
Tour de France, arrivo a Boulogne-sur-Mathieu: Van Der Poel batte Pogacar e Vingegaard
Il fuoriclasse olandese affronta in testa gli ultimi 450 metri della tappa, lanciando la sua progressione sulla rampa finale. Il figlio e nipote d'arte è anche la nuova maglia gialla. 9° Velasco
Era l'uomo più atteso del giorno e ha mantenuto fino in fondo le promesse: Mathieu Van Der Poel conquista il traguardo di Boulogne-sur-Mer con una prestazione di assoluta eccellenza. Benché insidiato da più parti nel finale di corsa, il 30enne olandese ha interpretato il finale in maniera a dir poco esemplare, lasciando ai possibili eversori (Kévin Vauquelin, Florian Lipowitz e Julian Alaphilippe) soltanto qualche briciola di gloria. Poi, quando la soluzione in volata era ormai a portata di mano, VDP si è portato in testa al gruppo senza concedere alcunché ai suoi principali avversari, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard (che ha provato ad attaccare dopo l'ultimo GPM, a conferma di un ottimo stato di forma), che hanno occupato gli altri gradini del podio. Con questo risultato, il figlio e nipote d'arte si intesta anche la maglia gialla indossata il giorno prima dal compagno di squadra Jasper Philipsen, che ha perso le ruote dei migliori sull'ultima salita del percorso. Dopo il 5° posto all'esordio per Matteo Trentin, un'altra top 10 italiana con Simone Velasco, 9° sul traguardo.
La cronaca della 2ª tappa del Tour de France
Un'altra giornata al Nord, altrettanto fitta di insidie, cui si è aggiunta una pioggia fitta fin dal via: il 112° Tour de France prosegue con la frazione più lunga dell'edizione 2025 (Lauwin-Planque - Boulogne sur Mer), per complessivi 209,1 km. La prima metà di corsa si sviluppa su un percorso piuttosto movimentato, che propone anche la scalata a un GPM di 4ª categoria: la Côte de Cavron-Saint-Martin, 1100 metri al 5,9% di pendenza media, con punte al 9% nella parte iniziale. La pianura fa la sua comparsa qua e là nel lungo settore che precede i 30 chilometri conclusivi, i più duri e i più attesi della giornata: una dopo l'altra, si affrontano la Côte du Haut Pichot (4ª categoria, altri 1100 metri al 9,4% che sfiorano la doppia cifra in vetta), la Côte de Saint-Étienne-au-Mont (3ª categoria, 1 km con pendenza media del 10,6% che si arrampica fino al 16% nell'ultima parte) e la Côte d'Outreau, un altro 4ª categoria che misura appena 800 metri (pendenza dell'8,8% che sale fino al 10%), posizionata ai -6 dal traguardo. Finale in costante ascesa: il rettilineo d'arrivo si spinge infatti fino al 5%.
A causa di un allagamento nei dintorni del villaggio di partenza, la carovana si incammina verso il km 0 con 15' di ritardo. La fuga del giorno nasce dopo un paio di chilometri: all'attacco il il belga Brent Van Moer (Lotto), il francese Bruno Armirail (Groupama-FDJ), il campione nazionale kazako Yevgeni Fedorov (XDS-Astana) e il vincitore del titolo nazionale norvegese in linea Andreas Leknessund (Uno-X Mobility). Il gruppo concede immediatamente il nulla osta al quartetto, che toccherà un vantaggio massimo di 3'05" (km 44) per poi galleggiare a lungo intorno ai 2'30" sul resto della compagnia, pilotata a turno dalla Alpecin-Deceuninck della maglia gialla, il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), e dalla Intermarché-Wanty, schierata al servizio della maglia bianca, l'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty). Un solo brivido nella prima fase di corsa: una scivolata congiunta di Fedorov e Leknessund ai -166 da Boulogne-sur-Mer. Dopo un breve inseguimento, entrambi i campioni nazionali ritorneranno su Armirail e Van Moer.

Poco dopo il GPM di Cavron-Saint-Martin, vinto da Leknessund, si registra una caduta in coda al gruppo: a terra, tra gli altri, i belgi Lennert Van Eetvelt (Lotto) e Victor Campenaerts (Visma-Lease a Bike), il britannico Fred Wright (Bahrain-Victorious), il francese Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step) e l'irlandese Eddie Dunbar (Jayco-AlUla), quest'ultimo già coinvolto in un contatto con il britannico Adam Yates (UAE Emirates-XRG). Spalleggiato da tre compagni di squadra, Van Eetvelt rientrerà nei ranghi al pari di Wright dopo una dozzina di chilometri.
Nonostante i timori della vigilia, il vento lascia in pace la corsa, che procede senza particolari turbolenze verso la fase più calda. Poco a poco, il gruppo eroderà il vantaggio dei battistrada, a cui non resta che mezzo minuto da difendere in vista degli ultimi 60 chilometri. L'accelerazione degli inseguitori si materializza nei pressi dello sprint intermedio di Énocq, dove passerà per primo Leknessund. Alle loro spalle, scintille tra le ruote veloci, nonostante fossero in palio soltanto 11 punti: l'italiano Jonathan Milan (Lidl-Trek) - benché vittorioso davanti al belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step) - battibecca a lungo con Girmay, forse per una manovra azzardata che le telecamere non hanno però catturato. Poco più indietro, anche il francese Bryan Coquard (Cofidis) ha qualcosa da ridire, ma le immagini non hanno aiutato a capire cos'abbia scaldato gli animi in gruppo. Fatto sta che, ai -52 dal traguardo, il gruppo torna a pedalare compatto.
E così, si arriva al temutissimo finale di corsa: la Visma-Lease a Bike, la Red Bull-BORA-Hansgrohe e la UAE Emirates-XRG dettano il passo a ridosso del secondo Gran Premio della Montagna. Il belga Wout van Aert (Visma-Lease a Bike) affronta in testa l'Haut Pichot prima di cedere il passo al connazionale Tim Wellens (UAE Emirates-XRG). Sulla sua ruota pedalano i due grandi favoriti per la maglia gialla di Parigi, il danese Jonas Vingegaard (Visma) e lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates). Philipsen segue molto bene i favoriti, mentre l'altro belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) è costretto a inseguire il gruppo della maglia gialla, che riuscirà comunque a riagganciare ai -27 dal traguardo. A questo punto della corsa, alcuni dei velocisti puri sono già tagliati fuori, in testa Merlier, l'altro belga Arnaud De Lie (Lotto), il francese Arnaud Démare (Arkéa-B&B Hotels) e l'italiano Alberto Dainese (Tudor).
I treni al servizio dei capitani si ricompattano nel tratto che conduce al Saint-Étienne-au-Mont, dove entra in azione il belga Tiesj Benoot (Visma), seguito dall'olandese Mathieu van der Poel (Alpecin), Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel. Il forcing dei gialloneri prosegue a metà salita, quando accelera lo statunitense Matteo Jorgenson (Visma). Il bicampione della Parigi-Nizza scorta con sé tutti i favoritissimi, ai quali si sono accodati anche i francesi Romain Grégoire (Groupama-FDJ) e Kévin Vauquelin (Arkéa) e l'ecuadoriano Jhonathan Narváez (UAE). Al loro inseguimento, un gruppetto di circa 20 uomini, tra i quali lo sloveno Primoz Roglic (Red Bull-BORA-Hansgrohe), che ricucirà lo strappo ai piedi dell'ultima salita. Narváez si incarica di fare l'andatura sulle prime rampe dell'Outreau, dove prova ad accelerare Vauquelin, alla cui ruota si portano subito i big. Lungo la successiva discesa, Vingegaard si inventa un allungo che, però, rifluisce assai presto. Ai -4, invece, ci riprova il capitano dell'Arkéa, seguito da Jorgenson e dal kazako Alexey Lutsenko (Free Palestine). Tuttavia, il terzetto di contrattaccanti sarà raggiunto appena prima di entrare a Boulogne-sur-Mer. In contropiede ci prova il tedesco Florian Lipowitz (Red Bull): vantaggio poco più che simbolico per il tedesco, che costringerà comunque Narvaez e il portoghese João Almeida (UAE Emirates) a inseguire fino agli ultimi 800 metri.
Non resta che assistere alla volata ristretta per il successo di tappa e la maglia gialla: ai 600 metri parte il francese Julian Alaphilippe (Tudor), ma senza successo. Poco più avanti, van der Poel prende il comando delle operazioni, portandosi in testa ai 450 metri. Affrontata in testa l'ultima curva, l'iridato di Glasgow 2023 lancia la sua progressione ai 250 metri, mettendo in fila Pogacar - che pure aveva cercato di uscire dalla sua scia - e Vingegaard. 2° successo in carriera alla Grande Boucle per il figlio e nipote d'arte - che sale per inciso a 54 centri in carriera, 5 dei quali nel 2025 - davanti al campione del mondo e al danese. A seguire Grégoire, Alaphilippe, il britannico Oscar Onley (PicNic PostNL), l'altro francese Aurélien Paret-Peintre (Soudal), Vauquelin e il migliore degli italiani, Simone Velasco (XDS-Astana), che ha preceduto il belga Jenno Berckmoes (Lotto).
VDP eredita da Philipsen - giunto sul traguardo con un ritardo di 31" - la maglia gialla di leader, con un margine di 4" su Pogacar e 6" su Vingegaard.
L'ordine d'arrivo
Il ritorno delle ruote veloci a Dunkerque
Il 112° Tour de France proseguirà lunedì con la 3ª tappa: partenza da Valenciennes, arrivo a Dunkerque dopo 178 chilometri relativamente facili: nonostante qualche ondulazione, l'unico ostacolo altimetrico da superare è il Mont Cassel, un GPM di 4ª tappa di 2300 metri al 4,8% medio, posizionato ai -30 dalla linea bianca. Tuttavia, il vento potrebbe tornare a insidiare la corsa, soprattutto quando si punterà verso il Mare del Nord.
Diretta integrale su Discovery+ a partire dalle 12.50 circa. Collegamento su Raidue dalle 14.45, in coda alla telecronaca del Giro d'Italia Women.