giorni si sono corsi i campionati nazionali in diversi paesi.

In Uzbekistan la federazione ha deciso di far disputare i campionati nazionali nel periodo delle corse UCI locali. La cronometro è andata in scena due giorni prima del The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain e la prova in linea è stata inserita nel giorno di pausa fra The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain II e Tour of Bostonliq I.

La prova contro il tempo ha premiato il campione uscente Aleksey Fomovskiy (Samarkand), che ha battuto il duo della Tashkent City composto da Muradjan Khalmuratov e Behzodek Rakhimbaev. L’unico professionista uzbeko, Ulugbek Saidov (Novo Nordisk), ha dovuto accontentarsi del settimo posto.

Nella corsa in linea la squadra della capitale si è presa la rivincita, monopolizzando il podio. Muradjan Khalmuratov si è imposto per la quarta volta in carriera, superando il giovane Damir Zabirov e il campione uscente Akramjon Sunnatov. Il vincitore della cronometro Aleksey Fomovskiy si è dovuto accontentare del quinto posto, mentre Ulugbek Saidov ha chiuso ottavo.

Da quando è maggiorenne, Andreas Miltiadis ha sempre vinto il titolo cipriota a cronometro e anche quest’anno non ha avuto problemi a confermarsi. Il ventiseienne ha rifilato 2’48” ad Andreas Savva e 2’59” ad Alexandros Agrotis, portando a nove il numero di titoli consecutivi.

Dopo quattro doppiette consecutive, Miltiadis ha deciso di rinunciare a correre la prova in linea ed è volato in Reoubblica Ceca per disputare una gara di Coppa del Mondo di Mountain Bike Marathon. In assenza del grande favorito è stato Alexandros Matsangos, già vincitore nel 2018, a sfruttare l'occasione. Konstantinos Pavlides e Georgios Kouzis lo hanno accompagnato sul podio, staccati rispettivamente di 1” e 44”.

Ad El Salvador il trentanovenne Gregory Guardado ha dominato la prova a cronometro, staccando di 1’44” Alfonso Orellana e di 3’38” José Dagoberto Joya. Quest’ultimo si è, invece, imposto nella prova in linea, con 8” su Bryan Mendoza e 2’46” su Orellana. Il giovane Brandon Rodríguez, finito a 1” da Guardado nella crono e battuto in volata da Joya nella prova in linea, si è consolato con entrambi i titoli under 23.

In Bolivia la Pío Rico-Alcaldía La Vega ha dominato entrambe le prove. Nella cronometro ha firmato la doppietta con Eduardo Moyata e Freddy González, che, dopo essersi imposto nelle ultime due edizioni, è stato preceduto di 38” dal compagno di squadra. Angel Hoyos ha completato il podio a 1’13”. Alexander Donaire ha confermato il titolo under 23 dello scorso anno, facendo segnare un tempo che gli sarebbe valso la seconda posizione nella gara élite.

Dopo aver perso il titolo a cronometro, Freddy González si è rifatto alla grande nella prova in linea, che lo ha visto imporsi in solitaria con oltre 3' di vantaggio sui primi inseguitori. Anche in questo caso la Pío Rico-Alcaldía La Vega è riuscita a piazzare due uomini sul podio: Wilber Rodriguez ha chiuso in terza posizione, preceduto in volata da Ivan Alaka.

Le Continental tra i big

Matúš Štoček festeggia la vittoria nella classifica a punti del Tour de Hongrie © Tour de Hongrie

Al Tour de Hongrie hanno partecipato tre formazioni di terza divisione: oltre alla Epronex-Hungary, unica Continental di casa, erano presenti la ceca ATT Investments e la rumena Sofer-Savini Due. La compagine ceca ha fatto vedere le cose migliori, soprattutto grazie a Márton Dina. L’ex corridore della EOLO-Kometa ha chiuso la corsa al diciassettesimo posto, portandosi a casa la maglia bianca di miglior ungherese, e il suo decimo posto nella terza tappa è stato l’unico piazzamento in top ten da parte di un corridore Continental. Oltre ai piazzamenti di Dina, la ATT Investments ha potuto festeggiare un risultato ancora più importante: grazie agli sprint intermedi, Matúš Štoček è salito sul podio finale come vincitore della classifica a punti.

Le due gare francesi dello scorso weekend, Tour du Finistère e Boucles de l'Aulne-Châteaulin hanno visto al via le stesse squadre e come Continental erano presenti le locali CIC U Nantes Atlantique, Nice Métropole Côte d’Azur e St.Michel-Mavic-Auber 93 e la canadese Ecoflo Chronos. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato Jordan Jegat (CIC U Nantes Atlantique), che ha chiuso entrambe le corse all’undicesimo posto.

Le novità di ciclomercato della settimana riguardano i turchi della Sakarya BB, che, in vista della corsa di casa, il Tour of Sakarya, hanno deciso di rinforzare la squadra ingaggiando tre corridori stranieri. I nuovi arrivi sono il trentenne francese Vincent Louiche, visto lo scorso anno con la EuroCyclingTrips, e due giovani alla prima esperienza nella categoria Continental, il russo Aleksandr Bereznyak e il bielorusso Aliaksandr Sychuhou.

Dalla Francia arriva una bella notizia: da alcuni mesi il futuro della Roubaix Lille Métropole era a rischio a causa dei problemi economici del main sponsor Go Sport, ma la situazione si è risolta grazie al supporto di Van Rysel, che ha garantito la sopravvivenza del team. La formazione transalpina si chiama ora Van Rysel-Roubaix Lille Métropole e sta disputando in questi giorni la Quattro Giorni di Dunkerque con la nuova denominazione.

Il corridore della settimana: Muradjan Khalmuratov

Muradjan Khalmuratov (a destra) sul podio dei Campionati Asiatici su pista © Rustam Nurtdinov

L’Uzbekistan non è mai stato una potenza del ciclismo mondiale, ma negli anni ‘90 ha potuto contare su un grande campione come Djamoldine Abdoujaparov. In seguito il corridore più rappresentativo del paese è stato Sergey Lagutin che, pur non toccando le vette prestazionali del “Terrore di Tashkent”, ha vinto uno storico titolo mondiale under 23 e ha avuto una lunga carriera tra i professionisti. 

Alla fine del 2013, però, Lagutin ha scelto di prendere la nazionalità russa, lasciando ad un Muradjan Khalmuratov già ultratrentenne il ruolo di ciclista uzbeko di riferimento. Sono passati quasi dieci anni, ma il simbolo dell’Uzbekistan ciclistico è ancora lui. 

Nel 2023, a quasi quarantuno anni (li compirà il mese prossimo), si è laureato campione nazionale per la quarta volta in carriera e ha terminato in top ten tutte le corse UCI di casa.

Tanti corridori competitivi oltre i trentacinque anni hanno scoperto il ciclismo in tarda età: non è, però, questo il caso di Khalmuratov, che è nel giro della nazionale sin dalle categorie giovanili: da junior, infatti, partecipò alla cronometro dei Campionati del Mondo 1999, vinta da Fabian Cancellara.

Per cercare di affermarsi nel ciclismo, si trasferì in Europa e disputò quasi tutto il suo percorso da under 23 in Svizzera, ottenendo nel 2004 i primi risultati internazionali di un certo livello: fu sesto nella classifica finale del Tour de Korea e nono in una tappa del Giro della Valle d’Aosta.

Terminato il quadriennio da under 23, decise di non tornare in patria e disputò due anni da élite in Italia, con la Delio Gallina-Lucchini. Nel 2006 dimostrò di poter fare bene: fu secondo alla Vicenza-Bionde e chiuse in top ten due corse UCI come il Trofeo Franco Balestra e il Trofeo Alcide De Gasperi. Partecipò, inoltre, al Giro d’Italia Dilettanti.

Nel 2007 l’uzbeko tornò a correre maggiormente in Asia, ma fu ancora protagonista nel nostro paese, con la partecipazione al Giro della Valle d’Aosta, chiuso con un buon sedicesimo posto finale. Ottenne i primi podi nei Campionati Nazionali e, a fine stagione, disputò per la prima volta i Campionati del Mondo élite, prendendo parte sia alla prova in linea che alla cronometro.

L’anno successivo fece il suo esordio nella categoria Continental, firmando con la Centri della Calzatura-Partizan, formazione serba con forti connessioni con l’Italia. Impegnato in un calendario prevalentemente asiatico, disputò due corse professionistiche nel nostro paese, il Memorial Viviana Manservisi e il GP Industria & Commercio di Prato, per preparare al meglio i Campionati del Mondo di Varese.

Terminata l’avventura italo-serba, Khalmuratov disputò un paio di stagioni fuori dal mondo Continental, senza brillare più di tanto, ma nel 2011 effettuò l’atteso salto di qualità: conquistò la medaglia d’argento ai Campionati Asiatici, battuto solo da un professionista navigato come Yukiya Arashiro, e si laureò per la prima volta campione nazionale a cronometro. Questi risultati convinsero i taiwanesi della Giant Kenda a puntare su di lui per il finale di stagione e il corridore uzbeko ripagò subito la fiducia vincendo il Tour of China

L’anno successivo sposò il progetto della Uzbekistan Suren, la prima Continental del suo paese. Concluse il Tour of Thailand al secondo posto, con un successo di tappa all’attivo, ma, in seguito, qualcosa con la squadra, destinata a chiudere poco dopo, si ruppe. Alla vigilia dei Campionati Nazionali lasciò il team insieme ad altri tre compagni e si trasferì alla China 361°. Nonostante il cambio di squadra improvviso, Khalmuratov si confermò campione nazionale a cronometro e disputò un buon finale di stagione, impreziosendolo con la partecipazione ai Giochi Olimpici di Londra.

Nel 2013 iniziò la stagione col botto, conquistando una doppia medaglia d’oro ai Campionati Asiatici. In seguito fu ingaggiato dalla RTS-Santic e fece doppietta anche ai Campionati Nazionali. Nel finale di stagione si tolse anche la soddisfazione di tornare a correre in Italia, dove disputò la cronometro dei Campionati del Mondo di Firenze.

Nel 2014 passò ai malesi della Terengganu, ma non riuscì a ripetere le prestazioni della stagione precedente, limitandosi alla conquista del quarto titolo nazionale a cronometro consecutivo.

Anche nei tre anni successivi, trascorsi con i cinesi della Beijing Innova, Khalmuratov non andò oltre gli ormai scontati titoli nazionali a cronometro, pur tornando a disputare la prova a cronometro dei Campionati del Mondo in un paio di occasioni.

Nel 2018 tornò alla RTS e, oltre al titolo nazionale a cronometro, si tolse altre grandi soddisfazioni, conquistando la medaglia d’argento (battuto solo da Alexey Lutsenko) nella prova contro il tempo degli Asian Games, le Olimpiadi riservate agli atleti asiatici, e la medaglia di bronzo nella corsa a punti ai Campionati Asiatici di ciclismo su pista.

Nel 2019 non trovò posto in nessuna Continental, ma non si perse d’animo e fece doppietta ai Campionati Nazionali, strappando un’altra convocazione per la cronometro dei Campionati del Mondo. Continuò anche l’attività su pista, confermando il bronzo nella corsa a punti dei Campionati Asiatici, partecipando per la prima volta ai Campionati del Mondo della disciplina e disputando diverse prove di Coppa del Mondo.

L’anno successivo il covid bloccò quasi completamente il calendario dell’uzbeko, che, ancora fuori dal mondo Continental, vinse comunque entrambi i titoli nazionali su strada.

Nel 2021 tornò a tesserarsi con una Continental, la malese Sweet Nice, e ottenne dei bei risultati nelle corse turche di inizio stagione. In seguito disputò per la seconda volta in carriera i Giochi Olimpici, riuscendo a portare a termine la corsa nonostante un percorso molto impegnativo, e vinse il titolo nazionale a cronometro per l’undicesima volta consecutiva. Curiosamente, visto il basso numero di corse disputate dalla sua squadra, Khalmuratov decise di preparare l’appuntamento a cinque cerchi nel nostro paese, con un ritiro a Livigno durante il quale partecipò alla Gran Fondo delle Dolomiti.

Nel 2022 è tornato in patria, alla neonata Continental Tashkent City, e ha scelto di non partecipare al campionato nazionale a cronometro, fermando così la striscia di titoli consecutivi. La sua stagione è stata comunque buona, con diverse top ten nelle gare turche e, soprattutto, il bronzo nella cronometro dei Campionati Asiatici. A fine stagione si è tolto la soddisfazione di tornare a partecipare alla prova in linea dei Campionati del Mondo a quattordici anni dall’ultima volta.

Dopo le buone prestazioni offerte nell’ultimo periodo, Muradjan Khalmuratov è attualmente impegnato al Tour of Sakarya.

La squadra della settimana: Vino SKO

La foto di squadra della Vino SKO © Vino SKO

La nazionale kazaka è tornata dalla trasferta uzbeka con due successi all’attivo, conquistati da Daniil Marukhin e Ilkhan Dostiyev. Entrambi sono tesserati per la Vino SKO, formazione che in questa stagione aveva già vinto il GP Aspendos nel mese di gennaio.

La squadra kazaka prese la licenza Continental nel 2014, quando si chiamava Vino4Ever, un nome che lasciava trasparire in maniera piuttosto evidente una dedica ad Alexandre Vinokourov. Nonostante il nome, ufficialmente il team non ha mai avuto legami diretti con l’Astana, anche se diversi corridori della formazione attualmente diretta da Yevgeniy Nepomnyachshiy hanno avuto la loro occasione nel WorldTour nel corso degli anni. Nel 2021 i figli di Vinokourov, Alexandre e Nicolas, hanno preso parte ad uno stage nella Vino-Astana Motors, prima di passare nel 2022 all’Astana Qazaqstan Development, vivaio ufficiale del team della massima categoria.

Il roster 2023 è composto da dieci corridori kazaki, tutti al di sotto dei venticinque anni di età. Il corridore più anziano è Daniil Marukhin, nato nel febbraio 1999. Quest’anno è partito bene con il quarto posto al GP Aspendos ed è stato grande protagonista delle quattro corse uzbeke della scorsa settimana, terminandole tutte nella top ten, con la perla del Tour of Bostonliq I, che ha rappresentato la sua prima vittoria in carriera a livello UCI. In carriera è stato campione asiatico tra gli juniores ed è tornato quest’anno alla Vino SKO, dopo aver corso nel 2022 nell’Almaty.

L’altro corridore ad aver vinto in Uzbekistan è Ilkhan Dostiyev, che sembra essere salito di livello in questa stagione. Prima del 2023, il ventenne non era mai arrivato nella top ten in corse UCI, mentre quest’anno, oltre alla vittoria nel Tour of Bostonliq II, ha raccolto altri tre piazzamenti nei primi dieci. Se continuerà a migliorare, vista la giovane età, potrà aspirare al professionismo.

L’unico ad aver vinto una corsa nel 2023 con la maglia della Vino SKO (e non con quella della nazionale) è Yegor Strelnikov, impostosi nel GP Aspendos. Il diciannovenne, anch’egli al primo successo UCI in carriera, non è però riuscito a mettersi in luce nelle corse greche di marzo e non è stato schierato al via del Tour de Sakarya iniziato oggi. Si tratta comunque di un ragazzo molto giovane, che avrà tutto il tempo per farsi notare.

Oltre a Marukhin, Alexandr Semenov è l’unico corridore in squadra a non fare più parte della categoria under 23. Veterano del team, con cui corre dal 2018, il ventiquattrenne ha corso abbastanza nel 2023, ma non è riuscito ad ottenere risultati personali di rilievo. Lo scorso anno ha chiuso al quinto posto il campionato nazionale, superato solo da quattro corridori WorldTour.

Vladimir Mulagaleyev ha iniziato bene la stagione, con un ottimo terzo posto al GP Apollon Temple. Nelle corse greche di marzo ha sofferto un po’, ma avrà modo di cercare il riscatto al Tour of Sakarya, in quella Turchia che gli ha regalato il primo podio in carriera.

Sarà interessante valutare i progressi del giovanissimo Alexey Vaganov: il diciottenne è reduce da un 2022 importante, in cui, tra gli juniores, si è laureato campione nazionale sia in linea che a cronometro, conquistando, inoltre, il titolo asiatico contro il tempo. Nella prima parte di stagione non ha ottenuto grandi risultati a livello personale, ma la squadra lo ha fatto correre molto per permettergli di fare esperienza.

Ancora a caccia di risultati di rilievo, i ventenni Vladimir Koltunov e Daniil Kirnos hanno vissuto un inizio di stagione molto diverso: Koltunov è stato schierato in tutte le gare UCI disputate dal team, mentre Kirnos non ha ancora esordito nel 2023, pur avendo disputato diverse corse lo scorso anno.

Matvey Vorobyev e Pavel Voropayev hanno terminato da poco la loro esperienza tra gli juniores e sono ancora tutti da scoprire. Vorobyev ha esordito nelle corse turche di inizio stagione, raccogliendo anche un incoraggiante diciassettesimo posto al GP Aspendos; Voropayev, invece, è ancora attesa di esordire a livello UCI.

A due mesi dall’International Tour of Rhodes, la Vino SKO è tornata in gara oggi al Tour of Sakarya; con queste lunghe pause è difficile per i corridori trovare una buona condizione, ma per salire di livello bisogna farsi trovare sempre pronti e la possibilità di disputare qualche gara con la nazionale è sicuramente un'occasione da sfruttare.

La crisi infinita del ciclismo tedesco
4 Jours de Dunkerque 2023 - Analisi del percorso