Sofiane Sehili in una delle sue tante imprese © Sofiane Sehili
Cicloturismo

Da leggenda dell’ultracycling a caso diplomatico: Sofiane Sehili arrestato in Russia

Mentre tentava il record della traversata Eurasia, il francese ha varcato illegalmente il confine con la Cina

La sua ultima impresa si è interrotta nel peggiore dei modi, e ora rischia di diventare un caso diplomatico. L'ultracyclist francese Sofiane Sehili, 42 anni, diventato celebre per le sue straordinarie prove di resistenza, è stato arrestato in Russia mentre tentava di completare la più veloce traversata dell'Eurasia in bicicletta.

Sofiane Sehili: un curriculum di imprese impossibili

Quella di Sehili è una storia singolare: con un passato da ex rider a Parigi, a partire dal 2019 ha attirato l'attenzione dominando alcune tra le più impegnative gare del mondo: tre volte vincitore nella Silk Road Mountain Race in Kirghizistan, nel suo palmares spiccano il mitico Tour Divide (4.200 km dal Canada al Messico), l’Atlas Mountain Race, l’Italy Divide e l’Inca Divide.

Il suo metodo, piuttosto singolare, si basa sulla cosiddetta “costante instancabile”, vale a dire la rara abilità di pedalare per giorni senza dormire, mantenendo un ritmo regolare e quasi ininterrotto. In questo modo, è riuscito a superare tutti i suoi avversari, costretti a fermarsi per riposare.

La sfida dell’Eurasia

Il percorso della traversata dell'Eurasia © Sofiane Sehili
Il percorso della traversata dell'Eurasia © Sofiane Sehili

Il 1° luglio, Sofiane aveva deciso di intraprendere la sua sfida più ambiziosa: pedalare da Lisbona a Vladivostock, nell’estremità orientale della Russia, nel minor tempo possibile. Per 63 giorni ha sfidato condizioni climatiche estreme, altitudine e strade dissestate, percorrendo oltre 17.700 km in solitaria. Durante il viaggio, ha dovuto sostituire copertoni ormai logori e affrontare deviazioni forzate, ma era comunque riuscito ad arrivare a un solo giorno di distanza dal traguardo.

Giunto al confine sino-russo, però, si è trovato davanti a un ostacolo imprevisto: l’ingresso era consentito solo via treno, e l'unica coincidenza per quel giorno era già passata. Aspettando la successiva, il record mondiale sarebbe sfumato.

Il passaggio illegale e l’arresto

Pur di non arrendersi, Sehili ha scelto un’alternativa estrema e per molti discutibile: percorrere di una vecchia strada di montagna, ormai coperta dalla vegetazione, che collega la Cina alla Russia, e sconfinare così. Dopo un tragitto di otto ore, si è ritrovato dall’altra parte del confine, nella zona di Vladivostok. Convinto di non aver fatto nulla di grave, si è presentato spontaneamente a un posto di blocco russo.

Le autorità, invece, hanno arrestato l'ultraciclista con l’accusa di ingresso illegale in Russia. Sehili si troverebbe ancora in custodia cautelare, assistito da un avvocato locale. Secondo quanto dichiarato, verrà trattenuto per un mese per completare le indagini, mentre il consolato francese seguirà da vicino il caso. Fortunatamente, l’accusa sembra configurarsi come infrazione minore, e c’è speranza che venga presto rilasciato.

Un atleta oltre i limiti

Mentre in molti si chiedono se Sofiane abbia fatto bene a non arrendersi, inseguendo il suo sogno anche a costo di infrangere le regole, oppure se, vista la complessità della situazione in Russia, abbia compiuto un'imprudenza evitabile, lui sembra non avere mai staccato gli occhi dal suo obiettivo. "Fallire quando ero arrivato così vicino è straziante. Ora ho dieci mesi per capire se voglio riprovare a battere questo record... o se rimarrà un fallimento per sempre ", ha dichiarato in una storia su Instagram.

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