
Finn Crockett, dalla medaglia per la Scozia alle vittorie da irlandese
Dopo la sorprendente medaglia ai Giochi del Commonwealth 2022, il ventiseienne della VolkerWessels ha cambiato nazionalità e, da irlandese, ha già vinto tre corse internazionali
Venticinquesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour Bitwa Warszawska, Baltic Chain Tour, Grand Prix Ordu, Tour of Route Salvation, Tour de Kurpie, Slag om Norg, Ronde van de Achterhoek, GP Kranj, GP de Plouay, GP de la Somme Conseil Départmental 80, IXINA Classic-Grote Prijs van de Stad Halle e Finn Crockett, grande protagonista nel mese di agosto.
Le corse della settimana
Tour Bitwa Warszawska e Tour de Kurpie

In Polonia è andato in scena il Tour Bitwa Warszawska, corsa a tappe di cinque giorni, che quest’anno ha ripreso la denominazione originale, dopo aver scelto una versione inglesizzata (Tour Battle of Warsaw) nel 2024. Quest’anno erano presenti al via solo tredici squadre: nove Continental e quattro formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con una tappa abbastanza semplice: erano previsti sei giri di un circuito di 28,5 km, senza particolari difficoltà altimetriche. Nonostante il profilo non troppo impegnativo, c’è stata una certa selezione a causa del vento. Martin Voltr (ATT Investments) è riuscito ad andarsene in solitaria e, ben coperto dai compagni di squadra, si è reso irraggiungibile per tutti. Il ceco, primo leader della corsa, si è imposto con 27” di margine su un gruppo di nove uomini, regolato allo sprint da Nicolas Zippan (Standert Brandenburg) davanti a Piotr Maślak (Voster ATS).
La seconda frazione aveva un profilo abbastanza simile a quella del giorno precedente, con un circuito (lungo 37,5 km) senza particolari difficoltà. La differenza principale, però, si è vista nell’epilogo: questa volta, infatti, non c’è stata selezione. Finnegan Murphy (XSpeed United) si è imposto a sorpresa davanti ad Artur Sowiński (Run & Race-Wibatech) e Alan Banaszek (ATT Investments). Martin Voltr ha conservato la testa della classifica.
La terza tappa era ancora più semplice delle precedenti: il profilo era, infatti, completamente pianeggiante. Come da pronostico, tutto si è deciso in volata e il più rapido è stato Hubert Grygowski (Mazowsze Serce Polski), che ha centrato, così, la prima vittoria internazionale in carriera. Alle spalle del ventunenne si sono piazzati Radosław Frątczak (Voster ATS) e Alan Banaszek. In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.
Anche la quarta frazione era totalmente pianeggiante e il gruppo non ha lasciato spazio a tentativi di fuga. La ATT Investments si è dimostrata la formazione meglio attrezzata per le volate e ha messo a segno la doppietta: dopo tre frazioni in cui era rimasto in ombra, Marceli Bogusławski è riuscito finalmente a lasciare il segno, precedendo il compagno di squadra Alan Banaszek. In terza posizione si è piazzato il sudafricano Emile van Niekerk (Madar). La generale non ha visto modifiche di rilevo.
L’ultima tappa consisteva in un mini circuito di circa 5 km da ripetere per venti volte, con profilo sostanzialmente pianeggiante, anche se l’ultimo tratto tendeva leggermente a salire. Ancora una volta è stata volata e Marceli Bogusławski si è confermato, arrivando a nove vittorie stagionali. Il corridore della ATT Investments ha avuto la meglio su Sverre Litlere (Epronex-Hungary) e Patryk Stosz (Voster ATS).
In testa sin dal primo giorno, Martin Voltr ha conquistato il successo finale, con 20” sul vincitore della classifica a punti Alan Banaszek (campione uscente) e 29” sul miglior giovane Nicolas Zippan. Artur Sowiński è stato il re degli sprint intermedi e la ATT Investments ha vinto la graduatoria a squadre.
Tre giorni dopo è iniziato il Tour de Kurpie, corsa a tappe di quattro giorni, che ha esordito nel calendario internazionale lo scorso anno. La lista partenti era abbastanza scarna, con sole otto squadre partecipanti (sei Continental, una formazione dilettantistica e una selezione regionale) e appena quarantatré corridori al via.
La gara si è aperta con una tappa completamente priva di difficoltà altimetriche, caratterizzata da cinque giri di un circuito di ventisette chilometri. La prevedibile volata di gruppo ha premiato il campione algerino Yacine Hamza (Madar), che ha centrato, così, il decimo successo stagionale. Il ventottenne, primo leader della corsa, si è messo alle spalle Hubert Grygowski e il compagno di squadra Emile van Niekerk.
Anche la seconda frazione era totalmente pianeggiante, ma il gruppo è stato beffato. George Radcliffe (XSpeed United) ha messo a segno il colpaccio, anticipando di 3” un quartetto, regolato da Konrad Czabok (Mazowsze Serce Polski) davanti a Norbert Banaszek (ATT Investments), e di 6” il gruppo. Il britannico è passato anche in testa alla classifica generale.
La terza tappa prevedeva sei giri di un circuito di 18 km e, anche in questo caso, non c’era alcuna difficoltà altimetrica. Ancora una volta è stata una buona giornata per una fuga, con la ATT Investments a recitare la parte del leone: la formazione ceca ha piazzato tre uomini nel quartetto di testa e al traguardo ha centrato la doppietta. Alan Banaszek si è imposto davanti a Šimon Vaníček, con Martin Voltr quarto. L’unico intruso del primo drappello, Konrad Czabok, si è piazzato terzo e ha conquistato la maglia di leader.
Anche l’ultima frazione si svolgeva in circuito ed era totalmente priva di difficoltà altimetriche. A differenza delle giornate precedenti, nessuno è sfuggito al controllo del gruppo ed è stata volata: Yacine Hamza ha tagliato il traguardo per primo, ma è stato declassato a causa di una scorrettezza. La vittoria è andata, così, a Norbert Banaszek, che ha preceduto Hubert Grygowski e Max Märkl (Storck-Metropol).
La ATT Investments ha piazzato quattro uomini ai primi cinque posti della generale, ma ha clamorosamente mancato il successo finale: si è imposto, infatti, Konrad Czabok, con 6” su Martin Voltr e 10” su Šimon Vaníček. La formazione ceca si è aggiudicata almeno la graduatoria a squadre, mentre Hubert Grygowski ha vinto sia la classifica a punti che quella riservata ai giovani.
Baltic Chain Tour

Nei giorni scorsi si è disputata la trentaquattresima edizione del Baltic Chain Tour, corsa a tappe di tre giorni che si svolge tradizionalmente fra Estonia, Lettonia e Lituania (anche se quest’ultima ha avuto un ruolo marginale stavolta) e che rientrava in calendario dopo l’annullamento dello scorso anno. La gara nacque con l’intenzione di commemorare la Catena Baltica (Baltic Chain appunto), una grande manifestazione di protesta tenutasi nel 1989. Al via quest’anno c’erano quattordici squadre: quattro Continental, le selezioni nazionali di Estonia, Lettonia e Lituania e sette formazioni dilettantistiche.
Quest’anno la gara iniziava in Lettonia, con due semitappe. La prima era una cronosquadre lunga poco più di 5 km, disputata interamente nel territorio della capitale Riga. La nazionale estone (composta da Rait Ärm, Karl Kurits, Markus Mäeuibo, Markus Pajur, Lauri Tamm e Norman Vahtra) ha fatto segnare il miglior tempo, precedendo di 5” la Lucky Sport e di 10” la CO:Play-Giant Store. La maglia di leader è andata a Rait Ärm. La seconda aveva un profilo non troppo impegnativo, nonostante la presenza di qualche strappo, e portava i corridori in Estonia. Davanti sono rimasti diciotto uomini e la nazionale estone ha dominato lo sprint, con Markus Pajur vincitore (e nuovo leader della generale) davanti a Rait Ärm. Oskar Nisu (Quick) ha completato il podio di giornata.
La seconda frazione era abbastanza semplice, con un profilo non del tutto pianeggiante, ma privo di grandi asperità. Nonostante questo, c’è stata grandissima selezione: Rait Ärm ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo in solitaria (riprendendosi anche la testa della classifica). Il portacolori della nazionale estone (tesserato per la Van Rysel-Roubaix) ha staccato di 22” il figlio d’arte Kristiāns Belohvoščiks (Nazionale Lettonia) e di 45” Lauri Tamm.
L’ultima tappa era la più facile di tutte e non presentava alcuna difficoltà altimetrica. A differenza delle due giornate precedenti, il gruppo è rimasto completamente compatto ed è stata volata: Kristiāns Belohvoščiks (tesserato per la Monzon-Incolor) ha centrato la prima vittoria internazionale in carriera, battendo gli estoni Gert Kivistik (Peloton) e Markus Pajur.
Rait Ärm ha conquistato il successo finale per la seconda volta consecutiva, con 47” su Kristiāns Belohvoščiks, vincitore sia della classifica a punti che di quella degli sprint intermedi, e 1’02” sul miglior giovane della corsa, Lauri Tamm. La nazionale estone si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Grand Prix Ordu e Tour of Route Salvation

In Turchia è andata in scena la prima edizione del Grand Prix Ordu, una corsa di un giorno che deve il suo nome alla sede di partenza della gara, capoluogo dell’omonima regione. La start list non era particolarmente ricca: al via erano presenti, infatti, solo dieci squadre. Alle tre Continental locali si sono aggiunte la kazaka Vino-North Qazaqstan Region, la giapponese Kinan, la malese Terengganu, la rumena MENtoRISE Teem CCN, una selezione nazionale uzbeka e due formazioni dilettantistiche.
Il percorso era lungo poco più di 90 km ed era abbastanza impegnativo: la partenza era situata praticamente sul livello del mare, per salire quasi costantemente nei primi 50 km e diventare un po’ più semplice nel finale. Tre uomini hanno fatto un’enorme differenza sul resto del gruppo e si sono giocati il successo: la Kinan era in superiorità numerica e ha sfruttato la situazione nel migliore dei modi.
Rein Taaramäe si è involato in solitaria e non è stato più ripreso. Il corridore estone ha tagliato il traguardo con 44” di vantaggio sul compagno di squadra Ryuki Uga e 47” sul danese Mathias Bregnhøj (Terengganu). Gli altri sono finiti lontanissimi: Mattew-Denis Piciu (MENtoRISE Teem CCN) ha chiuso quarto a 6’11”, mentre Genki Yamamoto (Kinan) ha completato la top five a 6’40”.
Tre giorni dopo è iniziato il Tour of Route Salvation, una corsa a tappe di quattro giorni entrata nel calendario internazionale lo scorso anno. Al via si sono presentate diciassette squadre: alle dieci già presenti al GP Ordu si sono aggiunte cinque Continental (la guamaniana EuroCyclingTrips-CCN, le tedesche BIKE AID e Storck-Metropol, l’algerina Madar e la canadese XSpeed United), la nazionale iraniana e una formazione dilettantistica.
La prima tappa presentava le principali difficoltà nella prima parte, ma, nonostante il finale fosse più semplice, tre corridori sono riusciti a mettere nel sacco il gruppo (precedendolo di 6” sul traguardo). La Terengganu era in superiorità numerica ed è riuscita a sfruttarla, centrando la vittoria con Mathias Bregnhøj (anche primo leader della corsa) e il terzo posto con Stefan de Bod. In mezzo a loro ha chiuso Rein Taaramäe.
La seconda frazione presentava due salite nel finale e l’arrivo al termine di una discesa di dieci chilometri. Quattro uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria: allo sprint Mathias Bregnhøj si è confermato più veloce di Rein Taaramäe, mentre Stefan de Bod ha chiuso al quarto posto, preceduto anche dall’eritreo Even Yemane (Istanbul Büyükșehir). Ovviamente Bregnhøj è rimasto in testa alla classifica.
La terza tappa proponeva le uniche vere asperità nella prima parte, per poi diventare molto più semplice nella seconda parte. Il gruppo è rimasto compatto ed è stata volata: la Terengganu ha centrato la terza vittoria consecutiva con Wan Abdul Rahman Hamdan. Lo sprinter malese ha avuto la meglio sullo svizzero Jonas Müller (CLN) e su Ryuki Uga. Nessuna novità in classifica generale.
Anche l’ultima frazione era abbastanza pianeggiante e adatta alle ruote veloci. Il gruppo è rimasto compatto ed è stata nuovamente volata, ma la Terengganu non è riuscita a completare l’en-plein, fermandosi al sesto posto di Hamdan. A festeggiare è stato Milkias Maekele (BIKE AID), che ha beffato la Konya Büyükșehir: la formazione turca si è dovuta accontentare degli altri due gradini del podio con Ramazan Yilmaz e Mustafa Takakci.
Mathias Bregnhøj ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con 9” su Rein Taaramäe e 15” su Stefan de Bod. Even Yemane, quarto, è stato il miglior giovane, mentre la maglia dei GPM è andata a Yoel Habteab (BIKE AID). Senza sorprese, la Terengganu si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Slag om Norg e Ronde van de Achterhoek

Nel weekend si sono disputate due corse di un giorno nei Paesi Bassi: la Slag om Norg e la Ronde van de Achterhoek.
La Slag om Norg tornava nel calendario internazionale dopo sei anni di assenza. Al via erano presenti diciannove squadre: dodici Continental, sei formazioni dilettantistiche e una selezione regionale.
Il percorso prevedeva sette giri di un circuito di venticinque chilometri, completamente pianeggiante, ma caratterizzato da due settori di pavé ravvicinati nella prima parte. Nel secondo giro hanno attaccato sei corridori: Magnus Bak Klaris (AIRTOX-Carl Ras), Lars Loohuis (BEAT), Rick Ottema (Diftar), Axel van der Tuuk (Metec-SOLARWATT), Luke Verburg (Parkhotel Valkenburg) e Finn Crockett (VolkerWessels). I battistrada, che rappresentavano quasi tutte le squadre più importanti, non sono più stati raggiunti e si sono giocati la vittoria.
Loohuis e Verburg si sono staccati e, nonostante i tentativi solitari di Bak Klaris prima e Van Der Tuuk poi, gli altri quattro sono arrivati insieme. Lo sprint per la vittoria ha premiato Finn Crockett, che ha battuto Rick Ottema e Axel van der Tuuk, con Magnus Bak Klaris che si è fermato ai piedi del podio. A 2’19” Lars Loohuis ha completato la top five davanti a Luke Verburg, mentre Stian Rosenlund (AIRTOX-Carl Ras), settimo a 2’57”, è stato il migliore fra coloro che non erano entrati nella fuga.
La Ronde van de Achterhoek è entrata nel calendario UCI nel 2021 e non ne è più uscita. La start list era un po’ più ricca rispetto a quella della Slag om Norg: al via erano, infatti, presenti ventiquattro squadre: quattordici Continental e dieci formazioni dilettantistiche.
Il percorso di gara era prevalentemente pianeggiante e le difficoltà erano rappresentate da ventidue settori di pavé, l’ultimo dei quali era situato a poco più di trenta chilometri dall’arrivo. La fuga di giornata è stata composta da quattro uomini: Axel van der Tuuk, già terzo il giorno precedente, è stato accompagnato dai danesi Stian Rosenlund, vincitore della corsa nel 2024, Nikolaj Mengel (AIRTOX-Carl Ras) e Daniel Stampe (BHS-PL Beton Bornholm). A dodici km dal traguardo, con il gruppo arrivato a un passo dai battistrada, Rosenlund ha deciso di andarsene da solo.
Il danese ha sfiorato un clamoroso bis, ma è stato ripreso a 500 metri dal traguardo. Una volta raggiunto il fuggitivo, è stata volata: Johan Dorussen (Development Picnic PostNL) è partito lungo e nessuno è riuscito a impensierirlo. Il ventiduenne ha avuto la meglio su Joshua Huppertz (Lotto Kern-Haus) e Yoeri Havik (Diftar). Thomas Mein (Mg.K Vis Costruzione e Ambiente) si è piazzato ai piedi del podio, appena davanti a Christiaan van Rees, compagno di squadra del vincitore.
GP Kranj

In Slovenia si è disputato il GP Kranj, la più antica corsa ciclistica del paese, con oltre cinquanta edizioni alle spalle, che dal 2007 al 2011 è stata di categoria 1. Dopo alcuni anni di difficoltà, la gara è tornata in calendario nel 2016 e non si è fermata neanche per la pandemia. Quest’anno erano ventuno le squadre al via: due ProTeam (la Polti VisitMalta e la Solution Tech-Vini Fantini), quindici Continental e quattro formazioni dilettantistiche.
Il percorso prevedeva un circuito di circa dodici chilometri, dal profilo piuttosto ondulato, da ripetere per tredici volte. La corsa è stata caratterizzata dall’azione di Mattia Gaffuri (Polti VisitMalta) e Roberto González (Solution Tech-Vini Fantini), che sono scattati al primo giro e sono stati a lungo al comando. Una volta ripresi, si sono avvantaggiati altri due uomini: Alexandre Balmer (Solution Tech-Vini Fantini), già sul podio lo scorso anno, e Filippo D’Aiuto (Petrolike).
I due sono andati a un passo dal colpaccio, ma sono stati ripresi negli ultimi 200 metri, con il gruppo già lanciato in volata. Thomas Capra (Bahrain Victorious Development) è partito lungo, ma ha subito negli ultimi metri la rimonta di José Juan Prieto (Petrolike), che ha trovato, così, la prima vittoria internazionale in carriera. Il professionista canadese Riley Pickrell ha chiuso terzo, relegando ai piedi del podio il campione nazionale croato Nicolas Gojković (Pogi Team Gusto Ljubljana) e lo spagnolo Javier Serrano (Polti VisitMalta).
GP de Plouay e GP de la Somme Conseil Départmental 80

Il GP de Plouay, versione dilettantistica della Bretagne Classic-Ouest France, è arrivato alla terza edizione come corsa UCI di categoria 1.2, dopo l’esordio del 2023. Al via erano presenti ben ventisette squadre: due ProTeams (la Polti VisitMalta e la VF Group-Bardiani CSF), sette Continental e diciotto formazioni dilettantistiche.
Il percorso consisteva negli ultimi dodici chilometri della Bretagne Classic, con gli strappi di Rostervel, Le Lezot e Kerscoulic, da ripetere in circuito per sedici volte. Contrariamente alle precedenti edizioni, quando gli attaccanti avevano avuto la meglio, quest’anno le fughe non hanno avuto molto spazio. I tentativi sono stati tanti, ma la squadra più forte del lotto, la Polti VisitMalta ha scelto di puntare tutto sulla volata e ha chiuso ogni volta.
La tattica della formazione italiana ha dato i suoi frutti: Manuel Peñalver ha lanciato ottimamente Giovanni Lonardi e il veronese ha concretizzato al meglio, conquistando la prima vittoria stagionale. Il ventottenne si è messo alle spalle Emmanuel Houcou (Arkéa-B&B Hôtels Continentale) e Ronan Augé (CIC-U-Nantes). Louis Hardouin (Guidon Chalettois) ha concluso ai piedi del podio, appena davanti a Tom Mainguenaud (Mayenne-V and B-Monbana). La VF Group-Bardiani CSF, invece, non è andata oltre il settimo posto di Lorenzo Conforti.
Con una scelta non particolarmente logica, lo stesso giorno è andata in scena un’altra prova di pari categoria in Francia, il GP de la Somme Conseil Départmental 80, corsa di un giorno giunta alla trentottesima edizione, entrata nel calendario UCI come gara a tappe nel 2001. La start list era di livello nettamente inferiore rispetto al GP de Plouay: al via, infatti, era presente una sola Continental (il VC Rouen 76), accompagnata da tredici formazioni dilettantistiche, per un totale di quattordici squadre.
Rispetto agli ultimi anni, il percorso di gara è cambiato: consisteva in un circuito di 40 km, ricco di strappi e tratti in contropendenza, da ripetere cinque volte. La corsa è stata molto combattuta, con numerosi attacchi: tutti i tentativi di fuga, però, hanno avuto vita breve. Con l’assenza di formazioni professionistiche, è stata la SCO Dijon-Team Matériel-Velo.com a recitare la parte del leone. La squadra borgognona è stata presente in tutte le fughe e ha, poi, gestito il finale nel migliore dei modi.
Romain Bréant ha attaccato in solitaria e si è involato verso il primo successo internazionale della sua carriera. A 16” dal ventunenne, Alfred George ha completato la doppietta della SCO Dijon, precedendo in volata il connazionale Rowan Baker (MyPad Racing). Bastien Pichon (Lockimmo.com), vincitore della corsa due anni fa, si è dovuto accontentare del quarto posto, davanti a Julien Marin (Hexagone-Corbas Lyon).
IXINA Classic-Grote Prijs van de Stad Halle

Nel weekend si è corso anche in Belgio, dove si è disputato il Grote Prijs Stad Halle, che quest’anno ha aggiunto la dicitura IXINA Classic alla dicitura ufficiale. La corsa è entrata nel calendario internazionale dallo scorso anno e per la seconda edizione vedeva al via ventidue squadre: un ProTeam (la Wagner Bazin WB), un ProTeam di ciclocross (la Pauwels Sauzen-Cibel), nove Continental e undici compagini dilettantistiche.
Il percorso consisteva in sette giri di un circuito di circa 26 km comprendente diversi strappetti. La salita più impegnativa era il muro di Bruine Put, lungo appena 800 metri, ma con punte al 14%. L’attacco decisivo ha visto protagonisti quindici corridori, in rappresentanza di tutte le squadre più importanti. A poco più di 40 km dal traguardo, il gruppo di testa si è ridotto a quattro unità: Witse Meeussen (Alpecin-Deceuninck Development), Halvor Dolven (Wanty-Nippo) e il duo della BEAT composto da Stijn Appel e Jochem Kerckhaert. Ai -11 Gianni Marchand, Lennert Teugels (entrambi della Tarteletto-Isorex) e Floris de Tier (Wagner Bazin WB) si sono raggruppati all’inseguimento dei battistrada e hanno dato via a un emozionante braccio di ferro con gli uomini di testa.
Sfruttando anche il poco accordo tra i quattro al comando, gli inseguitori, che avevano 30” di ritardo, hanno abbassato il distacco a meno di 10”, ma non sono riusciti a rientrare. La BEAT ha sfruttato la superiorità numerica davanti e Stijn Appel ha attaccato a 700 metri dall’arrivo. L’azione del ventottenne si è rivelata vincente e, alle sue spalle, anche il compagno di squadra Jochem Kerckhaert è riuscito a sorprendere gli altri, completando la doppietta con 3” di ritardo. Halvor Dolven ha chiuso terzo a 4”, mentre Witse Meeussen è arrivato quarto a 8”. A 11” Lennert Teugels ha regolato Floris de Tier e Gianni Marchand nella volata degli inseguitori.
Le Continental tra i big

Le quattro Continental danesi, accompagnate dalla francese Decathlon AG2R Development e dalla neerlandese BEAT, hanno partecipato al Tour of Denmark. Niklas Larsen ha portato la BHS-PL Beton Bornholm sul terzo gradino del podio finale, mentre i migliori risultati di tappa sono stati del Team ColoQuick e della Decathlon AG2R Development, che hanno centrato un terzo posto a testa con Conrad Haugsted (che ha anche indossato per tre giorni la maglia di miglior scalatore e per due quella di miglior giovane) e Antoine L’Hote. La formazione transalpina si è anche portata a casa la maglia dei GPM con Marius Dahl. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato, però, Jakob Söderqvist: tesserato per la Lidl-Trek Future, lo svedese era in gara con il ramo WorldTour del team e si è portato a casa un successo di tappa e la maglia di miglior giovane, chiudendo secondo nella generale.
Le compagini di terza divisione al via della Volta a Portugal sono state ben sedici. La Anicolor/Tien 21 ha dominato la corsa, centrando la doppietta in classifica generale con Artem Nych e Alexis Guérin (bene anche Pedro Silva, sesto), aggiudicandosi nettamente la graduatoria a squadre e vincendo le due cronometro con Rafael Reis. Corsa da ricordare per la Credibom/LA Alumínios, tornata a vincere una tappa nella corsa di casa dopo undici anni, grazie a Hugo Nunes, vincitore anche della maglia dei GPM. La classifica a punti è andata a Nicolás Tivani, che ha portato alla Aviludo-Louletano anche due successi parziali. La FEIRENSE-BEECELER ha centrato terzo posto finale con Byron Munton, vincitore in cima a Senhora da Graça, mentre l’arrivo di Torre ha premiato Jonathan Caicedo e la Petrolike. La Rádio Popular-Paredes-Boavista, invece, ha festeggiato il miglior giovane della corsa, Lucas Lopes.
Anche il Czech Tour ha invitato molte Continental: al via ne erano presenti ben quattordici. Il Team UKYO ha fatto grandi cose con Alessandro Fancellu, secondo nella tappa regina e terzo in classifica, e con Nicolò Garibbo, vincitore della maglia dei GPM. La CCACHE x BODYWRAP ha vinto a sorpresa la terza frazione con il velocista Liam Walsh, mentre l’ultima tappa ha premiato il Team Vorarlberg, che ha festeggiato il successo di Jannis Peter, anche ottimo quarto nella generale.
Le belghe Tarteletto-Isorex e Soudal-Quick Step Devo, la francese Van Rysel-Roubaix e la neerlandese VolkerWessels hanno partecipato al Circuit Franco-Belge. Nessuna è riuscita a concludere in top ten e, alla fine, la VolkerWessels ha fatto meglio delle formazioni di pari livello, grazie a Finn Crockett, sedicesimo. Sono state nove, invece, le formazioni di terza divisione al via della Muur Classic Geraardsbergen. A ottenere il miglior risultato è stato, a sorpresa, il VC Rouen 76: Esteban Foucher è arrivato a un passo dalla top ten, fermandosi all’undicesimo posto.
Le quattro Continental storiche francesi, la svizzera Tudor U23 e la tedesca MYVELO hanno preso parte alla Polynormande. La CIC-U-Nantes ha centrato uno splendido podio con Axel Mariault, che, proprio negli ultimi metri, ha superato Nicolas Breuillard, relegando il portacolori della St.Michel-Preference Home al quarto posto. Le stesse formazioni transalpine, accompagnate dalla spagnola Illes Balears Arabay, hanno partecipato al Tour du Limousin. La St.Michel-Preference Home ha centrato la top ten finale grazie a Thomas Champion, decimo. La Nice Métropole Côte d'Azur ha ottenuto il miglior risultato di tappa con Andrea Mifsud, ottavo nell’ultima frazione, mentre la Van Rysel-Roubaix si è portata a casa la maglia dei GPM con Kenny Molly.
Le tedesche BIKE AID e REMBE|rad-net hanno ricevuto l’invito per la corsa di casa, il Deutschland Tour. La REMBE|rad-net ha fatto decisamente meglio della rivale, centrando una top ten di tappa con Jonathan Malte Rottmann, piazzando Johannes Adamietz al ventiduesimo posto finale e indossando per due giorni la maglia dei GPM con Miguel Heidemann.
Le quattro Continental storiche francesi hanno preso parte anche al Tour Poitou-Charentes, che vedeva al via anche la Lidl-Trek Future e la neerlandese Parkhotel Valkenburg. La St.Michel-Preference Home ha fatto vedere le cose migliori, con un quinto posto di tappa di Jérémy Lecroq e l’ottavo di Théo Delacroix in classifica generale. Maël Guégan ha regalato la maglia dei GPM alla CIC-U-Nantes, mentre la Lidl-Trek Future ha centrato una quarta posizione parziale con Héctor Álvarez. Da segnalare anche la grande prova di Nicolas Milesi: il portacolori della Arkéa - B&B Hôtels Continentale, in gara con il ramo WorldTour del team, si è piazzato secondo nella cronometro e ha chiuso la corsa in terza posizione, con la maglia di miglior giovane.
Nell’ultimo periodo sono state ufficializzate delle novità di ciclomercato. L’ex professionista Mitchel Fitzsimons rientra nel mondo UCI: rimasto senza squadra dopo la chiusura della Bolton Equities Black Spoke, il ventiduenne ha trovato casa in Australia, alla St.George. Un nuovo arrivo alla Tudor U23: la formazione svizzera ha ingaggiato il belga Seppe van den Boer, reduce da due stagioni con i crossisti della Baloise Glowi Lions. Novità anche in casa Petrolike: la formazione messicana ha ingaggiato David Ruvalcaba, che nelle scorse stagioni ha gareggiato spesso in Italia con la A.R.Monex.
Il ritratto della settimana: Finn Crockett

Fra i grandi protagonisti del mese di agosto c’è sicuramente Finn Crockett. A inizio mese, il ventiseienne ha preso parte alla Kreiz Breizh Elites: dopo il secondo posto nella seconda tappa, ha chiuso nono l’ultima frazione e si è portato a casa il successo nella classifica generale. In seguito ha partecipato al Circuit Franco-Belge, corsa di categoria ProSeries, in cui è arrivato sedicesimo, risultando nettamente il migliore fra i corridori Continental. Per concludere al meglio un mese da ricordare, ha vinto un’altra corsa lo scorso weekend, la Slag om Norg. Nella prima parte di stagione, anche a causa di un infortunio che lo aveva costretto a iniziare la stagione in ritardo e non al meglio, non era andato oltre il sesto posto nella prova in linea dei campionati irlandesi e il ventunesimo alla Famenne Ardenne Classic.
Il corridore della VolkerWessels ha scelto la nazionalità irlandese solo lo scorso anno, con la speranza di poter disputare i grandi eventi internazionali, vista la minore concorrenza. Lo scorso anno non ci è riuscito, ma, se continuerà a mantenere il livello mostrato ad agosto, potrà sicuramente centrare il suo obiettivo in futuro. Fino al 2024 ha corso con licenza britannica e, in rappresentanza della Scozia, disputò i Giochi del Commonwealth nel 2022: in quell’occasione, convocato in extremis, raccolse un’insperata medaglia di bronzo nella prova in linea (alle spalle di Aaron Gate e Daryl Impey), battendo atleti di altissimo livello come Fred Wright e Luke Plapp.
La grande crescita evidenziata nell’ultimo periodo può essere spiegata dal fatto che solo da poco l’irlandese è un ciclista a tempo pieno: ha studiato all’università di Stirling fino al 2022, anno della sua laurea in Francese e Marketing, e, fino ad aprile dello scorso anno, ha anche lavorato come addetto alle vendite, come evidenziato sul suo profilo Linkedin.
Come tanti altri corridori, Finn Crockett fece i suoi primi passi nel ciclismo in mountain bike. Spostatosi su strada, disputò le sue prime gare internazionali al secondo anno da junior, senza raccogliere risultati particolarmente eclatanti. Nella scena britannica, nella quale era entrato già dall’anno precedente, riuscì, invece, a essere maggiormente protagonista e raccolse anche una vittoria al Kilmarnock Criterium.
Nel 2018 firmò con la Wheelbase Castelli, formazione in cui gareggiò per tutti gli anni da under 23. Per tutto il quadriennio nella categoria, corse unicamente nel calendario nazionale, con un’unica eccezione rappresentata dalla Rutland-Melton Cicle Classic 2018, dalla quale si ritirò. Nel calendario dilettantistico migliorò costantemente i propri risultati e, nel 2021, fu terzo assoluto (e primo degli under 23) nella classifica generale delle National Road Series.
Gli ottimi risultati ottenuti a livello nazionale gli aprirono le porte del mondo Continental e nel 2022 lo scozzese firmò con la Ribble Weldtite. Mostrò subito di aver assorbito l’impatto con la categoria superiore, chiudendo al nono posto il Tour du Loir et Cher (con tre top ten di tappa) e, una settimana dopo, centrando il bersaglio grosso alla Rutland-Melton CiCLE Classic. Nella seconda parte della stagione dopo un quarto e un settimo posto in due frazioni della Kreiz Breizh Elites, centrò la già citata medaglia di bronzo ai Giochi del Commonwealth. La sua stagione si chiuse con il Tour of Britain, in cui si ritirò dopo due tappe.
La Ribble scese di categoria e, così, nella stagione seguente Crockett si accasò alla AT85, ma fece in tempo a disputare solo tre corse perché la squadra chiuse i battenti a metà marzo. Dopo un breve ritorno tra i dilettanti, in cui vinse una tappa della Rás Tailteann, ritrovò un contratto a livello superiore con la Saint Piran. Con il nuovo team chiuse al decimo posto la Midden-Brabant Poort Omloop e prese parte al Tour of Britain, che chiuse in trentesima posizione, riscattando il ritiro dell’anno precedente. Oltre alle corse UCI, continuò a gareggiare nel calendario dilettantistico, conquistando, tra le altre cose, la vittoria nel prestigioso Beaumont Trophy.
Lo scorso anno ha scelto di cambiare ambiente ed è passato alla VolkerWessels. Dopo un inizio difficile, con diversi ritiri, ha trovato il primo piazzamento (un settimo posto) nella seconda tappa del Tour du Loir et Cher. Dopo aver cambiato nazionalità, ha ottenuto un paio di piazzamenti alla Flèche du Sud, prima di centrare la vittoria nella prima frazione del Tour de la Mirabelle: purtroppo, a causa di una caduta, ha dovuto abbandonare la corsa francese in maglia di leader. Nella seconda parte della stagione ha centrato altre sei top ten UCI, mentre nel calendario dilettantistico ha trovato la vittoria all’Omloop Mandel-Leie-Schelde.
Nel 2025, dopo l’eccellente mese di agosto, Finn Crockett cercherà di ripetersi anche nel mese di settembre, in cui la VolkerWessels disputerà diverse corse. L’irlandese spera di poter disputare i Campionati del Mondo e gli Europei con la maglia della sua nazionale, ma quest’anno i percorsi non sembrano particolarmente adatti a lui: a ventisei anni, comunque, avrà tempo per riuscire nel suo intento.
