
Sofiane Sehili libero dopo 53 giorni di detenzione in Russia
L’ultraciclista francese era stato arrestato al confine con la Cina durante la sua traversata dell’Eurasia in bici
È arrivata poche ore fa la notizia della liberazione di Sofiane Sehili, ultraciclista francese detenuto in Russia dal 2 settembre 2025 per aver attraversato illegalmente il confine nella regione di Vladivostok. L’atleta, 44 anni, è stato rilasciato giovedì 23 ottobre, con largo anticipo rispetto alla data prevista del 3 novembre, in seguito all'accoglimento dell’appello presentato dai suoi avvocati. La vicenda ha acceso il dibattito internazionale sulla libertà di movimento degli atleti d’avventura.
Dal sogno al carcere
Al momento del fermo, Sehili si trovava nel pieno della sua ultima e più ambiziosa impresa: attraversare l’Eurasia in bicicletta, da Lisbona a Vladivostok, per stabilire un nuovo record mondiale, attraversando climi, culture e confini.
Ma proprio l’ultimo tratto, quello che avrebbe dovuto incoronare la sua impresa, si è trasformato in un incubo.
Il 6 settembre, poco dopo aver varcato la frontiera tra Cina e Russia nella regione del Primorsky Krai, Sehili è stato fermato dalle autorità locali e accusato di ingresso illegale nel Paese. Il tribunale di Usurijsk aveva disposto la sua detenzione preventiva, prima fino al 4 ottobre e poi prorogata fino al 3 novembre.
Nonostante i tentativi di mediazione del Ministero degli Affari Esteri francese e del Consolato generale a Mosca, la situazione sembrava destinata ad andare per le lunghe. Poi la svolta di giovedì, quando il rilascio anticipato è stato confermato anche dall’agenzia di stato russa RIA Novosti.
I 53 giorni di detenzione dura
I 53 giorni trascorsi in carcere da Sehili sono stati tutt’altro che semplici. Secondo quanto riportato dalla sua legale, Alla Kouchnir, l’ultraciclista avrebbe dovuto “studiare il russo per comunicare con i propri custodi e i compagni di cella”. Le sue condizioni di vita sarebbero state difficili, tra “cibo insufficiente”, “mancanza di acqua per le docce” e isolamento linguistico e culturale.
Chi è Sofiane Sehili

Classe 1981, parigino, Sehili è una leggenda del bikepacking e dell’ultracycling. Ha vinto gare iconiche come la Silk Road Mountain Race e l’Atlas Mountain Race, e da anni rappresenta un punto di riferimento per chi vede nella bicicletta non solo una disciplina sportiva, ma un mezzo di esplorazione e libertà.
La sua avventura eurasiatica, iniziata a Lisbona, doveva concludersi sulle rive del Pacifico: una rotta lunga oltre 13.000 chilometri. Non si è chiusa come previsto, ma il suo rilascio segna almeno un finale diverso per un’odissea che ha messo alla prova corpo e mente.
Ultracycling: sul confine tra avventura e rischio
Il caso Sehili riaccende il dibattito sul confine sottile tra avventura e rischio, tra sfida sportiva e realtà geopolitica. In un mondo in cui i confini non sono soltanto linee sulle mappe, la bicicletta di Sehili – simbolo di libertà e resistenza – lo ha reso un testimone involontario delle tensioni del nostro tempo.
Oggi Sofiane è libero, ma la sua vicenda continua a far discutere.
