Mathieu van der Poel esulta a Boulogne-sur-Mer © Profilo X Le Tour de France
Professionisti

Tour de France, il dopocorsa. Van Der Poel: «Inseguivo da quattro anni questa vittoria»

Gli altri protagonisti. Pogacar: «Non potevo controbattere all'accelerazione di Mathieu». Vingegaard: «Da oggi sono un velocista». Milan chiarisce le ragioni dello scontro con Girmay

06.07.2025 20:30

Una prova di forza maestosa per tornare a vincere sulle strade del Tour de France e indossare la maglia gialla: Mathieu van der Poel ha interpretato alla sua maniera il finale della tappa di Boulogne-sur-Mer, mettendo in fila i due signori del Tour de France, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, con una volata a dir poco superba. Il ritorno alla vittoria del figlio e del nipote d'arte è il principale motivo di interesse del dopocorsa, in cui hanno parlato anche gli altri protagonisti della tappa.

Van Der Poel: «Era arrivato il momento di tornare a vincere»

«È stata durissima», esordisce il 30enne olandese nell'intervista a diffusione planetaria. «Il finale si è rivelato molto più impegnativo di quanto pensassi. Ero particolarmente motivato, anche perché la mia unica vittoria risaliva a quattro anni fa. E sentivo che era arrivato il momento di conquistare un altro successo di tappa al Tour». VDP ha poi commentato la prestazione dei suoi principali avversari: «Naturalmente, molti mi avevano indicato come l'uomo da battere. Se penso a quanti corridori si trovassero davanti sulle salite, credo di aver fatto un ottimo lavoro per trovarmi lì». Quanto al suo compagno di squadra Jasper Philipsen, van der Poel era convinto che potesse comunque resistere sulle côtes decisive: «Del resto, c'era vento contrario in cima agli strappi. Dunque, ho pensato che avesse anche lui la possibilità di restare con i migliori. Tuttavia, le discese erano davvero tecniche e il ritmo dei corridori che si trovavano davanti era decisamente sostenuto. In fin dei conti, è stata un'altra giornata faticosa». Infine, un breve commento sul momento magico della Alpecin-Deceuninck: «I primi due giorni sono stati da sogno per la nostra squadra. Di qui in avanti, tutto ciò che avverrà sarà tanto di guadagnato».

Pogacar: «Ero un po' intimorito alla ruota di Mathieu»

Per la centesima vittoria da professionista c'è tempo. Tuttavia, Tadej Pogacar ha cercato di insidiare fino in fondo la supremazia di van der Poel, portando a casa un 2° posto che, in ogni caso, è motivo di parziale rammarico per il campionissimo sloveno: «Penso che questa sia comunque stata una giornata favorevole, nonostante abbia dovuto fare i conti con tante insidie e altrettanti pericoli. Naturalmente, mi sarebbe piaciuto vincere, ma ero un po' intimorito alla ruota di Mathieu e ho aspettato un po' troppo prima di partire. E la sua punta di velocità era insostenibile per me. Ad ogni modo, sono molto soddisfatto di questi primi giorni di corsa. Io e i miei compagni di squadra abbiamo lavorato bene e dimostrato di essere forti. Tutto questo ci sarà d'aiuto nei prossimi giorni». Infine, un pensiero sulla maglia a pois che indosserà a partire da lunedì: «Pur avendo vinto per due volte la classifica degli scalatori, è soltanto la seconda volta che mi capita di vestire questa maglia in corsa. Ed è molto bello poterla indossare». 

Vingegaard: «Sono diventato un velocista»

Determinato sui pedali, persino ironico con i giornalisti: al di là del 3° posto finale, Jonas Vingegaard può sorridere dopo la Grand Départ dal settentrione della Francia, in cui ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di correre esclusivamente per il posto d'onore. A fine tappa, il danese si è concesso una parentesi di leggerezza con gli inviati del portale specializzato Wilerflits: «Ho partecipato a due volate di gruppo. Pertanto, penso di essere diventato un velocista. Non mi ero mai piazzato terzo in una volata, dunque posso dire che questo è un buon risultato, a maggior ragione perché ho trovato davanti a me i due corridori più forti su questo tipo di arrivi. Van der Poel era chiaramente il più forte. Ciononostate, Pogacar ci ha provato lo stesso, ma Mathieu si è espresso un po' meglio. Per un attimo ho pensato di aver preso un buco, ma alla fine ho concluso con lo stesso tempo dei primi due».

jonas-vingegaard
Jonas Vingegaard in gruppo nel corso della 2ª tappa del Tour de France © Profilo X Visma-Lease a Bike

Evenepoel: «Ho chiuso bene, ma non potevo fare granché contro i miei avversari»

Il morale è certamente più alto di quanto non lo fosse dopo l'arrivo di Lille Métropole: Remco Evenepoel non ha concesso alcunché - abbuoni esclusi - ai grandi favoriti per la maglia gialla di Parigi, facendosi costantemente vedere in testa al gruppo negli ultimi chilometri. «Com'è andata? Esattamente come speravo», attacca il 24enne belga ai microfoni di Sporza. «Pur trovandomi davanti, non potevo fare più di tanto contro avversari che avevano a disposizione tanti compagni di squadra. A quel punto, ho pensato solo ad arrivare senza correre rischi e, in fin dei conti, è andata esattamente così. Avrei voluto tentare qualcosa, ma non era affatto semplice contro la coppia della Visma-Lease a Bike (accanto a Vingegaard, infatti, c'era anche Jorgenson, ndr)». Infine, una battuta sul terreno perso dai rivali diretti: «Se sei tra i migliori 5 su questi strappi, va benissimo così. Abbuoni a parte, non ho perso alcunché dai miei avversari. Ieri ho perso molto di più in classifica».

Pace fatta tra Milan e Girmay dopo le tensioni al traguardo volante

Lo sprint intermedio di Énocq ha innescato una feroce polemica tra Jonathan Milan e Biniam Girmay. Le immagini televisive non hanno aiutato a comprendere cosa sia successo tra il friulano della Lidl-Trek e l'eritreo di casa Intermarché-Wanty. A maggior ragione, è interessante ascoltare le dichiarazioni di Milan a Rai Sport: «Eravamo entrambi sulla stessa linea: io occupavo la destra. Biniam si è allargato un po', ma alla fine ci siamo chiariti. L'importante è che ci sia rispetto tra di noi. Queste situazioni possono capitare in gruppo, a maggior ragione quando c'è tensione». Il 24enne di Buja ha poi spiegato di aver rischiato non poco nel finale per colpa di una spettatrice appostata a bordo strada con il suo cellulare: «Mi sono preso un telefono in faccia - e ho la sensazione che la ragazza lo abbia perso. Come se non bastasse, ho ricevuto anche una manata. Per carità: è bellissimo che ci sia tanta gente sulla strada, ma se rimanesse a lato sarebbe meglio». Due parole, infine, sulla sua prestazione: «Dopo aver preso questa manata, sono stato costretto a rallentare. Di conseguenza, è stato molto difficile rientrare sulla testa. In ogni caso, la tappa di domani è decisamente più adatta alle mie caratteristiche».

Una scalatrice per San Marino: il Giro d'Italia di Valentina Venerucci
Filippo Conca si prepara a rientrare nel World Tour con la Jayco-AlUla
Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>