Donne Élite

Scoprimmo che si chiamava Annemiek van Vuelten...

08.09.2022 20:22

Van Vleuten spacca la corsa nella seconda tappa della Vuelta a España, vince con oltre due minuti su tutte e ipoteca la generale. Elisa Longo Borghini cede la roja ma è seconda (di tappa e in classifica). Settima Silvia Persico


Aveva solo la tappa di oggi per mettere abbastanza fieno in cascina per il suo megalomane e terribilmente serio progetto di vincere nello stesso anno Giro, Tour e Vuelta, e come potevate voi pensare che non avrebbe messo a ferro e fuoco il gruppo sui saliscendi della Ceratizit Challenge, nome ufficiale della corsa spagnola, che da stasera è fortemente marcato con le sue iniziali: AVV. Annemiek van Vleuten non ci stupisce più, come potrebbe dopo una carriera traboccante di imprese e stangate alle avversarie? L'unico sentimento possibile nei suoi confronti è la più pura ammirazione, per la sua etica del lavoro, per la sua capacità di trovare sempre nuove motivazioni, per la sua ferrea tenuta fisica e mentale, orientata sempre al prossimo obiettivo, alla prossima vittoria.

Per sancire la memorabile tripletta deve gestire le prossime tre tappe, di decrescente difficoltà, dopodiché potrà dire con ragione: nessuno ha mai fatto quello che ho fatto io. E anche se nel maschile i GT sono di tre settimane e invece i corrispettivi femminili vanno dai 5 ai 10 giorni di gara, l'impresa ci sarebbe comunque tutta. Intanto per essere stata pensata, e poi per essere stata realizzata in maniera inesorabile. Oddio, parliamo come se la corsa fosse già finita, ma di fatto lo è per quanto visto oggi sulle salitelle della Cantabria. Chi potrà mettere nel sacco Annemiek nei prossimi giorni?

Se dovessimo proprio esporci in una risposta a questa domanda retorica, non potremmo non citare Elisa Longo Borghini, che oggi cede la maglia ma lo fa con tutti gli onori, arrivando seconda nella tappa e rafforzando il margine su tutte quelle che la seguono in classifica. Continuerà a trovare dei terreni particolarmente adatti a lei e, al netto di qualche altra invenzione della Van Vleuten, potrebbe togliersi altre soddisfazioni, podio finale compreso.

Vediamo come si sono svolti i fatti di questa seconda tappa della Ceratizit Challenge by La Vuelta 2022. La Colindres-Colindres misurava 105.9 km e proponeva sul tracciato cinque Gpm, l'ultimo e più duro a 15 km dalla fine. Movimenti già nella prima parte, con vari attacchi tra cui quello dell'olimpionica Anna Kiesenhofer (Soltec), poi verso la vetta dell'Alto Fuente Las Varas, prima salita di giornata, sono partite Sarah Roy (Canyon//SRAM Racing) e Lucinda Brand (Trek-Segafredo). Mancavano 88 km alla conclusione e con le due c'erano pure Marta Lach e Maaike Coljé, le quali però sono state staccate sul successivo Alto Cruz de Usaño ai -67. Brand e Roy hanno sfiorato i 4' di vantaggio massimo, ma la tappa era troppo importante perché Annemiek van Vleuten la lasciasse sfuggire via, sicché la Movistar ha lavorato sodo per riavvicinare le battistrada, abbattendo il loro margine sul Campo Layal (terza ascesa di giornata), andando poi a chiudere ai -31, ai piedi della seconda scalata (da altro versante rispetto al primo) all'Alto Fuente Las Varas. Nel frattempo si è segnalata una caduta della maglia rossa Elisa Longo Borghini (Trek) ai -47, nei pressi della vetta del Campo Layal.

Appena raggiunte Lucinda e Sarah, Annemiek non ha perso tempo e ha dato una botta a 30.5 km dalla fine, determinando di fatto l'andamento della tappa: a reagire sono state appena in quattro, ovvero Demi Vollering (SD Worx), Longo Borghini, Mavi García (UAE ADQ) e Liane Lippert (DSM). Ma Van Vleuten era una furia, e nel suo dare mazzate a destra e a manca ha fatto staccare Lippert ai -29.2, García ai -28.9, Longo ai -28.6, Vollering ai -28.4. Uno spettacolo di progressione, un lavoro al corpo e alla testa delle avversarie che ha sbaragliato il campo.

Annemiek è scollinata ai -25.9 con 45" su Vollering, 1'05" su Longo Borghini e Lippert, 1'30" su García e 1'50" su un gruppetto di 11 comprendente tra le altre Kasia Niewiadoma (Canyon), Cecilie Ludwig (FDJ-Suez), Silvia Persico (Valcar-Travel & Service), Juliette Labous (DSM) e Marlen Reusser (SD Worx). In discesa Longo Borghini ha spinto a fondo mettendo in difficoltà Lippert (che però ha resistito alla sua ruota) e soprattutto raggiungendo ai -18 Vollering. A quel punto le tre avevano un minuto da recuperare sulla battistrada.

Ai -17 è stata approcciata l'ultima salita di giornata, l'Alto Campo La Cruz, sulle cui dure rampe Van Vleuten ha ampliato il margine, mentre le componenti del terzetto alle sue spalle trovavano una collaborazione quantomeno per limitare i danni; intanto García veniva raggiunta ai -16 dal gruppetto Persico. Al Gpm dei -14.7 i distacchi erano impietosi per le avversarie di AVV: 1'53" Elisa-Demi-Liane, 2'53" il gruppetto.

Nell'ultimo tratto di discesa, ai -10, Longo Borghini ha staccato Vollering e Lippert, le quali però le sono ritornate sotto ai -7.5, e comunque dopo un breve riavvicinamento lungo la picchiata, il terzetto ha ripreso a perdere terreno dalla neerlandese, che è andata a vincere con 2'16" sulle prime inseguitrici: la volata a tre l'ha vinta l'italiana anticipando rispetto a Lippert e Vollering che si son piazzate nell'ordine alle sue spalle. A 2'50" è arrivato il gruppetto con Ludwig, Niewiadoma, Persico, Elise Chabbey (Canyon), Labous, Anna Shackley (SD Worx).

La classifica generale è completamente riscritta e ora Van Vleuten la guida con 1'55" su Longo Borghini, 2'24" su Vollering, 2'41" su Ane Santesteban (BikeExchange-Jayco) e Lippert, 2'46" su Ludwig, 2'58" su Shackley, 3'19" su Labous, 3'32" su Brodie Chapman (FDJ) e 3'34" su Chabbey.

Domani una tappa tutta da interpretare, la terza, che porterà il gruppo da Camargo ad Aguilar de Campoo. 96.4 i chilometri totali, una dura rampa nella prima parte (l'Alto de Hijas), quindi una lunga (quasi 19 km) ma facile salita caratterizzerà la fase centrale, poi non ci sarà discesa ma si proseguirà in altopiano negli ultimi 33 km. Se qualcuna volesse osare l'inosabile potrebbe provare ad attaccare sulla prima salita ai -80, ma molto più ragionevolmente non accadrà nulla di rivoluzionario e si andrà a una volata di gruppetto tra le migliori per assegnare la vittoria di giornata.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!