
Born to be Abrahamsen: Jonas vince di forza il Circuito franco-belga
Scattato nel corso del penultimo giro insieme ad altri 4 corridori, il norvegese della Uno-X Mobility resiste al ritorno del gruppo, lasciandosi alle spalle Strong e Prades
Dopo il bellissimo successo all'ultimo Tour de France sul traguardo di Tolosa, Jonas Abrahamsen è ufficialmente entrato in una nuova dimensione. La conferma è arrivata sulle strade del Circuito franco-belga, dove il 29enne norvegese ha centrato la sua seconda vittoria stagionale in fondo a una corsa d'attacco, in cui non ha avuto paura di attaccare da lontano per stroncare le velleità dei velocisti resistenti, che hanno sistematicamente presidiato l'albo d'oro recente della prova ferragostana. In fuga con altri 4 uomini nel corso del penultimo giro del circuito conclusivo, Abrahamsen ha viaggiato in compagnia di Fabio Christen e Xandro Meurisse fino ai piedi della rampa conclusiva. Quando sembrava che il gruppo principale potesse riprendere in mano la corsa, il possente corridore scandinavo ha saggiamente atteso il rientro di Markus Hoelgaard - che era rimasto a ruota dei primi contrattaccanti nell'ultima tornata - per poi assestare la stoccata vincente a 600 metri dalla linea bianca. 2° posto per Corbin Strong, a cui non è bastata una volata lunghissima per accodarsi al norge, davanti ad Eduard Prades. Al di là del piazzamento finale, buon esordio con la maglia di campione italiano per Filippo Conca, che ha lavorato a lungo per i suoi nuovi compagni di squadra della Jayco-AlUla.
La cronaca del Circuito franco-belga
Proverbiale appuntamento di mezza estate, il Circuit franco-belge resta fedele a sé stesso: l'edizione numero 84 (che misura 206,5 km) segue fedelmente il copione degli ultimi anni. Dopo la partenza da Tournai, la carovana affronta subito il Col de Croix Jubarou (1500 metri al 5,5% di media con punte che sfiorano l'8%) per poi dirigersi verso il traguardo di Mont-de-l'Enclus. Da qui inizia una digressione di circa 60 km, che propone un piccolo assaggio del circuito conclusivo, con la scalata al Col du Hortilin (1300 metri, pendenza media del 4,4%, pendenza massima del 7% circa) e un nuovo passaggio sulla Croix Jubarou. Raggiunta nuovamente la sede d'arrivo, la corsa imbocca un anello di 22,6 km da ripetere per cinque volte. Oltre al passaggio sull'Hortilin, il menu propone anche la Côte de Trieu-Knokteberg (1,2 km al 7,5% che lambiscono la doppia cifra nel tratto centrale). L'ultimo chilometro è particolarmente severo: la strada si impenna fino al 10%, concede un po' di respiro a metà per poi ricominciare a salire costantemente intorno al 6%. Gli ultimi 25 metri sono completamente lastricati.
La fuga del giorno decolla dopo una decina di chilometri: all'attacco i belgi Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Mats Omloop (VolkerWessels), Ludovic Robeet (Cofidis) e Jonathan Vervenne (Soudal Quick-Step Development) in compagnia del britannico Tom Portsmouth (WB-Wagner Bazin). Il quintetto accumulerà un vantaggio massimo di poco superiore ai 3' sul gruppo, pilotato a turno da Alpecin-Deceuninck, Free Palestine, Lotto e PicNic PostNL, per poi galleggiare a lungo intorno ai 2'.
La corsa entra nel vivo all'interno del circuito finale: un'accelerazione poderosa della Lotto - schierata al servizio del belga Arnaud De Lie (Lotto) - dimezza di colpo il margine a disposizione degli attaccanti, cui resta poco più di 1' da difendere a poco più di 80 km dal traguardo. In quelle stesse fasi di corsa, si muove dal gruppo il francese Alexys Brunel (TotalEnergies): il vincitore del GP Monseré si accoda a Portsmouth, Marchand, Omloop, Robeet e Vervenne ai -66 dalla linea bianca.
All'inizio del terzultimo giro, ancora un paio di attacchi sull'Hortilin: se il francese Victor Guernalec (Arkéa) non andrà troppo lontano, l'italiano Samuele Zoccarato (Polti VisitMalta) accarezzerà a lungo l'idea del riaggancio prima di essere raggiunto sul Knokteberg dal norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), a cui si uniranno il belga Tom Van Asbroeck (Free Palestine), l'olandese Frank van den Broek (PicNic PostNL) e lo svizzero Fabio Christen (Q36.5). Nel frattempo, la situazione è mutata anche in testa alla corsa: Vervenne rompe gli indugi ai -58 e si lancia in un'azione solitaria che si concluderà all'inizio del penultimo Hortilin. Di contro, gli inseguitori - che si sono nel frattempo ricompattati in discesa - non avranno molta strada davanti a sé: il gruppo dei migliori ricuce lo strappo all'inizio del penultimo giro. Nulla di fatto, dunque? Non esattamente: il lotto dei possibili favoriti si è ristretto per le defezioni anticipate dell'australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) e del belga Jenthe Biermans (Arkéa), entrambi staccati sul terzo Knokteberg.
Una volta ripreso il giovane cadetto del Wolfpack, si accende nuovamente la bagarre in testa al gruppo. Tuttavia, bisogna aspettare la Côte de Trieu per assistere all'episodio che deciderà la corsa: un brillante Abrahamsen riparte in cordata con altri 4 uomini: i belgi Jonas Geens (Flanders-Baloise) e Xandro Meurisse (Alpecin), il francese Sam Maisonobe (Cofidis) e il norvegese Martin Tjøtta (Arkéa). I corridori al comando ingaggeranno un braccio di ferro estenuante con il gruppo principale, che concederà loro non più di 30-35" di margine. Oltretutto, il ritmo imposto dal passista della Uno-X costringe quasi subito alla resa Maisonobe e Tjøtta, mentre Geens - che aveva peraltro già perso contatto sulla salita finale - perderà definitivamente le ruote di Abrahamsen e Meurisse sull'ultimo Hortilin. Tuttavia, la coppia di testa riuscirà comunque a trovare un nuovo alleato: il redivivo Fabio Christen, che rientrerà sulla testa a 15 km dalla fine.
Alle spalle dei primi, la Intermarché-Wanty e la TotalEnergies faticano a contenere le continue accelerazioni di chi scalpita per rifarsi sotto: dopo una prima imboscata promossa senza successo da Arnaud De Lie in compagnia del connazionale Laurens Huys (Arkéa), del britannico Njorn Koerdt (PicNic), dell'italiano Federico Savino (Soudal Development) e dell'olandese Rick Pluimers (Tudor), ai -10 si muove il belga Dylan Teuns (Cofidis), su cui si riporteranno il britannico Joseph Blackmore (Free Palestine), il norge Markus Hoelgaard (Uno-X), quest'ultimo a copertura dell'azione di Abrahamsen, e lo stesso Pluimers.
Quando la situazione sembra volgere chiaramente a favore dei primi tre, gli attaccanti rallentano sensibilmente il passo negli ultimi 3 chilometri, favorendo non solo la rimonta dei quattro inseguitori, ma soprattutto il rientro del gruppo, che sembra avere in pugno la situazione ai piedi dell'ultima salita. A riaggancio ormai compiuto, ecco il colpo di coda di Abrahamsen: il capitano dei giallorossi norvegesi attende il rientro di Hoelgaard, che rilancerà l'andatura agli 800 metri dal traguardo, preparando l'ultima stoccata del compagno di squadra. Alle spalle di Abrahamsen, il neozelandese Corbin Strong (Free Palestine), rimasto sotto coperta per tutta la corsa, lancia la sua progressione ai 200 metri. La sua rimonta è poderosa, ma si ferma a un palmo dalla bici del norvegese, che conquista così il suo 2° successo stagionale (il 3° da professionista) davanti a Strong - senza dubbio uno dei corridori del momento dopo aver vinto il Tour de Wallonie e la Arctic Race of Norway - e allo spagnolo Eduard Prades (Caja Rural Seguros-RGA). A seguire lo svizzero Marc Hirschi (Tudor) e l'altro spagnolo Alex Aranburu (Cofidis). 9° posto finale per Hoelgaard: senza di lui, Abrahamsen non sarebbe salito sul podio più alto.

