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La riforma Bettiol finisce con l'Impeychment

15.06.2022 18:00

Alberto ci prova nella quarta tappa del Tour de Suisse ma subisce la veemente reazione di Daryl che trascina sul podio di giornata pure Michael Matthews e Søren Kragh Andersen. Stephen Williams soffre ma salva la maglia


Un'altra giornata di transizione al Giro di Svizzera, un'altra volata pittosto nutrita (una sessantina di uomini) a decidere la quarta tappa, un'altra vittoria, la trentesima in carriera, per uno dei più solidi veterani del gruppo, uno che ogni anno trova sempre il modo di lasciare il segno da qualche parte (e raramente in corse di secondo piano), ovvero il 37enne Daryl Impey, che regala soddisfazione (e punti UCI) alla Israel-Premier Tech al termine di una frazione in cui a lungo Alberto Bettiol ha pensato - o quantomeno sperato - di poter vendicare la beffa dell'altro giorno, quando esultò per un secondo posto convinto fosse il primo.

Stavolta il toscano si è mosso bene con la sua squadra, ma per lui sarebbe stato necessario che a giocarsi il successo ci fossero meno persone, e invece nonostante un'interessante salita nel finale il gruppo - pur frazionatosi - si è poi reintegrato a un discreto numero di contendenti, e tra questi immancabilmente una ruota più veloce la trovi sempre. Oggi è toccato al sudafricano alzare le braccia, così come a Michael Matthews è toccato come al solito prendersi un piazzamento di pregio (ma di rado è il migliore) mentre a tutti gli altri è bastato tutto sommato portare la bici all'arrivo senza danni, anche se ovviamente non solo Bettiol aveva in mente propositi di vittoria (per dirne uno: Thomas Pidcock). Siccome domani la tappa più o meno si rivolgerà alla medesima tipologia di corridori, c'è sempre tempo per le rivincite, poi la corsa elvetica entrerà nel vivo con due arrivi in salita e la crono finale, ma quella sarà un'altra storia.

Da Grenchen a Brunnen, misurava 190.8 km la quarta tappa del Tour de Suisse 2022, e dopo un inizio piuttosto scoppiettante una fuga a tre si è messa in viaggio dopo 15 km con Matthew Holmes (Lotto Soudal), Markus Hoelgaard (Trek-Segafredo) e Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix). Il terzetto ha raggiunto subito un vantaggio massimo di 5' abbondanti dopo 30 km, poi il gruppo ha cominciato a recuperare e questa progressione è andata avanti per tutto il giorno e fino ai piedi della salita di Sattel, caratterizzante il finale: lì, ai -18, i tre coraggiosi sono stati raggiunti con la Alpecin a incaricarsi di tirare la prima parte di scalata e la Trek a prendere il comando (con Gianluca Brambilla) ai -17.

L'italiano ha proprio allungato a un certo punto (pur senza prendere il largo) e il suo fare ha cagionato una certa sofferenza - tra gli altri - al leader della corsa Stephen Williams (Bahrain-Victorious), staccatosi dai migliori a 16.5 km dalla fine (e a uno e mezzo dal Gpm). A quel punto Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) ha rilevato Brambilla, e ai -16 Marc Hirschi (UAE Emirates) ha proposto un contrattacco, chiuso da Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech) che aveva a ruota tutto il primo gruppo.

Nel finale la salita spianava un po' per cui nessuno ha più fatto la differenza, gli EF hanno ripreso il comando della situazione (lavoravano per Alberto Bettiol) e al Gpm sono scollinati in 30, compreso Williams rientrato proprio negli ultimi metri di scalata. Al Gpm è partito in contropiede Sébastien Reichenbach (Groupama-FDJ) ma non è andato lontano, e in discesa sono rientrati sul gruppo buono diversi altri corridori. Ai -10 Reichenbach è stato ripreso, nessun altro ha tentato sortite sicché, sempre sotto le trenate EF, si è velocemente arrivati alla volata.

Bettiol è partito ai 200 metri, alla sua destra Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) provava a lanciare Tom Pidcock ma molto più forte è uscito a sinistra Daryl Impey (Israel), talmente mulinante da tenersi ampiamente dietro pure Michael Matthews (BikeExchange-Jayco) che, ancora più esterno, provava ad affiancarlo. Bettiol è stato superato in tromba e il sudafricano ha vinto con margine su Bling e Søren Kragh Andersen (DSM), che veniva su dalla ruota di Matthews. Solo quarto il toscano davanti a Pidcock, Alex Aranburu (Movistar), Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe), Brambilla, Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Stefan Küng (Groupama).

Piccoli spostamenti in classifica dettati dal gioco dei piazzamenti, comunque Williams resta primo con 6" su Andreas Kron (Lotto), 7" su Thomas e Andreas Leknessund (DSM), 10" su Küng, Hirschi, Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Fuglsang, Aleksandr Vlasov (Bora), Adam Yates (INEOS), Sergio Higuita (Bora) e Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl). Domani la quinta tappa sarà un altro bel busillis tutto da interpretare: i 190.1 km della Ambri-Novazzano offriranno un'ottantina di km finali tutti un saliscendi di strappi e strappetti, con due giri e mezzo di circuito intorno a Mendrisio e con l'arrivo posto pure quello su una rampa. Di sicuro qualche altro sommovimento della classifica sarà da mettere in conto, in attesa delle frazioni decisive del weekend.
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!