Il Giro d'Italia 2023 regalerà a Caruso le stesse soddisfazioni del 2021? © RCS Sport
Giro d'Italia

Caruso, un Giro d'Italia alla ricerca della vittoria di tappa

I protagonisti del Giro, puntata 4: Damiano Caruso. Il ragusano ambisce a prendersi un bel successo in una frazione impegnativa; la classifica non è in programma, ma se tutto dovesse filare liscio nei primi giorni...

05.05.2023 18:10

Con l'avvicinarsi del Giro d'Italia 2023 (qui l'analisi del percorso) ha preso definitivamente forma la startlist, già pubblicata in versione completa seppur ancora soggetta a possibili modifiche; alcune squadre hanno ufficializzato la propria compagine con oltre una settimana d'anticipo, altre stanno convivendo con problemi e dubbi legati, talvolta, ancora alle infezioni Covid-19. In generale però i nomi più attesi al via, sia per quanto riguarda la classifica finale che per le classifiche minori e le vittorie di tappa, sono noti già da un po' di tempo e proprio loro, i protagonisti principali, meritano un approfondimento personale prima del via della Corsa Rosa.

Con la quarta e ultima puntata ci accingiamo a concentrarci sulla principale speranza italiana per un buon piazzamento nella classifica generale, soprattutto dopo il forfait dato all'ultimo minuto da Giulio Ciccone. Con al proprio fianco un vero e proprio squadrone, Damiano Caruso andrà a caccia di un risultato importante, che possa riportare l'Italia almeno vicina ai recenti fasti siglati da Vincenzo Nibali: "Dopo molti anni al Giro d’Italia non ci sarà Vincenzo e lui è insostituibile, mi lusinga essere l'alfiere del Sud Italia e in particolare della Sicilia e, in un certo senso, mi investe di una responsabilità che di solito non è mia – queste le parole rilasciate da Damiano durante la conferenza stampa – Io sono l'italiano più rappresentativo per la generale, ma mi auguro che ci saranno altri corridori azzurri capaci di mostrare il proprio talento. Io proverò a prendermi il mio spazio, ma non parto come capitano della squadra”.

Già da prima della partenza dunque le gerarchie in casa Bahrain-Victorious sembrano piuttosto chiare: “Jack Haig quello che parte con più ambizioni di classifica, io e Santiago (Buitrago, ndr) comunque non perderemo volontariamente tempo nella prima settimana e poi da dopo la cronometro di Cesena vedremo come evolverà la situazione e se, eventualmente, cambiare le strategie e puntare su più uomini. Per quello che mi riguarda, a 36 anni non puoi trasformarti in un leader di una squadra, non voglio prendermi ruoli che non sono fatti per me e che non ho mai assunto in corsa. Il mio obiettivo sarà rivivere le emozioni del 2021 provando a vincere una bella tappa in montagna. Il leader sembra quindi essere quel Jack Haig sbocciato, come tutta la Bahrain dell'epoca del resto, nell'annata del 2021, in particolare con il terzo posto alla Vuelta a España (seppur già al Tour de France, prima della caduta nella terza tappa, sembrava stesse andando piuttosto bene). L'australiano è uomo capace di difendersi decentemente contro il tempo, pur senza brillare, e di comportarsi in modo eccelso quando la strada sale nei giorni di grazia. In generale, però, è difficile immaginarselo competitivo contro due avversari del rango di Primoz Roglic e Remco Evenepoel, ai quali sono state dedicate le prime due puntate di questa rubrica.

Come emerge dalle stesse dichiarazioni di Caruso, però, non è detto che il ragusano debba per forza sacrificare le proprie ambizioni di classifica per mettersi al servizio del compagno ma, anzi, godrà di maggiore libertà e di minor pressione per poter affrontare con una necessaria tranquillità la prima dozzina di frazioni del Giro, le quali probabilmente non saranno ancora decisive per delineare la generale. Il percorso nel suo complesso appare molto adatto al portacolori della Bahrain, inferiore a cronometro a Remco e Primoz, ma superiore a gran parte degli altri uomini di classifica, nonché capacissimo di gestirsi correttamente nelle frazioni di montagna più impegnative, quelle cioè dove si deciderà la Corsa Rosa. Non è dunque improbabile immaginarsi nell'ultima settimana Damiano ancora in gioco almeno per un posto in top ten a Roma, che per l'Italia rappresenterebbe un risultato soddisfacente alla luce delle attese, basse come mai prima d'ora. Se invece l'obiettivo saranno davvero solo ed esclusivamente i successi parziali, ecco che da Crans Montana - tredicesima tappa - alla cronoscalata del Monte Lussari - ventesima e penultima frazione - Caruso troverà tanto terreno fertile sotto le proprie ruote.

La Bahrain-Victorious si presenta ai nastri di partenza dalla Costa dei Trabocchi con una compagine tutt'altro che modesta e le loro ambizioni non finiscono certamente con i soli Haig e Caruso, nonostante il forfait dato all'ultimo da Gino Mader causa covid: Santiago Buitrago è un altro corridore capace di tenere le code dei più forti in salita e pericolosissimo in tentativi di fuga, poiché dotato di un killer instinct che l'ha già portato ad aggiudicarsi una tappa nello scorso Giro. Più difficilmente si dedicherà alla generale, ma da gregario può rappresentare una spalla più che affidabile per i compagni nelle frazioni con un elevato dislivello. Il roster della Bahrain è completato da taluni - Jonathan Milan su tutti - che dovrebbero avere libertà per ricercare i successi di tappa in alcune occasioni ed altri - Edoardo Zambanini, Andrea Pasqualon, Yukiya Arashiro e Jasha Sütterlin - totalmente dedicati alla causa della squadra, classifica generale o vittoria di tappa che sia.

Dopo la delusione in Sicilia, il Romandia ha riacceso le speranze

Il 2023 di Damiano Caruso è scattato in Spagna con le due tradizionali corse di inizio anno che si tengono nella terra del Re: Vuelta Comunitat Valenciana e Vuelta a Andalucía. Nella prima si è messo a completa disposizione del compagno Mikel Landa, mentre nel secondo caso ha ottenuto un buon settimo posto nella generale, sempre dietro al basco e a Buitrago, colombiano con cui dividerà la leaderhsip in qualche frazione anche al Giro.

Dopodiché è volato in Italia per la Tirreno-Adriatico, ma nemmeno nella Corsa dei Due Mari il ragusano è riuscito a brillare particolarmente, mettendosi talvolta al servizio di Landa, per il quale questa prima metà del 2023 è proceduta a gonfie vele. Il momento più interessante della sua settimana è stato senz'altro l'allungo sul Sassotetto, avvenuto in condizioni meteo avverse - il fortissimo vento contrario gli ha impedito di realizzare un numero non banale - e che l'ha quasi portato al successo parziale, se non fosse che Enric Mas gli è tornato sotto all'interno dell'ultimo chilometro con un'azione poderosa ma tatticamente imperfetta, facendo naufragare anche il tentativo di Caruso.

A questo punto, dopo un periodo di preparazione in altura sul Teide, elemento che ormai accomuna praticamente tutti i professionisti del gruppo, a testimonianza di quanto la scienza dell'allenamento sia divenuta col tempo sempre più centrale nel mondo del ciclismo, il Giro di Sicilia rappresentava il primo test per verificare lo stato di forma del ragusano, il quale si presentava al via della corsa di casa con i favori del pronostico. Le sensazioni destate nelle prime tre tappe, nonostante la caduta sullo strappetto di Termini Imerese, erano tutto sommato più che positive e anche a causa di ciò la totale débâcle nella tappa con l'Etna ha sorpreso tutti giungendo inattesa. Da lì si è compreso come Caruso fosse ancora ben lontano dalla forma migliore, ma l'obiettivo vero distava ancora quasi un mese. Il test definitivo sarebbe giunto a distanza di un paio di settimane, in Svizzera.

Il Tour de Romandie, infatti, è stato scelto perché ideale per arrivare tirato a lucido al Giro d'Italia per Damiano, trentaseienne e non in grado come Evenepoel e Roglic, tanto per fare due nomi, di presentarsi super competitivo dopo un lungo periodo lontano dalle corse. Nella svizzera francofona Caruso ha palesato tutt'altro piglio che in Sicilia, realizzando due ottime prove nelle tappe clou: la cronometro di Châtel-Saint-Denis e soprattutto la tappa con la lunga e impegnativa salita conclusiva verso Thyon, vinta da Adam Yates. Con il passare dei chilometri il ragusano ha guadagnato in brillantezza - e questo è senz'altro il miglior segnale in ottica Corsa Rosa - e nel rush finale è stato il migliore del drappello inseguitore di Yates e Thibaut Pinot, altro nome interessante per il Giro d'Italia che ci stiamo approcciando a seguire. 

Lo stesso Damiano si è detto soddisfatto del test e pronto alle tre settimane che da Fossacesia Marina porteranno alla Città Eterna, Roma: “L’avvicinamento al Giro d’Italia passando per il Romandia per me in passato aveva già funzionato. Sono uscito da quella gara con risposte positive, sia sul piano del morale che per quanto riguarda la condizione. Ovviamente, alla mia età non puoi essere competitivo lungo tutta la stagione, quindi abbiamo regolato la mia preparazione per arrivare bene alla Corsa Rosa.

Ora che tutto è fatto, la preparazione terminata e l'attesa sempre più frenetica, non resta che augurarsi che a Caruso - così come agli altri settantacinque partenti - non accada nulla di negativo nelle prime giornate di corsa e che possa esprimersi al meglio del proprio potenziale, che sia per le tappe o, come nel fantasmagorico 2021, per la classifica. Quello rimane l'unico precedente nella lunga carriera del ragusano in cui il portacolori della Bahrain sia salito sul podio e andato relativamente vicino alla vittoria finale, seppur Egan Bernal avesse archiviato la faccenda molto prima delle ultime giornate. E quello è dunque il riferimento principale a cui ci auguriamo che punti, anche se poi pure un ottavo posto come al Giro del 2015 sarebbe ugualmente un grosso risultato. 

 

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