Roglič in rosa a Tirana © Red Bull – BORA – hansgrohe
Giro d'Italia

Roglič in rosa dopo la settima tappa: “Non sono più giovane, mi serve tempo per dare il meglio”

Le dichiarazioni dei protagonisti della settima tappa del Giro: Ayuso festeggia la sua prima vittoria in un grande giro e sogna la maglia rosa. Roglič sornione si prende la maglia e scherza sulla sua età

16.05.2025 18:55

La settima tappa del Giro d'Italia 2025, da Castel di Sangro a Tagliacozzo (Marsia), è stata vinta da Juan Ayuso (UEA Team Emirates) con uno scatto deciso agli ultimi 700 metri, che ha anticipato il suo compagno di squadra Isaac Del Toro e un redivivo Egan Bernal (INEOS Grenadiers). Solo quarto Primož Roglič (RedBull-BORA-hansgrohe), che prende la maglia ma non convince a pieno su un arrivo che pareva moto adatto alle sue caratteristiche. Primo degli italiani Giulio Ciccone (Lidl-Trek), quinto, autore del primo attacco decisivo, arrivato assieme a Damiano Caruso e Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), rispettivamente sesto e settimo. Nonostante le dichiarazioni della vigilia, non riesce a tenere le ruote dei migliori Mathias Vacek (Lidl-Trek).

Juan Ayuso vince la settima tappa del Giro d'Italia 2025 © Giro d'Italia / LaPresse via X
Juan Ayuso vince la settima tappa del Giro d'Italia 2025 © Giro d'Italia / LaPresse via X

Juan Ayuso: “Prendere la maglia rosa sarebbe stato un sogno”

“Dopo la cronometro, oggi era il primo giorno veramente adatto a noi uomini di classifica. Sapevo che su questa salita - con un finale del genere - è meglio provare una volta sola perché, se fai due o tre scatti poi ti mancano le energie. Per il mio l’attacco ho aspettato di raggiungere quella distanza ottimale in cui sapevo che avevo la forza per tirare dritto fino al traguardo.

La maglia? Da un lato meglio non averla presa, così come squadra non abbiamo la responsabilità di tenere la corsa, dall’altro, però, indossare la maglia rosa sarebbe stato un sogno.

Sapevo che era una salita un po’ particolare, con una prima parte in cui si stava bene a ruota e una seconda parte molto dura ed esplosiva e sapevo che avrei avuto una sola cartuccia da sparare. 

È il mio quarto grande giro in carriera carriera. Tante volte sono andato vicino al successo di tappa ma solo oggi, al mio primo Giro d’Italia ci sono riuscito. Quello di oggi è un grande giorno che ricorderò per sempre. 

Oggi era molto importante fare bene e ritrovare le giuste sensazioni anche per incominciare a recuperare il tempo perso nella cronometro. Per questo è un risultato che mi dà grande confidenza per i prossimi giorni. Bisognerà fare molta attenzione alla tappa di domenica a Siena che sarà una tappa molto complicata per noi uomini di classifica e bisognerà cercare di stare sempre davanti”.

Primož Roglič: “Non sono più giovane, ho bisogno di più tempo per dare il meglio”

“È stata una tappa molto dura con salite continue dall’inizio alla fine. Devo ringraziare la squadra per l’ottimo lavoro fatto. Per noi è stata una giornata molto difficile, con molti compagni che ieri sono caduti. Sullo scatto di Ayuso non ero nel vivo dell’azione, ma comunque alla fine ci sono arrivato vicino. Sono contento sia del risultato che delle sensazioni avute durante la salita. 

Era il primo arrivo in salita. Non sono più giovane. Quelli più giovani di me vanno forte fin dai primi giorni io ho bisogno di più tempo per dare il meglio.

Domani? Domani devo ancora guardare. Alla fine, domani è domani”.

Giulio Pellizzari: “è solo il primo giorno e a Roma mancano ancora un paio di vite”

“Forse non era la salita adatta alle nostre caratteristiche però è andata bene. Primož  si è difeso ed è solo il primo giorno. Io stavo bene, peccato per il finale dove mi è mancato il cambio di ritmo però siamo sulla strada giusta. Però, ripeto, siamo solo al primo giorno e a Roma mancano ancora un paio di vite”. 

Damiano Caruso: “abbiamo fatto il ritmo, non per vincere la tappa ma per un discorso tecnico”

“La salita nella prima parte era abbastanza tecnica, con il gruppo che ondeggiava. Allora Pello Bilbao ha detto: mio sacrifico io, vi tengo davanti così evitiamo di fare l’effetto elastico dietro. È nata una discreta azione. Non era sicuramente per vincere la tappa, ma per un discorso tecnico, consentendoci di prendere una posizione di vantaggio all’imbocco della parte dura. Poi ci siamo difesi molto bene, per un arrivo così esplosivo. Sono molto soddisfatto sia per la prestazione della squadra che per la mia e di Antonio Tiberi”. 

Bernal: “sono contento, ma è mancato qualcosa”

“Eravamo ben messi prima degli ultmii due chilometri. La squadra ha fatto un ottimo lavoro. Sono soddisfatto, mi sentivo molto bene e sono andato vicino alla vittoria. Ma onestamente avrei voluto fare di più. Ad un certo punto ho pensato che ce l’avrei potuta fare a vincere, ma alla fine ho perso terreno. Sono contento, anche in virtù di questi anni difficili, ma come ho detto è mancato qualcosa”. 

Mathias Vacek: “ho provato a fare del mio meglio, ma non ho rimpianti”

“Io ho provato a fare del mio meglio e mi sentivo molto bene. Ma la parte finale molto ripida forse era troppo dura per me. Ho provato a fare tutto il possibile e non ho nessun rimpianto perché ero li con i migliori scalatori del mondo, ma non è stato abbastanza. Resto contento per la mia performance e quella della squadra. Proveremo a lottare per vincere una tappa nei prossimi giorni”.

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Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica