Patrick Lefevere e Remco Evenepoel, © Zac Williams/SWpix.com
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Evenepoel tiene banco. Clement: "La stampa lo logora". Lefevere: "Pensi a classiche e Mondiale"

Dopo il ritiro alla 14ª tappa, arrivano le riflessioni: Lefevere esclude la Vuelta, Clement denuncia la pressione mediatica, De Cauwer chiede leggerezza

Il Tour de France 2025 ha perso uno dei suoi protagonisti più attesi. Remco Evenepoel, terzo in classifica generale alle spalle di Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, si è ritirato nella 14ª tappa, la prima grande giornata pirenaica con arrivo a Luchon-Superbagnères. Il belga della Soudal Quick-Step ha perso contatto già sul Col du Tourmalet, decidendo poco dopo di fermarsi.

Remco Evenepoel dopo l'abbandono sul Tourmalet, il suo ritiro diventa una caso ©Lukáš Ronald Lukács via X
Remco Evenepoel dopo l'abbandono sul Tourmalet, il suo ritiro diventa una caso ©Lukáš Ronald Lukács via X

Già ventiquattr’ore dopo la resa, sono arrivate le prime riflessioni da ex compagni di viaggio e opinionisti, che dispensano buoni consigli al belga.


Lefevere: “Una decisione intelligente, ora obiettivo Mondiali”

Patrick Lefevere, ex general manager e figura chiave nella carriera di Evenepoel, ha approvato la scelta del corridore:

“Contro ogni evidenza, spero naturalmente in un miglioramento, ma avevo già notato qualche crepa”, ha detto a VTM. “In certi momenti restava fermo dove di solito sarebbe scattato. Sono dettagli che uno come me coglie”.
Per Lefevere, il ritiro è stato un atto di lucidità: “Un corridore del suo calibro non deve ridicolizzarsi. Ha altri obiettivi quest’anno”. Sul calendario futuro è netto: “La Vuelta? Non credo. Deve concentrarsi sulle classiche rimaste e sui Mondiali in Rwanda: lì può tornare al top”.

Clement: “Remco non ha pace. La stampa belga lo sta logorando”

Molto diversa la riflessione dell’ex corridore belga e opinionista NOS Stef Clement, che punta il dito sulla pressione mediatica:

Remco non ha pace. L’intero Paese lo insegue da gennaio a dicembre. Quando ha avuto un banale incidente in bici, c’era mezzo villaggio a fotografarlo”. Clement allarga il discorso al sistema: “La storia si ripete. Frank Vandenbroucke, Tom Boonen… Arnaud De Lie rischia lo stesso. Il Belgio crea i propri idoli e poi li consuma. Poi l’affondo finale: “Mathieu van der Poel è il belga più felice del mondo: vive in Belgio, ma col passaporto neerlandese è lasciato più tranquillo. È ‘il migliore dei due mondi’. Remco non ha questa fortuna”.
 

De Cawer: “Ritrovare il piacere di correre”

Anche José De Cauwer, commentatore di VRT ed ex direttore sportivo della nazionale belga, è intervenuto sul campione olimpico:

“Ha vinto una tappa, ma ci aspettavamo di più rispetto allo scorso anno. Non parlo di piazzamenti, ma di forza rispetto ai migliori in salita. Non è sparito il talento, ma c’è del lavoro da fare.

Deve relativizzare, accettare certe cose e ritrovare leggerezza. Ora deve fermarsi, capire se il problema è fisico, mentale o entrambi, e ripartire con nuovi obiettivi.”

De Cauwer cita l’esempio di Arensman, capace di ritrovare motivazione dopo le difficoltà, e dà consigli a Remco e alla sua squadra:

“Il ciclismo è un’arte di equilibrio. Devi dare tanto, ma devi anche chiederti: mi fa bene? Mi rende felice? Evenepoel è troppo teso, rigido. Deve divertirsi di più, come Pogacar e Van der Poel. Anche loro si allenano duramente, ma mantengono un lato giocoso. Questo è un compito per la squadra: aiutarlo a ritrovare il piacere di correre."

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